venerdì 18 gennaio 2019

Recensione "La guerra di Margot" di Monica Hesse

Buona sera bookspediani.
Dopo la tappa del blogtour di ieri, oggi vi lascio la recensione di "La guerra di Margot" di Monica Hesse, uscito martedì per Piemme.



Titolo: La guerra di Margot
Autore: Monica Hesse  
Editore: Piemme
Genere: Narrativa
Data di uscita: 15 Gennaio 2019


L'immagine, controsole, è di una ragazzina dai capelli biondi, seduta su un muretto, intenta a scrivere sul suo diario. È la prima volta che Haruko vede Margot: il muretto è quello del campo di internamento di Crystal City, Texas. È il 1944 e a Crystal City ci sono famiglie giapponesi e tedesche, strappate al loro sogno americano per diventare prigioniere a casa propria, in nome della guerra che si sta combattendo molto lontano. Margot scrive tutto sul suo taccuino, anche quel primo incontro con Haruko. Non sa che ben presto, tra lei, di famiglia tedesca, e quella ragazzina giapponese appena arrivata, nascerà un'amicizia segreta, profonda e viscerale. Sono l'una l'opposto dell'altra, ma c'è una cosa che hanno in comune: il campo. Quel luogo senza aria che le sta cambiando profondamente. E quando Margot si troverà alle prese con un segreto che non può raccontare neanche ad Haruko, si vedrà costretta a compiere la scelta più difficile. E lo farà solo in nome dell'amicizia: perché il legame tra Margot e Haruko è più forte dell'orrore e dell'odio dei grandi.



IL MIO VOTO




@Bubbles11133355Ci troviamo nel 1944 in America, una nazione all'epoca in continua guerra con il Giappone, ma non vede di buon occhi nemmeno i cittadini tedeschi: entrambi i cittadini di queste nazioni quindi vengono osservati con il microscopio e al minimo errore, basta solo un piccolo sbaglio o un'impressione errata, vengono spediti in alcuni dei campi di internamento allestiti apposta per loro in alcune cittadine americane, strappando queste persone non solo dalla loro vita e dai loro affetti, ma anche cancellando il loro sogno di poter venire in un mondo nuovo, scappando dagli orrori della guerra per rifarsi una vita, e riducendoli a prigionieri. In particolare ci troviamo nel campo di Crystal City, in Texas, dove tedeschi e giapponesi sono divisi e non è ben visto un possibile rapporto tra di loro, vengono addirittura additati se provano a conversare, per cui avere amici non appartenenti alla stessa nazionalità è impensabile.
 Eppure per due ragazzine non lo è. Margot, una ragazza tedesca che però si considera a tutti gli effetti americana, si trova già nel campo quando vede arrivare Haruko e l'immagine di questa ragazza le rimane impressa, ma nessuna delle due osa fare nulla.
Sarà durante le lezioni che Margot rischierà di salutare Haruko, sedendosi vicino a lei, la quale però non saprà cosa dirle e nel dubbio resterà in silenzio.



accompagnarePer nessuna delle due ragazze la vita è facile: Margot incolpa il padre di aver sbagliato e quindi di aver costretto lei e sua madre a seguirlo in Texas, dove non hanno amici e non conoscono nessuno.
Mentre invece per Haruko la situazione è diversa pechè ha una sorella su cui contare e un fratello di cui preoccuparsi, visto che è stato arruolato nell'esercito. 
Eppure la ragazza ha paura di confessare sia alla sua famiglia che ai suoi amici che Ken, suo fratello, non le sembra più lo stesso, ma nessuno la capirebbe. E' quando un'improvvisa tempesta di polvere colpisce il campo e Haruko e Margot si ritrovano intrappolate insieme in attesa di poter uscire, che Haruko decide di liberarsi di tutti i pesi che ha e vomita addosso a Margot tutti i suoi problemi, la quale la ascolta e cerca di consolarla come può, senza però rivelare nulla di sè ad Haruko. E' in questo modo strano e silenzioso che nasce un'amicizia improbabile quanto determinata a combattere contro tutto e tutti, che sboccia con calma, ma che diventa indispensabile per le due ragazze, che trovano l'una nell'altra la propria roccia. Almeno fino al momento in cui Margot viene a conoscenza di un segreto che non può rivelare a nessuno, nemmeno ad Haruko, e per questo rischierà di perderla per sempre.


