domenica 14 aprile 2019

Recensione "The Last Girl - La prima città" di Joe Hart

E secondo voi poteva mancare la recensione di The Last Girl - La prima città scritto da Joe Hart?
Tutti pronti per il gran finale?


Titolo: The Last Girl - La prima città
Autore: Joe Hart
Editore: La Corte Editore
Genere: Distopico
Data di uscita: 15 Novembre 2018



In un mondo in cui sono rimaste meno di 1000 donne, Zoey è una delle ultime speranze per l'umanità. Dopo essere riuscita a fuggire da un Centro di Controllo dove la trattavano come cavia ed essere sopravvissuta a un cruente scontro con un terribile nemico, la Fiera delle Fate, Zoey fa una scoperta che potrebbe cambiare il suo destino e quello di tutta la popolazione. In un video, infatti, ci sono le prove che lei avrebbe una figlia. La prima femmina a venire al mondo dall'inizio della Carenza. Zoey parte allora per Seattle, l'ultima grande città americana sopravvissuta, per cercare risposte. In maniera del tutto inaspettata ritroverà Lee, ma ad attenderla ci sarà anche un nuovo nemico e la verità che cerca potrebbe condurre alla distruzione del mondo intero. Joe Hart scrive il finale, per la trilogia di The Last Girl, spingendoci a considerare cosa faremmo se dovessimo scegliere tra la nostra salvezza e quella dell'umanità.


IL MIO VOTO


Dopo essere riuscita a fuggire dal Centro di Controllo dove Zoey veniva trattata come una cavia, dpo essere riuscita a smantellare la Fiera delle Fate e dopo aver trovato tantissime persone pronte ad aiutarla nella sua causa, ma dopo averne perse altrettante, ormai Zoey sa che nulla può più distruggerla o stupirla. E invece ancora una volta le piomba addosso una notizia sconvolgente: potrebbe infatti avere una figlia, la quale è tenuta prigioniera nello stesso luogo in cui era lei, un luogo in cui non può certamente lasciarla un minuto di più. Eppure a tutte quelle persone che la amano e che la seguirebbero ovunque ad occhi chiusi, non può certamente chiedere di rischiare ancora la vita per lei, non dopo tutto quello che tutti hanno perso e sacrificato. Questa volta deve farcela da sola, aiutata dall'unica persona che può capire come si sente: Lee.
Dopo tanti mesi che sono separati, Zoey sente la necessità di ritrovarlo e di andare quindi a Seattle, l'ultima città rimasta in piedi dopo la Carenza. Ma il suo arrivo in città non passa certo inosservato e questa volta non c'è un solo nemico da affrontare, ma più nemici su più fronti.
Questa per Zoey è la sfida finale: sarà pronta a compiere scelte difficili ed estreme, per il bene dell'umanità?



Siamo giunti al capitolo finale di una trilogia che mi ha sorpreso fin dal primo libro e che ha saputo portare avanti una storia coerente, interessante e che riesce ad appigliarsi anche a tematiche molto attuali sebbene parli di un futuro lontano, diverso dal nostro ma onestamente nemmeno troppo. Joe Hart sul finale del secondo libro ha completamente sconvolto sia il lettore che la sua protagonista, facendole credere che potrebbe avere una figlia, rinchiusa nello stesso posto in cui lo è stata lei per tanti anni. Il solo pensiero di essere stata violata senza saperlo per Zoey è sconvolgente, tuttavia non può certo fare finta di nulla, perchè se esiste la possibilità che quanto detto sia vero, deve assolutamente aiutare sua figlia. Per cui fa quello che sa fare meglio: si accolla tutti i problemi, abbandonando il suo gruppo e quindi le persone che ormai sono diventate la sua famiglia e si dirige alla ricerca dell'unica persona che può comprenderla: Lee. Ecco quindi che il lettore viene a conoscenza di tutto quello che è successo al ragazzo in questo mesi di lontananza dalla storia, elemento che ho apprezzato perchè Lee è un personaggio che mi è piaciuto fin da subito e mi ha fatto solo che piacere ritrovarlo e sapere come anche lui ha affrontato il finale del primo libro e quello che ne è derivato dall'agguato nel centro in cui era Zoey prigioniera.


A differenza dei due libri precedenti, questo volta l'autore si focalizza un poco di più sul romance, e devo ammettere che ha scelto il momento perfetto per inserirlo nella storia, rendendola quindi credibile perchè è arrivato nel momento opportuno, senza essere obbligato e senza sconvolgere la trama centrale. Lee e Zoey sono due personaggi che non si possono non amare, non solamente insieme ma soprattutto come individui: entrambi sono stati privati di qualcosa, o per meglio dire di qualcuno, tuttavia hanno avuto modi diversi per gestire e far fronte a quelle perdite, modi che non sono sbagliati ne giusti, semplicemente personali e questo ha testimoniato semplicemente le loro differenze.
Joe Hart, in un mondo in cui la donna viene considerata un mero oggetto che bisogna utilizzare per procreare o per fare esperimenti per superare la Carenza, dà un potere enorme a Zoey, la sua protagonista, la quale ogni volta si dimostra coraggiosa, pronta a sacrificarsi per gli e pronta a proteggere chiunque possa essere in pericolo. Zoey ha affrontato tantissime prove, ma questa volta deve affrontare quella più difficile: l'accettazione di poter essere una madre anche se non ha mai conosciuto la sua e questo per lei ha un enorme peso.


