domenica 20 ottobre 2019

Recensione "Macchine Mortali 3 - Congegni Infernali" di Philip Reeve

Bookspediani, vi do la buona notte parlandovi di Macchine Mortali 3 - Congegni Infernali" di Philip Reeve.

Macchine mortali - Congegni infernali di [Reeve, Philip]

Titolo: Macchine Mortali - Congegni infernali
AutorePhilip Reeve
Editore: Mondadori
Genere: Sci-Fi
Data di uscita: 16 Luglio 2019





I potenti motori di Anchorage sono fermi e ricoperti di ruggine ormai da anni. Da tempo, infatti, la città derelitta non solca più le lande del ghiaccio, ma si è stanziata sulla costa di quella che una volta era l'America. Tom Natsworthy ed Hester Shaw hanno abbandonato la loro vita avventurosa e finalmente hanno messo radici. Forse, per la prima volta nella vita, si sentono davvero felici. Peccato che alla loro primogenita Wren tutta questa tranquillità annoi da impazzire e che scalpiti per lanciarsi in qualche avventura memorabile. Così, quando si imbatte in Gargle, un pirata galante alla guida di un gruppo di ladruncoli, i Ragazzi Perduti, che le chiede di aiutarlo a rubare il misterioso e pericoloso Libro di latta, non può che accettare, attratta da un'avventura tanto intrigante. Ma il furto non va esattamente come previsto e Gargle e la sua banda fuggono portando via con loro Wren, e lasciando a Tom ed Hester un'unica possibilità: abbandonare la loro vita pacifica per ritrovare la figlia, e quindi metterla in salvo. Una ricerca che condurrà sulla loro strada nemici che pensavano di essersi lasciati oramai alle spalle e che li costringerà a compiere scelte radicali.


IL MIO VOTO






Questa settimana è finalmente uscito, dopo tanti anni di attesa, il quarto e ultimo capitolo della serie di Macchine Mortali e io ve ne parlerò molto presto, ma siccome non avevo ancora recensito il terzo volume di questa saga, mi sembrava giusto parlarvene prima di affrontare la conclusione della serie. Un capitolo, questo terzo, devo dire leggermente sottotono: il primo libro mi aveva decisamente incuriosita, il secondo mi era piaciuto tantissimo e questo l'ho trovato interessante ma mancante di qualcosa. In primis bisogna ammettere che il salto temporale dalla fine del secondo libro a questo è decisamente notevole: parliamo infatti di ben quindici anni, un periodo di cui non sappiamo quindi granchè se non che Tom e Hesther hanno avuto una bambina, Wren, e che si sono allontanati dalla loro vita avventurosa e pericolosa per restarsene tranquilli ad Anchorage, una città mobili i cui motori si sono spenti da anni e ha messo finalmente le radici in quella che era una volta l'America. Troviamo quindi una Wren già adulta, una ragazzina di quindici anni, ribelle e scontrosa che vuole vivere all'avventura, come hanno sempre fatto i genitori e che si caccia spesso nei guai, cosa che la porterà a rubare un famoso libro ed essere rapita, costringendo quindi Tom e Hester a tornare ai vecchi usi e costumi per ritrovarla e soprattutto per capire cosa è davvero il "Libro di latta", un libro che Wren ha rubato dalla sua città, credendo di fare la cosa giusta e di vivere una grande avventura, non sapendo di fare esattamente quello che i suoi genitori hanno sempre fatto in grande stile: mettersi nei guai.



Devo ammettere che questo salto temporale mi ha destabilizzato non poco, tanto è che credevo di essermi persa un pezzo perchè all'inizio non riuscivo più ad orientarmi. Mi è certamente piaciuto vedere quasi un cambio di testimone tra Wren e i suoi genitori, tuttavia mi sarebbe piaciuto avere un poco più di contesto e ovviamente mi è dispiaciuto non vedere Tom e Hester alle prime armi come genitori, che qui invece troviamo in piena crisi genitoriale perchè Wren è una vera ribelle, una ragazza che vuole il brivido, quell'avventura con cui è cresciuta sentendo le storie dei sui genitori e questo la spinge ad essere avventata, come di fatto lo è sempre stata Hester.
L'aggiunta del suo personaggio ha contribuito certamente a rendere la storia molto più interessante, il suo punto di vista è nuovo, fresco, e pieno di ironia, ma anche di intraprendenza: mi è sembrato infatti di ritrovare la vecchia Hester, solo in una versione aggiornata e quindi il tocco che dà questa ragazza alla storia è fantastico, oltre che a dare vita alla trama di questo terzo libro. 
Un altro gradito ritorno è stata la presenza di Shrike, che vediamo fare qualche comparsa e ritroviamo senza memoria, completamente rinato, ma sebbene resti un robot, ha comunque qualche reminescenza del passato e di Hester. E ovviamente non può mancare Anna Fang, anche lei un personaggio essenziale nel primo libro, completamente trasformato nel secondo e ora ancora più spaventoso nel terzo. Fanno la loro figura anche i Ragazzi Sperduti, un gruppo di bambini guidato da una figura chiamata lo Zio, che già ci aveva tenuto compagnia nel secondo libro e che questa volta si supera certamente, facendoci capire che una volta che si è un ragazzo sperduto, è difficile uscirne.


Hester e Tom da protagonisti passano ad essere personaggi quasi secondari: certamente sono presenti e ben determinati a ritrovare la figlia, anche se devo dire che questa scelta, per quanto riguarda Hester in particolare, non mi è dispiaciuta. Tom in questo romanzo l'ho trovato la versione migliore di se stesso, un uomo ormai di trent'anni con una moglie che ama e con cui sta da almeno quindici anni e con una figlia per cui stravede, come è giusto che sia, anche se troppo spesso prende le sue parti e la vizia, cercando di non assecondare il suo bisogno di vedere il mondo. Certi suoi comportamenti non li ho trovati coerenti con il tipo di uomo che dovrebbe essere, ma sono davvero dei dettagli, per cui è facile passarci sopra. Quella che invece non mi è piaciuta proprio è stata Hester. La ragazza ha sempre avuto un carattere difficile, ma nei primi due libri ha sempre avuto uno scopo e quindi forse si è vista meno questa parte di lei. Ora che la troviamo in versione mamma e basta, senza più scontri da affrontare o nemici da combattere, si dimostra terribilmente pesante, tratta spesso Wren in malo modo e soprattutto ha reazioni non adatte ad una donna di trent'anni, che sembra addirittura gelosa dell'amore del marito verso la figlia, qualcosa che non mi è piaciuto per nulla e che mi ha fatto capire che è certamente un personaggio complesso, ma questa volta l'autore ha voluto calcare troppo la mano e si sa che il troppo, stroppia, creando quindi un grande pastrocchio.


Il mondo creato da Philip Reeve si rivela essere ancora una volta l'arma vincente di questo romanzo: come già detto è passato un po' di tempo dalla conclusione del secondo libro a questo terzo e questo ha dato modo all'autore di portare il contesto su un altro piano. Infatti il primo libro era iniziato con Reeve che ci spiegava questo mondo in cui le città erano delle vere e proprie costruzioni che si muovevano, sempre pronte ad attaccare per non essere attaccate e a combattere per avere cibo o persone da poter usare come schiavi per mandare avanti gli ingranaggi della città. Ora scopriamo che il mondo è nuovamente cambiato, non c'è più quella sete di potere, quel bisogno costante di doversi nascondere per sopravvivere, esiste infatti la possibilità di poter avere una vita normale, così come la hanno Tom e Hester insieme a Wren, situati in un punto che combacia con quella che una volta era l'America. Eppure, per chi non ha conosciuto il mondo delle macchine mortali come erano dieci o quindici anni prima, la voglia di vedere il mondo è grandissima e questo lo vediamo da Wren, che odia la sua vita pacifica e che quindi non può che attirare guai. Ancora una volta Reeve tira in ballo i suoi robot preferiti, tra tutti Shrike, che si rivela davvero un personaggio interessante, uno dei pochi robot con una parvenza di memoria del suo passato, e Anna Fang, un personaggio molto caro nel primo libro che dal secondo hanno trasformato in un robot molto pericoloso. Questa serie quindi merita di essere letta solo per il worldbuiling, sempre ben costruito e in continua evoluzione, che cattura il lettore e lo incanta con le sue innovazioni.


Macchine Mortali - Congegni Infernali si è rivelato un libro che a mio avviso poteva essere gestito meglio, sicuramente per quanto riguarda l'inizio, che in qualche modo poteva fare un riassunto dei quindici anni appena trascorsi, visto che comunque il romanzo non è corposo, qualche pagina poteva essere aggiunta proprio per questo scopo perchè onestamente è molto destabilizzante per il lettore, in particolare se viene letto a distanza di qualche mese dal precedente. Anche la caratterizzazione di alcuni personaggi poteva essere diversa, in particolare per quanto riguarda Hester, che mi è sembrata totalmente diversa dagli altri libri, oppure si è rivelata per quello che è davvero, anche questa può essere un'opzione, mentre invece la scelta di aggiunger Wren è stata la vera salvezza di questo romanzo, insieme al worlbuilding, perchè è lei che suscita curiosità e in cui ci si può rispecchiare: è infatti una ragazza cresciuta nella bambagia che vuole solo veder il mondo, anche se questo significa mettersi nei guai. Ancora una volta Reeve ci parla di questo romanzo in terza persona, dandoci modo di seguire più punti di vista e più scene in contemporanea, cosa che in questo romanzo apprezzo perchè necessaria.
Alla fine della storia ho avuto l'impressione che questo romanzo sia stato creato per prepararci al gran finale, perchè davvero troppo sottotono rispetto al solito, e martedì, in occasione della recensione del quarto, vi dirò se effettivamente le mie impressioni erano giuste e se la storia ha una degna conclusione, intanto posso dirvi che per gli amanti della serie questo capitolo non può non essere letto, ma sicuramente lascia con l'amaro in bocca.



si ringrazia la casa editrice
per la copia omaggio.





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