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lunedì 15 luglio 2019

#Blogtour: "Il mio nome era Anastasia" di Ariel Lawhon - Cinque motivi per legger il romanzo

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Buon salve bookspediani!
Oggi tocca a me aprire il blogtour riguardante un libro che mi ha stupito e che mi ha intrigato come pochi, perchè parla di uno dei miei personaggi storici preferiti, ossia Anastasia Romanov. Eccomi dunque qui a presentarvi il libro e a darvi cinque motivi per leggere "Il mio nome era Anastasia" di Ariel Lawhon.



IL ROMANZO

Titolo: Il mio nome era Anastasia
Autore: Ariel Lawhon
Genere: Romanzo Storico
Editore: Piemme
Data di uscita: Giugno 2019

TRAMA:

«Molti hanno raccontato la mia storia. Adesso è il mio turno.» Era il 16 luglio del 1918 quando i tumulti che scuotono la Russia dopo la Rivoluzione d'Ottobre prendono forma in uno degli atti più violenti che la storia dell'impero ricordi: l'esecuzione a sangue freddo dell'intera famiglia dello zar Nicola II Romanov. Sua moglie e i suoi figli furono tutti freddati a colpi di fucile nei sotterranei della casa di Ekaterinburg dove erano agli arresti domiciliari. Nessuno sopravvisse, o almeno così si pensò.
È il 17 febbraio del 1920 quando una giovane donna viene ritrovata a Berlino, in un canale, vicina alla morte per assideramento. In ospedale, ormai salva, i medici scoprono che il suo corpo è ricoperto di orrende cicatrici. E quando finalmente la donna apre bocca, sarà per dire il proprio nome: Anastasia. In molti non le credono: per loro è solo Anna Anderson, una polacca emigrata in Germania, a cui interessa soltanto la fortuna della famiglia zarista. Ma in Europa comincia a diffondersi, tra reali in esilio e circoli dell'alta società, la voce che la giovane Anastasia sia sopravvissuta. Che la figlia più piccola dello zar Nicola II e della zarina Alessandra, la spericolata bambina che tutti amavano, sia ancora viva.
Tra speculazione, verità, inganni, Ariel Lawhon costruisce un romanzo ricco, sorprendente e prezioso come un uovo Fabergé, raccontandoci la storia incredibile di Anastasia Romanova e di Anna Anderson, la donna che sostenne sempre di essere la granduchessa russa, giocando in modo irresistibile con la Storia e i suoi misteri.





INTRODUZIONE ALLA STORIA

La storia di Anastasia mi ha sempre affascinato in modo particolare, non solo perchè dalla sua leggenda è nato uno dei cartoni più belli, che ancora oggi amo vedere, ma per via delle incertezze che si nascondono dietro la figura di Anastasia. La morte dello zar Nicola e di tutta la sua famiglia è qualcosa che studiamo nei libri di storia, ma raramente vediamo elementi del passato collegati al nostro presente, qualcosa che invece è successo con Anastasia, che non è diventata solo un personaggio storico, ma una leggenda, perchè per anni si è parlato della possibilità della sua possibile fuga e quindi della possibilità che non tutti i Romanov fossero stati uccisi quel giorno tremendo.
Ariel Lawhon con questo romanzo esplora proprio questa possibilità, il dubbio che per anni ha diviso il mondo, capire se effettivamente esiste ancora Anastasia Romanov o è solo una leggenda, ormai, un personaggio storico che verrà ricordato per sempre come una ragazza con una storia avvolta nel mistero.



CINQUE MOTIVI PER 
LEGGERE IL ROMANZO

Il tema. Il primo motivo di cui vi parlo è sciuramente scontato, ossia il fatto che la storia riguarda Anastasia Romanov. Ci sono tantissime persone che non amano questo personaggio, tante altre invece che sono tremendamente interessante alla sua storia e io sono tra questo filone, per cui avere un romanzo dedicato interamente a lei, a quello che le è accaduto e soprattutto essere parte in prima persona del mistero che avvolge la sua morte, o non morte, visto che l'autrice va ad esplorare la possibilità che si sia salvata e che ora sia semplicemente Anna, è qualcosa che mi attira come una calamita e di conseguenza non posso che consigliarlo a chi è interessato davvero alla storia dei Romanov, ma anche a chi è appassionato della storia in generale, perchè è un romanzo davvero ben articolato.


Lo studio della storia. Mi sono ritrovata molto nella citazione di Rudyard Kipling ossia "Se la storia fosse insegnata sotto forma di storie, non verrebbe dimenticata". Non nascondo infatti che sono molto più intrigata dalla storia e dai personaggi che l'hanno caratterizzata in questo ultimo periodo perchè appunto romanzate, non ci sono semplicemente delle date e degli avvenimenti riportarti in questi romanzi, ma sono vere e proprie storie con personaggi che vengono resi più umani per essere più vicino al lettore e questo a mio avviso entusiasma in modo particolare il pubblico, che non si ritrova a leggere solo fatti storici, ma ha un contesto, dei personaggi e sono loro a influenzare la storia in base alle loro azioni. Certo non è fedele al cento per cento, è necessario per un romanzo, ma è sicuramente una storia che resta più in mente ed è questo che fa "Il mio nome era Anastasia"


Il personaggio di Anna. Anna è la nuova identità di Anastasia, un nome utilizzato per non attirare attenzione, anche se in netto contrasto con l'idea della donna di farsi riconoscere come l'ultima Romanov. Il suo personaggio è stato creato in modo tale da essere ambiguo, come qualsiasi altro personaggio: vogliamo a tutti i costi credere che sia Anastasia e tutte le azioni che compie, le parole che escono dalla sua bocca, sembrano indicare che sia un buona fede, ma del resto si dice anche che fidarsi è bene e non fidarsi è meglio, per cui la verità non appare sempre così chiara e netta come può sembrare e l'autrice in questo senso è stata molto brava a creare questo senso di ambiguità, cucito perfettamente sulla protagonista della storia.


Ariel Lawhon. L'autrice del romanzo riesce a raccontare la storia di Anastasia iniziando ovviamente dal principio, fino ad arrivare a coprire un grandissimo periodo storico, e inevitabilmente dando vita quindi ad un romanzo corposo, che tuttavia non pesa sul lettore perchè non si limita a snocciolare date e avvenimenti storici, ma li contestualizza e in alcuni punti li piega al suo bisogno, non perdendo però mai di vista l'obiettivo principale e quindi parlare di Anastasia e di come è diventata Anna, una ragazza che vuole solo essere lasciata in pace e vivere la sua vita, avendo quello che le spetta, senza troppe interferenze.
Le più di quattrocento pagine della storia scorrono rapidamente perchè il lettore si ritrova rapito dallo stile dell'autrice e dall'evolversi della trama, che non nota che il tempo passa e finisce per ritrovarsi in un attimo alla fine.


Il mio nome era Anastasia. E' un romanzo che a mio avviso può piacere sia agli appassionati di storia, sia a chi non si è mai approcciato a questo genere, perchè l'autrice è davvero brava a portare nero su bianco una storia che sa intrattenere il lettore, portando a dubitare dei suoi stessi pensieri, non riducendosi solo a raccontare eventi storici, ma a creare un qualcosa di unico e allo stesso tempo di realistico per il lettore. Non finirò mai di dirvi quanto mi è piaciuto questo romanzo, e detto da me significa davvero tanto, per cui è chiaro che è qualcosa che non si può non leggere!



Ecco a voi le altre tappe:
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