domenica 18 agosto 2019

Recensione "Piccola Sicilia" di Daniel Speck

Cari bookspediani, in pieno mood recupero, finalmente trovate online anche la recensione del secondo libro di Daniel Speck, ossia Piccola Sicilia, edito da Sperling.



Titolo: 
Piccola Sicilia
Autore: Daniel Speck
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: Fiction
Data di uscita: 28 Maggio 2019


Sicilia, 2018. Dal mare emergono i resti di un aereo inabissatosi durante la Seconda guerra mondiale. Tra i reperti, una vecchia macchina fotografica con le iniziali M.R. Quelle di Moritz Reincke? Cineoperatore dell’esercito tedesco di stanza in Nord Africa, non aveva mai fatto ritorno a Berlino. Forse per questo Nina, sua nipote, è diventata archeologa, per chiarire misteri irrisolti. Ma proprio ora che la verità sembra venire a galla insieme al relitto, si fa avanti una sconosciuta. Nata in Medio Oriente, dice di essere figlia di Moritz – o meglio, Maurice: il nome della sua seconda vita.
Tunisi, 1942. Nel quartiere chiamato “Piccola Sicilia” convivono da sempre culture e religioni differenti. Tanti gli immigrati italiani, come la famiglia ebrea dei Sarfati: il dottor Albert e sua moglie Mimi; il figlio maggiore, Victor, pianista; e Yasmina, salvata dall’orfanotrofio e cresciuta come una figlia. Con l’arrivo della guerra l’equilibrio del loro piccolo angolo cosmopolita inizia a vacillare. Tra gli invasori tedeschi, un giovane soldato filma quel mondo prossimo alla fine. Il suo nome è Moritz. Non sa che una scelta di umanità sta per legare il suo destino a quello di Victor e Yasmina.
Le storie di due famiglie, legate a loro insaputa, s’intrecciano sullo sfondo della Storia in cui il nostro presente affonda le radici.


IL MIO VOTO



A fine maggio è tornato Daniel Speck in libreria e io finalmente, dopo aver rimandato la recensione troppo a lungo, riesco a parlarvene. Il primo romanzo dell'autore mi aveva piacevolmente sorpresa, diventando uno dei libri più belli letti l'anno scorso, per cui per questa uscita le aspettative erano davvero alte, tuttavia mi sono fatta un poco spaventare dalla mole del romanzo, che comprende poco più di cinquecento pagine e che quindi ha bisogno del suo tempo sia per essere letto sia per essere elaborato, poichè come al solito gli argomenti di cui parla l'autore sono decisamente toccanti e questa volta ancora di più, visto che si ispira a fatti realmente accaduti. La storia inizia con Nina, una donna in procinto di cambiare la sua vita a causa del divorzio dal marito, una donna che ha sempre avuto un vuoto nel suo animo dovuto al non sapere mai la fine fatta dal nonno, una persona che sia sua madre che sua nonna hanno atteso per molto, molto tempo. Sembra che proprio a causa di questo Nina sia diventata un'archeologa, colei che si occupa di portare alla luce tesori nascosti, ma questa volta sembra che qualcosa di nascosto abbia trovato lei, perchè improvvisamente si ritrova davanti una donna che afferma di conoscere suo nonno, perchè di fatto è suo padre e quindi sostiene di essere la sorella di sua madre, la quale non sapeva assolutamente nulla della vicenda. Nina naturalmente non può che essere incuriosita, anche se teme di essere nuovamente delusa dalla vita, e quindi a Joelle non resta che raccontare la sua storia, la sua versione degli avvenimenti, e per farlo deve andare indietro nel tempo, nel 1942, proprio durante la seconda guerra mondiale.


