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domenica 7 giugno 2020

Recensione "Vengo a prenderti" di Paola Barbato

Buon salve bookspediani.
Oggi vi parlo di  "Vengo a prenderti" di Paola Barbato.



Titolo: Vengo a prenderti
AutorePaola Barbato
Editore: Piemme
Genere: Thriller
Data di uscita: 3 Giugno 2020



Il caso più importante della sua vita piomba addosso all'agente Francesco Caparzo in maniera inattesa. Inseguiva lo stalker di una donna che da un anno cercava di aiutare, quando d'improvviso si era ritrovato in un vecchio capannone industriale sperduto nel nulla. Lì dentro, lo spettacolo agghiacciante di uno zoo privato, undici carrozzoni da circo che imprigionavano esseri umani in condizioni pietose, una gabbia vuota pronta ad accogliere la sua protetta e lo psicopatico responsabile di ogni cosa lì davanti a lui, armato. Un colpo di pistola sembra risolvere tutto, il colpevole ucciso, le vittime salve, Caparzo in procinto di essere incoronato eroe nazionale. Ma le cose non sono come appaiono. Tra le vittime si nasconde un complice, forse addirittura la mente che ha organizzato tutto, che dall'ambulanza riesce a scappare, dileguandosi. La caccia all'uomo ha inizio, ma non esistono piste, niente tracce, la polizia insegue un fantasma. Caparzo capisce che la chiave dell'origine di tutto quel male sta proprio nel capannone e nelle sue vittime. Indaga i segreti di ciascuno, le colpe che vorrebbero nascondere, mette a nudo i lati più oscuri delle loro anime. E mentre lui scava qualcun altro li perseguita con oggetti, simboli che solo il loro carnefice conosce. Prima capitano incidenti che la polizia considera trascurabili. Poi i sopravvissuti iniziano a morire. È tempo per Caparzo di mettere insieme i pezzi per evitare che il fantasma che sta inseguendo termini il suo lavoro.


IL MIO VOTO




Francesco Caparzo è un'agente di polizia insolito, un uomo che spaventa piuttosto che ispirare sicurezza, un uomo che sa essere diverso dagli altri e per questo ostacolato da qualsiasi tipo di promozione in polizia, eppure è anche un uomo che con il suo intuito ha scoperto non solo lo stalker di una donna, ma qualcosa di molto più tetro e oscuro: uno zoo dove in gabbia non c'erano degli animali, ma delle persone. Caparzo ha salvato undici persone dalle loro gabbie e da quel momento è diventato una celebrità anche senza volerlo. Eppure, nonostante abbia restituito alla vita queste persone, non è riuscito a consegnare alla giustizia il vero colpevole, colui che ancora si aggira nell'ombra e può agire indisturbato perchè, per quanto la sua faccia ormai sia nota a tutti, nessuno sembra vederlo. Eppure, quando le stesse persone che ora sono tornate alle vite di sempre, o meglio ci provano visto il trauma enorme che hanno subito, iniziano a morire chi per un motivo o chi per un altro, ancora una volta è Caparzo ad avere la giusta intuizione e capire che sta succedendo qualcosa di molto più grande. Le loro morti non sono accidentali o sfortunati incidenti ed è per questo che ancora una volta occorre lui sul campo, un uomo che non sembra un agente ma che ora è un eroe, un uomo che porta con sè tanti interrogativi ma che di fatto viene preso come una guida, anche se imperfetto, anche se non il modello ideale di agente. Il personaggio quindi che guida le indagini non è il tipico agente che si immagina di trovare e proprio per questo lo si apprezza: non appare perfetto, anzi le sue imperfezioni sono subito visibili al lettore, sa già che non potrà mai essere una figura di spicco, sebbene da tutti venga definito un eroe, e questa particolarità lo rende unico. La Barbato infatti ha giocato sul suo ruolo e sul suo essere ambiguo, rendendolo non un agente o un eroe, ma semplicemente un essere umano.


