mercoledì 29 maggio 2019

Recensione "Gli incurabili romantici" di Odile d'Oultremont + Intervista all'autrice

Buon salve bookspediani, domani arriverà in libreria "Gli incurabili romantici" di Odile d'Oultremont e io ve ne parlo subito e oltre alla recensione troverete anche una piccola intervista fatta all'autrice.


TitoloGli incurabili romantici
AutoreOdile d'Oultremont
Editore: Salani
Genere: Fiction
Data di uscita: 30 Maggio 2019



La vita di Adrien e Louise è sorretta da un incantevole caos. Meticoloso e riservato, lui va in ufficio per garantire la loro quotidianità. Operaia qualificata dell’immaginario, lei smonta la realtà per illuminarla. Il perfetto equilibrio di coppia viene però sconvolto il giorno in cui l’agenda strategica da rigoroso impiegato di Adrien coincide con la scoperta del tumore ai polmoni di sua moglie. Mentre i medici pianificano un protocollo che Louise si diverte a reinterpretare in tutti i sensi, l’impiegato modello viene esiliato in fondo a un corridoio da una ristrutturazione aziendale. Incredulo, spiazzato, Adrien decide per la prima volta di disubbidire al sistema. Non si presenterà più in ufficio per dedicare ogni parte di sé a Louise che giorno dopo giorno perde quota. Ma si può veramente sparire senza avvertire, senza preavviso? E, per quanto poetica, la fuga può ingannare la malinconia, la malattia e, infine, la morte? Un inno alla vita, un romanzo delicato e profondo che non nasconde la durezza della malattia, la sua ingiustizia, ma la racconta con un’inedita, magistrale miscela di leggerezza e fantasia.


IL MIO VOTO




Adrien e Louise sono due persone completamente diverse tra loro, eppure è bastata una breve conversazione per fargli capire che erano perfetti l'uno per l'altra: dove Adrien è scrupoloso, composto e organizzato, Louise è una donna che vive alla giornata, che sprizza gioia da tutti i pori e che prende tutto quello che viene con leggerezza, anche le cose più gravi. Louise non lavora, è infatti Adrien a portare a casa il necessario per avere una vita dignitosa, tuttavia questo cambia quando dopo più di dieci anni di duro lavoro viene trasferito in un ufficio lontano da tutto e da tutti, come se non fosse più degno di stare in mezzo agli altri.
In questo spazio miniscolo, uno sgabuzzino praticamente, nessuno si accorge della presenza di Adrien e quando l'uomo scopre che la moglie è malata, decide di non andare più al lavoro, per prendersi cura di lei e per passare ogni istante con la donna che ama. Ancora una volta la società ci dimostra quanto è menefreghista: mentre una donna è pronta ad affrontare con solarità e con il solito spirito brioso la lotta più dura della sua vita, ossia quella contro il cancro, un'azienda fa sentire i suoi impiegati talmente inutili e invisibili da non accorgersi che un loro impiegato da più di dieci anni manca all'appello da quasi un anno e invece che comprendere la sua situazione, lo cita in giudizio per riavere indietro. il compenso che ha percepito in questi mesi. Odile d'Oultremont con una penna delicata e diretta, con uno stile scorrevole e con una storia leggera ci porta in questa storia triste ma allo stesso tempo capace di strapparci un sorriso che fa decisamente riflettere sulla gravità del comportamento della società, che ormai vede solo oggetti al posto delle persone e non ha pietà nemmeno per chi vuole solo passare ogni momento con la moglie.




Gli incurabili romantici è una lettura davvero leggera, sebbene le tematiche di cui tratta siano decisamente toste e in grado di riguardare tutti noi, e questo lo si deve in primis alla protagonista femminile Louise, una donna davvero stravagante che conduce una vita diversa da quella di tutti noi perchè piena di positività e di allegria, senza mai farsi abbattere. Louise infatti è una donna che incontra per caso Adrien e che si innamora perdutamente di lui, è una donna che non ha un vero e proprio lavoro, non vuole avere figli ma ha un cane di nome Il Gatto. Louise è anche una donna che improvvisamente si ammala di cancro, ma al contrario di tanti altri non prende la notizia come una condanna a morte. ma vede in essa una scusa perfetta per godersi al massimo la sua vita ogni singolo giorno, senza dare mai nulla per scontato e rendendosi certamente conto della gravità della situazione, ma restando sempre positiva e frizzante, anche quando le forze le vengono meno.
Al contrario suo marito Adrien ha una visione totalmente diversa dalla sua e del resto lui deve andare al lavoro per poter mantenere la famiglia, eppure quando Louise si ammala e quando la sua ditta decide di confinarlo in un ufficio che è un vero e proprio scantinato, dove nessuno lo osserva o lo va a cercare, Adrien decide per una volta di fare lui una follia e di non presentarsi più al lavoro, godendosi ogni attimo con sua moglie. Quello che è peggio però è che nessuno si accorge della sua assenza.


