mercoledì 7 agosto 2019

Recensione "Al di là del mare" di Lauren Wolk

Bookspediani, questa sera vi porto in un'isola lontana, in compagnia della sua indimenticabile protagonista Crow, una bambina che vuole scoprire a tutti i costi le sue origini.



Titolo: Al di là del mare
Autore: Lauren Wolk
Genere: Libri per ragazzi
Editore: Salani
Data di uscita: 30 Maggio 2019


Quando aveva poche ore di vita, Crow fu ritrovata in una vecchia barca che nella notte si era arenata sulla spiaggia: questa è la storia che le racconta Osh, il pittore, come una favola della buona notte. Per dodici anni Crow ha vissuto con lui su un'isoletta circondata dal mare e dal cielo, come sotto un incantesimo selvaggio e felice, accudita dal ruvido affetto della signorina Maggie. Ma le mani di Osh e della signorina Maggie sono le uniche che l'abbiano mai toccata: sembra che gli altri abitanti stiano alla larga da lei, come se ne avessero paura. Perché? Cosa si nasconde dietro le sue origini? Una notte in cui vede divampare un misterioso fuoco nell'isola di fronte, Crow decide di scoprirlo, cominciando una ricerca che la porterà su sentieri assai più pericolosi del previsto, che sfideranno la sua identità e il suo senso di appartenenza, ma che le riveleranno cos'è davvero una famiglia.

IL MIO VOTO



Complice l'incantevole copertina, di cui mi sono innamorata a prima vista, e la firma di Lauren Wolk, un'autrice che ho conosciuto con il suo romanzo d'esordio "L'anno in cui imparai a raccontare storie", non potevo certo resistere a questa storia che si preannunciava tremendamente interessante. C'è da dire che gli elementi per renderla indimenticabile c'erano tutti, tuttavia durante la narrazione l'autrice si è un poco persa per strada, volendo aggiungere elementi che forse stonavano in questa storia, non facendole quindi raggiungere il suo massimo potenziale.
La protagonista di questa avventura è Crow, una bambina cresciuta in un'isoletta quasi dimenticata da tutti, ritrovata per caso da un uomo che chiama Osh e che è diventato a tutti gli effetti la sua famiglia perchè si è preso cura di lei fin da quando era in fasce e perchè, nel limite del possibile, non le ha mai fatto mancare nulla, nutrendola del cibo che poteva darle e di affetto, tanto, tantissimo affetto.
Eppure Crow non si è mai sentita a casa in quell'isola, perchè allontanata da tutti, timorosi che provenisse dall'isola dei Lebbrosi e che quindi portasse dentro di sè una malattia in grado di ucciderli, confermata dal fatto che la sua salute è molto cagionevole. Ma oltre all'allontanamento di tutto gli altri abitanti dell'isola, Crow dentro di sè sà che c'è un altro motivo per cui non si è mai sentita a casa.


Arriva un momento, nella vita di tutti, in cui si cerca di comprendere appieno la propria storia, in modo tale da guardare serena al passato e investire tutte le energie nel proprio futuro. Così fa Crow, ha sempre saputo infatti di non appartenere a Osh, anche se l'uomo si è sempre preso cura di lei ed è stato un padre in tutto e per tutto, di fatto non è il padre che l'ha messa al mondo e questo la spinge a voler sapere di più sulla sua storia, qualcosa che Osh odia ricordare perchè lo fa sentire come se non avesse fatto abbastanza per quella bambina che significa tutto per lui.
Oltre ad Osh, Crow può contare sui consigli e sul supporto della signorina Maggie, l'altra unica persona che l'ha accettata per quella che è e che non ha paura di toccarla, a differenza di tutti gli altri abitanti. E' una sera come tante, quando Crow vede una luce provenire dall'isola poco distante dalla sua casa e in qualche modo si convince che sia un segno per spingerla ad andare in quel luogo ad indagare, a scoprire il suo passato e accettare quindi le sue origini. Tuttavia è bene mettere in chiaro che bisogna fare attenzione a quello che si desidera, perchè Crow brama ardentemente delle risposte, ma quello che scopre è qualcosa di molto più grande e importante di lei, che rischierà di metterla in serio pericolo.


