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giovedì 5 novembre 2020

Review "La classe" di Christina Dalcher

 Bookspediani oggi vi parlo di La classe" di Christina Dalcher


Titolo: La classe
Autore: Christina Dalcher
Editore: Nord
Genere: Historical Fiction
Data di uscitaNovembre 2020


Immagina una scuola in cui non c'è spazio per i favoritismi e tutti sono giudicati in base ai risultati. Una scuola in cui gli studenti migliori non vengono rallentati dai mediocri o presi in giro dai bulli. In America, tutto questo è diventato realtà grazie al Q, un quoziente calcolato sulla base di test e sulla condotta, che determina l'istituto da frequentare: gli alunni più brillanti vengono ammessi nelle impegnative Scuole Argento, che assicurano l'ingresso ai college più esclusivi, mentre gli studenti normali rimangono nelle Scuole Verdi. Le «mele marce», invece, sono allontanate dalle famiglie e portate nelle Scuole Gialle, delle strutture isolate dove imparano le materie di base e la disciplina. E per fare in modo che nessuno rinunci a migliorarsi o si sieda sugli allori, i test Q vengono ripetuti ogni mese. Elena Fairchild ha partecipato alla creazione del sistema Q e lo riteneva la chiave per una società più equa, più giusta. Adesso però, dopo alcuni anni come insegnante in una Scuola Argento, è tormentata dai dubbi: sebbene abbia accolto diversi alunni provenienti dalle Scuole Verdi, non ha mai visto qualcuno tornare dalle Scuole Gialle. I genitori ormai temono quel pullmino che passa di casa in casa il giorno successivo all'esame. E ora anche lei è una di quei genitori: sua figlia Freddie ha ottenuto un risultato troppo basso e le verrà portata via. Senza esitare, Elena si fa bocciare al test Q per insegnanti e viene trasferita nella stessa Scuola Gialla della figlia. E lì scoprirà che, quando le persone sono ridotte a numeri, non c'è limite a quello che può succedere a chi non conta più nulla...


IL MIO VOTO




I personaggi principali di questa storia non sono tantissimi ed è quindi facile seguirli: parliamo infatti della famiglia Fairchild la quale sembra essere perfetta dall'esterno, ma piano piano la verità inizia a saltare fuori. Questa è composta da Elena, un'insegnante molto valida e una madre di due ragazze, Anne e Freddie, le sue due figlie e ovviamente il marito Malcolm, un uomo molto importante che cura insieme ad altre persone il progetto relativo al Q e quindi alla scelta di dove collocare i ragazzi. Nulla sembra toccare questa famiglia, Anne è un po' l'orgoglio di casa, e sebbene i loro vicini sperimentino il famoso arrivo del Bus Giallo, il quale porta di fatto via di casa i figli, i Fairchild vanno avanti come se nulla fosse. Questo fino a quando è la stessa Freddie ad essere pronta per essere portata via per via della sua diversità, la bambina infatti ha un paio di problematiche che la portano a non avere un alto Q e questo ovviamente significa che come tutte le altre deve essere allontanata. Sono inutili le suppliche di Elena al marito di raggigare in qualche modo il sistema e questo è il primo pezzo di facciata che inizia a cadere, infatti Elena inizia a capire che l'uomo che ha sposato non è così perfetto come sembra e come le vuole far credere, per cui decide lei stessa di diminuire il suo Q e andare di persona alle Scuoli Gialle, per capire davvero cosa accade al loro interno. Ed è proprio da questo che capisce che la realtà perfetta in cui credeva di vivere, è un'illusione.
E' quindi Elena la narratrice principale del romanzo e quindi la protagonista che inizia di fatto a mettere tutto in discussione, una donna che si potrebbe giudicare male perchè ha fatto finta di nulla sul Q e sul suo funzionamento, almeno fino a quando questo non l'ha toccata da vicino, ma al tempo stesso si ammira per il suo desiderio di riscattarsi e di riportare nel mondo, ma in particolare nella sua famiglia, quella giustizia che è andata persa col tempo.


