venerdì 9 agosto 2019

Recensione "Nel silenzio delle nostre parole" di Simona Sparaco

Buon salve bookspediani.
Ormai sono in pieno mood recupero, e quindi ecco a voi anche la recensione del romanzo di Simona Sparaco, ossia "Nel silenzio delle nostre parole" edito da Dea Planeta.



Titolo: Nel silenzio delle nostre parole
AutoreSimona Sparaco
Genere: Narrativa
Editore: Dea Planeta
Data di uscita: 14 Maggio 2019


È quasi mezzanotte e una nebbia sottile avvolge la metropoli addormentata. In un palazzo di quattro piani, dentro un appartamento disabitato, un frigorifero va in cortocircuito. Le fiamme, lente e invisibili dall'esterno, iniziano a divorare ciò che trovano. Due piani più in alto, Alice scivola nel sonno mentre aspetta il ritorno di Matthias, il ragazzo che ama con una passione per lei nuova e del quale non è ancora riuscita a parlare a sua madre, che abita lontano e vorrebbe sapere tutto di lei. Anche Bastien, il figlio della signora che occupa un altro degli interni, da troppi mesi ormai avrebbe qualcosa di cruciale da rivelare alla madre, ma sa che potrebbe spezzarle il cuore e non trova il coraggio. È un altro tipo di coraggio quello che invece manca a Polina, ex ballerina classica, incapace di accettare il proprio corpo dopo la maternità, tantomeno il pianto incessante del suo bambino nella stanza accanto. Giù in strada, nel negozio di fronte, Hulya sta pensando proprio a lei, come capita sempre più spesso, senza averglielo mai confessato, ma con una voglia matta di farlo. Per tutti loro non c'è più tempo: un mostro di fuoco sta per stravolgere ogni prospettiva, costringendoli a scelte estreme per colmare quei silenzi, o per dare loro un nuovo significato. 


IL MIO VOTO


Ho sentito parlare tanto di questo romanzo e quando mi è stato proposto di leggeerlo, non ho esitato perchè tremendamente incuriosita da questa storia che si ispira ad un fatto di cronaca, ma che non vuole essere un romanzo che si limita a riportare dei fatti, ma semplicemente una storia che fa capire quanto è fragile il confine tra la vita e la morte e soprattutto una storia che fa riflettere sui propri legami affettivi, in particolare quelli che abbiamo con i nostri genitori. Il libro inizia in media res: ci troviamo davanti ad un palazzo di Berlino che sta bruciando e non sappiamo chi uscirà vivo dal quel fuoco che sta distruggendo non solo un edificio, ma delle vite, e poi l'autrice pensa bene di tornare indietro nel tempo, a prima che l'incendio scoppiasse, presentandoci i personaggi di questa storia, che sebbene vivano nello stesso palazzo non si conoscono, ma stanno per affrontare un'esperienza che li unirà per sempre.
C'è Polina, una ex ballerina russa che ha appena avuto un figlio che non riconosce come suo, che pensa sia un'estraneo. Polina fatica ad accettare la maternità, costantemente infastidita dalle urla del piccolo, di cui si occupa principalmente da sola, anche se il padre vuole essere coinvolto e fa quello che può per prendersi cura del piccolo. Polina vive proprio accanto all'appartamento che causerà la distruzione dell'edificio, eppure non si accorge di nulla, perchè il fuoco è silenzioso, si prende il suo tempo per divampare eppure la distruzione di tutto avviene sempre in un attimo.


C'è Alice, una ragazza che non si dovrebbe trovare nell'edificio, ma da qualche tempo si è trasferita lì con Matthias, il ragazzo tedesco con cui convive e di cui sente di essere terribilmente innamorata. Alice è una ragazza italiana che sta facendo l'erasmus a Berlino, una ragazza che è sempre stata unita con la madre, che sente tutti i giorni e infatti la donna non fa che chiamarla per sapere se sta studiando e soprattutto quando tornerà a casa, perchè sebbene il lavoro la tenga occupata, le manca la figlia.
Alice non potrebbe essere più felice al momento, felice di essere a Berlino e di vivere nel presente, con Matthias, un presente che ben presto diventerà insostenibile a causa di quel fuoco che piano piano si sta espandendo nel palazzo.
Poi c'è Naima, una donna bloccata da ormai tanti anni in una sedia a rotelle, che vive con il marito nell'edificio, un uomo segnato dall'età ma che in certo senso sembra spezzato, come se non avesse più voglia di vivere, nemmeno di parlare con sua moglie, tanto meno con il figlio Bastien, un ragazzo che spesso ha causato loro dolore, un ragazzo che nasconde un segreto e che sa che una volta detto a voce alta cambierà per sempre le loro vite.
Ed infine c'è Hulya, una ragazza che lavora al negozio di fronte e che è testimone inconsapevole della tragedia che sta per svolgersi, la quale potrà chiamare aiuto solo quando sarà troppo tardi, perchè il fuoco non è mai clemente.


