venerdì 24 maggio 2019

Recensione "E l'oceano era il nostro cielo" di Patrick Ness

Buon salve bookspediani.
E' arrivato finalmente il momento di parlarvi di "E l'oceano era il nostro cielo" di Patrick Ness.

E l'oceano era il nostro cielo

Titolo: E l’oceano era il nostro cielo
Autore: Patrick Ness
Editore: Mondadori
Genere: Libri per ragazzi
Data di uscita: 26 Marzo 2019



Con gli arpioni attaccati alle loro schiene, le fiere balene del branco di Bathsheba vivono per la caccia, combattendo la persistente guerra contro il mondo degli uomini. Quando attaccano una nave che galleggia nella superficie degli abissi, pensano di affrontare una preda facile. Invece trovano le tracce di un mito, un mostro, o forse il diavolo in persona...

Mentre il loro Capitano guida la caccia, si imbarcano in una caccia finale e piena di vendetta, una caccia che cambierà per sempre il mondo delle balene e degli uomini.


IL MIO VOTO




Bathsheba è un'Apprendista cacciatrice, una balena che non crede fino in fondo che cacciare sia la scelta giusta, ma è stata convinta dalla nonna che questo è il suo destino e soprattutto un modo per vendicare in qualche modo la morte della propria madre, e quindi non può certo tirarsi indietro. La giovane balena ha la fortuna di essere un'apprendista della grande Capitana Alexandra, una capitana conosciuta in tutti i mari per il suo coraggio e per la sua caparbietà, soprattutto per la sua sete di vendetta contro gli uomini, poichè ormai tra balene e umani è guerra aperta: del resto loro cacciano le balene e le balene non si fanno scrupoli a distruggere le loro navi.
Ma c'è un uomo ancora più pericoloso degli altri , un uomo che fa tremare sia balene che umani: il leggendario Toby Wick. E' proprio lui che la capitana Alexandra sta cercando, perchè convinta che sia il suo destino trovarlo ed eliminarlo e proprio per questo motivo Bathsheba si è unita a lei, ma non sempre la direzione della violenza è quella giusta e la piccola Bathsheba se ne sta rendendo conto ogni giorno di più, ma si può spezzare un ciclo continuo di violenza?



Finalmente è arrivato anche il mio turno di leggere E l'oceano era il nostro cielo, il nuovo romanzo di Patrick Ness, una lettura che si termina in un attimo e che una volta finita rimane decisamente impressa per il forte messaggio che lancia l'autore. Patrick Ness infatti rivisita la leggenda di Moby Dick e la plasma a suo volere, facendo essere le protagoniste indiscusse del romanzo le balene stesse in particolare è Bathsheba a spiccare, la quale è anche la stessa narratrice della storia.
Bathsheba è una balena giovane che è cresciuta odiando gli umani perchè hanno ucciso sua madre e perchè è risaputo che sono dei veri demoni, dei cacciatori di balene pronti a distruggere ognuna di esse che incontrano nel loro cammino, e dunque è giusto non essere solo vittima, ma anche carnefice: se gli umani non esitano a cacciare, perchè non dovrebbero farlo anche le balene?
Eppure Bathsheba, sebbene sia costretta a cacciare e sia la terza cacciatrice sotto il comando della grande Capitana Alexandra, non è totalmente convinta che serva violenza per fermare il ciclo di uccisioni, ma nessuno sembra davvero ascoltarla, forse perchè nemmeno lei stessa è sicura di quello che afferma, ma sa che non tutto nel mondo è bianco o nero, esistono sfumature di grigio.


La Capitana Alexandra infatti è una cacciatrice spietata che ha fatto della sua missione di vita trovare il leggendario e famigerato Toby Wick, un uomo che gli stessi umani sembrano temere e che spaventa anche le balene stesse per via della scia di morti che si lascia alle spalle, sebbene nessuno sia mai riuscito a vederlo davvero. Dunque quello che spaventa non è solo l'uomo per sè, ma la sua leggenda, una leggenda che più viene raccontata e più attinge potere e proprio per questo, e per vendetta personale, la Capitana Alexandra è convinta che sia il suo destino fermarlo e mettere così fine al ciclo di caccia e morte tra balene e uomini. Il tutto ci viene quindi raccontato tramite gli occhi di Bathsheba, una balena che dovrebbe odiare gli umani perchè è per causa loro che la madre è morta, ma che è davvero diversa dalle altre e proprio lei è la balena più speciale di tutte perchè per una volta ha il coraggio di mettere in discussione non solo gli ordini della sua Capitana, ma dell'intero sistema stesso delle balene, che ormai non svolgono altre funzioni se non cacciare.
Una scelta davvero originale da parte dell'autore dare voce a chi, nel nostro mondo, non può parlare, ma sono convinta che se potessero farlo, le balene avrebbero decisamente tanto da dire e questo è in qualche modo l'unica possibilità che hanno per dire la loro e soprattutto per farci conoscere il loro mondo marino e i loro usi e costumi.


Patrick Ness ha completamente reinventato la storia di Moby Dick e ha portato ai lettori una vera e propria favola e come tutte, la morale che si evince da essa è davvero meravigliosa e attuale più che mai: in tempi di guerra, è giusto rispondere alla violenza con altra violenza, oppure bisogna trovare un modo per interrompere questo ciclo che è destinato a ripetersi all'infinito? Basta una sola persona a mettere in discussione un sistema che va avanti da anni e che non sembra destinato a cambiare? Queste sono le domande che tormentano Bathsheba ma sono le stesse domande che potremmo farci anche noi, specie nel mondo in cui viviamo oggi, dove non esitiamo a fare domande e non chiediamo spiegazioni, agiamo e basta perchè sicuri di essere in pericolo. Questo è un circolo infinito che non si spezzerà mai, a meno che qualcuno trovi la forza di cambiare e di mettere in discussione tutto ed è proprio quello che fa Ness in questo romanzo, ci fa capire che non sempre dobbiamo vedere il male negli altri perchè così ci hanno insegnato, dobbiamo imparare a vedere con i nostri occhi e a pensare con la nostra mente, perchè potremmo scoprire un mondo totalmente nuovo.


L'autore inoltre mette in evidenza quanto è sottile il confine tra vittima e carnefice, poichè per quanto le balene uccidano per vendicare i loro morti e per proteggersi, non sono diverse dagli umani che cacciano le balene perchè le credono un pericolo. Nessuno è innocente, come nessuno è del tutto colpevole, ci si ritrova perfettamente nel mezzo.
Un altro elemento molto importante che analizza la storia è l'importanza che si danno a determinate persone, tanto da farle diventare leggende e a quel punto non è più il singolo a fare paura, ma la leggenda stessa. Più si dà importanza alle dicerie, più queste accrescono la paura e l'importanza di una persona o di un elemento, tanto da farla diventare una vera e propria leggenda, quando di fatto Toby Wick non è mai stato visto, si conosce solo di fama e soprattutto per la paura che suscita. Quindi Ness ci fa capire che non bisogna sempre dare credito a ciò che si sente e soprattutto non bisogna farsi prendere dalla paura per ciò che non si conosce, perchè poi è la paura stessa a guidarci. 
Oltre ad essere una storia originalissima e piena di spunti di riflessione, è arricchita dalle bellissime illustrazione di Rovina Cai, che aggiungono al romanzo qualcosa di unico e speciale e che la rendeno a tutti gli effetti una lettura imperdibile, che sono certa resterà nei vostri cuori.






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