sabato 19 maggio 2018

Recesione "L’anno in cui imparai a raccontare storie" di Lauren Wolk

Buona sera bookspediani.
Oggi vi voglio parlare di uno straordinario romanzo uscito poco tempo fa per Salani, ossia  "L’anno in cui imparai a raccontare storie" di Lauren Wolk.



Titolo: L’anno in cui imparai a raccontare storie 
Autore: Lauren Wolk
Editore: Salani
Genere: Libri per ragazzi
Data di uscita: 10 maggio 2018





Come Il buio oltre la siepe, a cui è stato paragonato da tutti i critici che l’hanno recensito, questo libro è la sintesi perfetta di avventura, suspense, impegno civile. Ambientato nel 1943, all’ombra delle due guerre, è il racconto di una ragazzina alle prese con situazioni difficili ma vitali: una nuova compagna di classe prepotente e violenta, un incidente gravissimo e un’accusa indegna contro un uomo innocente. Annabelle imparerà a mentire e a dire la verità, perché le decisioni giuste non sono mai facili e non possiamo controllare il nostro destino e quello delle persone che ci sono vicine, a prescindere da quanto ci impegniamo. Imparerà che il senso della giustizia, così vivo quando si è bambini, crescendo va difeso dalla paura, protetto dal dolore, coltivato in ogni gesto di umanità.
Una scrittura nitida e coinvolgente dà voce a una delle protagoniste più forti della letteratura contemporanea e terrà incollati alle pagine sia i ragazzi che gli adulti. L’anno in cui imparai a raccontare storie è già un classico.



IL MIO VOTO





E vedo soltanto il riflesso di quello che sono e se sembro me stesso adesso non soSiamo nel 1943, un periodo storico difficile per tutti dove la popolazione ancora si deve riprendere dalla prima guerra mondiale e dove le continue idee dei nazisti stanno per condurre il mondo ad uno conflitto, questa volta più terribile del primo.
 Annabelle è una bambina di dodici anni che vive con i genitori, i fratelli Henry e James, i nonni e la zia nella sua casa in campagna, ha una famiglia che non può definirsi ricca ma certamente le loro condizioni sono migliori di tante altre.
La vita della bambina è sempre stata scandita dalla stessa routine, senza troppi cambiamenti a rivoluzionarle la vita.
Questo fino a quando arriva in città Betty, una bambina trasferitasi dai nonni per qualche periodo perchè considerata ingestibile dai genitori.
Betty fin da subito trova in Annabelle una nemica: l'invidia verso la sua bontà e l'apparente ricchezza della sua famiglia, spinge la bambina a minacciare Annabelle, chiedendo qualcosa che le appartiene o altrimenti saranno guai per lei.


El alma reclama amor y dolor, aventuras y desgracias, dichas y rechazos, solo asi la mantienes funcionando como debe ser. Una fina maquinaria inviaible e incorporea.:Annabelle non vuole dare peso a queste minacce ma allo stesso tempo è intimorita da Betty e quando la ragazza la colpisce ripetutamente con un ramo e minaccia i suoi fratelli, non può che soccombere alla sua prepotenza.
Annabelle teme che parlare con i suoi genitori possa solo che peggiorare le cose e per questo continua a subire in silenzio i suoi continui maltrattamenti.
C'è solo una persona che va in suo soccorso: Toby.
Toby è un uomo spezzato dalla guerra, dalla quale non si è mai ripreso.
E' una persona solitaria che conduce la sua vita lontano dalla gente, da tutti è considerato pericoloso e capace di qualsiasi cosa, quando l'unica cosa che l'uomo fa è scattare fotografie all'ambiente che lo circonda e chieder ad Annabelle se può svilupparle.
Probabilmente la bambina è l'unica persona a non temerlo e a passare del tempo con lui, cercando invano di curare le sue ferite dell'animo.


21 lời trích dẫn sâu deep dành cho những trái tim lẻ bóng !!La situazione con Betty subisce un'escalation quando la migliore amica di Annabelle,Ruth, viene colpita in pieno viso da un sasso e questo le causa la perdita della vista da parte di un occhio.
E' impossibile sapere chi sia dietro questa orribile situazione e Annabelle pensa sia finalmente ora di dire la verità e smascherare la violenza di Betty, arrivando addirittura a pensare che potrebbe esserci lei dietro tutto questo.
Ancora una volta però la bambina si dimostra più avanti di lei e in un confronto tra le rispettive famiglie, diventa semplicemente la parola di Annabelle contro quella di Betty, dove nè i nonni di Betty nè i genitori di Annabelle vacillano sulle parole delle bambine.
Ma quando Betty mette in mezzo Toby, rivelando di aver paura di lui e di averlo visto colpire Ruth, Annabelle raggiunge il limite massimo di bugie, facendosi carico di scoprire la verità.
Tuttavia, quando Betty sembra sparire nel nulla, è naturale per tutti puntare il dito contro Toby e alla bambina non resta che proteggerlo con tutti i mezzi che ha a disposizione.
Ormai troppe bugie sono state dette, trovare la verità nel mucchio è sempre più difficile.


