domenica 17 luglio 2016

#11 Tappa : Blogtour "Love Vampire: La strega vampiro" di Ilaria Militello

Buongiorno a tutti cari readers , oggi abbiamo il piacere di ospitare sul nostro blog , l'undicesima tappa del blogtour dedicato al nuovo romanzo di Ilaria Militello.
La nostra tappa vi fornirà l'anteprima del quinto capitolo, ma prima di lasciarvela, vi do qualche informazione in più sul romanzo. ♥






Titolo: Love Vampire
Autore: Ilaria Militello
Genere: Fantasy
Pagine: 202
Prezzo: 2,99€ (formato ebook)



Cosa si fa per amore?
Nella vita si hanno sempre delle scelte e alcune sono più difficili da prendere, soprattutto se riguardano la tua eternità.
Ora che tutto è stato svelato a Lùlea non resta che decidere: una vita eterna con Alex come vampiro o salvare tutti dalle manie di grandezza di Lauriee, ma questo significa diventare una strega e non poter stare con Alex.
Nuove verità sconvolgeranno i due protagonisti e la pressione di una scelta importante metteranno a dura prova il loro amore.
Ma quello fra Alex e Lùlea non è un banale amore, ma un legame che dura nel tempo. Loro sono destinati da sempre a ritrovarsi e stare assieme, ma riusciranno questa volta a concedersi la loro eternità?
Cosa sceglierà infine Lùlea, una vita da strega o da vampiro?
Ogni scelta ha un prezzo e per quanto esso sia caro, bisogna sempre scegliere alla fine.



La serie : 





Capitolo Cinque
(Alex)

