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mercoledì 9 marzo 2022

Recensione "Certe notti ti guardo dormire" di Antonio Paciletti

 Bookspediani pronti a conoscere il romanzo di Antonio Paciletti?



Titolo: Certe notti ti guardo dormire

Autore Antonio Paciletti
Editore: Rizzoli
Genere: Libri per ragazzi
Data di uscita: 1 Marzo 2022



«Allora, quando ce lo fate un nipotino?» Eccola, la Domanda. Quella che Beatriz e Antonio si sono sentiti ripetere a lungo da una zia esile ma ostinata. E non si salvano nemmeno quando decidono di adottare un bambino, perché a quel punto la domanda, non meno incalzante, diventa subito: «Allora, quando arriva, vostro figlio?».
E dire che dietro questa domanda c'è un mondo intero, il mondo di un papà destinato a innamorarsi del suo bambino, conosciuto un giorno in un orfanotrofio di Masango, in Burundi. Ci sono le sedute dagli psicologi, le pile di scartoffie, gli infiniti corsi, gli incontri con i giudici e gli altri aspiranti genitori, e c'è la fatidica telefonata che, nonostante i quattro anni di attesa, getta nel panico Antonio e Beatriz: saremo pronti?
Solo poi, finalmente, c'è la vita con Enock, un bambino aperto, generoso, vivacissimo. Un bambino che impara rapidamente due nuove lingue e più rapidamente insegna ai suoi genitori a vivere la loro nuova famiglia, intrecciando le storie e moltiplicando le emozioni. Con un'ironia irresistibile, Antonio racconta un percorso che è come una lunga e ripida salita in bicicletta, tra tornanti e buche, stop forzati, difficili riprese e rallentamenti continui. Eppure, quando si arriva in cima, si rifarebbe tutto dall'inizio, fino all'ultima pedalata. E non è così per tutti i genitori?

IL MIO VOTO

Il protagonista di questo romanzo non è altro che Antonio Paciletti che ci racconta la sua storia, di fatto la sua vita vera. Antonio e Beatriz si sono innamorati e ben presto sono diventati una famiglia, ma si sa che per la società e in particolare per le famiglie o gli amici non si è completi se non all’arrivo di un figlio e ovviamente i due si aspettavano la fatidica domanda, che non ha tardato ad arrivare da parte di una zia. Ma come si fa a spiegare che a volte non è quello l’obiettivo primario e che spesso ci si vuole godere un po’ la vita di coppia e soprattutto, quando arriva il momento, perché si deve giustificare la scelta di adottare un bambino? Si perché Antonio e Beatriz hanno deciso di adottare un bambino ed essere si una famiglia, ma donando la possibilità ad una persona che non sa cosa significhi davvero? Certo l’iter da affrontare non è facile, ci sono tanti step da superare ma quando la fatidica chiamata arriva e quando i due sono pronti ad essere genitori, ecco che subentra la paura di non sentirsi pronti, di non essere all’altezza del compito. Del resto quando una donna scopre di essere incinta ha comunque nove mesi per prepararsi al suo arrivo, quando si decide di adottare un bambino il tempo è relativo perché può avvenire subito come può volerci tanto e quando quel giorno arriva si può aver paura, ma è quel tipo di paura positiva, che prepara ad un grande cambiamento. Antonio descrive quindi questi sentimenti, ma quello che emerge è soprattutto il grande amore per Enock, un bambino che finalmente avrà la possibilità di avere una famiglia. E’ appunto Antonio il protagonista e narratore, ma di fatto è la sua famiglia ad essere al centro dell’attenzione e a farci innamorare di tutti gli step che l’hanno resa tale. 


Come vi dicevo questa storia non è di fantasia ma è lo stesso Antonio il narratore e il protagonista per cui, anche se non ci si trova nella sua situazione, ci si sente immediatamente coinvolti nella storia anche perchè l'autore ha un modo molto semplice e diretto di raccontarla, per cui è come se si facesse una conversazione con lui e su come è nata la sua famiglia con tre passaporti. Ebbene si, sono tre passaporti perchè Antonio è italiano mentre invece sua moglie è di origini spagnole e chiaramente Enock viene dal Burundi e anche questo fa onore ad Antonio perchè nello stesso romanzo parla di quante persone si fissino sul tipo di adozione, come se un bambino non valesse l'altro, del resto gli viene sempre data una famiglia, mentre invece c'è anche chi guarda il colore della pelle e non il carattere del bambino e cosa di fatto si può fare per lui per migliorare la sua vita.
Certe notti ti guardo dormire è una storia che viene raccontata con tanta ironia ma non può che trasmettere tutte le emozioni che si affrontano quando si intraprende il percorso dell'adozione così come non può che trasmettere l'amore che Antonio prova per suo figlio, perchè anche se non è sangue del suo sangue è lui a crescerlo e plasmarlo, è lui ad esser la sua famiglia ed è questo che lo rende suo padre, non certamente un esame del DNA.
Antonio Paciletti ci racconta quindi cosa significa diventare genitori, diventare quella famosa famiglia e non è semplice ma è un viaggio che sicuramente vale la pena fare e che io stessa non vedo l'ora di intraprendere, quando arriverà il momento giusto.








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