Aubrey JeanLauren Wolk ci regala un romanzo semplicemente straordinario che pone ottimi spunti di riflessione al lettore su tematiche che sono attualissime e che non sono da sottovalutare.
In primo luogo l'autrice tocca il bullismo: Annabelle è sempre stata una bambina tranquilla almeno fino a quando non ha fatto il suo ingresso in città Betty, una bambina già ingestibile dalla madre ma che dai nonni ha dato libero sfogo alla propria natura.
E' ammirevole il comportamento della protagonista, la quale cerca di giustificare in qualche modo il comportamento della bambina e cerca di intervenire da sola sulla vicenda, credendo nella sua buona fede.
Quando purtroppo accade il peggio e le minacce passano a veri e propri atti di violenza che vanno a toccare la famiglia di Annabelle, la ragazza non può più restare in silenzio e giustificarla, rammaricata racconta la verità ai genitori, i quali ovviamente le credono subito mentre invece la zia è sempre più restia alle sue parole, se non fosse che Annabelle ha le prove dei lividi.


KoGuMaZa ©Un altro tema importante è l'amicizia di Toby con Annabelle.
La bambina è l'unico contatto dell'uomo con il mondo reale, egli infatti è intrappolato nel suo mondo.
Non ha mai lasciato il campo di battaglia e si porta dentro di sè la guerra, mostrandosi all'esterno come un elemento da temere: poco curato, con abiti sporchi e maniere poco eleganti.
Tobias ormai non si sente più parte di questa realtà: ha visto e fatto troppe cose orribili, non si sente più all'altezza di nulla e l'unico modo che ha di affrontare il fardello che porta è scattare fotografie e documentare lo scorrere del tempo sempre più inesorabile.
Nessuno vede oltre la sua immagine, tutti lo giudicano per essa e lo temono, non offrendogli mai un gesto carino e puntando subito il dito contro di lui al primo accenno di pericolo.
Solo Annabelle è disposta ad aiutarlo, a trattarlo da persona umana, a provare il fatto che l'aspetto esterno spesso non corrisponde alla vera immagine di una persona.
Basta solo dargli il beneficio del dubbio.


dL’anno in cui imparai a raccontare storie è una storia che conquista il lettore fin da subito e lo trasporta in un mondo di cui ancora sentiamo l'eco, ma che ci è impossibile capire fino in fondo.
A fare da sfondo alla storia di Annabelle è un mondo che ancora affronta i demoni del passato, con una guerra alle spalle e un'altra alle porte pronta a scoppiare, con tutti i problemi che questo comporta come vedere i tedeschi di cattivo occhio o temere per la propria salvezza.
L'autrice vuole mettere in evidenza che non sempre la realtà è come sembra: nella facciata di una bambina vispa e allegra si può nascondere una rabbia incontrollabile che la trasforma in una bulla e in una persona determinata a tutto pur di avere quello che vuole a modo suo.
Ma allo stesso tempo un uomo solo, trasandato e minaccioso può esser semplicemente un soldato spezzato che ancora non è venuto a patti con quello che ha affrontato, ma che è disposto a tutto pur di aiutare chi vede in difficoltà.
Non bisogna mai giudicare una persona dall'aspetto, prima di esprimersi al riguardo bisogna almeno conoscerla.


máscara | existencialismoAnnabelle per i suoi dodici anni è una bambina tremendamente testarda e determinata: crede nella bontà degli altri e se vede qualcuno in difficoltà è pronta a tutto pur di aiutarlo.
Purtroppo però nella vita nulla è facile e le piccole bugie che racconta per cercare di risolvere una situazione già tremendamente ingarbugliata, non fanno che creare una matassa intricata ancora più difficile da risolvere.
L’anno in cui imparai a raccontare storie è una storia che spezza il cuore ma che porta con sè una lezione importante da tenere bene a mente: bisogna sempre cercare di dire la verità, per quanto dura e complicata possa essere, perchè solo questa è in grado di risolvere qualsiasi situazione difficile ci venga data da affrontare.
Il romanzo di Lauren Wolk è stato definito un classico e non potrei essere più d'accordo, questa è una di quelle letture adatte ai grandi e ai più piccoli che deve essere letta.











Nessun commento:

Posta un commento