mercoledì 14 aprile 2021

Review "In una scala da 1 a 10" di Ceylan Scott

 Bookspediani oggi vi parlo di "In una scala da 1 a 10" di Ceylan Scott, un romanzo uscito ieri per Rizzoli.



Titolo:
 In una scala da 1 a 10
Autore: Ceylan Scott
Editore: Rizzoli
Genere: Young Adult
Data di uscita: 13 Marzo 2021


Come ti senti oggi in una scala da 1 a 10? Questa è la domanda che Tamar si sente rivolgere ogni giorno dai propri dottori al centro di cura psichiatrica per adolescenti Lime Grove. Sedici anni, ex atleta di corsa campestre, è andata in crisi dopo un evento terribile di cui si crede colpevole, la morte della sua amica Iris, ma non riesce a comunicare ciò che prova alla famiglia, agli amici e persino al personale medico. Sente solo un vuoto disperato dentro di sé che la porta a farsi male e a tentare il suicidio: non merita di vivere e non può smettere di desiderare di sparire dal mondo. E anche a Lime Grove, la “casa sicura” dove incontra Jasper, Elle, Alice, Will e altri ragazzi come lei, affetti da disordini alimentari, disturbo bipolare, paranoia, non trova la forza di combattere il mostro che si porta dentro. Fino a quando a quel mostro viene dato un nome: disturbo borderline della personalità. Attraverso l'alternarsi di flashback della sua vita precedente, con i compagni di sempre, e il racconto del ricovero, tra farmaci, amicizie, moti di ribellione e avventure, il libro svela pagina dopo pagina l'abisso della malattia mentale e il processo di progressiva consapevolezza che permette alla protagonista di liberarsi dal suo segreto, accettare l'aiuto di chi le sta accanto e combattere, passo dopo passo, con i fantasmi della sua angoscia. Il risultato è un racconto scioccante, commovente e sarcastico della vita in un ospedale psichiatrico. E del potere redentore della verità per intraprendere il cammino della guarigione.

IL MIO VOTO

Tamar è la protagonista di questo romanzo, una ragazza che conosciamo principalmente nel presente e la vediamo in un ospedale psichiatrico, ricoverata per via del mostro che c'è dentro di lei, di quel dolore di cui si sente responsabile e che la spinge a farsi del male, ad essere autolesionista e anche a tentare il suicidio per metterlo a tacere. Nel presente la vediamo nella sua vita al Lime Grove, un luogo che dovrebbe aiutarla a rimettersi in piedi ma che vediamo essere strettamente ligio alle regole. Per lei non c'è privacy, nemmeno durante la doccia, deve fare continuamente incontri con medici la cui domanda preferita è proprio il richiamo al titolo ossia "come ti senti oggi in una scala da 1 a 10". Ma come si può sentire una ragazza che si sente responsabile della morte della sua migliore amica? La Tamar di allora infatti, di prima della morte di Iris, era una ragazza ben diversa, eppure scherzando con la sua amica sembra averle dato l'idea per togliersi la vita e questo Tamar non se lo può perdonare, tuttavia non riesce nemmeno ad ammetterlo a se stessa, ai dottori e tanto meno alla sua famiglia, per cui non può che continuare a procurarsi dolore come sorta di espiazione per una colpa di cui lei si è accollata.
Tamar non è quindi una protagonista facile da comprendere, è una ragazza come tante che cerca solo di restare a galla, una ragazza che ha sofferto incredibilmente per la morte della sua amica e questo l'ha spinta a compiere gesti estremi, tuttavia noi non possiamo che tifare per lei e sperare che il Lime Grove la aiuti nel suo percorso di riabilitazione, un percorso che sarà sempre parte di lei e che sarà lungo e faticoso, ma da cui può uscire.
E' incredibilmente realistica questa ragazza, così come il suo dolore e la sua disperazione, il lavoro nella sua caratterizzazione è stato fatto davvero bene e Tamar diventa quasi parte del lettore, che non può che continuare la lettura facendo il tifo per lei.


