lunedì 22 luglio 2019

Recensione "Balla per me" di Kylie Brant

Buona sera bookspediani.
Eccomi qui con voi, pronta per parlarvi di un nuovo thriller, e questa volta tocca a "Balla per me" di Kylie Brant edito da SEM.

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TitoloBalla per me
AutoreKylie Brant
Editore: SEM
Genere: Thriller
Data di uscita: 18 Giugno 2019



Anni fa un’anonima cittadina nel cuore dell’Ohio era finita al centro dell’attenzione quando la giovane Kelsey Willard era scomparsa nel nulla, lasciando alle sue spalle una famiglia distrutta, confinata nel proprio dolore: una sofferenza destinata a rimanere senza risposte. Da allora il padre, David, ha cercato senza riuscirci di tenere a bada i suoi sensi di colpa. La madre, Claire, è diventata dipendente da alcol e farmaci per passare attraverso l’esistenza quotidiana. La sorella, Janie, che già soffriva di mutismo selettivo a causa di un disturbo d’ansia, prova a vivere la sua vita il più normalmente possibile. Eppure da quel giorno le domande li perseguitano.
Sette anni dopo, in situazioni analoghe, nella stessa zona, si perdono le tracce di Whitney DeVries, un’altra adolescente. Per i Willard si riaprono le porte del passato. Il detective Mark Foster infatti è convinto che i parallelismi tra i due rapimenti siano la chiave che conduce a un pericoloso serial killer.
I segreti che l’investigatore porterà alla luce si riveleranno ben più terrificanti di quanto chiunque possa aspettarsi, ma il solo modo per salvare la vita della ragazza scomparsa adesso è risolvere i misteri del caso precedente. Che sia ancora viva o morta da tempo, Kelsey Willard è l’unica via da seguire per non perdere la speranza.
La storia, raccontata attraverso il punto di vista alternato di cinque personaggi, ha un ritmo vertiginoso e conduce il lettore verso la soluzione del cold case e di quello più recente, altrettanto inspiegabile.


IL MIO VOTO

Balla per me è il primo romanzo di Kylie Brant che viene tradotto in Italia e che quindi ci dà occasione di conoscere questa autrice di grande talento. La vicenda ruota attorno ad un fatto di cronaca come tanti, la scomparsa di una ragazza di cui non si hanno più le tracce, così come non si hanno risultati concreti sull’indagine che viene svolta a riguardo, facendolo diventare un cold case visto che sette anni dopo ancora non si ha per le mani ne un corpo ne tantomeno un colpevole. Ma qualcosa accade, perché un’altra ragazza a pochi chilometri di distanza scompare nel nulla e l’incaricato del caso capisce che deve scavare nel passato per avere le risposte che cerca. La particolarità di questo thriller emerge fin dalle prime pagine per le voci narranti scelte per raccontarci questa storia. Esse infatti appartengono a Whitney, la ragazza scomparsa, a Mark Foster, il detective e non alla famiglia di Whitney, come si potrebbe pensare, ma alla famiglia di Kelsey, ossia suo padre David, sua sorella Janie e sua madre Claire.


La famiglia Willard è una completamente distrutta, cambiata per sempre da quando  Kelsey è scomparsa: Janie, la sorellina più piccola, colei che ha sempre avuto protezione da Kelsey per via del suo mutismo selettivo, si è completamente chiusa nel suo mondo, un mondo in cui è tornata da poco a scuola e in cui subisce costante bullismo da parte dei compagni. Claire è una donna vuota, che non riesce più a vivere sapendo che fine ha fatto sua figlia e non può che incolparsi per quello che è successo, sperando tuttavia che sia da qualche parte, salva. Per questo si rifugia nell’alcol e non riesce più a passare del tempo con suo marito, il quale sembra  lontano mille miglia. David, a differenza del resto della famiglia, sembra l’unico a condurre una vita apparentemente normale, continuando a lavorare ma allo stesso tempo sentendosi in colpa perché non ha saputo proteggere sua figlia.
Questa è la prova che un grande dolore può unire una famiglia oppure distruggerlo per sempre e non avendo mai avuto risposte, non avendo mai trovato un corpo, è normale sperare in un risvolto positivo, anche se non si può controllare il destino come si vorrebbe.


Le parti dedicate a Whitney sono certamente quelle più forti, perché ci descrive quello che sta passando e quindi sentiamo forte e chiaro il suo dolore, la sua paura e il suo timore di non farcela, di non essere trovata in tempo. Mi sono sentita tremendamente coinvolta nella sua vicenda, condividevo con lei la paura e il disagio della situazione.
Mark Foster invece è senza dubbio il personaggio più attivo della storia, colui che ha veramente voglia di risolvere il caso, colui che capisce che per risolvere un mistero del presente deve scavare nel passato, studiando attentamente il caso di Kelsey perché sebbene la sua morte venga attribuita ad un famoso killer, c’è comunque qualcosa che non torna.Questi cinque personaggi quindi si intrecciano, creando una storia che non solo parla di più casi da risolvere, ma anche di attualità come il bullismo, le conseguenze che ha per una famiglia perdere una figlia e ovviamente la lotta per trovare la verità, qualcuno essa sia, perché per quanto si voglia trovare i propri figli, si hanno sempre dei segreti che si vogliono custodire a tutti i costi, segreti che finiscono per pagarsi cari.


Kylie Brant ha uno stile molto diretto e fluido, una penna che non risparmia niente a nessuno e che sa affrontare tematiche con il giusto riguardo e con la giusta importanza, senza mai risultare pesante al lettore, ma allo stesso tempo non trattenendosi dal raccontare una storia che purtroppo è crudele, che può avere oppure no un lieto fine, perchè si parla di vita reale e non sempre la conclusione è quella che ci aspettiamo. Balla per me è quindi una storia che scava nelle profondità dell'animo umano, fa emergere la malvagità di una persona ma anche le sue debolezze, quelle stesse debolezze che in qualche modo hanno un effetto domino sulla propria vita. Sebbene quindi la parte psicologia mi sia piaciuta da morire, così come l'utilizzo di un cold case per raccontare una storia che avviene nel presente, ci sono stati alcuni elementi che avrei preferito venissero trattati in modo diverso: sarebbe stato interessante per esempio avere un punto di vista anche dei genitori di Whitney, la ragazza scomparsa ora, in modo da avere un contrasto con i Willard. Allo stesso tempo la risoluzione del caso mi ha totalmente spiazzata e per questo non mi ha convinto appieno. Oltre a questi dettagli, non posso certo negare che Balla per me non mi sia piaciuto, anzi, è una lettura perfetta per gli amanti del thriller e fa conoscere ai lettori un'autrice certamente da non farsi sfuggire, di cui non vedo l'ora di leggere altro.






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