domenica 21 luglio 2019

Recensione "La neve cade sui vostri peccati" di Ippolita Avalli

Buon salve bookspediani.
Dopo una piccola giornata di pausa eccomi tornata nel blog per parlarvi di "La neve cade sui vostri peccati" di Ippolita Avalli, una recente uscita edita Piemme.



TitoloLa neve cade sui vostri peccati
AutoreIppolita Avalli
Editore: Piemme
Genere: Thriller
Data di uscita: 11 Giugno 2019


Nulla è più innocente e crudele della prima neve.

Un manto candido e inaspettato avvolge Roma. Nessuno si avventura per le strade di notte, e lo spettacolo che un netturbino si trova davanti in vico Jugario, a pochi passi dalla rupe Tarpea, è immacolato. Tutto, tranne una macchia scura che interrompe il bianco, un uccello caduto, forse. Quando l'uomo si avvicina per gettarlo, però, vede tutt'altro. Una mano infantile con il dito puntato e un nastro di velluto nero avvolto intorno. Una volta arrivato sul posto, il commissario Paolo Rosato capisce subito la gravità del fatto e, nonostante i problemi personali con una ex moglie ancora molto innamorata e un figlio di otto anni che lo rivorrebbe a casa, si getta a capofitto nel caso. Perché, se c'è una mano, da qualche parte deve esserci il corpo da cui è stata recisa. Quando anche la seconda mano viene ritrovata, la pressione su Rosato si fa fortissima. Ci penserà Sandra Kapsa, la sua compagna, psicoterapeuta esperta, a dare una svolta alle indagini e a scoprire che le pose e i luoghi dei ritrovamenti non sono casuali, che l'assassino sta seguendo una precisa mappa della città. E che anche loro potrebbero essere parte di quel macabro disegno.

IL MIO VOTO



Il meraviglioso paesaggio che può offrire una Roma innevata si mescola al macabro in questo romanzo di Ippolita Avalli: infatti è la neve a nascondere un vero e proprio orrore, una mano mozzata presumibilmente appartenuta ad un bambino di meno di dieci anni, di cui però non si hanno notizie perchè non risulta nessuna segnalazione della sua scomparsa. Ad indagare sul caso viene chiamato il commissario Paolo Rosato, un bravo poliziotto che tuttavia ha tantissime altre cose per la testa a causa della sua vita privata. Paolo infatti ormai non vuole più avere niente a che fare con Jessica, la sua ex moglie, anche se sarà per sempre legato a lei per via del piccolo Tommaso, Bibo come lo chiamano i genitori, con il quale si sta cercando di costruire una famiglia insieme alla nuova compagna Sandra.
Questo caso quindi non fa che strapparlo ai suoi problemi, ma anche a sentirsi tremendamente coinvolto per via del bambino innocente i cui pezzi vengono usati per lasciare certamente un messaggio, poichè non solo viene trovata una mano, ma anche l'altra, in luoghi che all'apparenza sembrano casuali ma che Paolo intuisce essere importanti grazie all'aiuto di Sandra, la quale è una psicoterapeuta ma anche una grande amante dell'arte ed è proprio qualcosa di così bello e puro ad essere usato come una mappa macabra, che non vede l'ora di comunicare alla città un messaggio davvero importante, un messaggio che lascia senza parole.


Non avevo ancora letto nulla di Ippolita Avalli e questa è stata una bella occasione per conoscerla, una storia che si capisce essere ben studiata soprattutto per le informazioni sull'arte che l'autrice inserisce nel testo, anche se a mio avviso ha dato troppa importanza ai personaggi, piuttosto che al caso in sè e per sè. Il protagonista principale quindi è Paolo Rosato, un uomo che sta cercando di rifarsi una vita con una compagna che ama e con un figlio avuto dall'ex moglie che completa la loro piccola famigliola. Tuttavia è difficile rifarsi una vita quando la propria ex moglie insiste per rovinarla, facendosi coinvolgere costantemente nella vita quotidiana di Paolo, spiando spesso Sandra e cercando di metterla in cattiva luce, spingendo quindi l'uomo a riflettere bene su quello che sta facendo, il quale principalmente dovrebbe pensare a Bibo e non a come avere una vita più facile. Il caso che gli viene affidato certamente lo costringe ad allontanarsi per qualche periodo dai suoi problemi e ovviamente lo coinvolge nel profondo, visto che la vittima è solo un bambino, tuttavia la sua vita privata sembra in qualche modo prevalere sempre, facendolo apparire imperfetto, ma anche facendo passare in secondo piano il caso di cui siamo curiosi di sapere di più.