Come nel precedente romanzo, anche in questo caso l'autrice ci trasporta in un mondo distopico dove le persone di fatto vengono misurate in numeri e in particolare sono i bambini a soffrire molto di più per questo. Infatti non esistono classi in cui ci sono ragazzi che restano indietro, queste vengono create a seconda del Q, ossia un quoziente che viene calcolato tramite dei test e che determina il tipo di preparazione della persona, che determina appunto quale classe i ragazzi potranno frequentare. Esistono le Scuole Argento, quelle più ambite e prestigiose che offrono molteplici possibilità, così come l'occasione di scegliere un college prestigioso una volta concluse, mentre per tutti gli altri ragazzi esiste la Scuola Verde, quella frequentata da studenti che non brillano ma che nemmeno sono poi così male, una sorta di via di mezzo se vogliamo. Quella che tutti temono è invece la Scuola Gialla, uan scuola dove i bambini di fatto vivono poichè vengono allontanati dalle famiglie come se fossero feccia, nemmeno degni di stare con i loro famigliari. In questo caso però non si tratta solo di una scuola, ma di una specie di prigione che non si limita ad insegnare solo le materie, ma anche tante altre cose e soprattutto nel modo in cui credono, facendo passare i bambini non per delle persone, ma per dei numeri che di fatto non contano nulla. Ma così come i ragazzi hanno un Q, anche i genitori lo hanno e in base a questo anche il loro lavoro può migliorare o peggiorare e per una persona con un basso Q può essere l'intera famiglia a pagarne le conseguenze. Un mondo quindi quello che ci descrive l'autrice che può apparire perfetto, ma che ha tante falle e che di fatto esorta ad essere tutti uguali e brillanti, senza considerare che non siamo tutti portati per le stesse materie, non siamo tutti uguali e non siamo tutti perfetti, siamo semplicemente persone che cercano di andare avanti facendo il meglio che possono. Quindi nel romanzo l'autrice parla di fatto di discriminazione, di voglia di perfezione e quindi di allontanare da questa tutto ciò che è imperfetto, come se fosse guasto.


Dopo aver letto Vox e apprezzato la penna di Christina Dalcher non potevo assolutamente farmi sfuggire questo nuovo romanzo, da cui mi aspettavo davvero tanto. La trama è sicuramente la prima cosa che colpisce anche perchè sebbene ci troviamo davanti ad una realtà distopica, non penso sia qualcosa di difficile da immaginare e quindi non lo vedo come un futuro così lontano dal nostro. L'autrice infatti di fatto esclude il fattore umano, rendendo quindi le scuole forse più giuste, dove non esistono favoritismi in base alla simpatia e alle varie conoscenze, a contare sono solo i risultati e sono questi che determinano la nostra vita e quindi il nostro futuro, se può essere brillante e costellato di successi, oppure un percorso quasi rieducativo. Alla base è sicuramente una buona idea questa, sarebbe corretto giudicare gli studenti per la loro performance senza tenere conto di altri fattori, tuttavia sappiamo che quello che ci distingue dai robot sono appunto i sentimenti che proviamo e con essi entrano in gioco tanti altri fattori. Il sistema è alla base corrotto perchè ci sono persone che stabiliscono determinati paragrafi da rispettare e se questa persona ha qualche tipo di avversione rispetto per esempio a determinati bambini o alla loro provenienza, ci troviamo davanti ad un sistema che non è oggettivo, ma che segue gli imput di alcune persone che vogliono rendere non il mondo migliore, ma semplicemente come piace a loro. Di fatto non abbiamo più davanti persone che hanno sentimenti, ma dei numeri che contano e numeri che non contano e così facendo non si rende perfetta una società, la si distrugge. La Dalcher questo lo dimostra molto bene attraverso il punto di vista della protagonista Elena, che seguiamo sia nel presente che nel passato, durante la sua scoperta della verità e di cosa ha contribuito a creare per tutto questo tempo senza davvero rendersene conto. La classe è una lettura devo dire molto potente, specie per quanto riguarda il finale, che ci invita a non dimenticare mai che essere diversi non significa essere sbagliati, ma semplicemente se stessi e questo va sempre bene.


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