Le tematiche quindi sono attualissime e soprattutto toste: in primis si parla di cancro, ma l'autrice per quanto faccia vedere come la situazione non è propriamente rosea, non appesantisce mai la storia e lascia il lettore libero di sognare con la stessa Louise, facendolo sentire più leggerlo e facendolo anche sorride perchè nonostante tutto la donna non accenna ad abbandonarsi a se stessa, conserva il suo carattere bizzarro e pieno di vita in ogni momento.
In secondo luogo invece si parla di invisibilità, di quanto sia grave che in un'azienda una persona non venga notata da più di un anno e il fatto stesso che questo sia un fatto di cronaca mi lascia ancora più basita, perchè non solo ormai agli occhi della società siamo tutti uguali ossia nessuno è indispensabile e tutti sono sostituibili, ma così viene anche privata l'umanità che si ha e che ci distingue dagli animali, anche se onestamente devo ammettere che dimostrano di averne più loro che noi perchè piano piano siamo noi che stiamo diventando dei veri e propri animali, non più degni di essere chiamate persone per le azioni ignobili che compiamo ogni giorno. Sebbene quindi gli argomenti trattati siano forti, i personaggi e lo stile di scrittura dell'autrice riescono a renderli più leggeri di quanto appaiono, permettendoci di goderci la storia ma lasciandoci alla sua conclusione il tempo di riflettere su quanto letto.


La storia di Odile d'Oultremont si snoda in due tempi narrativi diversi: il primo vede Adrien sotto processo in quanto non si è presentato per un anno al lavoro e ha comunque percepito lo stipendio perchè nessuno si è accorto della sua assenza, il secondo invece vede la sua storia con Louise, fin da quel primo incontro in cui Adrien l'ha vista e non ha potuto resistere alla sua personalità stravagante ma soprattutto alla sua positività.
I capitoli, molto brevi e diretti, scorrono via che è una bellezza, anche se a me è piaciuta molto di più la parte dedicata al processo di Adrien perchè ancora una volta ha fatto capire in che pessima situazione ci troviamo, umanisticamente parlando, se siamo arrivati al punto di portare a giudizio una persona che ha percepito lo stipendio ingiustamente per un anno, quando l'errore risiede nell'azienda stessa, che non ha mai notato la mancanza di un essere umano nelle sue fila. La parte amorosa dedicata a Louise e Adrien è certamente frizzante, bizzara e solare, tuttavia non mi ha convinta fino in fondo. Odile d'Oultremont al suo esordio narrativo ha regalato al lettore una storia che parla di attualità e che fa riflettere su tantissimi elementi riguardanti la nostra società, soprattutto però aiuta ad affrontare anche le situazioni più gravi con più leggerezza, permettendoci di respirare.




INTERVISTA ALL'AUTRICE


1. Cosa ti ha ispirato a scrivere questa storia?
Mi ha dato l'ispirazione un fatto di cronaca in cui ho letto di un uomo che non si è presentato al lavoro per ben cinque anni e nessuno si è mai accorto di nulla e veniva comunque pagato dalla società. Questa notizia mi ha veramente scioccata e mi ha fatto capire che rifletteva molto bene il malessere della società in cui ci troviamo, una società disumanizzante e disumana in cui non ci si rende conto della mancanza di una persona per cinque anni nel posto di lavoro. Ed ecco come è nato Adrien, tuttavia per costruire la storia mi serviva un motivo per far lasciare all'uomo il lavoro e ovviamente volevo scrivere una storia che parlasse anche di amore, per cui ho creato Louise. Gli incurabili romantici racchiude tanti elementi poichè è una storia di amore, ma anche di malattia ed è anche un riflesso della nostra società. Per questa storia sono partita da un determinato punto di partenza e sono arrivata ad un punto di arrivo completamente diverso da come lo avevo pensato, perchè poi durante la storia e il suo sviluppo le tematiche prendono piede e ci si lascia guidare da essa per cui è giusto avere un punto di partenza ben definito ma è anche bello avere un punto di arrivo diverso da quello che si pensava.


