martedì 6 luglio 2021

Recensione "Sparire a Buenos Aires" di Eloisa Diaz

 



Titolo: Sparire a Buenos Aires
Autore:  Eloisa Diaz
Editore: Piemme
Genere: Thriller
Data di uscita: 22 Giugno 2021


Una giovane donna scomparsa nel nulla. Un'Argentina divisa tra passato e futuro. Un giallo forte e intenso, come l'amato café cortado dell'ispettore Alzada. È il 19 dicembre del 2001, e per l'ispettore Joaquín Alzada quella non sarà una giornata come le altre. L'Argentina è stravolta da una delle crisi economiche più gravi di sempre, e per le strade di Buenos Aires, tra i manifestanti che minacciano di raggiungere la Casa Rosada e le forze di polizia dispiegate per fermarli, dilaga il caos. In quel clima di fervore, per l'ispettore è impossibile non ripensare ai terribili giorni del 1981, quando il regime militare portava via gli oppositori politici dalle loro case, 'desaparecidos' in una notte, mentre le 'Madres' si riversavano in Plaza de Mayo. Alzada, all'epoca un promettente giovane poliziotto, aveva provato sulla propria pelle il dolore di vedersi portare via qualcuno che si ama, e non poter fare niente per impedirlo. Gli anni sono passati e Joaquín, ormai prossimo alla pensione, ha imparato a rimanere a galla, andando avanti a testa bassa. Ma quando inizia a indagare sulla scomparsa della rampolla di una delle famiglie più ricche della città, grazie all'aiuto del giovane collega Orestes Estrático e ai geniali suggerimenti della moglie Paula (è lei, si ripete sempre Joaquín, che avrebbe dovuto fare la detective), Alzada scopre che dietro quel mistero si nasconde qualcuno di potente, uno di quelli considerati intoccabili. E, questa volta, l'ispettore non ha intenzione di restare in silenzio. Sullo sfondo di una Buenos Aires ribollente di rabbia e passione, Eloísa Díaz ci presenta Joaquín Alzada: scontroso, irascibile, non esattamente amante delle regole, costretto a fare i conti con un passato in sospeso e un mondo che cambia - ma, forse, non poi così tanto.


IL MIO VOTO

L'ispettore Joaquin Alzada è il protagonista di questo romanzo, un uomo che nel 2001 vive a Buenos Aires e che da sempre ha chiamato la città casa sua, un uomo che ormai è prossimo alla pensione e che ha passato tanti anni in polizia sempre abbassando la testa, facendo finta di non veder tante cose per il quieto vivere. Chiaramente dal 1981, l'anno in cui la sua vita è cambiata, tante cose sono diverse a partire dalla politica e dagli animi dei cittadini, quindi un cambiamento almeno in positivo c'è stato, ma questo non significa che vada tutto bene perchè si trova in uno degli animi più difficili per quanto riguarda l'economia e questo significa che non mancano certo ribellioni. Ma in questo sfondo così disperato, Alzada deve fare il suo lavoro e infatti viene subito chiamato ad occuparsi di un caso di rilievo, una donna proveniente da una delle famiglie più ricche della città è scomparsa e ovviamente lui che ha esperienza e sa essere discreto è incaricato del caso e viene aiutato dal suo collega, così come dalla moglie Paula, una donna che gli è sempre stata accanto nel bene e nel male e che è estremamente intelligente, tanto che potrebbe essere lei la detective di casa. Come spesso ha fatto, Joaquin è pronto a fare il suo lavooro senza però attirare troppa attenzione, almeno fino a quando capisce che dietro a tutto ci sono persone intoccabili perfino dalla legge e a quel punto fare finta di nulla diventa impossibile, anche se rischia di mettersi nei guai. Joaquin è un personaggio decisamente interessante, si vedono fin da subito le differenze con il ragazzo del 1981 e l'uomo del 2001 e per quanto giudiziosa l'ultima versione, ci si affeziona a quella un po' più ribelle, che infatti non esita a tornare a galla a causa di questo caso e per quanto l'uomo sia imperfetto e scontroso, riesce a farsi apprezzare dal lettore, tanto da volere subito tra le mani una sua nuova avventura.


Devo dire che non mi aspettavo di terminare in poco tempo questo romanzo, ma le trecento pagine da cui è composto scorrono in un attimo grazie non solo allo stile dell'autrice, ma anche alla trama che si divide tra passato e presente e che cattura l'attenzione del lettore in entrambi i tempi narrativi. La scelta secondo me che fa la differenza rispetto a tanti altri romanzi è quella dell'ambientazione: infatti devo dire di aver letto tanti thriller, ma nessuno di questi era ambientato a Buenos Aires e quindi le usanze del posto, così come la politica e la stessa storia così come l'influenza di alcune famiglie, fanno la differenza perchè ci permette di entrare in una parte di mondo forse poco approfondita e quindi anche di viaggire in un certo senso tramite questa storia, non solo nel tempo ma anche a livello geografico. L'autrice ci presenta una città che è sicuramente cambiata, ma che non è quella di oggi perchè la storia del presente si svolge nel 2001 mentre quella del passato nel 1981 e il comune denominatore, oltre che Buonos Aires, non può che essere il personaggio principale, Joaquin Alzada, un uomo che sa come funziona la sua città e che tante volte ha abbassato la testa per paura o perchè voleva semplicemente sopravvivere, ma quando ormai è arrivato alla fine della sua carriera, diventa più incauto e soprattutto pronto a smettere di fare finta di nulla, perchè è vero che questa città nasconde segreti e ci sono persone importanti che sono intoccabili, ma è anche vero che il mondo è cambiato e sta cambiando e se si resta sempre in silenzio, non si può prendere parte a questo cambiamento. Sparire a Buenos Aires è un bellissimo giallo dalle tinte forti, che non parla solo di sparizioni ma anche di politica e della vita in città, una storia che mette i brividi per quanto realistica, che a volte fa sorridere e intrattiene, ma che non è facile da leggere in alcuni passaggi ed è questo che la fa amare così tanto, una storia che è solo all'inizio della vita di Joaquin non solo per come terminar il romanzo, ma perchè so che questo personaggio ha ancora tanto altro da dire.

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