La ricerca costante di Zoey nello scoprire chi è la sua famiglia è un elemento che già era nato nel primo libro e ora abbiamo finalmente la chiusura del cerchio. Zoey infatti si è ormai rassegnata a non avere la possibilità di conoscere il suo passato, a non avere quindi una famiglia, quando in verità non si è mai accorta che in tutto questo tempo in fuga ha sempre avuto qualcuno pronto a guardarle le spalle, ma anche qualcuno pronto a proteggerla e ad amarla come una figlia: quelle stesse persone che l'hanno accolta nel loro gruppo nel primo libro e quindi Chelsea, Tia, Ian, Merril ed Eli. Per non parlare delle persone che si sono aggiunte poi al gruppo e che si sono dimostrate non solo all'altezza del compito, ma anche pronti a tutti pur di proteggere Zoey.
Il messaggio dell'autore è molto importante e forte: possiamo non sapere chi ci ha dato la vita, come non possiamo scegliere la famiglia in cui nascere, ma possiamo scegliere persone che ci vogliono bene e che sono pronte a proteggerci come nostra famiglia e una volta trovate quelle persone, il passato non diventa più così importante.
In questa avventura però ci sono tanti, anzi troppi, nemici, tutti ben studiati e ben caratterizzati, che sono pronti a tutto pur di dividere Zoey e la sua famiglia e solo la perseveranza della ragazza potrà salvarla da tutto il caos.


The Last Girl è una serie che ho tardato a leggere purtroppo per mancanza di tempo, ma sono felice di aver aspettato di aver in mano tutti e tre i libri, perchè altrimenti l'attesa sarebbe stata assolutamente snervate. Ogni finale di Joe Hart spinge il lettore a volere sempre di più e anche il finale di questo capitolo conclusivo non è da meno, sento che c'è ancora qualcosa da dire sul mondo di Zoey e devo ammettere che la conclusione mi ha lasciato un gusto dolceamaro in bocca: ci sono stati tantissimi colpi di scena in questa avventura, tantissimi elementi che mai mi sarei aspettata e tanti altri che mi hanno completamente sconvolta, i quali vanno solo a sottolineare la bravura di Joe Hart nell'aver creato una storia originale, che attinge in qualche modo alla realtà di oggi, che non è mai prevedibile e che sa stupire il lettore, portandolo un attimo prima ad esultare, quello dopo a piangere e quello dopo ancora a stringere i denti per l'ansia di quello che potrebbe accadere. Il world builing creato dall'autore inizialmente è difficile da comprendere, ma ben spiegato: sappiamo infatti cosa ha portato la Carenza, ossia la diminuzione della nascita di femmine, e più la storia prosegue più ci vengono date tutte le risposte di cui abbiamo bisogno.


Oltre ad un worldbuiling solido e ben strutturato, in grado di sorprenderci capitolo dopo capitolo poichè sempre innovativo e ricco di dettagli al suo interno, come poteva esserlo nel secondo libro l'arrivo della Fiera delle Fate e in questo ultimo capitolo l'approfondimento su una delle poche città rimaste ossia Seattle, The Last Girl vanta anche un'ottima caratterizzazione non solo di Zoey, la vera protagonista della storia, ma anche di tutti gli altri personaggi che in qualche modo hanno contribuito alla sua crescita e a formare la sua famiglia. La storia non si svolge nel giro di giorni, ma in un arco temporale formato da anni, è quindi giusto e credibile vedere tutti i personaggi crescere e maturare. Quello di Zoey è ovviamente il personaggio che più viene approfondito, visto che la storia si focalizza principalmente su di lei, e è quindi interessante vederla crollare sotto i nostri occhi e poi cercare di risalire piano piano, aiutata da quella che è a tutti gli effetti la sua famiglia ossia Chelsea, Tia, Ian, Merril, Eli, Lyle e Rita.
Anche Lee si dimostra essenziale per Zoey, ma dimostra essere un personaggio molto cambiato in questo terzo capitolo, un ragazzo che aveva bisogno di tenersi impegnato e di non pensare al passato, sebbene questo ritorni prepotente nella sua vita. Ma anche tante persone che purtroppo non sono più con lei hanno influito nella crescita di Zoey e intraprendere questo viaggio insieme a lei è stato un vero onore. Joe Hart ci ha portato una storia distopica che a mio avviso non differisce così tanto dalla realtà, una storia che fa riflettere e che riflette la vita stessa, per cui non è sempre facile da leggere, ma giusta e necessaria.






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