giovedì 27 ottobre 2022

Recensione "La moglie del lobotomista" di Samantha Greene Woodruff

  



 Titolo: La moglie del lobotomista

Autore: Samantha Greene Woodruff 
Editore: Newton Compton
Genere: Historical Fiction
Data di uscita:  11 Ottobre 2022


Ruth Emeraldine ha una missione: aiutare coloro che soffrono di disturbi mentali. Da quando suo fratello, reduce della Grande Guerra, si è tolto la vita, non ha mai smesso di domandarsi se, con il giusto aiuto, avrebbe potuto essere salvato. L'incontro con un affascinante medico, il dottor Robert Apter, un giovane e brillante studioso delle tecniche più all'avanguardia nella cura delle malattie mentali, sembra scritto nel destino. Ruth si innamora perdutamente di Robert, e accetta di sposarlo così da affiancarlo e sostenerlo nelle sue sfiancanti sessioni di lavoro, durante le quali sperimenta un trattamento che – entrambi ne sono convinti – rivoluzionerà per sempre la medicina: la lobotomia. Con il passare del tempo, però, l'intervento non sembra portare i risultati sperati, anzi. Molti pazienti perdono la vita, ma Robert sostiene che sia un male necessario per perfezionare la cura. Dopo l'ennesimo fallimento, Ruth comincia a sospettare che il marito non sia motivato dall'interesse per i malati, ma solo da una folle quanto spietata ambizione. E così, quando a una nuova giovane paziente, Margaret, viene prescritta la lobotomia, capisce che è arrivato il momento di opporsi. E quella decisione cambierà il corso della sua e di molte altre vite. Ispirato alla vita del neurologo Walter Jackson Freeman II, il medico statunitense che lobotomizzò migliaia di pazienti.


IL MIO VOTO

Ruth Emeraldine è una ragazza che proviene da una prestigiosa famiglia ma purtroppo nemmeno il denaro è riuscito ad aiutare suo fratello, il quale si è tolto la vita in seguito a problemi che gli ha causato il dover andare in guerra. Questo ha ovviamente segnato Ruth, la quale ha deciso di dedicare la sua vita ad aiutare gli altri, la sua famiglia del resto ha creato proprio un ospedale per aiutare persone che hanno bisogno di aiuto a livello mentale e Ruth non si risparmia mai in questo. L'incontro quindi con Robert Apter appare un po' inevitabile: egli è un dottore che sembra avere a cuore anche lui le malattie mentali e soprattutto ha idee su come intervenire su queste, è sicuramente una persona all'avanguardia che prima conquista Ruth a livello lavorativo e successivamente anche a livello privato, non passa infatti molto prima che i due decidano di sposarsi. Tutto quindi sembra andare a gonfie vele: Ruth ha una bella vita, un buon marito e soprattutto un uomo i cui metodi sembrano davvero funzionare, qualcosa che spinge anche Ruth stessa a continuare ad incoraggiare Robert. Ma se le intenzioni della nostra protagonista sono nobili, proprio perchè il suo obiettivo è quello di curare le persone, qualcosa che suo fratello non ha avuto, Robert invece sembra continuare a fare esperimenti su esperimenti non a beneficio dei pazienti quanto per gonfiare il suo ego, per dimostrarsi quasi un dio e quando Ruth capisce che l'uomo è arrivato ad un punto di non ritorno, non può fare altro che opporsi ai suoi metodi, qualcosa che non sarà affatto semplice e che ovviamente cambierà  tante vite, inclusa la sua.

Chiaramente questo romanzo non poteva assolutamente sfuggirmi, la trama mi chiamava a gran voce e soprattutto sapere che c'è tanta realtà qui dentro ha attirato ancora di più la mia attenzione. L'autrice ci pemette di vedere da molto vicino il punto di vista di Ruth, la protagonista della storia, e di conseguenza penso che il suo personaggio sia quello più riuscito del romanzo perchè è una persona che viene da una famiglia benestante che ha subito un lutto a causa di malattie mentali che nessuno cura e di conseguenza il suo desiderio di aiutare gli altri è genuino, nasce da un poter salvare vite e quindi anche essere d'accordo con determinati esperimenti di Robert, il dottore che assume e anche l'uomo che sposa, non la rendono cattiva perchè lei credeva davvero che le sue tecniche, così come anche risultati negativi, facessero parte di un disegno finale più grande volto a portare del bene. Quando però si accorge della verità è lei stessa a mettersi in gioco e a cercare di salvare la situazione, anche contro lo stesso uomo che ha sposato che si dimostra troppo assetato di potere per rendersi conto del male che sta facendo alle persone. La parte più dolorosa di tutte penso sia leggere le note dell'autrice in cui spiega quanta realtà c'è dietro questo romanzo: Ruth è un personaggio inventato, una donna che al suo tempo aveva bisogno di un uomo per poter essere considerata, mentre invece la figura di suo marito è ispirata a Walter Freeman che ha dato vita ad una versione velocizzata della lobotomia usando un punteruolo da ghiaccio. 
Fa male vedere che tante malattie all'epoca sconosciute venivano trattate in modo così crudele, ma alo stesso tempo è una storia che sa di realtà, così vera da meritare di essere letta e conosciuta.
Samantha Greene Woodruff ha dato vita ad una storia che crea dipendenza una volta iniziata, che fa soffrire ma che è giusto leggere sia per la tematica che per il personaggio di Ruth stessa.

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