Daniel Pennac ha dieci anni, è in vacanza sul massiccio del Vercors con i genitori e l’amico Louis. Sopra il lettino di Daniel troneggia un poster con il disegno di un sogno di Fellini, un regalo del regista quando la madre lavorava a Cinecittà. Forse influenzato da un’intuizione che aveva condiviso poco prima con l’amico, il piccolo Daniel quella notte sogna che la luce è un liquido e che sgorga dalle fonti, e inonda prima l’abitazione e il salotto dove troneggia una statua di san Sebastiano, e poi dilaga per le strade, sommergendo tutta la cittadina, chiesa compresa. Molti anni dopo, ormai due uomini maturi, i due amici si ritrovano nella stessa stanza da letto e Louis propone a Daniel di fare un’escursione e andare a fare il bagno lì vicino, come facevano da bambini. Dopo essersi immerso nell’acqua gelida del lago, sotto il pelo dell’acqua, Daniel riscopre lo stesso paese sommerso del sogno d’infanzia, con la stessa chiesa, la casa con la statua di san Sebastiano, e le due strade dai nomi evocativi, rue du Repos e rue de la Paix. Cosa può aver provocato quel sogno premonitore infantile? Deve essere stata l’influenza di Fellini: allora Daniel decide di mettere in scena al Piccolo di Milano uno spettacolo sui sogni, un omaggio a Fellini, una festa che riunisca tutta la sua famiglia allargata e la popolazione di Milano, in un grande carnevale felliniano che culmina all’Arco di trionfo del Sempione. Ma forse anche questo era un sogno. Infatti, la madre di Daniel amava molto i film di Fellini, ma non ha mai lavorato a Cinecittà. E la città sommersa? E san Sebastiano? In perfetto equilibrio fra sogno e realtà, il libro è un tributo all’amato Fellini e all’amarcord personale dell’autore e della sua tribù immaginaria e reale. È un libro che desta meraviglia e offre un’occasione per riflettere sull’origine del sogno e sui misteriosi funzionamenti e nessi che la mente stabilisce.
IL MIO VOTO
Il tutto ha inizio con due ragazzini che si trovano in vacanza a Vercors, uno è Louis e l'altro non può che essere Daniel Pennac, proprio il nostro autore che diventa anche personaggio principale di questa storia. I due ragazzi insieme non fanno che vivere avventure su avventure e quindi non possono che essere loro a predominare su questa storia sia da piccoli, ma anche da grandi, quando Daniel è ormai un autore affermato e ha accanto a sè il grande amico di sempre, Louis. E' difficile tuttavia capire se questi personaggi sono veri oppure no, così come la loro versione da grandi e la conseguente famiglia che entrambi si sono creati, c'è sempre questa grande ombra di incertezza che incombe su di loro e che non si riesce a scacciare via, pagina dopo pagina. Eppure un personaggio essenziale, sebbene non sia propriamente fatto di carne e ossa, è anche il sogno, quell'elemento ricorrente che accompagna questa storia dall'inizio alla fine e che prende quasi vita, prende forma di oggetti e di luci e ci abbaglia con la sua potenza e il suo incantesimo meraviglioso, portandoci in luoghi da cui non si vorrebbe più uscire.
E indirettamente non può che essere anche lo stesso Federico Fellini un personaggio chiave non solo per le sue grandi abilità di regista e per la sua fama, per una persona da prendere come esempio per la sua straordinaria fantasia e il suo modo di appuntarsi sempre i sogni, dunque non è solo una presenza nella storia ma un personaggio da prendere come esempio.
A prima vista, leggendo la trama e guardando la copertina, non ci si può che aspettare un romanzo per ragazzi, una storia che ha a che fare con i sogni certamente, ma quella che prende vita davanti ai nostri occhi è una lettura ben diversa che va oltre ogni previsione. Daniel Pennac gioca con il suo lettore, creando una trama che si confonde tra il reale e il sogno, quasi come se si fosse in un piano onirico e si seguissero i sogni di un'altra persona, salvo poi capire che è la sua vita, ma non del tutto. Questa sfumatura di incertezza ci accompagna per tutto il romanzo, facendoci mettere in discussione tutto quanto, dalla prima all'ultima pagina. Ma non è solo l'elemento del sogno a giocare una parte importante in questa storia reale quanto surreale, è anche Federico Fellini, il celebre regista per cui Pennac ha una vera passione, che sembra governare la mente del piccolo Daniel inizialmente perchè legato a sua madre, ma poi di fatto perchè è semplicemente lui che vuole inserirlo in questa storia per omaggiarlo in qualche modo. Sebbene sia composta da poche pagine, questa lettura subisce un forte balzo temporale perchè dalle prime pagine che troviamo Daniel e il suo amico Louis da bambini, improvvisamente li rincontriamo da adulti e non ci è dato sapere se tutto ciò che è accaduto possiamo darlo per vero oppure no, per cui Pennac non può che dimostrare ancora una volta la sua bravura, riuscendo ad affrontare un libro che intreccia sogno e realtà, che pullula di immagini vivide e di sogni ad occhi aperti, che si basa sull'amicizia e sulla fantasia, ma anche su Federico Fellini e la sua stessa passione per i sogni.
La legge del sognatore è un romanzo che riesce a sbizzarrire il lettore perchè si sviluppa in un modo completamente diverso e unico da quello che un lettore potrebbe pensare. E' una storia che si sviluppa nell'arco di più anni e riesce a restare in una dimensione completamente diversa, un punto imprecisato tra il sonno e la veglia. Daniel Pennac è un autore che sa come stupire e sa come essere originale e lo dimostra in questa trama semplice ma allo stesso tempo complessa, utilizzando descrizioni vivide che investono il lettore e che lo catapultano nel romanzo stesso, come se ciò che sta leggendo fosse davvero il suo, di sogno. Allo stesso tempo, proprio perchè ci si aspetta una storia diversa e spesso l'autore è ambiguo, si può rimanere talmente spiazzati da perdersi per alcuni momenti e da non capire davvero il reale scopo di Pennac, cosa che a me è accaduta al principio e che mi ha leggermente destabilizzato, facendomi domandare spesso cosa stessi effettivamente leggendo. E' chiaro però il messaggio dell'autore: nei sogni si può fare qualsiasi cosa ed essere chiunque, perchè è il sognatore stesso a decidere come servirvi del suo sogno, lo si può controllare a proprio piacimento, rendendolo quindi un rifugio confortevole da cui non si vuole più andare via e tornare quindi alla realtà. Anche questo si può attribuire a Fellini, il quale era così attaccato ai suoi sogni, da trascriverli in qualsiasi occasione. Dunque se state cercando un viaggio al limite tra il sonno e la veglia, tra realtà e immaginazione, questa storia fa per voi.
si ringrazia la casa editrice
per la copia omaggio
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