domenica 11 marzo 2018

Recensione "Il bambino con il pigiama a righe" di John Boyne e Oliver Jeffers

Hello bookspediani, oggi vi parlo de "Il bambino con il pigiama a righe" di John Boyne e Oliver Jeffers



Titolo: Il bambino con il pigiama a righe
AutoreJohn Boyne e Oliver Jeffers
Editore: Rizzoli
Genere: Narrativa
Data di uscita: 30 Novembre 2017


Berlino, 1942. Il piccolo Bruno, di ritorno da scuola, trova un giorno ad accoglierlo un'inaspettata notizia: il papà ha ricevuto una promozione, e presto lui e il resto della famiglia dovranno trasferirsi molto, molto lontano. La nuova casa si rivela un luogo desolato, dove non c'è niente da fare, e nessuno con cui giocare. Solo un'alta recinzione, lunga fin dove lo sguardo si spinge, a separare Bruno dalle strane persone che lui intravede in lontananza. Ma è proprio esplorando questo confine che Bruno incontra Shmuel, un ragazzino più o meno della sua età, la cui vita è però molto diversa dalla sua... Il romanzo di John Boyne torna in una nuova, struggente edizione grazie alle illustrazioni di Oliver Jeflfers.

IL MIO VOTO





Bruno è un bambino di otto anni che vive con la madre, la sorella e il padre, un ufficiale dell'esercito fedele a Hitler, a Berlino, durante il periodo della seconda guerra mondiale.
Bruno non va troppo d'accordo con la sorella Gretel ma per fortuna ha i suoi amici con cui giocare e trascorrere le giornate dopo la scuola.
Un giorno però trova Maria, la loro domestica, ad accoglierlo con una brutta notizia: la famiglia infatti si trasferirà lontano da Berlino poichè il padre è stato promosso e ha avuto un incarico più importante.
Vani sono i tentativi di Bruno di chiedere ai genitori di restare, la decisione ormai è presa e quindi non gli resta che accettare la decisione dei genitori e trasferirsi.


La nuova casa si trova molto più lontano dalla città, quasi completamente isolata se non per un campo lì accanto che Bruno vede dalla sua finestra e che pensa sia una fattoria.
Il nuovo incarico del padre comporta molta più responsabilità, per questo ci sono molti militari presenti in casa e non avendo nessun amico con cui giocare, Bruno si sente molto solo e per questo inizia ad esplorare i dintorni della sua nuova abitazione.
Durante una delle sue perlustrazioni Bruno trova un passaggio che lo conduce in questa fattoria misteriosa, che altri non è che un campo di concentramento, di cui il bambino ignora il significato.
Sa solo che stanno sempre in pigiama.
In questo campo tuttavia fa la conoscenza di Shmuel, un bambino ebreo che si trova nel campo a lavorare.
Felice di aver trovato finalmente un amico, Bruno torna spesso a trovarlo, incurante della verità e del pericolo che corre.


In un modo o nell'altro penso tutti noi abbiamo sentito parlare de "Il bambino con il pigiama a righe" sia nella sua versione su carta, sia sul grande schermo e in qualche modo ne siamo stati tutti toccati.
Ora, a dieci anni dopo dalla sua prima pubblicazione, l'autore ha collaborato con l'illustratore Oliver Jeffers in modo da offrire anche disegni in grado di arrivare anche ai lettori più giovani, poichè sono convinta che questa lettura sia destinata veramente a tutti.
Nonostante l'autore abbia romanzato la verità e quindi aggiunto fatti non del tutto reali alla sua storia, questo non toglie che Il bambino con il pigiama a righe sia l'ennesima testimonianza delle atrocità che i tedeschi hanno fatto subire a tutti gli ebrei durante la seconda guerra mondiale e dimostra che nemmeno i bambini hanno avuto scampo da questa crudeltà.



Con uno stile semplice e pulito John Boyne racconta la storia di due bambini che si sentono soli e che, nella loro ingenuità, sanno essere superiori agli adulti e sanno andare oltre le apparenze.
Bruno e Shmuel sono diversi solo perchè è la società a dirlo, ma quello che davvero gli distanzia è il destino che ha scelto per loro in quale famiglia farli nascere.
Bruno ha avuto la fortuna di nascere in una famiglia benestante, in grado di dargli cibo in abbondanza e di renderlo libero e protetto dal terrore di Hitler.
Shmuel invece non è stato altrettanto baciato dalla fortuna e per questo è stato portato in un campo di concentramento, dove è costretto a lavorare ogni giorno e dove viene a malapena nutrito.
Bruno, così desideroso di avere un amico, si avvicina al bambino e cerca di aiutarlo come può, portandogli del cibo e giocando con lui, addirittura vestendosi come lui.


Ed ecco che Bruno è un testimone di coraggio, l'unico che sia con i domestici di casa sua, sia con quelli che incontra, riesce ad andare oltre le apparenze e ad accettare la diversità di queste persone, anche se a caro prezzo.
Sebbene sia solo una storia romanzata, l'autore riesce a toccare tutte le corde del lettore e ancora una volta mette in evidenza uno dei periodi storici più terribili che il nostro mondo abbia mai conosciuto, per farcelo ricordare e mai dimenticare, affinchè si possa essere in grado di non ripetere mai più azioni così crudeli.


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