lunedì 23 dicembre 2019

Recensione "La casa delle voci" di Donato Carrisi

Buon salve bookspediani.
Finalmente sono in ferie e quindi finalmente riprendo in mano le redini del blog e vi posso parlare delle mie ultime letture, tra queste non poteva mancare il nuovo romanzo di Donato Carrisi, ossia "La casa delle voci" edito Longanesi.



Titolo: La casa delle voci
Autore: Donato Carrisi
Editore: Longanesi
Genere: Thriller
Data di uscita: 2 Dicembre 2019


Gli estranei sono il pericolo. Fidati soltanto di mamma e papà.
Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l’ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso protagonisti di eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui la polizia si serve per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l’addormentatore di bambini.
Ma quando riceve una telefonata dall’altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un’adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un’illusione, ha un disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un’adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci». Quella bambina, a dieci anni, ha assistito a un omicidio. O forse non ha semplicemente visto. Forse l’assassina è proprio lei.

IL MIO VOTO


Quando Donato Carrisi torna in libreria, bisogna necessariamente mettere in pausa tutto ciò che si sta facendo e buttarsi sul suo nuovo romanzo che, ancora una volta, dimostra la sua bravura sia in ambito narrativo sia per la scelta di tematiche che decide di approfondire.
La storia si incentra su Pietro Gerber, un ipnotista o semplicemente un addormentatore di bambini che si occupa appunto di infanti e tramite l'ipnosi cerca di capire cosa è successo nel loro passato per averli traumatizzati, un mestiere che prima di lui faceva anche il padre e che quasi sente ancora accanto a sè, ripetendosi spesso cosa lui avrebbe fatto o non avrebbe fatto in determinate situazioni. Un giorno riceve una chiamata da una psicologa australiana che chiede il suo aiuto per una paziente, tale Hannah Hall, una donna adulta che pensa di essere la responsabile di un omicidio avvenuto quando era piccola e che pensa che solo Pietro possa aiutarla perchè di fatto, per quanto abbia passato di parecchio l'età dei bambini che di solito l'uomo cura, sente che tutto ciò che le è successo deriva dalla sua infanzia e quindi è Pietro l'unico che può aiutarla in questo. Ma più Pietro si immerge nel passato di Hannah e nella sua vita all'interno della casa delle voci, un luogo in cui vigevano poche e semplici regole da seguire alla lettera, altrimenti le conseguenze sarebbero state gravissime, più l'ipnotista si rende conto di aver scoperchiato il vaso di Pandora e da questo momento tornare indietro è impossibile, sia per Hannah che per lui.




Pietro e Hannah sono i due grandi protagonisti di questa storia, da una parte un uomo che per mestiere ha scelto di diventare un ipnotista, un addormentatore di bambini con un passato poco piacevole che, se varcano la sua porta è semplicemente perchè necessitano aiuto, dall'altra invece abbiamo una donna molto enigmatica, una donna di cui si fa fatica a fidarsi ma che è chiaro che anche lei ha bisogno di aiuto, deve affrontare il suo passato e quindi quello che le è accaduto da piccola per poter essere la brillante adulta che può essere. Pietro ci viene mostrato fin da subito come una persona sicura di sè, come un uomo che ama il suo lavoro e che ha una famiglia da cui poter tornare a casa, ma c'è spesso un'ombra che lo accompagna, un mistero legato a suo padre di cui non parla mai con nessuno e che in qualche modo non gli permette di essere completamente felice. Quindi il nostro protagonista inizialmente è un personaggio che sembra non avere problemi, ma durante questo assurdo viaggio nella mente di Hannah scoprirà di essere molto più fragile di quello che è e sarà sottoposto ad un percorso molto particolare che gli permetterà di evolversi o semplicemente di accettarsi come una persona imperfetta. Hannah invece ci viene mostrata al suo massimo stato di fragilità, una donna che sembra essere spezzata dal suo passato, un luogo molto pericoloso e pieno di spettri, in cui lei stessa crede di essere un'assassina per via dei ricordi che sono tornati prepotentemente nella sua mente, una donna che insieme a Pietro compie anche lei un percorso ma quasi all'inverso, come fossero due facce della stessa medaglia.