Simona Sparaco con una prosa poetica e toccante ci conduce con calma all'interno di questo incubo. Sappiamo già che la tragedia è inevitabile, ma l'autrice ci costringe a conoscere i personaggi designati a trovarsi all'interno dell'edificio nel momento dell'incedio e ce li fa amare per le loro insicurezze, per le loro imperfezioni e soprattutto per i loro legami affettivi. Man mano che il tempo passa e che ognuno di loro crede di avere giorni, mesi, anni a disposizione per il proprio futuro, non possiamo fare a meno di sentirci vicino a loro e di sperare che tutti in qualche modo riescano a salvarsi. Sono emozionanti i momenti che precedono l'incendio, ogni storia è toccante a modo suo: quella di Alice è caratterizzata da una famiglia troppo protettiva, che vuole per lei solo il meglio e la madre infatti si assicura che la figlia studi e affronti al meglio gli esami anche a distanza. Il loro è un rapporto meraviglioso, la madre vive attraverso la figlia quella bellissima esperienza che è viaggiare e annota tutto in un quaderno che spera di farle leggere un giorno. Alice non dovrebbe trovarsi nell'edificio, eppure non può fare a meno di stare con Matthias, un ragazzo tedesco che ha conosciuto proprio in facoltà e con cui spera di costruire un futuro, ignara degli attimo che nel piano sotto di lei sta regnando distruzione.


La sua storia è quella che più mi ha toccato, insieme a quella di Naima e Bastien, un ragazzo che prova ad arrivare a sua madre e a rivelarle una verità scomoda, una verità che la donna non vuole sentire e per questo non fa che litigare con il figlio, il quale vorrebbe portare in casa di cura perchè sa che non ce la fa più a prendersi cura di se stessa e del marito. La maestria con cui l'autrice ha tessuto questa storia mi ha spezzato il cuore, mi ha completamente spiazzato e non ci sono parole per descrivere con quanta semplicità è riuscita a raccontarla e a farla amare.
Mi sono sentita più distante dalle storie di Hulya e Polina, sebbene entrambe siano degne di nota: la prima sa già il suo destino, ossia sposare un uomo ed essere semplicemente una procreatrice di bambini, non importante quale uomo sia, perchè uno vale l'altro, il suo destino non potrebbe cambiare, anche se il suo cuore desidera altro. Polina invece si ritrova un tesoro prezioso tra le mani, suo figlio, con cui tuttavia non riesce a legare e non sopporta più di sentire piangere. La gravidanza è stata difficile per lei da accettare, in particolare per il suo corpo e ora non si ritiene all'altezza del compito. Ecco quindi che questi personaggi non sono solo legati da un tragico destino che sta per cambiare le loro vite, ma dai legami affettivi che condividono, ossia ognuno di loro mette in risalto la relazione tra un genitore e un figlio ed è questo a toccare ancora di più l'animo del lettore.


Dopo essere entrati nelle vite di questi personaggi e aver vissuto un giorno in loro compagnia, il lettore non è pronto a lasciarli andare e ad affrontare insieme a loro quel momento di distruzione che è destinato a cambiare per sempre le vite non solo di questi personaggi, ma anche delle loro famiglie. Simona Sparaco in questi momenti così delicati, in attimi che sembrano immobilizzarsi nel tempo e durare all'infinito, ci regala una storia che rimane impressa nella mente e nel cuore del lettore, una storia che si ispira ad un fatto di cronaca certo, ma ci offre l'occasione in prima linea di sapere cosa significa essere in fragile equilibrio tra la vita e la morte, qualcosa che ci si augura di non avere a che fare se non a tarda età, quando già si può dire di avere vissuto e quindi di non avere rimpianti.
Nel silenzio delle nostre parole è una lettura che sono terribilmente felice di aver affrontato, che in qualche modo è entrata dentro di me e che sono certa resterà con me per tantissimo tempo, perchè una prosa così evocativa e una lettura così toccante raramente mi è capitata per le mani, una storia che non può passare inosservata e che grida la voglia di vivere in ogni pagina, come allo stesso tempo grida il dolore per una tragedia che poteva essere evitata, ma che purtroppo così non è stato. Simona Sparaco ha creato una storia che dà tanto, ma allo stesso tempo pretende tanto dal lettore stesso, che una volta arrivato all'ultima pagina non può fare a meno di sentirsi diverso, colmo di emozioni contrastanti e completamente distrutto, ma allo stesso tempo innamorato di questa incantevole lettura.



si ringrazia la casa editrice

per la copia omaggio


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