sabato 8 giugno 2019

Recensione "L'odore dell'erba dopo la pioggia" di Patrick Jacquemi

E concludiamo con un romanzo decisamente interessante ossia L'odore dell'erba dopo la pioggia di Patrick Jacquemin

L'odore dell'erba dopo la pioggia di [Jacquemin, Patrick]

Titolo: L'odore dell'erba dopo la pioggia
Autore: Patrick Jacquemin 
Editore: Rizzoli
Genere: Narrativa
Data di uscita: 2 Aprile 2019


Annabelle è una donna votata esclusivamente alla carriera, passata quasi con indifferenza attraverso un divorzio e abituata a passare poco tempo con la figlia di otto anni. Una sera, mentre guida verso Langres, il suo paese natale che non visita da anni, Annabelle ferma la macchina come richiamata da una voce senza tempo e si dirige verso un prato dove, quasi in trance, finisce per perdersi nella bellezza dei fiori. Il buio però la sorprende e scopre con terrore di essersi allontanata troppo dalla macchina, di non riuscire più a trovarla e di avervi dimenticato la borsa con il cellulare. In preda dell'ansia, scorge in lontananza una casa illuminata e, quando si avvicina per chiedere aiuto, ad aprirle è Georges, un signore un po' vecchio saggio e un po' stregone: la ospiterà per la notte ma soprattutto dal mattino seguente comincerà a prendersi cura dell'anima di Annabelle. Le farà riscoprire il valore di tante cose che credeva perdute, la aiuterà ad assecondare il ritmo lento delle stagioni, la inizierà al dialogo con i fiori e, con delicatezza, cambierà la sua esistenza per sempre. L'odore dell'erba dopo la pioggia, un successo del self publishing in Francia, è un romanzo che mescola romanticismo e magia per raccontarci una storia di rinascita e suggerirci altre vite che diventano possibili se ascoltiamo il nostro respiro e la voce del nostro cuore.


IL MIO VOTO






 L'odore dell'erba dopo la pioggia è un romanzo di appena duecento pagine che si legge in pochissimo tempo, non solo per la sua brevità e per la fluidità con cui viene narrato, ma perchè si entra totalmente in un'altra dimensione, leggendolo, un po' come capita alla sua protagonista.
Annabelle infatti è una donna che concentra le sue energie solo nella carriera e infatti questo le è costato il matrimonio, ma anche del tempo prezioso con la figlia, di cui divide la custodia con l'ex marito, ma che vede sempre di meno a causa del continuo lavoro. E' una serata come tante altre quando decide di digirersi al suo paese natale e, non mettendoci piede da tempo, si ferma nel bel mezzo del nulla, richiamata dalla natura e dalla bellezza dei fiori. Questo in qualche modo la manda in totale confusione, mai era arrivata in uno stato di rilassamento tale da disconnettersi completamente dal mondo, tanto da dimenticarsi dove ha messo la macchina e sopprattutto ricordandosi solo all'ultimo di aver lasciato al suo interno la borsa e le chiavi. Per sua fortuna incappa in Georges, un signore anziano che vive in mezzo alla natura con i suoi animali e i suoi fiori, che le offre un letto per la notte.
La mattina tuttavia succede qualcosa di strano: quando si sveglia Annabelle sente come se i fiori le stiano parlando e asseconda queste voci, ma una volta ripartita per la città pensa solo di essere pazza e dimentica ben presto la sua breve avventura, rituffandosi nel lavoro. Era forse un grido d'allarme, oppure un segnale che si sta perdendo la vita?


Patrick Jacquemin con questo romanzo rispecchia moltissimo la realtà, ossia il dare un'eccessiva importanza al lavoro, tanto da renderlo la nostra vita ma bisogna capire che si lavora per vivere, e non si vive per lavorare, perchè questa è solo un'occupazione, che può essere duratura come momentanea, e la vita ha tanto altro da offrire e, visto che il nostro è un tempo limitato, occorre vivere appieno ogni attimo. Annabelle è la protagonista, ma è un nome come tanti altri, perchè l'autore si rivolge direttamente a tutte quelle persone sempre in movimento che sacrificano la loro vita privata per il lavoro e poi, come si fermano un attimo e si immergono nella natura, scoprono un mondo completamente nuovo. Così accade ad Annabelle, la quale finalmente presta attenzione alla natura e scopre che ha la possibilità di parlare con i fiori, e questo pizzico di realismo magico non fa perdere di credibilità al romanzo, semplicemente fa capire che dentro di noi c'è una voce che ci guida nella giusta direzione e a volte la giusta direzione è proprio staccare dalla propria vita e scoprire cos'altro ha da offrirci, che è praticamente tutto.


Una parte centrale del romanzo vede come protagonista la relazione di amicizia che nasce tra Annabelle e Georges, un uomo che per scelta ha deciso di vivere in mezzo alla natura, un uomo che non ha avuto figli ma che se li è scelti negli animali che abitano casa sua e di cui si prende cura ogni giorno. Questo fa capire ad Annabelle che si sta perdendo tante tappe importanti nella vita di sua figlia, una bambina che ha desiderato e che non si sta godendo come vorrebbe e soprattutto come dovrebbe, e a dirglielo non è solo Georges, ma la natura stessa. L'autore infatti ci fa capire che basta poco per farci comprendere cosa conta davvero nella vita: basta staccare un attimo la spina dalla tecnologia e dal mondo, perdersi nella natura e ascoltare dentro se stessi per trovare la strada da seguire. Certo questo è un cambiamento che deve venire dall'anima, non nasce nel giro di una sera e non può essere imposto: bisogna crederci e per quanto Annabelle si sforzi, spesso non è davvero convinta del percorso da intraprendere. Sarà la natura a farglielo capire, guidandola.


Patrick Jacquemin con L'odore dell'erba dopo la pioggia ci offre un romanzo ricco di spunti di riflessioni, in grado di farci allontanare per qualche ora dalla nostra vita e perderci nella natura: le descrizioni sono così vivide che sembra di ritrovarsi insieme ad Annabelle immersi nella natura, basta prestare attenzione per sentire quasi l'odore dei fiori e i rumori degli animali di Georges, ma soprattutto della quiete che ci circonda. Eppure è un romanzo che lascia anche una punta di amarezza, che rispecchia quindi la vita stessa, che non sempre è perfetta, ma questa la rende degna di essere vissuta proprio per le sue imperfezioni e per i suoi insegnamenti. Onestamente avrei preferito che la storia venisse argomentata di più, c'erano ancora tante cose da dire, tanti personaggi da approfondire e tante storie da affrontare, ma anche nella sua imperfezione, l'ho trovata una storia estremamente istruttiva e in grado di aiutare il lettore a staccare la spina e a spingerlo ad immergersi lui stesso nella natura, per capire la giusta direzione da prender nella vita e per dare la giusta importanza alle persone, piuttosto che al lavoro, perchè sono le persone a contare di più nella vita.





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