E' assolutamente più che unica la scelta del mestiere di Pietro, un ipnotista che sicuramente si trova già in letteratura, ma mai in modo così specifico come questo personaggio poichè lui è un addormentatore di bambini, si occupa infatti solo di infanti perchè molto spesso nessuno gli ascolta e nessuno si rende conto di quello che affrontano all'interno di una famiglia, quel luogo in cui dovremmo sentirci protetti, e tramite l'ipnosi Pietro ha modo di comprendere quanto il piccolo ha sofferto e cosa si può fare per migliorare il suo futuro, per renderlo finalmente sicuro. Questo ovviamente si ricollega direttamente alla tematica portante del romanzo, ossia la famiglia e quello che succede al suo interno, un luogo che dovrebbe essere sicuro per tutti i bambini, quando invece spesso diventa teatro di incubi. E' sicuramente una decisione attuale quella di parlare di quello che può succedere all'interno delle mura famigliari e di quanto questo possa influire sulla crescita di una persona, anzi di un bambino, che dovrebbe potersi sentire protetto da quelle persone che lo hanno messo al mondo, che dovrebbero prendersi cura di lui e amarlo, quando invece è molto facile per lui diventare una vittima.
Questo lo vediamo tramite Hannah, la quale ci porta nel suo passato e ci fa vivere quello che lei ha sempre creduto fosse la normalità, una vita sempre in fuga perchè in pericolo per colpa degli estranei, ma anche tramite i piccoli pazienti che ha in cura Pietro, i quali cercano in qualche modo di comunicare il loro disagio, ma come spesso accade non vengono pienamente compresi e ancora una volta rimandati a casa, pensando di fare la cosa giusta, quando invece quella quattro mura diventano il loro incubo perpetuo.


Donato Carrisi sviluppa questa storia in due piani temporali e quindi due punti di vista narrativi diversi: abbiamo Pietro nel presente, alle prese con il suo lavoro, la sua famiglia, il suo passato burrascoso con il padre che è venuto a mancare anni prima e ovviamente alle prese anche con Hannah, una paziente adulta che mai avrebbe pensato di trattare ma che invece si trova a dover aiutare, non solo per la sua etica ma perchè in primis catturato dalla sua storia, poi successivamente da lei. Nel passato invece abbiamo Hannah e quindi è lei stessa, quando è sotto ipnosi, a raccontarci la sua storia e a farci agghiacciare la pelle per quello che le viene detto e per come i suoi genitori si comportano con lei, i quali la fanno vivere come una fuggitiva, imponendole regole molto semplici ma importanti, che deve seguire alla lettera altrimenti persone cattive potrebbero trovarla. E' chiaro che Hannah come narratrice non ispira fiducia, anzi costringe il lettore a stare molto in guardia sia sul suo passato, che sembra venire quasi da un libro di fantascienza per quello che racconta, sia sul suo presente poichè continua a comportarsi in modo sempre più enigmatico e ad entrare sottopelle non solo nel lettore, ma anche nello stesso Pietro, che si ritrova avvolto nella sua spirale di mezze verità e sempre più incuriosito da lei.


Come sempre Donato Carrisi confeziona una storia corposa, composta da quasi quattrocento pagine, ma che si legge in un attimo grazie al suo stile fluido e scorrevole e alla scelta di utilizzare capitoli molto brevi ed incisivi, che invogliano ad andare avanti nella lettura. Ammetto in questi ultimi tempi di avere un piccolo blocco del lettore, ma La casa delle voci è stato l'unico libro che mi ha dato la carica giusta per continuare a leggerlo, l'unica storia che volessi davvero continuare e vedere come si sarebbe conclusa. Sappiamo tutti che Carrisi non sbaglia, i suoi romanzi sono sempre dei grandi successi, ma questo non significa che siano perfetti e infatti in questa lettura ci sono dei dettagli da sistemare, delle risposte che non vengono completamente offerte al lettore e delle svolte che in alcuni punti non sono riuscite a sorprendermi in modo particolare perchè le avevo previste, mentre invece tanti altri colpi di scena sono stati tali perchè mai li avrei visti arrivare. Dunque Donato Carrisi si riconferma un grandissimo autore di thriller, uno dei pochi italiani che riesco a leggere con grande piacere e curiosità perchè ha uno stile che si discosta dai classici autori del nostro paese e per questo mi convince, un narratore molto abile ma non certamente perfetto, tuttavia in grado di convincere sempre con le sue storie e di offrire una grande narrazione e, anche in questo caso, non delude per cui non posso che consigliarvi la lettura di questo suo ultimo romanzo.





si ringrazia la casa editrice
per la copia omaggio.





2 commenti:

  1. Spoiler














    Non ho capito una cosa, come faceva hanna hall a sapere la storia di Pietro gerber?

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