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domenica 14 marzo 2021

Recensione "L'uomo che giocava con le bambole" di Magnus Jonsson

 Bookspediani in questa domenica vi parlo di "L'uomo che giocava con le bambole" di Magnus Jonsson!



Titolo: L'uomo che giocava con le bambole
Autore: Magnus Jonsson
Editore: Piemme
Genere: Thriller
Data di uscita: 2 Febbraio 2021
 

Linn Stahl, esperta di crittografia informatica, è ancora una studentessa quando i detective Stenlander e Svensson chiedono il suo aiuto per indagare su un macabro omicidio. Una giovane donna è stata trovata morta in un appartamento; sul corpo, una patina di lacca che le dà l'aspetto di una bambola di porcellana. In passato, Linn è stata un'attivista dell'AFA, un'organizzazione antifascista inserita nella lista nera delle forze dell'ordine svedesi, e ha una condanna per crimini contro la sicurezza nazionale. È quindi molto scettica quando inizia a lavorare con la polizia. Tuttavia, si rende conto che nel caso potrebbero essere coinvolti i suoi nemici di sempre, ossia il movimento di estrema destra, e capisce che è un'occasione unica per iniziare un'indagine privata con l'aiuto dell'AFA. Ciò che Linn non ha previsto è che il suo coinvolgimento la rende un bersaglio dei nazisti. Mentre altre donne vengono ritrovate prive di vita, Linn dovrà guardarsi le spalle se non vorrà finire lei stessa in quella lugubre collezione di bambole.

IL MIO VOTO


Erik e Rickard, insieme a Linn, sono i tre personaggi principali di questa storia, i primi due sono poliziotti e quindi pronti a risolvere nuovi casi, non appena si presentano, mentre invece Linn non ha nulla a che fare con il loro mondo, anzi ha avuto in passato problemi con la giustizia e quindi ora non può che stare alla larga dai guai, o almeno ci prova. Tra i due Rickard è sicuramente il poliziotto con più esperienza, così come quello che cerca di restare calmo e di fare tutto quello che occorre fare passando per i dovuti canali. Erik invece già dall'aspetto non lo si definirebbe un poliziotto, non certamente per il colore della sua carnagione, quanto per il fatto che ama vestirsi in modo ben lontano dall'essere tirato a lucido, e questo può ingannare, ma certamente il suo modo di fare, così come la sua voglia di arrivare alla verità non mettono in dubbio la sua voglia di trovare i colpevoli. Ovviamente io ho amato Erik e il suo essere diverso rispetto all'immagine che si può avere di un poliziotto, per cui è diventato presto il mio personaggio preferito. Tutto un altro paio di maniche è invece Linn, una ragazza che ha per zia proprio il capo di Erik e Rickard ma che è ben diversa da lei perchè si è messa nei guai con la legge, ha scontato la sua pena e ora si focalizza sui suoi studi e quindi suoi computer e suoi codici contenuti in essi. Ecco perchè, sebbene sia una persona che non potrebbe fare parte di indagini, viene chiamata come consulente esterna per recuperare dei dati che potrebbero portare al colpevole, visto che si è consumato un crimine senza precedenti e ovviamente sarà costrett a collaborare con Rickard, che vede più come una sorta di padre, e Erik, con cui invece all'inizio si scontra ma poi inizia ad avere un bel rapporto, peccato che quello che è iniziato come una sola consulenza inizia ad affondare le radici anche nel passato della stessa Linn. Tre protagonisti quindi completamente diversi, tutti però determinati a portare a termine il caso che riguarda l'uomo che giocava con le bambole, un serial killer che non sembra pronto a fermarsi ancora.


Quello che abbiamo per le mani è un thriller molto complesso, che non affonda la sua trama solo ed esclusivamente sulla risoluzione di un caso, ma su tantissime tematiche che personalmente ho apprezzato molto. Ovviamente in primo luogo abbiamo un caso da risolvere, una persona che si diverte a rendere le sue vittime delle vere e proprie bambole, come se per lui fossero preziose ma ovviamente sono dei corpi che non possono che far paura e la priorità numero uno è trovare il colpevole. Abbiamo quindi un caso affidato ad una polizia che non sempre opera seguendo linee guida, lo stesso Erik è un po' esterno dal tratteggio di queste righe perchè si veste non sempre in modo consono, perchè la sua pelle non è bianca e questo lancia un messaggio molto importante ossia che non esistono poliziotti fatti con lo stampino, sia per come questi si vestono sia per come operano, quello che importa è che  siano dalla parte giusta e cioè quella di risolvere casi di omicidio. Ma attraverso Linn, la terza protagonista, abbiamo modo di conoscere anche un panorama scomodo dell'ambiente del libro, ovvero il fatto che esistono persone che credono ancora nel fascismo e che continuano a lottare per divulgare queste idee, lottando non sempre in modo pacifico purtroppo. Linn infatti è stata arrestata perchè facente parte di movimenti antifascisti, un mondo per lei lontano ma che ancora non sembra aver finito con lei. E ovviamente non possono che mancare pregiudizi, sia a livello di immagine sia a livello di etnia e aspetto, così come il razzismo anche verso Erik stesso, un poliziotto che non è immune quindi ai mali del mondo. Insomma l'autore ci presenta una parte molto marcia del mondo senza paura e senza girarci troppo attorno e devo dire di avere apprezzato la sua ventata di novità nel libro.


Questo primo capitolo di una trilogia mi è sembrato partire subito alla grande: l'autore infatti ha uno stile molto diretto e fluido e, sebbene parli di tematiche assai attuali e importanti, non risultano mai pesanti, così come le pagine da cui è composto il romanzo sono devo dire giuste, misurate perfettamente per la storia. Personalmente avrei argomentato un poco di più il finale, ma non nascondo che mi è comunque piaciuto sia per come è stato costruito il caso del serial killer, sia per tutti gli altri intrecci che troviamo al suo interno sia per i personaggi stessi, che hanno sicuramente ancora tanto da dire e che non vedo l'ora di ritrovare nel prossimo caso. Sono moltissimi i punti di vista da cui ci viene raccontata questa storia, anche se sono principalmente quello dei due poliziotti e di Linn a spiccare, ma devo dire che non si perde mai il filo del discorso, anzi si riesce ad avere una visione di insieme della storia e ad essere totalmente immersi in essa.
L'uomo che giocava con le bambole è un thriller, ma contiene al suo interno tanto altro: una ricerca continua ad un colpevole, tante tematiche attuali che ci spingono a riflettere sul mondo di oggi, così come ci viene mostrata la parte quasi più marcia del mondo, un posto dove il passato non sembra volerti abbandonare e dove segreti e colpi di scena sono all'ordine del giorno. E' infatti impossibile prevedere la direzione di questa storia durante la lettura e va riconosciuto quindi a Magnus Jonsonn di aver creato una storia che non è affatto scontata o banale, con personaggi talmente ben costruiti da sembrare reali e che già mancano, almeno a me. E' assolutamente un buon titolo di partenza come primo libro di una serie, e anzi se questo è solo l'inizio non vedo l'ora di scoprire cos'altro ha in serbo per noi questo autore.




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