lunedì 21 ottobre 2024

Recensione "The Jasad Heir" di Sara Hashem

  





Titolo:
 
The Jasad Heir
Autore:  Sara Hashem
Editore: Il Castoro
Genere: Fantasy
Data di uscita: 15 Ottobre 2024

 

Dieci anni fa, il Jasad fu dato alle fiamme. La sua magia fu bandita. La famiglia reale assassinata. O almeno, questo è ciò che Sylvia vuole che la gente crede. L’Erede del Jasad è in realtà scampata al massacro e intende rimanere nascosta, soprattutto dall’esercito di Nizahl, che continua a dare la caccia al suo popolo. Ma un momento di rabbia cambia tutto. Quando Arin, l’Erede del Nizahl, insegue un gruppo di ribelli jasadi nel suo villaggio, Sylvia rivela accidentalmente la sua magia e cattura così l’attenzione. Ora l’Erede del Jasad, che tutti credono morta, è costretta a fare un patto con il suo più grande nemico: aiutarlo a cacciare i ribelli in cambio della vita. È l’inizio di un gioco mortale. Sylvia non può permettere che Arin scopra la sua vera identità, anche se l’odio tra gli Eredi comincia a trasformarsi in qualcosa di diverso. E mentre le maree cambiano intorno a loro, Sylvia dovrà scegliere tra la vita che vuole e quella che ha abbandonato

IL MIO VOTO


Sylvia è la protagonista di questa storia,una ragazza che tenta come può di vivere la sua vita anche se ben diversa da come se la immaginava, una ragazza che ogni giorno deve stare attenta alle persone e deve capire di chi fidarsi e chi no, perchè ne va della sua vita. Sylvia infatti non è una semplice ragazza ma è l'erede del Jasad, un luogo in cui era presente la magia e per questo lei e la famiglia reale ne hanno pagato le conseguenze, almeno questo è quello che pensano tutti, mentre invece Sylvia è ancora viva e non può che portare solo incubi di quel momento in cui tutto è cambiato. Non solo deve stare molto attenta alla sua magia, ma non ne ha nemmeno il pieno accesso e questo per colpa dei suoi nonni che hanno bloccato la sua magia con delle manette, non pensando ovviamente di non poterle più togliere perchè non si aspettavano di perdere la vita, non può poi ovviamente avvicinarsi troppo alle persone per paura che scoprano la sua vera identità e soprattutto non ama farsi toccare dagli altri. Si potrebbe pensare che Sylvia quindi sia completamente sola, ma non è così perchè nonostante la sua difficoltà nell'aprirsi, ha trovato due amici in Marek e Sefa, che nonostante tutto sono sempre pronti ad aiutarla, anche nei momenti più difficili e senza fare troppe domande.
La vita però di Sylvia si complica quando nel suo villaggio arriva Arin, l'Erede di Nizahl, colui che continua a dare ancora la caccia al suo popolo e Sylvia in qualche modo non può fare a meno di catturare la sua attenzione, fino ad essere costretta a fare un patto con lui per poter restare in vita. Un patto tra due Eredi che dovrebbero odiarsi e che di fatto sono nemici, ma che potrebbe anche portare i due ad avvicinarsi più di quanto pensavano...
Sylvia è una protagonista che ho amato fin da subito: è una ragazza che deve stare attenta perchè un passo falso la porterebbe alla fine, qualcuno che tenta in tutti i modi di non avere amici anche se li trova e qualcuno  che nonostante debba passare inosservato non riesce a far finta di nulla quando la sua gente si ritrova in pericolo, è una ragazza tosta che si ritrova in una situazione difficile e a volte impossibile, specie insieme ad Arin, ma che cerca di lottare sempre.


The Jasad Heir è un romanzo prettamente fantasy dal worldbuilding non semplicissimo da capire, anche se non manca certo la parte romance e soprattutto è una di quelle storie che crea dipendenza, una volta iniziata a leggere, per cui nonostante la mole di più di cinquecento pagine e i capitoli che tendono ad essere un pelo lunghi, è facile innamorarsi di questa storia e della sua protagonista, così come degli altri personaggi.
Sylvia è davvero una protagonista non sempre semplice da capire, imperfetta e piena di segreti da custodire che non lascia facilmente avvicinare gli altri a se stessa sia per la sua magia che per la sua vera identità, cosa che conosciamo fin da subito ma lei svela al lettore altre parti di sè e della sua storia durante la lettura e per quanto imperfetta, io l'ho semplicemente adorata.
Così come ho adorato il suo rapporto con Marek e Sefa e la found family che si viene a creare tra loro, perchè sono la famiglia che si sono scelti, pronti ad aiutarsi e proteggersi sempre.
Chiaramente quando entra in scena Arin non può che catturare subito l'attenzione del lettore, così come il suo rapporto con Sylvia che è ovviamente un enemies to lovers e la loro storia è molto slow burn, cosa che ho trovato coerente con la trama e che ha permesso di vedere anche una bella evoluzione del loro rapporto.
Non mancano certo intrighi, segreti, misteri e colpi di scena ed è proprio il ritmo sempre serrato ed imprevedibile che rende la storia così accattivante e difficile da posare sul comodino.
Il worldbuilding ha ovviamente la sua importanza perchè ci troviamo in un modo in cui il Jasad era un regno molto potente e soprattutto con la magia che lo caratterizzava, questo fino a quando il Nizahl ha deciso di sterminare tutti e proibire la magia, da quel momento ogni persona con un pizzico di magia è di fatto un pericolo e deve essere eliminato. Ora quel mondo è diviso in quattro regni: Omal, Lukub, Orban e Nizahl e la nostra storia si sviluppa proprio in Omal e ovviamente ancora nel presente i jasabi vengono cercati ed eliminati, è proprio Arin, l'Erede di Nizahl, ad occuparsene insieme ai suoi soldati. Oltre a questo esiste anche l'Alcahal, che è una sorta di torneo composto da tre prove apparentemente impossibili in cui per ogni regno scende a combattere un Campione che va a dimostrare il suo valore.
I temi poi che affronta l'autrice, soprattutto per quanto riguarda le origini dei personaggi e cosa sono disposti a fare per la loro gente, l'amicizia e l'amore così come i protagonisti stessi che sono imperfetti, morally grey insomma, sono tutti elementi che vanno a creare una storia davvero indimenticabile e poi, per come finisce il libro, urge immediatamente il seguito.

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