sabato 4 maggio 2019

#Un libro per due: "Una famiglia quasi normale" di Mattias Edvardsson


Buon pomeriggio bookspediani.
Io e Sandy siamo pronte a parlarvi della nostra ultima lettura per due, ossia "Una famiglia quasi normale" di Mattias Edvardsson arrivato in libreria grazie a Rizzoli.



Titolo: Una famiglia quasi normale
Autore: Mattias Edvardsson 
Editore: Rizzoli
Genere: Thriller
Data di uscita: 19 Aprile 2019


"Ho pensato ad Amina, la mia più cara amica. Durante tutti gli anni della nostra amicizia non ci era mai capitato di essere interessate allo stesso ragazzo. Però avevamo previsto che potesse succedere e ci eravamo promesse che nessuno ci avrebbe mai diviso. Ma stavolta era diverso, inaspettatamente strano. Era stata lei a vederlo per prima. Forse avrei dovuto farmi da parte, ma non ne ero capace. Non sapevo che le nostre vite sarebbero cambiate per sempre." 

Eccola Stella Sandell, diciannove anni, disamorata di Lund e della Svezia, impegnata a progettare un lungo viaggio in Asia, abituata per noia a sedurre, capace di sarcasmo immediato verso un modello di carriera e di vita borghese che suo padre, pastore della Chiesa di Svezia, e sua madre, esperto avvocato, sognerebbero per lei. Poi una sera nel solito locale, con davanti la solita pinta di birra, un uomo entra dalla porta d'ingresso. La prima a vederlo è Amina. Ma non si pensi a una storia di gelosia e manipolazione; a un thriller, piuttosto, che incide la nostra sensibilità. Un thriller senza effetti speciali, forte di un'assonanza - per la situazione che descrive - a Pastorale americana di Philip Roth, anche questo con una famiglia al suo centro: un padre, una madre, la loro figlia Stella, avvinghiati in una storia gialla imprevedibile e conturbante. Strato dopo strato i personaggi del libro vengono impregnati di un'inquietudine aliena: un padre la cui vocazione religiosa manca di un mattone, una madre che orienta la realtà con geniale disinvoltura, un uomo d'affari imperscrutabile, la sua ex amante bruciata da un'ossessione, e poi Stella e Amina, inseparabili, rivelazioni di questo romanzo e di quello che la vita ci può riservare, a volte, nella sua brutalità.

IL MIO VOTO


A prima vista è impossibile sospettare quello che succede dentro le mura di una casa. Una famiglia come tante può apparire normale, certamente con qualche problema ma piena di affetto e amore e con queste presenti, si può sopportare ogni ostacolo che si inserisce in mezzo alla strada. Adam Sandell non ha mai ritenuto la sua famiglia perfetta, ma certamente al pari di tutte le altre e quindi normale: la figlia Stella, per la quale stravede, non è mai stata un modello ideale, ma è tipico dei ragazzi di diciannove anni ribellarsi all'autorità genitoriale e quindi andare a cacciarsi nei guai. Certamente Adam non avrebbe mai immaginato che la figlia venisse accusata di omicidio.
Adam, che è un pastore e quindi un uomo di fede, che crede che ogni cosa capiti per uno scopo preciso, non può credere che sua figlia sia colpevole di questo atto così violento. E mentre lui fa tutto quello che è in suo potere per scagionarla, persino mentire e andare contro tutto quello in cui crede, sua moglie Ulrika si allontana sempre di più, buttandosi nel lavoro e cercando di andare avanti, come se fosse già rassegnata al verdetto di colpevolezza.
E' chiaro che gli Sandell, ora come ora, non sono certo una famiglia normale. Anzi, ogni singolo componente nasconde qualcosa e sembra giunta l'ora di svelare ogni segreto.



Mattias Edvardsson con questo romanzo ci presenta una famiglia che potrebbe benissimo corrispondere alla nostra, oppure a quella di un nostro vicino di casa, poichè dipinge il ritratto di tre persone che si amano e si proteggono, tuttavia che non sono del tutto sincere le une con le altre.
Nonostante la trama e la storia stessa si focalizzi principalmente su Stella e sull'omicidio di cui è accusata, la narrazione è affidata a tutti e tre i membri della famiglia: prima la parola l'ha Adam, poi passa a Stella e conclude l'arringa finale Ulrika. In questo modo riusciamo ad avere una visione più ampia e più approfondita di questi tre personaggi e di quello che sono spinti a fare in circostanze estreme. Adam per esempio, che è un pastore e che ha sempre seguito determinate regole, si ritrova costretto a mentire e a passare parecchi limiti pur di proteggere in qualche modo quella figlia che sa non essere perfetta, ma è pur sempre la sua bambina e merita di essere salvata. Stella invece, la quale fin da piccola ha iniziato a ribellarsi alle regole dei genitori, quasi a sfidarli, per una volta si è trovata in una situazione più grande di lei e ora è completamente sola, rinchiusa in una stanza dove non può fare altro che aspettare il suo verdetto. Mentre invece Ulrika è il personaggio a mio avviso più difficile da comprendere, quella persona che si distacca completamente dalla situazione in cui si trova e si butta a capofitto sul suo lavoro di avvocato, meditando addirittura di trasferirsi per seguire meglio il caso e per lasciarsi tutto quello che sta accadendo alle spalle.