Non è solo la voce di Caparzo a tenerci compagnia in questa fitta storia, piena di misteri e soprattutto segreti, ma lo sono anche tutti gli altri personaggi che sono stati trovati nello zoo, sia le loro versioni di prima che venissero catturati sia il dopo, il loro difficile ritorno alla vita dopo mesi, se non anni, di prigionia. E' facile quindi al principio perdersi, con tutti i nomi e le date che l'autrice ci fa conoscere, ma una volta che si entra in totale sintonia con la storia si comprende la sua scelta e il volerci far capire che queste persone non sono state scelte a caso, ma sono state scelte per un motivo valido, da una mente che si potrebbe definire malata, ma altri potrebbero definirla geniale per il suo piano. Una mente che di fatto fingeva di essere una vittima, ma invece era un carnefice che, anche se la linea di confine tra le due è estremamente sottile. La Barbato quindi crea un cast di personaggi decisamente interessante che non possono che apparirci di fatto anche loro allo stesso modo di chi ha creato questo zoo: sia vittime che carnefici, a dimostrazione che non esiste nessuno di perfetto e che forse il loro trovarsi nella gabbia non era totalmente ingiustificato. I loro nomi non sono importanti, all'interno della gabbia tutti avevano un soprannome tanto, ma quello che conta è che insieme hanno affrontato qualcosa di terribile e ancora faticano a ritornare nella loro vita, tutti con i loro segreti che ancora tengono ben stretti e che Caparzo invece brama di sapere, ognuno di loro che di fatto potrebbe essere una persona qualunque, la prossima a venire uccisa oppure la prossima rivelare che di fatto nessuno di loro è perfetto come appare. Ammetto quindi che, non avendo letto i romanzi precedenti e non conoscendo quindi benissimo la storia, al principio mi sono un po' persa, ma poi sono entrata in totale sintonia con la lettura e non ho potuto fare a meno di nutrire sentimenti contrastanti per questi personaggi, nessuno di fatto innocente ma nessuno colpevole al 100%.


In vengo a prenderti Paola Barbato esplora la sottile linea che separa la vittima dal carnefice e lo fa con una maestria incredibile. Più volte vediamo infatti personaggi che di fatto dovrebbero essere buoni, dalla parte del giusto, compiere azioni riprovevoli che li fanno precipitare dalla parte del torto, ovviamente a seconda del giudizio di determinate persone. Eppure, se alcune azioni sono inequivocabilmente sbagliate o giuste, altre possono essere in bilico tra la sottile linea che li separa e far decidere il destino di una persona ad un'altra, che si dichiara giudice e giuria, non è mai la scelta giusta. E' necessario dire che in questo romanzo nessuno è completamente innocente e nessuno è completamente colpevole, ogni persona che compare al suo interno ha qualcosa da rimproverarsi e questo di fatto rispecchia solo l'umanità delle persone, tuttavia da eroe a diventare un mostro è un attimo e questo lo sa bene il colpevole che Caparzo sta cercando da tempo: una persona che pensava di fare del bene, di migliorare di fatto l'umanità che invece ha solo portato alla morte delle persone, ne ha traumatizzate altre e soprattutto le ha distrutto la vita. Proprio questo è un altro punto fondamentale: dopo un trauma durato mesi, se non anni, come si può tornare alla vita di tutti i giorni, sorridere ed essere felici con la propria famiglia quando invece dentro si è totalmente a pezzi? Paola Barbato con una penna davvero unica quanto affilata, non fa sconti e ci parla proprio di quella oscurità umana che si annida in ognuno di uno e di chi riesce a controllarla, ma anche di chi non può fare a meno di cedervi e manifestare tutta la sua potenza su altri.


Non avevo mai letto nulla di Paola Barbato ma i suoi romanzi mi hanno sempre intrigato perchè ho sempre sentito pareri estremamente positivo a riguardo per cui, quando mi è capitata l'occasione, non mi sono certamente tirata indietro. Fortunatamente l'autrice mette in conto il fatto che i suoi romanzi compongono una trilogia, tuttavia possono anche essere letti in modo separato e senza aver letto i precedenti per cui, dopo un piccolo assestamento iniziale, è facilissimo immergersi totalmente in questa storia piena di misteri, piena di false verità dove nulla è quello che sembra e dove nessuno è davvero colpevole o innocente. Lo stile della Barbato è senza ombra di dubbio scorrevole e accattivante, tanto che una storia di quasi cinquecento pagine non risulta affatto pesante, anzi si fa leggere in pochissimo tempo anche perchè i colpi di scena sono talmente tanti e talmente inaspettati, che si vuole arrivare a tutti i costi alla fine di questo giro sulle montagne russe. Ci sono pochissimi autori di thriller italiani che leggo con piacere e Paola Barbato entra con prepotenza nella mia lista di preferiti, facendomi capire che non serve sempre cercare autori stranieri quando anche qui ci sono scrittori in grado di creare storie da brivido, che non ti lasciano nemmeno quando chiudi l'ultima pagina.
Vengo a prenderti è un giro incredibile sulle montagne russe, una costante sensanzione di non essere totalmente al sicuro e un romanzo che ti costringe a chiederti quanto male può fare l'umanità a se stessa.






si ringrazia la casa editrice
per la copia omaggio.



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