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martedì 1 ottobre 2019

Recensione "Le sette volte che ci siamo lasciati" di Don Zolidis

Buona sera bookspediani.
Il protagonista di oggi è un nuovo young adult appena uscito in libreria grazie a Il castoro, ovvero "Le sette volte che ci siamo lasciati" di Don Zolidis.


Titolo: Le sette volte che ci siamo lasciati
Autore: Don Zolidis
Editore: Il Castoro
Genere: Young Adult
Data di uscita: 26 Settembre 2019



La cosa peggiore che poteva capitare a Craig è anche la migliore: Amy. Craig e Amy non dovrebbero stare insieme: Craig è un master di Dungeons and Dragons senza piani per la vita; Amy è una studentessa bellissima e intelligente, presidentessa del corpo studentesco. Eppure si mettono insieme. Fino a quando Amy non lo lascia. Poi ritorna con lui. Sette volte, per essere precisi. La relazione di Amy e Craig è un caleidoscopio di gioia e dolore, agitato e coinvolgente, fatto di incertezze verso il futuro e ricerca di sé, che qualche volta coinvolge lo stare insieme e qualche volta no. Sette rotture. Sette riconciliazioni. E il gusto agrodolce dell'esperienza totalmente unica e universale del primo amore.


IL MIO VOTO




Attraverso un romanzo molto dolce e divertente, ma anche profondo,  Don Zolidis ci parla di qualcosa che non si dimentica mai: il primo amore.
E' Craig il narratore di questa storia, un ragazzo che sa di non essere perfetto e di vivere in una famiglia bizzarra, tuttavia non può fare a meno di notare Amy, una delle ragazze più famose della scuola e, per qualche strano motivo, lei sembra notare lui. La loro storia ha inizio come tante altre, e, come spesso accade, finisce. Quello però che la rende diversa da qualsiasi altra storia è che in qualche modo i due ragazzi sembrano essere legati tra loro, continuano ad attirarsi come calamite e questo li fa spesso tornare insieme, anche se altrettanto spesso si lasciano. E' sempre Amy tuttavia a prendere la decisione di terminare la storia, è lei quella insicura che non è pronta a lasciarsi andare davvero e che quindi preferisce spesso stare sola.
Ma allo stesso tempo è anche lei che cerca un appiglio e quello è Craig che, troppo innamorato della ragazza per tirarsi indietro, non riesce a resisterle. Del resto entrambi i ragazzi sono quasi maggiorenni, hanno ancora tutta la vita davanti per capire cosa vogliono fare e chi vogliono diventare, e proprio la vita spesso si mette in mezzo e causa la loro separazione più e più volte ancora, facendoci riflettere se è sempre giusto tornare nel nostro porto sicuro e non osare, oppure abbracciare l'ignoto e rischiare.


Don Zolidis racconta questa storia in maniera molto semplice e diretta, il linguaggio è quasi colloquiale, come se parlasse ad un amico e questo inizialmente rimarca la voglia di far leggere questa storia ad un pubblico sicuramente più giovane di me, per ragazzi per intenderci, eppure non ho potuto fare a meno di pensare al mio primo amore leggendo questa storia e a tutte le insicurezze che ne derivano. Ammettere per la prima volta di dipendere da qualcuno, di avere una persona così importante nella propria vita che è quasi difficile respirare senza di essa, è un'esperienza davvero unica, che certamente si ripete, ma che resta impressa almeno quando accade per la prima volta. Per Craig è quello che accade, si innamora quasi immediatamente di Amy, della sua sicurezza ma anche della sua fragilità e Amy questo non riesce a vederlo, non capisce che il ragazzo la ama per quello che è e quindi lo allontana, lasciandolo più volte, ma sempre tornando da lui perchè sicuramente tiene sinceramente a lui, ma perchè ormai è diventata un'abitudine, una sicurezza. Si dice infatti che si sa quello che si lascia, ma non quello che si trova e ho rivisto molto in Amy questo perchè sebbene abbia voglia di andare avanti, non riesce a separarsi da Craig perchè sa cosa significa stare con lui, non sa invece quello che la attende e non avere certezze la spaventa, come è normale che sia, tuttavia il suo modo di agire non è giusto nei confronti di Craig, che ogni volta perde un pezzo di cuore.


