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venerdì 5 febbraio 2021

Review "Il canto di Calliope" di Natalie Haynes

 Bookspediani eccomi pronta a parlarvi di  "Il canto di Calliope" di Natalie Haynes.



Titolo: Il canto di Calliope
Autore: Natalie Haynes
Editore: Sonzogno
Genere: Retelling
Data di uscita: 21 Gennaio 2021



Una donna sola corre nella notte, intorno a lei la sua città che brucia. Fuori dalle mura, la regina e altre sventurate attendono un destino che verrà deciso dai vincitori. È la caduta di Troia. Dieci interminabili anni di guerra sono giunti alla tragica conclusione, mentre le avventure dei protagonisti andranno a ispirare, nei secoli a venire, le opere di artisti e scrittori. «Cantami o Musa» invoca il sommo poeta Omero, che ha raccontato le gesta degli eroi. Ma Calliope, musa della poesia epica, questa volta è meno accomodante: è convinta che non tutto sia stato narrato, che qualcosa di fondamentale, legato alle figure femminili, manchi ancora per completare l’affresco. Se il bardo vuole che lei canti, allora lei canterà insieme a tutte le donne coinvolte nella grande tragedia. Dando voce a ciascuna di loro, Calliope prende in mano la storia e ce la racconta da una nuova prospettiva. Ecco Andromaca, Cassandra, Pentesilea, Clitennestra, che vengono alla ribalta, con i loro pensieri, con i complicati risvolti psicologici delle loro scelte, con la sete di vendetta, la solitudine, la dignità di fronte alla morte. E poi tutte le altre, da Penelope a Briseide, da Creusa a Ifigenia, dalle troiane che, vinte, saranno rese schiave, alle greche che attendono il rientro dei loro uomini, senza dimenticare le capricciose divinità che governano le sorti dei mortali. Attingendo alle fonti antiche, anche le meno note, Natalie Haynes rivisita una delle più grandi narrazioni di tutti i tempi, facendoci palpitare di commozione accanto alle leggendarie eroine, e trasmettendoci il sentimento vivo di come la guerra di Troia e la sua epopea appartengano alle donne non meno che agli uomini.

IL MIO VOTO


Il canto di Calliope non è un romanzo che racchiude una sola protagonista, come si potrebbe pensare dal titolo, è infatti la musa della poesia epica a metterlo subito in chiaro che, sebbene Omero voglia che lei canti le gesta della Guerra di Troia, lei sarà pronta a farlo ma darà voce a tutte quelle protagoniste di questi dieci anni di guerra che sono rimaste nell'ombra, quelle donne che non sono scese in prima linea per lottare e quindi non sono delle guerriere, ma meritano di essere nominate perchè anche loro sono delle eroine che hanno sopportato tanto come la lontananza dei loro mariti da casa, senza sapere se mai questi avrebbero fatto ritorno, e ancora la morte di una persona cara o di un figlio, tutte in qualche modo sono state segnate da questa guerra e non ricordarle equivale a toglier loro quella gloria che meritano e che è giusto che abbiano per tutto quello che hanno sopportato. 
Per esempio Penelope, la moglie di Odisseo, la quale ancora attende suo marito senza sapere se e quando tornerà e continuare a sperare in qualche notizia, a sperare che le profezie si sbaglino.
Ma anche la stessa Elena, quella da tutti designata come la colpevole di questa guerra, la quale per una volta ci viene presentata come una persona completamente diversa, una ragazza che ha lasciato il marito e la figlia senza voltarsi indietro incapace di resistere a Paride, quella donna che viene additata da tutti come una poco di buono, quando in verità lo stesso Patroclo era sposato, ma nessuno ne ha mai fatto parola perchè lui ha provato a prendere quello che voleva ed è stata Elena a cedere. Tantissime sono le storie non dette che si trovano in questo libro, alcune colpiscono al cuore più di altre, ma è innegabile che sono tutte storie che devono essere ascoltate e tenute bene a mente. Non è quindi Calliope la protagoniste, è il suo canto per tutte le donne che hanno combattuto, a modo loro, questa guerra e meritano di essere ricordate perchè anche loro, come gli uomini, sono eroine.