Devo ammettere che mi sono appassionata alle vicende di Paolo Rosato e ovviamente di Sandra, la compagna dell'uomo, che sono i personaggi più in rilievo di questa storia. Grazie a Sandra l'autrice può mettere in campo le sue conoscenze in ramo artistico, parlando dei suoi quadri preferiti ma anche delle opere che caratterizzano Roma, le quali sono appunto usate non come esaltazione di bellezza ma come luogo di ritrovamento di qualche nuovo pezzo di un bambino innocente. Ma ovviamente ne compaiono tanti altri, come Jessica, l'ex moglie del commissario, i colleghi di Paolo, i quali sembrano tutti timorosi di sfidare il capo della polizia, facendo capire al lettore che non sempre ci si può fidare di chi porta una divisa, perchè è l'uomo a definirla e spesso l'uomo mira a proteggere i propri interessi. Compare inoltre un personaggio davvero interessante in Leonardo Lenna, un medico specializzato in chirurgia plastica che ama uscire con donne più giovani di lui perchè può permetterselo e soprattutto per spingerle a ricorrere alla chirurgia plastica per qualche ritocco, non a caso sta uscendo con la migliore amica di Sandra, anche se sembra avere messo gli occhi addosso proprio a lei, poichè le ricorda la moglie ormai morta molto tempo prima. Collegato al dottore c'è suo nipote, Ernesto Lenna, un uomo con un enorme bagaglio emotivo che risulta fin da subito come dubbio, lo stesso Leonardo non vuole passare troppo tempo in sua presenza per via della sua stranezza e soprattutto per la mancanza di talento in ambito medico. 
Ognuno di loro è essenziale per completare i tasselli che compongono questa storia, che si compone da ben sei movimenti, come a voler essere la storia stessa un'opera.


L'ambientazione è senza ombra di dubbio un punto di forza del romanzo, si capisce che l'autrice ama Roma come città e la conosce molto bene, soprattutto usare la sua bellezza in netto contrasto con il macabro è stata certamente un'idea brillante, che fa stupire il lettore per la sua meraviglia e allo stesso tempo lo fa rabbrividire per come queste opere vengano utilizzate come teatro dell'orrore. Lo stile della Avalli è senza dubbio molto particolare, non segue uno stile ben definito e quando si seguono le vicende di Paolo, e tutto ciò che viene collegato al caso o ad altri personaggi, la narrazione passa in terza persona, come a volersi distaccare dalla storia e quindi a cogliere un senso di insieme di quello che sta succedendo, mentre invece quando è Sandra a parlare si passa alla prima persona e questo inizialmente può destabilizzare il lettore, al quale occorrono un paio di pagine per inserirsi quindi nella storia.
Non si può negare che la narrazione scorra in modo molto scorrevole, tuttavia avrei preferito una maggiore attenzione al caso piuttosto che ai personaggi e alle loro vite private.


La neve cade sui vostri peccati è a mio avviso il primo di una serie dedicata a Paolo Rosato, un commissario che ha ancora tanto da imparare sia sul lavoro che nella vita privata, una storia che unisce bellezza e orrore e che porta i personaggi ad essere più che imperfetti, quasi in torto marcio, per farli risalire e quindi rinascere agli occhi del lettore a poco a poco. Fa anche capire che non sempre giusto e sbagliato si possono separare così facilmente e che il male si può nascondere anche nei posti più impensabili: come uno dei simboli di Roma diventa uno scenario di morte, così anche una persona che si presenta come buona può nascondere parecchi segreti, non tutti innocenti.
Ippolita Avalli ha dato vita ad una storia che ha del potenziale e che ha principalmente una funzione introduttiva per questo mondo, sono certa che saprà come conquistarci nei successivi capitoli.




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