In continuo salto tra passato e presente, l'autore ci presenta in primis Joelle e Nina, due estranee che in qualche modo sono legate dal passato, da una storia troppo a lungo taciuta e che ora smania per venire fuori, anzi è la stessa Joelle che desidera in tutti i modi raccontarla, e ovviamente non può che presentarci la famiglia da cui tutti i segreti e i malintesi hanno inizio: la famiglia Sarfati.
A comporla sono l'uomo di famiglia e dottore Albert, la moglie Mimi e il figlio maggiore, Victor, un ragazzo che non vuole avere niente a che fare con la carriera del padre, ma lotta per diventare un musicista. Alla famiglia si aggiunge Yasmina, una ragazza che non ha mai conosciuto le sue origini e che viene salvata dall'orfanotrofio dai Sarfati. Albert infatti vede qualcosa di speciale in lei, del resto l'uomo è determinato a fare del bene in questo mondo, perchè convinto che solo facendo opere di bene ci sia qualche possibilità di cambiarlo. In disaccordo con Victor e ovviamente con la moglie Mimi, i quali entrambi preferivano un maschietto da accudire, Yasmina diventa parte integrante della famiglia, venendo salvata da loro ma allo stesso tempo condannata, poichè i Sarfati sono ebrei e con il progredire della seconda guerra mondiale, per gli ebrei diventa sempre più difficile restare in vita.
Nelle vite dei Sarfati entra, per caso e soprattutto per fortuna, Moritz Reincke, un ragazzo tedesco che tuttavia non abbraccia le idee naziste e fa quello che può per aiutare chi è in difficoltà, finendo tuttavia per intrecciare per sempre il destino della sua famiglia a quella dei Sarfati e soprattutto cambiando per sempre il suo percorso di vita.


La scelta di raccontare a poco a poco la storia di Moritz Reincke è certamente il punto di forza della storia, poichè incuriosisce Nina, desiderosa di sapere di più della storia della sua famiglia, ma cattura anche l'attenzione del lettore stesso, il quale non può che continua a leggere per comprendere come queste famiglie così diverse siano state in grado di unirsi. La scelta di ambientare la storia del passato durante la seconda guerra mondiale è certamente la ciliegina sulla torta, almeno per me poichè non mi stanco mai di leggere quanti più romanzi possibili su questo momento storico così delicato e così buio, che contiene parti romanzate ovviamente, ma che rispecchia anche quello che realmente è accaduto e ogni volta mi porta a riflettere su quanto è malato l'animo umano e cosa è in grado di fare solo per sentirsi superiori agli altri.
Il romanzo di Speck, per quanto faccia capire gli anni bui che questo mondo ha vissuto, in qualche modo mette anche in risalto chi non si è fatto contaminare da queste idee, chi è rimasto puro di animo e ha rischiato la vita per aiutare persone indifese, la cui unica colpa era credere in una religione diversa, anche se di fatto non si può parlare di colpa, solo di semplice diversità, qualcosa che ancora oggi fa paura perchè non si comprende e quindi si bolla come qualcosa di inferiore o semplicemente di pericoloso.
Non è facile narrare una storia così insidiosa e così terribile e devo dire che ancora una volta l'autore ha dato prova di essere un abile narratore, anche se a mio avviso alcuni elementi potevano essere tralasciati e la mole venire allegerita, poichè non è facile sostenere una lettura di una tale portata emotiva in così tante pagine, a volte l'attenzione del lettore cala inevitabilmente. A me è accaduto principalmente per alcuni elementi del presente, ma non nascondo che altri dettagli del passato potevano essere risolti più rapidamente o gestiti diversamente.


Dei personaggi del presente non sappiamo molto, se non che Nina è un'archeologa, non ha mai conosciuto suo nonno e recentemente ha perso la madre. Il suo matrimonio è finito e ora che è tornata libera sente la necessità di sapere di più della sua storia, proprio perchè si sente incompleta.
Quando conosce Joelle è sinceramente incuriosita da lei, in qualche modo sente di potersi fidare della donna, anche se di fatto è una sconosciuta, eppure esige tutte le informazioni possibili da lei, senza mai sbilanciarsi troppo sulla sua storia, creando una sorta di mistero attorno a sè.
Joelle invece è una donna che sembra arrivata proprio al momento giusto, una donna con il desiderio di raccontare la sua storia e conoscere quello che è rimasto della sua famiglia, una donna che non si fa pregare per narrare le vicende che la riguardano ma ha un carattere davvero particolare e di fatto vuole anche lei informazioni da Nina, solo per curiosità personale, non per altri fini.
La famiglia Sarfati è quella che più occupa la narrazione di questa storia, una famiglia davvero bizzarra quanto straordinaria. Abel, l'uomo di casa, è un dottore ebreo che ama il suo lavoro ed è sinceramente interessato ad aiutare gli altri, anche se spesso ne va della sua vita o salute, non si tira mai indietro davanti alla possibilità di fare del bene. Al contrario suo figlio Victor non potrebbe essere più diverso: non tollera il lavoro del padre e vuole diventare un musicista, non ama sacrificarsi per gli altri e pensa solo a divertirsi. Yasmina è certamente una ragazza particolare che stravede per Victor, lo guarda con ammirazione, come guarda Abel con ammirazione perchè l'ha salvata dall'orfanotrofio, tuttavia sente anche un grande vuoto dentro perchè non conosce davvero la sua storia. Mimi è forse il personaggio meno approfondito, la quale vive in funzione dei suoi figli e di suo marito, anche se non manca di far sapere cosa pensa su tutto ciò che succede in casa.
Moritz Reincke è invece un personaggio in balia degli eventi: non crede alle idee naziste, eppure lotta al fianco dei tedeschi, anche se capirà presto da che parte stare.


