venerdì 6 settembre 2019

Recensione "Il club delle gazze ladre" di Emanuela Da Ros

Buon salve bookspediani.
Vi auguro la buona notte con la mia opinione su "Il club delle gazze ladre" di Emanuela Da Ros, un romanzo uscito ieri per Feltrinelli.

Il club delle gazze ladre

Titolo: Il club delle gazze ladre
Autore: Emanuela Da Ros
Editore: Feltrinelli
Genere: Young Adult
Data di uscita: 5 Settembre 2019




Inquiete, sfrontate, aggressive. Scontente. Cinque terribili ragazze alla ricerca di “qualcosa di diverso, ma divertente”, dentro e fuori dalla scuola, per non annoiarsi pianificano azioni sempre più rischiose e illegali. Tra un furtarello, un furto, un colpo grosso (e decisivo) mettono in gioco se stesse, la loro amicizia, la loro adolescenza. Gli sbagli le faranno crescere, loro malgrado. Le porranno di fronte a valori che credevano privi di significato: responsabilità, etica, coscienza. Ma la prova più grande che dovranno affrontare arriverà imprevista. E sarà la più difficile. Un romanzo dalla struttura agile e avvincente, raccontato a cinque voci dalle protagoniste. Ognuna delle cinque amiche ha un carattere e una storia personale e familiare diversa, ma anche qualcosa che le accomuna: una forte inquietudine e la difficoltà a relazionarsi con un mondo che sentono estraneo, vuoto, senza prospettive.


IL MIO VOTO


Il club delle gazze ladre è un gruppo composto da cinque ragazze: Cloe, Gaia, Alice, Giulia e Federica, le quali in qualche modo sono diventate migliori amiche perchè accumunate tutte dalla stessa voglia di osare, di uscire dalla monotonia della quotidianità che è la loro vita e di vivere esperienze al limite della legalità, che hanno il compito di farle sentire più vive, ma in qualche modo anche di attirare l'attenzione, cosa che nelle loro famiglie, ben lontane dall'essere perfette, spesso manca. Le cinque ragazze infatti si introducono al lettore pronte a mettere in atto un piano che hanno organizzato molto attentamente, ossia rubare da Zara, un colpo che viene messo a segno con grande successo e che quindi consente loro di sentirsi più sicure, quasi invincibili, tanto da organizzarne un altro ancora più pericoloso, ossia rubare all'interno della loro stessa scuola, un piano che ancora una volta dimostra che le cinque ragazze sono disposte a tutto pur di non rientrare nella normalità dell'adoloscenza, ma del resto la normalità è sopravvalutata e Emanuela Da Ros ci descrive cinque situazione estreme di ragazze che stanno attraversando una fase difficile, che pensano di avere tutto il mondo contro e soprattutto che devono trovare la loro strada.


L'idea di base del romanzo è davvero molto buona: trovo infatti giusto parlare di quanto può essere difficile l'adolescenza, poichè di fatto è un'età in cui non si è ancora adulti e quindi non si comprende appieno quello che si vuole, bisogna ancora trovare la propria identità e spesso si compiono scelte sbagliate semplicemente per seguire la moda, o ancora peggio per non essere da meno agli altri e in particolare per non farsi rifiutare dagli amici.
Per questo le cinque ragazze protagoniste del romanzo passano le loro giornate spesso a fumare, oppure con i ragazzi, altri giorni invece non fanno che programmare furti nei negozi semplicemente per rendere le cose più interessanti, quindi sono portate a fare queste azioni illegali solo per noia, non perchè hanno davvero bisogno di rubare. Quello che però non funziona è la scelta di rendere il romanzo corale e quindi dare voce a tutte e cinque le ragazze, le quali parlano in prima persona e quindi a volte si rischia di non comprendere chi sta parlando e soprattutto cosa sta succedendo, poichè ognuna di loro ha dei problemi a casa e, quando le gazze ladre non trascorrono il tempo insieme, ci fanno capire come procede la loro situazione famigliare, anche se non sempre questa risulta chiara, e tutte hanno un punto in comune: le loro famiglie sono ben lontane dall'essere perfette, quindi questi comportamente sembrano a tutti gli effetti un grande grido di aiuto.


A mio avviso quindi la scelta di creare un romanzo corale poteva funzionare, se ci fosse stata una maggiore caratterizzazione dei personaggi, che in poco più di duecento pagine ci vengono appena presentate, per cui non abbiamo il tempo di conoscerle che subito le dobbiamo salutare. Tra tutte certamente si fa riconoscere Cloe, una ragazza straniera che ha dovuto cambiare il suo nome per non essere più presa in giro, una ragazza che vorrebbe tornare nel suo paese di origine poichè è lì che si sente davvero a casa. Abbiamo poi Gaia, una ragazza di fatto anonima, che preferisce restare sulle sue e che si sente parte del gruppo ma allo stesso tempo no, che quindi deve ancora trovare la sua strada, non solo per quanto riguarda le amicizie e la scuola, ma per quanto riguarda la sua vita.
C'è Giulia, una ragazza che ama leggere, ma solo quello che vuole lei e che si è trasferita all'artistico dal liceo proprio perchè i suoi professori le stavano facendo odiare la lettura, quindi la sua passione. Non può mancare Federica, l'unica ragazza che sta soffrendo per amore a causa di Davide, il quale sembra voler passare da tutte le ragazze della scuola e che quindi non può fare a meno di pensare di non essere abbastanza, una ragazza che è quasi madre perchè deve prendersi cura della sorella Camilla, visto che i genitori sono troppo occupati a farsi la guerra tra loro. E infine c'è Alice, una ragazza che non ha ben chiaro nulla della sua vita e che deve ancora trovare la sua strada.


E' il primo romanzo che leggo di Emanuela Da Ros e all'inizio ho fatto un po' fatica ad immergermi nella storia, in primis per i continui cambi di punti di vista e per lo stile per me un poco ostico, poi man mano che la storia prende il via ci si ritrova sempre più immersi nella vicenda, in particolare si vuole scoprire quanto in là sono disposte ad andare le ragazze con i loro furti e con i loro cambiamenti.
Infatti ognuna delle cinque "gazze" in qualche modo si evolve in questa storia, poichè tutte solo alla ricerca della loro identità, non solo come gruppo ma come individuo singolo. Ammetto che alcune storie sono state più avvincenti di altre, come del resto è normale, e visto la varietà dei caratteri delle ragazze è facile rispecchiarsi in almeno una di loro. Così come è facile comprendere cosa stanno passando, perchè tutti in qualche modo abbiamo affrontato l'adolescenza e tutti abbiamo osato, anche se in questo caso le azioni delle gazze vengono portate allo stremo, ma questo non toglie che spesso rispecchiano la realtà perchè alcuni adolescenti sono certamente più ribelli di altri. E' quindi questo che va a trattare la Da Ros: una fase di ribellione messa in atto per affrontare le proprie insicurezze e per trovare la propria identità. Quello che non mi ha convinto è stata la poca caratterizzazione dei personaggi, che spesso mi hanno fatto perdere il filo della trama perchè non capivo chi stava parlando, ma molto buona l'idea del romanzo, che poteva essere approfondita di più, perchè appena entra nel vivo e il ritmo si fa più incalzante, la narrazione termina e quindi mi sono sentita come se mancasse ancora qualcosa.
A conti fatti, resta una lettura interessante.






si ringrazia la casa editrice
per la copia omaggio



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