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mercoledì 31 marzo 2021

Recensione "Il gioco del silenzio" di Andrew Clements

  Bookspediani oggi vi parlo di "Il gioco del silenzio" di Andrew Clements.


TitoloIl gioco del silenzio
Autore: Andrew Clements
Editore: Rizzoli
Genere: Libri per ragazzi
Data di uscita: 30 Marzo
 2021


Gandhi e la scuola elementare di Laketon, due universi distanti. Almeno finché Dave Packer, dieci anni, facendo una ricerca sull'India scopre che ogni settimana Gandhi restava nel più assoluto silenzio per un'intera giornata. Lo scopo? Mettere ordine nella propria mente. Pur non sapendo bene che cosa significhi, Dave decide di provarci. E ci riesce, anche se è costretto a fingere un attacco di tosse per evitare di esporre la ricerca. Linsey Burgess, la più odiosa esponente delle già odiose femmine, lo aggredisce alla mensa per la brutta figura che le ha fatto fare come compagna nel progetto sull'India. E lì volano gli insulti e parte la sfida: chi, fra maschi e femmine, saprà restare in silenzio per due giorni interi? Un esperimento che lascerà ammutoliti anche gli insegnanti. E che farà scoprire ai ragazzi l'importanza delle parole.

IL MIO VOTO

Dave è uno dei protagonisti di questo romanzo, un ragazzo come tanti altri, che un giorno, facendo una ricerca per la scuola, scopre che Gandhi ogni senttimana, per almeno un giorno, restava nel silenzio più totale per mettere in ordine i suoi pensieri e il ragazzo arriva alla conclusione che sarebbe perfetto applicato anche su di lui, ma restare in silenzio a scuola è molto difficile, specie se ci sono esposizioni orali o interrogazioni ed è proprio per questo che Dave ha pensato a qualche piccolo trucchetto per evitare di venire interpellato. Quello però che è iniziato come un piccolo esperimento, per Dave diventa molto importante perchè non parlando, non si può fare altro che focalizzarsi su tante altre cose come ascoltare davvero i suoi pensieri o ascoltare davvero gli altri, quando parlando. E' Linsey tuttavia, la sua nemica giurata, che non lo vuole capire con la sua continua parlantina che costringe lo stesso Dave a strasgredire alla sua stessa idea per metterla a tacere per un attimo e, così facendo, rivela anche quello che sta combinando negli ultimi giorni. Da questo ne nasce un gioco che mette maschi contro femmine, un gioco in cui a scuola vige la regola del silenzio eppure se si viene interpellati è possibile parlare, ma con un massimo di tre parole, insomma una sfida di quarantotto ore per capire chi è più bravo tra maschi e femmine e che la guerra quindi abbia inizio. E' interessantissimo Dave come personaggio, un ragazzo talmente interessato ad approfondire le sue ricerche da mettere in atto quello che Gandhi stesso fa, senza davvero pensare alle conseguenze ma guadagnandoci tanto perchè effettivamente stare in silenzio permette di fare ordine nella propria mente, così come permette di comprendere meglio gli altri. La sua continua lotta con Linsey ovviamente non può che verificarsi nuovamente in un gioco da lui inventato, una lotta che tuttavia diventa l'inizio di una bellissima amicizia. Dave è un ragazzino quindi estremamente coraggioso e intelligente, qualcuno da cui dovremmo imparare, sicuramente ci insegna a parlare meno e a prestare più attenzione agli altri.


Penso che sia facile capire il tema di base di questa storia: l'importanza delle parole. Adesso più che mai, quando parlare con qualcuno è l'unica maniera per restare in contatto sia essa vocale sia essa tramite messaggio, non si pensa a quante parole si dicono e non ci passa nemmeno per l'anticamera del cervello di restare in silenzio, abbiamo voglia di comunicare e non esitiamo a farlo. Ma parlare ogni giorno, ogni minuto anche solo per dire qualcosa, senza davvero pensarsi e giusto per farlo è quello che manda in crisi Dave, il  quale proprio come Gandhi comprende che a volte è necessario restare in silenzio e raccogliere i propri pensieri non per qualche minuto, ma per qualche ora. Dave infatti decider di restare in silenzio per un giorno alla settimana e per tutta la durata della giornata scolastica, insomma qualcosa che fa da qualche tempo ma che nessuno ha mai notato davvero perchè troppo occupato a pensare ad altro. E invece Dave di tempo, in quella giornata, ne ha da vendere per osservare attentamente quello che lo circonda, per ascoltare i suoi pensieri e soprattutto per capire bene i suoi amici. E' quindi una cosa innocente, quanto però diventa una sfida dove è possibile poter dire solo un massimo di tre parole quando si viene interpellati, allora questo diventa tutto un altro paio di maniche perchè non pensiamo mai davvero a quante parole pronunciamo al minuto e limitarsi a tre è davvero difficilissimo. E' ancora più difficile farlo quando per poter far sentire la propria opinione sono necessarie più di tre parole, e allora è chiaro quindi che queste hanno un peso, che il silenzio certe volte ha davvero un grande valore, ma le parole hanno un'importanza assoluta che non bisogna mai sottovalutare, in alcun tipo di momento.


Andrew Clements è un autore che ho sempre apprezzato, specie nei titoli che avevo già letto, e quindi quando ho visto la ristampa dei suoi romanzi che ancora mi mancavano all'appello, non ho esitato a richiederli in lettura. Quello che mi piace di questo autore è che lui non gira troppo attorno all'argomento, non ha paura di presentare romanzi brevi, perchè questi sono sempre di forte impatto. Il gioco del silenzio è un romanzo divertente sicuramente, perchè mette a dura prova un'intera scuola in cui il segreto è proprio restare in silenzio, la sfida è ovviamente l'eterna rivalità dei maschi contro le femmine ma più il gioco si fa duro, più queste due fazioni non si dimostrano affatto opposte, ma unite e solidali, che di fatto è tutto quello che vorrebbe la scuola stessa, per cui qualcosa iniziato come un gioco, finisce per essere la storia di una bellissima amicizia tra due compagni che non possono che imparare a sostenersi e perchè no, anche a parlare meno e rifletter un poco di più. Grazie al suo stile diretto, Andrew Clements ci racconta una storia che intrattiene certamente, ma che spinge anche a riflettere sull'importanza delle parole e su quanto a volte le diamo per scontate, cosa che non si dovrebbe mai fare.
Il gioco del silenzio è l'ennesima prova della bravura di questo autore, a cui non servono pagine su pagine per raccontare una storia d'effetto, semplice ma profonda allo stesso tempo, ed è per questo che non mi stanco mai di leggere i suoi romanzi.





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