La presi in braccio e vidi una scia uscire dal suo corpo e poi Aurora si materializzò accanto a me.
«Scusa, non volevo impossessarmi di lei», mi disse timidamente.
«Non scusarti, le hai salvato la vita».
«Dobbiamo portare mia madre da Dorothy», mi disse Justin preoccupato. Annuii e tornammo a casa, anche Lù doveva essere medicata.
Quando entrammo in casa Mel e Dorothy si diedero da fare. Mel iniziò a tamponare la ferita di Katrine e Dorothy si occupò di Lù sdraiata sul divano, in quello stesso momento arrivò Olivia e sapevo che sarebbe scoppiato il putiferio.
«Che cosa diavolo è successo?», sbottò furiosa contro di me.
«Siamo stati attaccati, è stata un’imboscata», risposi pacato.
«Possibile che tutte le volte vi capita qualcosa? Ogni volta Alex!»¸ urlò furiosa.
«Non è colpa mia», dissi irritato.
«E’ di chi è? Non è mai colpa tua ma le capita sempre quando è con te. Dimmi li vai a cercare i guai?».
«Pensavamo che Aurora fosse in pericolo»¸ dissi indicando l’angolo in cui il fantasma si era andato a prendere quando eravamo entrati.
«E da quando tu metti a rischio la vita di mia figlia per un fantasma?», urlò sempre di più Olivia. Serrai le mascelle, aveva ragione. Avevo rischiato che Lù si facesse del male per salvare Aurora.
«Lù voleva salvarla», risposi a denti stretti.
«Ti ripeto, da quando è più importante rischiare la vita di mia figlia per un fantasma?!».
«Sta bene», disse Dorothy per porre fine a quella inutile discussione.
«Che differenza può fare se ora sta bene, tanto la prossima volta lui la caccerà di nuovo in qualche guaio. La prossima volta rischierà di nuovo la vita», disse acida e strinsi i pugni.
«Non lo faccio apposta», dissi rabbioso.
«Ma lo fai! Ogni volta!», ribatté lei.
«Non è colpa di Alex, lo sai Olivia. Lù sarà sempre in pericolo», si intromise Dorothy.
«Certo finché lui le starà accanto sì».
«No, lei è in pericolo perché tu non le hai mai detto la verità».
«Non provarci Alex, non osare buttarmi addosso le tue colpe. Non ho fatto nulla di male, ho protetto mia figlia a differenza tua», mi urlò in faccia.
«Io la proteggo, sempre. Tengo a Lù, smettila di incolparmi per ogni cosa», urlai a mia volta esausto delle sue accuse, mentre Kyle e Alan tentavano di calmarci, ma non servivano a niente le loro parole. Io e Olivia avevamo già le fiamme negli occhi.
«Basta!»¸ urlò Dorothy. «Dovete stare zitti! Lù deve riprendersi, è stata morsa e posseduta. Katrine sta sanguinando ed io mi devo concentrare per farle guarire, quindi silenzio!». Le parole di Dorothy mi placarono, ma Olivia, testarda com’era continuò.
«Posseduta», disse strabuzzando gli occhi.
«Aurora», dissi e lei si voltò di scatto verso il fantasma.
«Come hai osato», le urlò addosso.
«Le ha salvato la vita», dissi in sua difesa e a Olivia non piacque. Aurora raccontò com’erano andate le cose.
«Non m’importa, come hai osato!», le disse alla fine Olivia con rabbia ma Alan intervenne. Posò una mano sulla sua spalla e ringraziò Aurora che sorrise intimidita. Olivia sbuffò e non parlò più.
«Si sta svegliando», disse poi Dorothy. Lù si mosse e mi sedetti accanto a lei.
«Lù», la chiamai dolcemente e lei spalancò gli occhi spaventata.
«Alex, la mamma di Justin», disse preoccupata mettendosi a sedere di scatto. «I vampiri». Queste erano le uniche cose che ricordava.
«Calmati è tutto okay», dissi posandole la mano sulle spalle.
«Alex dobbiamo aiutarla e..». Lù si bloccò di colpo e si guardò attorno spaesata. «Che succede, perché siamo a casa?»¸ mi chiese poi spaesata.
«Ti spiego piccola. Quando siete state attaccate Aurora ha preso possesso del tuo corpo, hai messo fuori gioco due dei vampiri e hai salvato la mamma di Justin. Hai lottato bene», dissi sorridendo. Avevo assistito al suo combattimento e l’avevo trovata formidabile, se pur aveva avuto aiuto da Aurora sapevo che qualcosa di suo c’era, Leila era bravissima a combattere.
«Cosaaaaa? Cioè vuoi dirmi che Aurora è entrata dentro di me?», mi chiese stupita Lù e poi sgranò gli occhi fissando il vuoto. Era chiaro che stava ricordando tutto e il suo cuore prese a battere frenetico, inspiegabilmente poi ebbe un conato di vomito e iniziò a tremare sudando freddo.
«Lù, che succede, che ti prende?», dissi preoccupato senza badare che mi aveva vomitato addosso. L’unica cosa che mi preoccupava era che lei stesse bene.
«E’ scossa dal possedimento. E’ normale», mi disse Dorothy avvicinandosi in tutta fretta mentre stringevo fra le braccia Lù che era scossa.