Il tema di questo romanzo è più delicato che mai e merita la giusta attenzione, non è qualcosa di superficiale e non è un tabù al giorno d'oggi, l'autolesionismo e il suicidio (o comunque anche solo un tentativo) sono argomenti all'ordine del giorno e sono sempre più diffusi, specie tra i ragazzi, per cui trovo coraggioso ma anche giusto parlarne in romanzi a loro dedicati. L'autrice infatti ci presenta una ragazza che, un po' per scherzo, ha sempre detto alla sua migliore amica quelle frasi un po' fatte, che servono per rimarcare l'amicizia ossia "salti tu, salto io", insomma un modo per esprimere unione, qualcosa che invece Iris ha preso alla lettera e ha lasciato Tamar a gestirne le conseguenze. E' inutile quindi dire che l'autolesionismo della nostra protagonista nasce dal senso di colpa, si sente responsabile della morte della sua migliore amica e non sa come spiegarlo, si sente un mostro dentro di lei e l'unico modo per mettere a tacere il dolore è proprio tagliarsi, come se fosse una sorta di atto di purificazione. E' giusto quindi che si trovi al Lime Grove, dove può essere curata e può cercare di tornare presto alla sua vecchia vita, questo ci fa capire che non c'è nulla di male a chiedere aiuto e che questi tipo di problemi sono gravi e seri ed è giusto parlarne, è giusto rivolgersi a professionisti per uscirne perchè da soli è impossibile.
Insieme quindi a Tamar, nella struttura conosciamo tanti altri personaggi che soffrono di depressione, di disturbo della personalità e di bipolarismo, insomma Tamar non è sola non solo nel libro, ma in generale nel mondo e questo trovo che sia un messaggio molto forte, ci fa capire che è giusto riconoscere di avere un problema, è giusto chiedere aiuto e se anche i primi tempi in una struttura possono essere impossibili perchè privati della propria privacy e lontano dalla propria famiglia, è un percorso che vale la pena affrontare per combattere i demoni.


La prima cosa che mi ha colpito di questo libro è stata certamente la copertina, ma come ho letto la trama ho capito che la tematica trattata meritava quanta più attenzione possibile. Il romanzo non è molto lungo, supera di poco le duecento pagine, ma non pensate che siano leggere queste pagine o che sia semplice questa lettura, non lo è e per questo non penso infatti che il libro sia destinato a tutti i lettori, non tutti potrebbero esserne pronti, ma è assolutamente una lettura che vale la pena scoprire proprio per il coraggio nell'affrontare questi argomenti che spesso sono ancora considerati tabù. L'autrice poi è giovanissima e questo va tutto a suo vantaggio per essersi lanciata in questo tema con un romanzo d'esordio, mettendo da parte tutti i pregiudizi e lanciando un messaggio davvero positivo riguardo queste malattie, ossia che non bisogna affatto vergognarsi di esserne affetti, anzi il primo passo per stare meglio è proprio riconoscerlo.
Ceylan Scott divide questa storia in due tempi narrativi diversi, conosciamo quindi la Tamar di allora, quella ragazza che ancora non aveva perso la sua migliore amica e non era certamente perfetta, ma almeno si sentiva ancora se stessa, e la Tamar di oggi, che deve lottare con quel mostro che ha dentro di sè, accettare la perdita dell'amica e rimettersi in forma, anche per lei.
Ho amato questa divisione, così come ho apprezzato tantissimo la Tamar di oggi in tutte le sue sfaccettature e in tutte le sue imperfezioni perchè ha reso realistica più che mai una storia che non deve passare in secondo piano, ma che merita assolutamente attenzione specie nella società in cui siamo oggi.
Con una semplicità disarmante e la capacità di arrivare dritto al punto, centrando in pieno il cuore del lettore, l'autrice ci regala una lettura che non vuole essere facile da leggere o perfetta, semplicemente vuole essere un pezzo di vita e ci riesce benissimo, io quindi non posso che consigliarla, ovviamente a chi se la sente di affrontare determinate tematiche.


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