mercoledì 16 febbraio 2022

Recensione "L'ultima ragazza alla festa" di Bethany Clift



Titolo: L'ultima ragazza alla festa
Autore: Bethany Clift
Editore: HarperCollins Italia
Genere: Distopico
Data di uscita:  17 Febbraio  2022



In un futuro molto vicino, il mondo come noi lo conosciamo non esiste più. L’umanità è stata completamente cancellata dalla faccia della terra. Eppure, qualcuno è sfuggito al suo destino. Sola, in una Londra silenziosa in cui anche tutto quello che poteva sembrare innocuo, come un gabbiano o un topo, è diventato potenzialmente mortale, una ragazza è sopravvissuta. Non è nemmeno lontanamente un’eroina dei videogiochi, in tuta mimetica ed esperta di sopravvivenza. È una ragazza normale, anche un po’ imbranata, il cui primo istinto non è cercare di salvare il mondo, ma ubriacarsi e saccheggiare Harrods. È completamente impreparata ad affrontare il futuro da sola e anzi ha passato la sua intera vita a sacrificare i propri desideri e a nascondere i sentimenti per compiacere gli altri. La carriera, il matrimonio, il modo di vestire, la scelta del quartiere in cui vivere, tutte, ma proprio tutte le decisioni importanti le ha prese solo per soddisfare le aspettative altrui.

Ma, adesso che è completamente sola (eccezion fatta per il suo compagno di disavventure, un golden retriever dall’espressione sorridente) e non è rimasto proprio nessuno da accontentare, chi sceglierà di essere?


IL MIO VOTO


Quando la trama di un romanzo inizia con "Vaffanculo, è l'ultima parola che ho detto ad un altro essere umano, se avessi saputo che era l'ultima l'avrei scelta con più cura" penso che resistere a questa storia sia altamente impossibile. E infatti è proprio così che inizia il romanzo di Bethany Clift, ma per comprenderlo meglio, l'autrice deve farci capire prima il contesto. La protagonista della storia è una donna il cui nome non ci viene rivelato che decide di raccontare la sua stessa storia al lettore, partendo dal momento in cui ha detto la sua ultima parola ad un altro esser umano perchè troppo arrabbiata per aver perso suo marito in un mondo che ha affrontato il Covid e ne è uscito vittorioso, ma che è stato preda di una nuova pandemia che non è iniziata in Cina questa volta, eppure allo stesso modo si è diffusa ed è stata rinominata 6GM che significa sei giorni massimo perchè è il tempo che impiega il virus ad uccidere una persona una volta infettato, per cui si capisce bene che non ci sono tante possibilità di salvezza. La nostra protagonista ci fa capire che James, suo marito, è la persona che l'ha salvata e che le ha permesso di andare avanti, prima di lui stava andando alla deriva e soffriva tanto di attacchi di panico, viveva ancora con i genitori e non aveva prospettive rosee per il futuro, ma conoscerlo le ha dato la forza di vivere almeno dal lunedi al venerdì, di andare al lavoro e a poco a poco ne è uscita con lui, insieme sono diventati invicibili ma purtroppo James non è stato fortunato e ha contratto il virus e sebbene la nostra protagonista gli sia stata a stretto contatto, in qualche modo è stata risparmiata e quindi ora è sola, ha perso tutto quello per cui viveva e l'unico essere vivente accanto a lei è un cagnolino che le tiene compagnia. E proprio ora, nel momento più difficile della sua vita, può scegliere come mostrarsi, perchè accanto a lei non c'è più nessuno per cui dover fingere.


La prima cosa che mi ha colpito di questo romanzo è che, sebbene parli di una pandemia (che non corrisponde al covid perchè la storia è ambientata alcuni anni dopo) ancora più letale del covid visto che ci sono voluti un paio di mesi per avere casi in tutto il mondo, ancora più letale perchè  non esistono vaccini e questo virus non ha guardato in faccia nessuno, nemmeno capi di stato o regine, semplicemente ha colpito dove poteva e dopo un raffreddore una persona era praticamente condannata, l'unica soluzione creata è una pillola che permette di andarsene in pace, senza ulteriori tormenti per quei pochi giorni rimasti, non risulta pesante, è un po' cupo, a tratti triste e diretto, altre volte ironico e soprattutto riesce a trattare tematiche attuali e non indifferenti.
Una persona che si trova completamente sola, senza alcun caro accanto ma soprattutto senza nessuno pronto a giudicarlo, cosa può fare? Chi può essere? Semplicemente quello che vuole e non si dovrebbe arrivare ad essere soli al mondo per non dover più fingere chi si è davvero, si dovrebbe cercare di esserlo sempre, anche con le altre persone attorno perchè è la nostra vita che conta e le nostre scelte, non i giudizi degli altri.
Al di là di questo, ho apprezzato anche la scelta di avere dato tanti nomi ad altri personaggi, eppure la nostra protagonista non viene mai nominata, è lei stessa che racconta la sua storia e quindi non servono presentazioni ma questo fa capire anche che i protagonisti potremmo essere noi e forse, come lei, dovremmo smetterla di pensare troppo ai giudizi degli altri ed essere semplicemente noi.


A primo impatto la storia creata da Bethany Clift può apparire una storia cupa e di morte, considerando che appunto parla di una pandemia e di come la protagonista in poco tempo perda l'amore della sua vita, quella persona che l'ha salvata in un momento in cui vedeva solo il brutto del mondo, mentre invece non ci si aspetterebbe di sorridere anche durante la lettura, così come non si ci aspetta di trovare tanta vita ed è questo che rende questa lettura così speciale, così originale e se vogliamo anche ironica ma allo stesso tempo riflessiva perchè porta a capire sia alla protagonista ma anche al lettore stesso chi si potrebbe essere quando non c'è nessuno a guardarci, facendoci capire che forse siamo spesso contenuti perchè sappiamo di essere giudicati ed essere soli al mondo può far paura ma allo stesso tempo si può mettere giù finalmente la maschera e vivere fregandosene di tutto e tutti.
Bethany Clift ha uno stile trascinante, è davvero molto coraggiosa la sua scelta di parlare di una pandemia ed è ancora più originale la scelta di non dare un nome alla sua protagonista e di far raccontare proprio a lei questa storia, che devo ammettere sul finale mi ha davvero stupita, facendomelo apprezzare ancora di più.
Sono quasi quattrocento le pagine che lo compongono ma non si avverte mai il peso di queste, è una storia che si legge in un attimo e che lascia il suo segno e forse non tutti vorranno leggerlo per via della pandemia, ma secondo me una possibilità la merita davvero perchè non si parla solo di pandemie ma di tanto altro e quindi è semplicemente un romanzo sulla vita stessa, ancora più attuale.

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