I punti di maggiore forza di questo romanzo sono certamente la sua protagonista, Crow, in primis e in secondo luogo l'ambientazione. Parlando di quest'ultima mi è piaciuta molto la creazione della Wolk di questa isola immaginaria, dove non sempre è facile sopravvivere e dove si vive di pane e pregiudizi, in particolare per quanto riguarda una delle isole a poca distanza da loro, la quale era dimora dei Lebbrosi, abitanti affetti da una malattia che lasciava poca possibilità di sopravvivere, un morbo che si può trasmettere solo con un tocco ed è per questo che Crow non viene avvicinata da nessuno, ne tanto meno toccata o considerata da altri che non siano Crow, la signorina Maggie e il suo gatto Mouse. Crow percepisce questa indifferenza, ma non ci presta troppa attenzione perchè ha in Osh tutto quello che le serve, almeno per i primi dodici anni della sua vita. Infatti arriva ad un punto in cui non le bastano più le storie che le ha raccontato l'uomo, non le basta più sapere di essere stata trovata come per miracolo da lui, vuole sapere chi l'ha allontanata e perchè. Vuole quindi trovare la sua vera famiglia e conoscerli, anche solo per capire da dove vengono i suoi capelli o i suoi occhi.
Il comportamento di Crow è assolutamente normale, è infatti una protagonista curiosa che mi è piaciuta tantissimo, perchè è determinata a trovare la sua famiglia per scoprire di più di se stessa, anche se perde di vista il fatto che ha sempre avuto una famiglia in Osh e Mouse.


Le tematiche affrontate da Lauren Wolk sono quindi la voglia di conoscere le proprie origini e di conseguenza la propria famiglia, anche se questo non significa rinnegare le persone che si sono sempre prese cura di noi, semplicemente si tratta di colmare un vuoto che persiste dentro di noi e che rischia di inghiottirci nel tarlo del dubbio se non viene colmato. Conoscere la propria storia è un tassello fondamentale per ogni persona, che non insiste nel farlo per arrecare dolore alle persone che ci sono sempre state accanto, ma è una vera e propria necessità per poter costruire le fondamenta per il proprio futuro.
Ho amato particolarmente come Crow ha vissuto questa situazione, come spesso si è messa nei guai per avere le risposte che cercava e come spesso non ha pensato a quanto poteva ferire Osh cercando le persone che l'hanno messa al mondo. Osh è di fatto la sua famiglia, colui che l'ha trovata e che non l'ha più abbandonata, non è suo padre perchè deve, ma perchè vuole esserlo ed è comprensibile il fatto che sia ferito dal comportamento di Crow, come è altrettanto giusto che lei cerchi la verità sulla sua storia per poter essere finalmente libera da dubbi e incertezze e soprattutto per poter trovare davvero se stessa.
Il percorso di entrambi i personaggi è incantevole e mi sono innamorata di entrambi, per le loro imperfezioni, i loro silenzi e il loro modo di comunicare, che li ha resi come persone quasi reali, tangibili ai miei occhi.


Quello che non mi ha totalmente convinto è il fatto che l'autrice abbia voluto inserire un intreccio dalle tinte misteriose e pericolose alla storia, che ovviamente si rifanno al passato di Crow e alle sue origini, rendendo forse il ritmo più dinamico e la narrazione meno introspettiva e personale, tuttavia mi è sembrata quasi una forzatura, come appunto a voler complicare una storia che per gli argomenti che trattata era a mio avviso molto forte se ben sviluppata, dettagli in cui l'autrice è riuscita.
Visto le trecento pagine che compongono la storia, questo espediente narrativo mi è sembrato solo un modo per allungare il libro, inserendo parti che in qualche modo c'entrano con la trama principale, ma che di fatto non aggiungono molto altro alla narrazione, se non qualche attimo di suspense. Lo stile della Wolk mi è sembrato molto più diretto e molto più incisivo, segno che già da questo secondo romanzo sta maturando, si è dunque adattato alla tematica di cui va a parlare, ben contestualizzata in un contesto che di fatto sembra surreale, visto che l'isola di cui parla l'autrice non esiste, ma che rende la storia ancora più incantevole per questo, perchè per quanto bizzara e ambientata in un luogo che non esiste, ci si può tranquillamente rispecchiare nella situazione di Crow. Come vi dicevo da questa autrice, che mi aveva completamente stregato nel suo primo romanzo, mi aspettavo qualcosa di più, ma non posso negare che Al di là del mare sia una storia che si deve leggere, almeno una volta nella vita.



si ringrazia la casa editrice
per la copia omaggio

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