«Bevi, ti farà bene», le sussurrò Dorothy. Lù senza dire nulla prese fra le che le tremavano mani la tazza. Bevve il liquido e si sdraiò calmandosi, lentamente i suoi occhi iniziarono a chiudersi e guardai Dorothy.
«Le ho dato una tisana calmante. Le farà bene riposare ancora un po’», mi disse capendo ciò che volevo domandarle.
Guardai la mia Lù rilassata e addormentata. Quante volte aveva già rischiato la vita da quando stava con me? Quante ne aveva già viste? Forse Olivia aveva ragione, stare assieme per noi era davvero un pericolo, eppure non potevamo stare lontani. Era un vero casino.
Salii in camera mia, mi tolsi i vestiti imbrattati di vomito, mi feci una doccia e mi cambiai. Avevo poca voglia di tornare giù, Olivia era pronta a ripartire con le discussioni. Vedere sua figlia nello stato di poco fa non le aveva fatto piacere e ora voleva farmi una sfuriata, lo sapevo e scesi con calma, ma non perché avessi paura, perché volevo darmi il tempo di cercare un po’ di autocontrollo.
«Voglio parlare!», mi disse dura e decisa Olivia parandosi davanti a me, al fondo delle scale.
«Lo so», dissi con poca enfasi.
«Vieni fuori». Uscì e la seguì mentre mio fratello e gli altri ci guardavano.
«Hai visto come stai riducendo mia figlia? Sarai la sua condanna», mi attaccò subito lei.
«Senti non ricominciare con la solita storia. Sono stufo!»
«No, io sono stufa! La stai uccidendo, lentamente».
«Ma che cavolo dici, ti rendi conto della cazzata che hai detto», dissi cercando di rimanere il più calmo possibile.
«Ogni giorno ne capita una e a lei. Ti rendi conto che sei un pericolo?! Devi starle lontano!».
«Olivia basta con le solite cose, le solite parole. La colpa non è mia, è solo tua! Tu l’hai tenuta all’oscuro di tutto e non dire che lo hai fatto per proteggerla, non pulirti la coscienza con questa cazzata! Puoi raccontarla a chi vuoi questa favola, ma io non ci credo. L’hai fatto perché avevi paura di perderla!»
«Sì, è vero, paura di perderla, come ce l’ho adesso!», mi urlò a un soffio dalla faccia.
«E’ inutile che mi minacci con i tuoi sguardi, non ho paura di te Olivia. Le tue paure non ti hanno fatto ragionare e lo sai. Dovevi dire a Lù tutto dall’inizio, sei stata egoista, hai pensato solo per te e non anche a lei», dissi urlando e prima che potesse ribattere, continuai, ero deciso a sputare tutto. «Lù aveva il diritto di sapere chi era, tu non dovevi tenerglielo nascosto, se avesse saputo, avrebbe potuto imparare a difendersi. Un nemico per saperlo combattere, devi conoscerlo. Lasciare tua figlia nell’ignoranza non l’ha aiutata Olivia e lo sai bene anche tu. Lauriee prima o poi l’avrebbe uccisa, comunque. Tu hai solo avuto paura. Paura che lei non accettasse le tue scelte, paura che ti odiasse perché non le avevi mai detto la verità su suo padre e ti sei tenuta tutto per te»
«Non avevo scelta», urlò furiosa.
«No, tu avevi una scelta e hai scelto di stare zitta. Quando è ora di parlare non parli, ma quando devi stare al tuo posto ficchi sempre il naso dove non devi».
«Questo non toglie il fatto che tu sei pericoloso per lei. Per lei stare con te è un pericolo», mi disse a denti stretti.
«No, le tue bugie sono un pericolo, le tue paure. Lù è perfettamente al sicuro con me e lo dimostra il fatto che l’ho sempre riportata a casa sana e salva. Se tu avessi parlato quando era il momento, lei si sarebbe preparata a lottare. Sarebbe stata in grado di difendersi. Tu l’hai penalizzata così. Tu sei stata egoista e basta Olivia. Lù rischia ogni giorno sì, ma non per colpa mia, ma solo esclusivamente tua. Lei doveva sapere e dovevi insegnarle come lottare, tu e Alan dovevate farlo, compreso tuo padre. Avete sbagliato quindi è inutile che tu ogni volta usi la scusa della paura, piantala di fare la vittima. Hai sbagliato Olivia, comprendilo e per una volta tanto, abbassati a chiedere scusa». Sputai tutto così, di getto e con rabbia.
Olivia rimase in silenzio, i pugni e i denti stretti. Dentro le ribolliva una rabbia spaventosa ma anche se non lo voleva, sapeva che avevo ragione.
Rimasi per alcuni secondi in silenzio a fissarla e poi rientrai. Alan uscì, andando verso di lei.
«Tutto bene?», le chiese dolcemente lui.
«Voglio fare due passi» disse lei a denti stretti. Alan annuì e assieme si allontanarono.
Mi sedetti accanto alla mia Lù e la fissai. Non ero per nulla pentito di aver detto quelle cose a Olivia, era la verità.
In quel momento Harkov e Victor entrarono in casa accompagnati da Cian. Kyle raccontò loro cos’era successo e Dorothy si avvicinò a me e posandomi una mano sul mio braccio mi disse:
«Credo che sia arrivato il momento di sbloccare i tuoi ricordi». La guardai perplessa.
«Che vuoi dire?».
«Vieni di sopra, nella torre e ti dirò tutto. I tuoi ricordi potranno aiutare Lù». Non volevo sentire altro, mi alzai di scatto e le dissi di farmi strada. Se era per aiutare la mia Lù avrei fatto qualsiasi cosa possibile.
Seguii Dorothy fin sopra nella torre, lei stava già creando un cerchio e disponendo candele secondo una logica, logica che non conoscevo affatto, ma mi fidavo di Dorothy.
«Che vuoi fare di preciso?»¸ chiesi.
«Devo solo spezzare l’incantesimo che ti ho fatto quando ho salvato la tua anima, poi lo farò con Lù».
«Incantesimo? Di quale incantesimo parli scusa?», chiesi perplesso.
«Quando ho salvato le vostre anime, ho anche fatto un incantesimo, non avreste ricordato ciò che eravate o tutto quello che avevate fatto assieme, neanche una volta saputa la verità».
«Perché lo hai fatto?». Dorothy finì di sistemare gli oggetti e mi guardò.
«Perché se tu non fossi riuscito ad arrivare a lei, avrebbe vissuto una vita..». Dorothy si fermò e sembrò pensare a come finire la frase. «Credevo che lei avrebbe avuto una vita normale. Anche Olivia lo credeva».
«Non la penserai come lei?»¸chiesi sbigottito.
«No, certo che no! So perfettamente che tenerla all’oscuro di tutto non è stata una mossa furba. Lei non avrebbe mai avuto una vita normale, ma se tu non fossi arrivato a lei mi domando come sarebbero andate le cose. Se entrambi non vi ricordavate nulla, di certo non soffrivate per un amore perso secoli fa».
«Quindi ci hai fatto l’incantesimo per proteggerci»
«Anche».
«Che significa “anche”?», chiesi.
«Dovevate scoprire ogni cosa con calma, bè ci speravo, non potevo immaginare che Lù, cioè Leila rinascesse in Lù e che Olivia rimanesse in silenzio. Lei doveva, poco alla volta, sapere ogni cosa. Sarebbe stato più semplice per lei», disse sospirando alla fine.
«Quel che è stato è stato. Olivia ha sbagliato ma adesso rimediamo noi. Ridammi i miei ricordi e poi lo farai con Lù. Dopo sarà tutto più semplice».
«Attento Alex, riavere i tuoi ricordi non ti renderà le cose facili e non avrai solo quelli belli ma anche quelli brutti. Tu non sei più Sandres e lei non è più Leila, il mondo è cambiato da come lo ricordavate e lo sai».
«Certo che lo so Dorothy. Pensi che non sappia che saranno solo ricordi? Non mi risveglio da un lungo sogno, mi riprendo solo i miei ricordi, tutto qui».
«Va bene. Mettiti al centro del cerchio e non temere per quello che avvertirai o sentirai, so quel che faccio».
Annuii. «Mi fido», dissi sicuro di me e feci come aveva detto. Dorothy si mise davanti a me, fuori dal cerchio, con le gambe divaricate e i palmi rivolti al cielo.
«Spiriti potenti io v’invoco! Venite a me e aiutatemi! Che l’incantesimo da me creato, venga spezzato e i ricordi ritornino! Cuimhní cinn anuas, cuimhní cinn ar an am ar ais go dtí an aigne». All’inizio non avvertii nulla e mi chiesi se l’incatensimo di Dorothy era riuscito o meno, poi una forza mi salì dai piedi e mi avvolse, era come se dal pavimento arrivasse un getto di aria. Un colpo alla testa mi prese alla sprovvista e poi un fischio assordante mi costrinse ad attapparmi le orecchie, ma il fischio non arrivava da fuori ma da dentro la mia testa. In un attimo tutto svanì e ritornò alla normalità.
«Ci sei riuscità?», chiesi guardando Dorothy.
«Hai dei dubbi?!», mi disse ironica e sorrise. «Prova a ricordarti di Leila, qualche episodio».
Non sapevo nemmeno da cosa cominciare, ma non ebbi il tempo di concentrarmi Perchè una miriade di ricordi iniziarono ad affolarmi la testa, come se fossero uno stormo di uccelli. Momenti belli e momenti brutti. Mi ricordavo la prima volta che vidi Leila, quando mi aveva trasformato, ogni cosa. Ora erano tutti lì, assieme ai ricordi con Lù. Pensare che di sotto c’era la mia Lù addormentata mi fece abbandonare per un istante quei ricordi. Avrei avuto tempo di rivederli, magari con lei.
«Devo scendere, voglio vedere come sta», dissi a Dorothy, lei capì e spazzo via un lato del cerchio e potei finalmente uscire, la ringraziai e scesi, la mia Lù dormiva ancora e la guardai. Non avrebbe tardato a svegliarsi.





Ecco qui il calendario del blogtour. ☻





Cosa ne pensate?
Vi è piaciuto questo quinto capitolo? ♥
Non perdetevi la prossima tappa del blogtour La tana dei libri sconosciuti .



Nicole. ♥

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