Le tematiche che Daniel Speck, con la sua penna diretta e delicata, sono molteplici: in primis parliamo di come vengono trattati gli ebrei durante la seconda guerra mondiale, e quindi vediamo come inizialmente vengono allontanati dalla società per poi essere braccati come animali solo perchè diversi dai tedeschi. Parliamo di lotta interiore, ossia il dubbio se agire contro i nazisti e rischiare di attirare la loro attenzione, ma combattendo per salvare delle vita, oppure se fare finta di niente e voltarsi dall'altra parte. Parliamo di opere di bene, ossia salvare quante più persone possibili, in modo da dare loro una seconda possibilità e soprattutto in modo da non giudicarle dal loro aspetto o dalla lingua che parlano, ma semplicemente per le loro azioni, che gridano bontà. Parliamo anche di destino e questo lo sa bene Moritz Reincke, il quale si allontana sempre di più dalla strada tracciata che aveva, per fare un vero e proprio salto nell'ignoto e vedere cosa ha da offrirgli la vita. Parliamo anche quindi di come è facile intrecciare le vite delle persone e allo stesso tempo essere estranei, senza mai sapere di avere un qualche legame ancora in vita e di come ci si sente a saperlo, a scoprire la storia da una persona completamente estranea per noi. Si parla quindi di colmare un vuoto che si sente dentro, non per curiosità, ma semplicemente per sentirsi di nuovo un intero, per sapere bene quali sono le nostre radici e quindi avere la possibilità di costruirsi un futuro solido, senza rimpianti.
E ovviamente non si può che parlare di amore, in tutte le sue sfumature, quell'amore che fa male e che non può che catturare il lettore, chiedendosi cosa questo porterà.


Piccola Sicilia è un romanzo da cui mi aspettavo davvero tantissimo e forse proprio per questo in qualche modo non sono stata completamente soddisfatta da questa storia. L'autore a mio avviso ha dato il massimo raccontando il passato e quindi le atmosfere della seconda guerra mondiale, e il fatto che si è ispirato a qualcosa di realmente accaduto non può che amplificare le sensazioni che si provano durante la lettura, tuttavia così facendo ha sacrificato i due personaggi del presente, ossia Nina e Joelle, che trovano poco spazio per presentarsi al lettore e poco spazio per interagire tra loro: di fatto Joelle entra nella vita di Nina solo per raccontarle la sua storia, rimanendo però in qualche modo distaccata, come se vosse venuta a compiere una missione e poi, una volta conclusa, non avesse niente altro da fare. Questo mi è dispiaciuto, così come non ho completamente apprezzato alcune scelte narrative, che mi sono sembrate un poco forzate e specie sul finale, dove vengono fornite molte risposte alle domande del lettore, ma allo stesso tempo nascono altre domande e dopo più di cinquecento pagine avere ancora qualche dubbio provoca una sorta di delusione, perchè le possibilità per chiudere definitivamente il cerchio c'erano tutte. Daniel Speck si è certamente messo alla prova con questa storia, gli elementi per essere qualcosa di indimenticabile c'erano e ci sono stati, ma mi è sembrato che mancasse quella marcia in più che tanto aveva caratterizzato il primo romanzo. Senza ombra di dubbio è una splendida quanto straziante lettura, ma con alcuni dettagli da rivedere, almeno per me, ovviamente.



si ringrazia la casa editrice
per la copia omaggio


1 commento:

  1. Io spero ci sia un proseguo ...Perché la fine del romanzo ha lasciato degli interrogativi!!!romanzo molto molto bello!

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