Image result for crystal city campDevo essere sincera: non ero preparata a come si sarebbe svolta questa storia, soprattutto se penso che in essa è contenuta un fondo di verità. Ci stiamo avvicinando sempre di più al Giorno della Memoria e per l'occasione ogni anno escono spesso letture che celebrano in qualche modo questa giornata e allo stesso tempo sono un monito, che ci permette di non dimenticare mai e poi mai quello che è successo durante la seconda guerra mondiale, elemento decisamente necessario perchè sono sicura che nessuno potrà mai cancellare le crudeltà e gli orrori di quel periodo, ma devono servire da lezione per evitare di ripetere sempre gli stessi errori, poichè certamente i tempi sono cambiati ma i pregiudizi e la voglia di dominare sugli altri ci sono tutt'ora. Spulciando quindi tra le nuove proposte il titolo di Monica Hesse ha immediatamente catturato la mia attenzione e, non appena ne ho avuto l'occasione, mi sono fiondata nella lettura, e quando l'ho terminata mi sono chiesta perchè non conoscessi l'autrice e il suo precedente romanzo, che ora voglio recuperare a tutti i costi. Quello che ci presenta la Hesse è un riquadro storico decisamente diverso dai solito, una parte di storia che onestamente ignoravo e che sono stata felice di scoprire.


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Margot e Haruko sono due ragazze di sedici e diciassette anni che non hanno nulla in comune, se non il fatto di essere state strappate contro la loro volontà alla loro vita di sempre e ora sono costrette a vivere in un campo di internamento dove sono sottoposte a conteggi continui per vedere se effettivamente si trovano dove devono, costretti a razionare il cibo e ad essere osservati come se fossero piccoli topi da esperimento, già condannati prima che possano solo compiere un piccolo errore. In mezzo a tanta disperazione e a tanta solitudine, una ragazza giapponese decide di rivelare le sue preoccupazioni e la sua storia ad una ragazza tedesca, che ha paura di raccontare la sua di storia, ma sa che può contare sull'altra e cerca di aiutarla in tutti i modi.
La loro è un'amicizia che nasce per caso, ma che ben presto diventa l'unica cosa che riesce a farle andare avanti nonostante tutti i problemi che incombono su di loro.


FallHo apprezzato tanto come l'autrice abbia curato  la parte storica, che si nota essere accurata e ben documentata, ma soprattutto l'accuratezza che ha avuto nel far sbocciare l'amicizia tra le due ragazze, che non nasce istantaneamente e non certamente per caso, semplicemente nasce perchè Haruko vede in Margot una persona su cui si può contare, una persona che non ha bisogno di troppe parole per esprimersi e che Haruko dopo qualche tempo in sua presenza riesce a comprendere con un solo sguardo e per comunicarle che sa quello che sta passando e che se vuole, lei c'è, le basta stringerle la mano.
Queste due ragazze non hanno avuto scelta nella loro vita, qualcuno ha sempre deciso per loro e tutt'ora è il governo degli Stati Uniti a guidarle in ogni loro azione. Hanno però scelto di uscire di non vivere uno dei momenti più bui e pericolosi da sole, ma in compagnia di un'amica, un'amicizia che le ha condotte ad amarsi e poi ad odiarsi.
Non è difficile affezionarsi alle due ragazze ed entrare in empatia con quello che stanno passando, anche se io ho provato molto più affetto per Margot, una ragazza che sta affrontando più guerre contemporaneamente: quella nata dalla sua nazionalità, ma anche una guerra che si svolge tra le mura della sua abitazione, dove i protagonisti sono i suoi stessi genitori.


Un #amico è la cosa più preziosa che tu possa avere e la cosa migliore che tu possa essere. [Douglas Pagels] #friendshipLa guerra di Margot è una storia che si legge tutta d'un fiato e che, nonostante il periodo storico in cui è ambientata, ci fa avere speranza nell'animo umano, ci da prova che anche in un momento così tragico e crudele ci sono persone in grado di pensare non solo alla guerra ma anche all'amicizia.
E' una lettura dolce amara, che ci offre due versioni della stessa storia e ci da prova di quanto si è disposti a fare per affetto, anche rischiando di passare per i cattivi.
Monica Hesse si è dimostrata un'autrice davvero in gamba: ha riportato all'attenzione dei lettori una storia non così conosciuta come si può credere e si è basata su quello che accadde davvero in Texas in quel periodo per renderla il più realistica possibile, e poi ha inserito due protagoniste certamente fittizie ma che sembrano realistiche per la loro buonissima caratterizzazione, perchè incappano continuamente in errori che rendono loro la vita sempre più complicata, ma in qualche modo migliore.
Mi aspettavo qualcosa di più dal finale, ma forse è giusto che si sia concluso così, su note malinconiche ma allo stesso tempo piene di amore.



si ringrazie la casa editrice 
per la copia omaggio.










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