Qual è la definizione esatta di eroe? Quali caratteristiche bisogna avere per essere definito tale? Quando si parla di grandi gesta, di aver vinto una guerra o di aver conquistato che sia un luogo o che sia il potere, si pensa istantaneamente all'uomo. Durante i dieci anni della Guerra di Troia abbiamo visto tantissimi uomini essere suoi protagonisti a partire da Achille, colui che pensava di essere quasi immortale, passando per Ettore fino ad arrivare ad Omero, tutti hanno giocato una parte importante in questa guerra e forse solo una donna viene nominata, Elena di Troia, non per attribuirle qualche merito ma semplicemente per essere additata come colpevole di tutto. Nessuno tuttavia si ferma a pensare che, sebbene le donne non abbiano combattuto in prima linea, sebbene non avessero armi per sconfiggere il nemico, anche solo restare a casa per loro ha significato vivere una guerra perchè hanno perso uomini, figli, genitori, amici, soffrendo senza mai però piegarsi. Anche questo significa essere un eroe, combattere per dare forza agli altri, non crollare sotto il peso del dolore e attraverso questo romanzo l'autrice lo mette finalmente in mostra. Per troppo tempo si sono celebrate le gesta degli uomini, ora è venuto il momento di rendere giustizia anche alle donne e questo non riflette solo il passato ma anche la società di oggi, dove sembra che ci sia uguaglianza, quando in verità non troppo è cambiato, è sempre la voce dell'uomo ad essere più forte di quella della donna e dunque il romanzo di Natalie Haynes funge anche da speranza perchè se è possibile rendere giustizia al passato, forse si può fare qualcosa anche per il nostro presente.


Personalmente a scuola ho sempre odiato studiare i componimenti epici, era più un lavoro di retorica e parafrasi piuttosto che uno scoprire davvero quello che accadde e quindi mi sono spesso allontanata da questo mondo, almeno fino a quando grazie alla lettura ho scoperto Circe e il bellissimo lavoro fatto dall'autrice, la quale ha reso un personaggio mitologico una persona di fatto umana e con cui ci si poteva riconoscere in quanto lettore. Quando ho visto l'uscita di questo nuovo romanzo non ho esitato ad accettare di leggerlo perchè ero troppo curiosa e devo dire di essere rimasta sorpresa, in positivo, da quello che ho trovato al suo interno. Natalie Haynes infatti attraverso Calliope cerca di dare voce a tutte le donne che non hanno avuto modo di dire la loro perchè non considerate all'altezza delle gesta degli uomini. La Haynes ovviamente cerca di restare il più fedele possibile alla storia ed è infatti tramite più e più ricerche che riesce a scoprire più dettagli di loro per poterli poi riferire al lettore. Una cosa che mi è rimasta molto impressa alla fine del romanzo è proprio una considerazione dell'autrice, ossia che le donne non sono state inserite perchè non hanno combattuto la guerra ( o meglio non l'hanno fatto direttamente, ma anche stare a casa e affrontare dolori e perdite era sempre una guerra) eppure ci ricorda che Achille si è tenuto lontano dalla guerra per parechio tempo, solo alla fine si è unito ad essa e viene comunque dipinto come un eroe, per cui la Haynes con uno stile semplice ma allo stesso tempo poetico ed evocativo, fa quello che è giusto: restituisce a tantissime grandi protagoniste la propria voce ed è questo ad incantare di più il lettore. Il canto di Calliope è una bellissima lettura adatta agli amanti dell'epica, ma anche a chi la vuole scoprire per la prima volta sotto una veste completamente diversa, quella giusta poichè mette a parimerito uomini e donne, tutti gli eroi che hanno contribuito a caratterizzare la famosa Guerra di Troia.



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