2. Come è nato il personaggio di Louise, una donna molto bizzarra che reagisce in modo totalmente inaspettato alla sua malattia?
Louise è un personaggio creato apposta per essere diverso, irragionevole. Lei accetta la sua malattia ma ha una visione totalmente scollegata di essa. Del resto io stessa non volevo scrivere una storia parlando del cancro così come è, perchè sarebbe stata certamente una storia dura e intensa, mentre io volevo che fosse leggera. Louise infatti affronta la sua malattia con leggerezza formale e questo si rifà al suo passato poichè una notizia che le è stata detta era in verità una bugia e questo le ha portato squilibrio nell'accettare tutto quello che è avvenuto da quel momento.
Louise è un personaggio che sfida la realtà, accetta la sua malattia ma cone sfasamento costante.


3. Il romanzo è certamente una storia forte, che non risparmia i momenti più duri al lettore ma che riesce ad alleggerli soprattutto grazie a Louise e alla sua leggerezza. Come sei riuscita a creare l'equilibrio perfetto?
Questa è una bellissima domanda ed è difficile dare una risposta, ma ci provo. Quando ho iniziato a scrivere la storia non mi sono data alcun tipo di imposizione: mi spiego meglio, essendo il mio primo romanzo la scrittura era febbrile e parlavo di tematiche importanti come il cancro e come la disumanizzazione delle persone, per cui l'ho fatto con una mano più leggera possibile e per farlo mi occorreva libertà totale, ossia nessun tipo di censura, mi sono affidata alla stessa musicalità delle parole e il risultato è stato appunto aver creato una storia più leggera.
Ho portato il lettore all'interno di questa avventura senza soffocarlo, riuscendo anche a farlo ridere e sorridere e dandogli speranza, poichè dopo tutto è anche una storia di speranza e che vuole dare speranza.


4. Ho letto che hai lavorato come sceneggiatrice per cui ti chiedo: questo ti ha aiutato per il tuo primo libro?
Mi ha aiutato tantissimo, anche se ho notato subito un paio di differenze: nella sceneggiatura si è più vincolati in primis perchè si lavora insieme ad una equipe e poi perchè ci sono i produttori a cui fare riferimento, i canali e tanti altri.
Invece per quanto riguarda la scrittura del romanzo mi sono sentita molto più a mio agio perchè ero sola e quindi avevo totale libertà. L'esperienza mi ha certamente aiutato per la trama anche perchè la storia si snoda in due archi temporali ossia tra il processo di Adrien e la sua vita amorosa con Louise, quindi sapevo come districarmi, però ho notato che è stato anche un handicap perchè alla prima bozza del libro mi hanno detto che era troppo destrutturato, infatti se ci pensi un film lo vedi tutto subito, senza pause, mentre invece la lettura di un libro può durare anche alcune settimane e di conseguenza deve permettere al lettore di farlo senza svelare tutto subito e senza mettergli fretta.


5. Molti autori inseriscono un pezzo di loro nella storia e nei personaggi, in questo romanzo quanto possiamo trovare di te e della tua esperienza?
Onestamente mi differisco dalla maggior parte degli autori perchè nè in questo romanzo nè nel secondo c'è qualcosa di autobiografico o che in qualche modo mi riguarda.
Il motivo è semplice: ho bisogno di allontanarmi dalla mia vita per scrivere e questo mi spinge anche ad essere più creativa perchè mi spinge ad uscire da tutto ciò che conosco e per farlo devo fare continue ricerche ed entrare in mondi che non conosco. Per esempio ora come ora (poi tocchiamo ferro) nella mia famiglia nessuno ha mai avuto il cancro e nessuno ha mai perso il lavoro, mentre invece nel secondo romanzo i protagonisti sono un uomo che guida una gru e una ragazza che vuole fare il marinaio, per cui ancora una volta mi discosto totalmente da chi sono e da cosa conosco per entrare in mondi da scoprire.
Sicuramente senza volerlo ho lasciato qualche traccia di me nel romanzo, qualche piccolo elemento, ma in generale mi estraneo totalmente dalla mia vita per scrivere.








1 commento: