venerdì 21 agosto 2020

Review "Oltre le scale" di Lorrie Moore

Buon salve bookspediani.
Oggi vi parlo di "Oltre le scale" di Lorrie Moore!

Oltre le scale di [Lorrie Moore]

Titolo: Oltre le scale
Autore: Lorrie Moore
Editore: La nave di Teseo
Genere: Fiction
Data di uscita: 23 Luglio 2020



Tassie Keltjin ha vent’anni e si è appena trasferita all’università, alla ricerca di nuovi orizzonti che non fossero quelli della sua cittadina agricola del Midwest dov’è cresciuta. Qui incontra un ambiente stimolante fatto di libri, film e discussioni culturali. Quando all’inizio del secondo semestre comincia a lavorare come babysitter per una famiglia affascinante e mondana si trova coinvolta sempre più nella loro vita e nel loro mondo uscendone trasformata per sempre. Dopo anni, nonostante la vita e l’amore l’abbiano portata altrove e fatta crescere, inaspettatamente, passato e presente si incontrano di nuovo.
Con la sua scrittura acuta e ironica e la sua capacità di creare personaggi profondi e sfaccettati, Lorrie Moore riesce a descrivere con precisione e senza indugi lo stato d’animo e le difficoltà degli Stati Uniti dopo l’11 settembre 2001, tracciando un ritratto della società americana divisa tra le sue ambiguità, le sue speranze e le sue paure.


IL MIO VOTO






Tassie è la protagonista di questo romanzo, una ragazza che studia all'università e nel frattempo cerca qualche lavoretto per mantenersi e la sua scelta ricade infatti nell'essere una babysitter. Ha poca esperienza nel settore e spera di essere presto chiamata, ma non sempre ha fortuna, almeno fino a quando una coppia, e in particolare Sarah, non la prende in simpatia. Sarah non è ancora madre perchè non è incinta, ma presto lo diventerà tramite l'adozione e quindi vuole avere accanto Tassie in ogni step di questo cambiamento, a partire dall'essere presente anche la prima volta che incontrerà la bambina. Questo tuttavia non sempre va secondo i piani e infatti occorreranno diversi tentativi prima che Sarah possa trovare la sua bambina, per cui è disposta a tutto, anche a compiere promesse che non può o non vuole mantenere. Questa bambina del resto è diversa da tutto quello che sia Sarah che Tassie si immaginavano perchè è mulatta, quindi ha un colore di pelle diverso e questa diversità, in una realtà successiva al 11 settembre 2001 e questo non può fare a meno che condizionare i pensieri della gente. Ma quello che invece condiziona Tassie è invece l'essere a stretto contatto con Sarah ed Edward, una coppia con una vita e un mondo ben diverso dal suo, che finirà per condizionarla inevitabilmente. Tassie è quindi una protagonista interessante, sicuramente diversa da Sarah, che è una figura molto importante ma con cui non riusciamo ad entrare in contatto perchè si tiene a distanza, una ragazza che si ritrova in un mondo diverso dal solito e che ovviamente ne esce cambiata, ricordandosi quel momento per sempre.


Quello che Lorrie Moore affronta in questo romanzo sono tematiche davvero importanti quanto attuali e lo dimostra anche tramite frasi brevi ma che di fatto esprimono tutto. Dopo gli attacchi del 11 settembre 2001 è chiaro che la paura si è moltiplicata, perchè non ci si sente sicuri in casa propria, nel proprio paese in cui si è nati, ma allo stesso tempo è nata la paura verso chi è diverso, come se fosse il colore della pelle a determinare chi è buono e chi invece cattivo e quindi in questo caso sono i bianchi ad essere buoni, mentre invece le persone di colore sembrano avere il gene della cattiveria, quando invece non ci si sofferma a pensare che sono le nostre azioni a determinare chi siamo e non certamente il colore della pelle. In questo caso si parla di portare nella propria famiglia e quindi di adottare una bambina di colore, un problema che Sarah ed Edward non sembrano porsi ma tanti altri si e infatti una frase che salta all'occhio è che spesso si è disposti ad arrivare fino in Cina pur di avere un bambino di pelle bianca, piuttosto che restare in America e aiutare anche tanti bambini di colore a trovare una casa, bambini che ovviamente sono innocenti e non hanno alcuna colpa, se non apparire diversi dall'esterno. E' quindi il pregiudizio ad essere il perno centrale del romanzo, quella paura del diverso che mai come dopo il 2001 si è manifestata, ma che tutt'ora caratterizza tante persone e quindi Oltre le scale non può che essere un romanzo più attuale che mai.


Lorrie Moore è un'autrice che non ha bisogno di presentazioni perchè è la sua fama a parlare per lei, tuttavia io personalmente non avevo ancora letto nulla scritto da lei e questa è stata davvero una piacevole prima impressione. Il romanzo è sicuramente qualcosa di particolare, non è una storia scorrevole ma non per colpa dello stile, quanto per il fatto che i temi di cui parla, come appunto il razzismo, l'essere diversi e la paura di cosa questa diversità comporta, sono davvero tosti e ovviamente ancora attualissimi, per cui occorre più di una leggera letta per andare avanti, occorre concentrazione e occorre dare il giusto peso a quello che si è appena letto e questo quindi porta via del tempo. Non è una lettura pesante in questo senso, stimila davvero a riflettere su quanto si legge, tuttavia occorre tempo per assimilare quello che l'autrice racconta e quindi non è propriamente una lettura estiva, in cui si cerca qualcosa di più leggero, è una lettura che richiede la giusta attenzione e, a chi è disposto a darla, sono certa che saprà essere premiato dalla storia.
Questa nuova veste del resto permette proprio a chi non aveva mai letto questa storia della Moore di recuperarla, con una traduzione che cerca di avvicinarsi il più possibile alla versione inglese, anche se tante cose purtroppo sono impossibili da riportare in lingua italiana e questo comporta una grande presenza di note esplicative, così come una piccola perdita di quella leggerezza e ironia che l'autrice voleva dare, eppure rimane comunque una storia che, sebbene parli dell'America di quasi dieci anni fa, riesce comunque ad essere una lettura attuale e questo ci fa capire che dopo tutto passano gli anni, ma non sempre passa la paura e la discriminazione del diverso, ma questo non può che farci sperare che in futuro qualcosa cambi.



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