In questo romanzo entrano in gioco diversi fattori che contribuiscono a renderlo estremamente interessante: in primis viene analizzato il rapporto famigliare e la difficoltà di questo. Vista da fuori infatti non si può mai sapere quanto è grave una situazione, Adam e Ulrika sanno di non aver messo al mondo una figlia perfetta, sanno anche di non essere sempre all'altezza come genitori, eppure nonostante debbano essere una squadra, spesso sono in disaccordo su come comportarsi con lei. Emerge fin da subito che Adam e Stella hanno un rapporto molto più stretto, del resto Stella viene vista dal padre come ancora una bambina da proteggere e per questo non smette mai di preoccuparsi per lei, non esita a sgridarla e punirla se pensa che possa farle imparare una lezione, tuttavia su tanti altri aspetti ha fallito e questo lo fa sentire in colpa, per tal motivo spesso le consente anche più del dovuto. Stella non è mai stata una bambina semplice, il suo carattere dominante l'ha messa nei guai fin da piccola, ma fortunatamente per la strada ha trovato una migliore amica che l'ha resa migliore: Amina. La stessa amica che vede la madre di Stella come sua madre, una persona a cui rivolgersi per un consiglio che sia effettivamente in grado di capirla, anzichè giudicarla, come invece farebbe la sua poichè la crede perfetta.
Proprio questo rapporto allontana Stella da sua madre, poichè non riesce mai ad essere all'altezza per lei, quando invece basta vedere Amina per vedere la perfezione.


In questo sfondo familiare è chiaro che nessuno dei componenti brilla di sincerità e che quindi loro stessi sono imperfetti. Adam e Stella sono personaggi che nella loro diversità mi sono piaciuti, li ho trovati credibili e ben costruiti, in particolare Adam che in una situazione difficile ha preferito mettere prima del suo lavoro e della sua fede la sua stessa famiglia. Al contrario non mi è piaciuta Ulrika e non ho compreso tantissime sue scelte, è un personaggio che non mi aveva convinto già dal principio ma durante il suo turno di narrare la storia ho capito essere la persona più marcia al suo interno.  Viene inoltre analizzato il particolare rapporto che hanno Stella e Amina, due ragazze amiche fin da piccole e perfette l'una per l'altra, ma comunque in grado di non essere sempre sincere e non sempre essere disposte a sacrificarsi per il bene dell'altra.
Non è solo segreto la parola d'ordine di questo romanzo, ma è anche la definizione stessa di vittima. Stella in particolare viene subito arrestata, anche se ci sono solo pochi elementi che puntano alla sua colpevolezza, e privata di tutti i suoi privilegi: non può tornare a casa nè vedere i suoi genitori fino a che è in stato di fermo, uno stato che non fa che prolungarsi sempre di più, minando la sua tempra. E ancora una volta non possiamo che affermare che il confine tra vittima e carnefice è molto sottile, che prima di dare un giudizio bisogna avere tutti i fatti in mano e solo allora emettere la sentenza finale.


Mattias Edvardsson, con uno stile diretto e scorrevole e aiutato da capitoli di forte impatto e sempre molto brevi, ci accompagna in questa storia che conta più di cinquecento pagine, ma che è facile finire in poco tempo perchè non si vuole solo risolvere un omicidio e trovare il suo colpevole, ma si vuole conoscere più da vicino la famiglia Sandell e si vuole comprendere tutto ciò che nascondono. L'autore infatti non si concentra solo sul presente, ma attraverso la narrazione di tutti e tre i personaggi principali ci fornisce qualche dettaglio in più su di loro, da come Adam e Ulrika hanno formato la loro famiglia, alle scelte che hanno fatto durante il loro percorso come marito e moglie e poi come genitori, che ha avuto un determinato impatto non solo su di loro ma anche su Stella e su come è cresciuta.
Una famiglia quasi normale è una famiglia come tante altre, non perfetta ma meravigliosa nella sua imperfezione, fino a quando non succede qualcosa che scuote pesantemente le fondamenta della propria casa e non fa che mettere in dubbio tutte le certezze che si pensavano di avere.
L'autore ha dato vita ad una storia di forte impatto che durante la narrazione porta il lettore a dubitare di ogni cosa, anche della verità stessa, perchè mai nulla è come appare e Mattias Edvardsson in questo romanzo lo dimostra.


si ringrazia la casa editrice 
per la copia omaggio
e Sandy Mercado per la grafica






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