Ovviamente essendo Craig il narratore e anche il ragazzo che viene lasciato più e più volte, e quindi quello a cui viene spezzato il cuore, non si può che patteggiare per lui e quindi sperare che trovi la sua strada, sia essa con Amy oppure no. Non devo quindi sottolineare che Amy non mi è piaciuta, o meglio: ho apprezzato molto la costruzione del suo personaggio, il fatto che avesse una situazione familiare complicata e che quindi la spingesse quasi a scappare dalle cose belle che le capitavano, soprattutto è interessante il fatto che, per quanto voglia certezze, spesso butti via una delle poche che le è capitata nella vita, ovvero Craig, il quale è talmente innamorato di lei da fare qualsiasi cosa per quella splendida ragazza. Amy però è un personaggio statico, non si evolve durante la storia, anzi continua ad agire come ha sempre fatto, senza margine di crescita.
Craig invece si è rivelato un bellissimo personaggio, ironico e dolce, terribilmente altruista e soprattutto il tipo di persona che tutti vorremmo avere al nostro fianco. Craig, per quanto anche lui abbia problemi in famiglia e per quanto abbia sofferto per i continui allontanamenti di Amy, trova sempre il modo per aiutare la ragazza e chi ha bisogno del suo aiuto. A differenza di Amy, Craig compie un bellissimo percorso di crescita, che gli fa capire che non può essere un'ancora di salvezza per altri, ma deve pensare in primo luogo a se stesso e a quello che si sente di fare lui.


Per quanto sia un romanzo molto ironico e leggero, Don Zolidis non manca certo di parlare di tematiche davvero attuali che variano dalla perdita del lavoro del padre di Craig, il quale si ritrova quindi bloccato a casa e costretto a dipendere dalla moglie e a fare fronte alla possibilità di non potersi permettere non solo di non poter mantenere la sua famiglia, ma anche di costringere uno dei due figli a prendersi un anno di pausa dagli studi perchè non ci sono soldi a sufficienza per mandarli al college nello stesso momento. Si parla anche di cosa significa venire adottati e mi è piaciuto molto l'osservazione che ha fatto ossia definire la madre "vera" non chi ha messo al mondo un figlio, ma chi resta per crescerlo e di fatto questo definisce una madre, il suo essere presente quando il proprio figlio ha bisogno di lei, non solo avere un legame di sangue con lui.
L'autore inoltre affronta, come si è ben capito, il tema del primo amore e di come viene vissuto, soprattutto come non viene mai dimenticato. Ma parla anche dell'incertezza del futuro, di cosa significa crescere e quindi prendersi le proprie responsabilità, diventando adulti e compiendo decisioni che possono essere giuste o sbagliate, ma in ogni caso andranno a contribuire la formazione della nostra persona e quindi a decretare chi vogliamo essere. Dunque è giusto definirlo un romanzo per ragazzi, ma allo stesso tempo è anche un bellissimo romanzo di formazione, pieno di spunti di riflessione ma anche in grado di far sorridere.



Le sette volte che ci siamo lasciati è una lettura su cosa significa innamorarsi per la prima volta e quindi si parla di tutti i pro e i contro di questo sentimento, soprattutto perchè in questo caso abbiamo due protagonisti che fondano la loro relazione in un circolo infinito di tira e molla: Craig ed Amy si attraggono come una calamita, ma in qualche modo trovano sempre il modo di separarsi ed è Amy in particolare a fare questa scelta, colei che sembra la ragazza perfetta e che invece è piena di insicurezze e vede in Craig il suo porto sicuro, ecco perchè, per quante volte sia in grado di lasciarlo, in qualche modo torna sempre da lui. La narrazione di Don Zolidis è molto particolare, la storia non segue un vero e proprio percorso definito, ma è come se Craig ci volesse raccontare tutto quello che gli è accaduto nell'ultima anno senza alcun tipo di filtro, perciò parla a ruota libera e non segue un percorso cronologio degli eventi, ma semplicemente va a braccio, raccontando quello che gli dice il cuore. Don Zolidis quindi crea una storia divertente e leggera, fatta certamente per intrattenere, eppure riesce anche ad essere molto profonda e a trattare tematiche di un certo peso con il giusto spessore. Questo romanzo quindi ci insegna che è giusto appoggiarsi ad un'ancora, ma la vita è solo una e quindi a volte bisogna rischiare ed osare, perchè ad contare in prima persona siamo noi stessi e quello che vogliamo diventare.
Per me quindi questa lettura è assolutamente promossa!




si ringrazia la casa editrice
per la copia omaggio



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