sabato 17 agosto 2019

Recensione "L'eredità di Agneta" di Corina Bomann

Buon salve bookspediani.
Dopo qualche giorno di relax, torno sul blog per parlarvi di una delle mie ultime letture, ossia "L'eredità di Agneta" di Corina Bomann.



Titolo: L'eredità di Agneta
Autore: Corina Bomann
Editore: Giunti
Genere: Historical Fiction
Data di uscita: 10 Luglio 2019




Stoccolma, 1913. Dall'ultimo violento litigio con i genitori a Natale, Agneta ha chiuso ogni rapporto con la famiglia di origine, rinunciando al titolo nobiliare di contessa di Löwenhof e trasferendosi in un piccolo appartamento nel quartiere studentesco della capitale. A venticinque anni, il suo sogno non è certo sposarsi con un buon partito, ma studiare per diventare pittrice, lottare per il diritto di voto insieme alle amiche femministe e, soprattutto, vivere liberamente le sue passioni, compresa quella per Michael, aspirante avvocato. Finché una mattina un telegramma le porta una notizia destinata a cambiare completamente il corso della sua vita: il padre e il fratello sono rimasti coinvolti in un incendio, e la madre le chiede di tornare subito a Löwenhof. Inaspettatamente, i verdi prati, i boschi imponenti, i recinti dei cavalli e la bianca villa padronale suscitano in lei una strana malinconia. Ancora non sa che la situazione è molto più grave del previsto e che sarà posta di fronte a una scelta: prendere la guida della tenuta o continuare a inseguire i suoi sogni di libertà. Dilaniata dal dubbio che l'incendio sia stato doloso, tormentata dalla madre che vorrebbe vederla sposata con un aristocratico, Agneta troverà sostegno solo in Max, il giovane amministratore delle scuderie da cui si sente pericolosamente attratta...

IL MIO VOTO


Corina Bomann è un'autrice che ho imparato a conoscere piano piano e, un po' come altre scrittrici, è ormai diventata una garanzia, per cui questo romanzo un poco mi intimoriva per via della mole considerevole, ma sapevo che mi avrebbe ripagato regalandomi una bellissima storia, cosa che in parte ha fatto e in parte no. Questo libro apre le porte di una nuova serie e la protagonista di questa prima avventura è Agneta, una ragazza figlia di una nobile famiglia della Svezia che non desidera relegarsi al ruolo di moglie, come vorrebbe sua madre, ma che vuole lottare per conquistare più diritti per le donne e soprattutto per se stessa. Ecco perchè si è allontanata da casa e sta cercando di trovare la sua strada come pittrice, mentre la sua vita privata continua a gonfie vele con Michael, un ragazzo conosciuto all'università con cui spera di avere un futuro. Le sue speranze tuttavia sono vane, poichè sia il padre di Agneta che il fratello restano vittime di un brutto incidente, che fa perdere loro la vita e di conseguenza il titolo di contessa di Löwenhof passa a lei, che deve decidere se accettare la sua eredità e rinunciare alla sua vita indipendente lontano da casa, oppure prendersi cura di quello che è rimasto della sua famiglia, non solo della casa, ma anche della madre, con cui spesso si è scontrata a causa delle sue scelte. Ovviamente non può che vincere l'affetto famigliare sopra la sua voglia di cambiare il mondo, e così Agneta inizia la sua nuova vita, imparando il mestiere che ha sempre svolto suo padre ossia occuparsi della tenuta, cosa di cui non è esperta, ma per fortuna viene in suo soccorso Max, un ragazzo che l'aiuta nell'amministrazione della casa e dei suoi compiti, un ragazzo che le fa battere il cuore come mai le era capitato. Ma sarà quello giusto?


I punti di forza di questo romanzo risiedono senza dubbio nella sua protagonista, Agneta, e nella collocazione di questa storia: ci troviamo infatti nella Svezia del 1913.
Agneta è una donna certamente fortunata: è nata in una famiglia benestante, che non le ha mia fatto mancare nulla, ma allo stesso tempo più diventa grande e più pretendeva qualcosa che lei non poteva offrire, ossia la perdita della sua libertà. Agneta non ha mai voluto essere un semplice ornamento, una donna destinata ad avere figli e ad essere relegata in casa, ma vuole essere qualcuno di cui essere fiero, in primis per se stessa, ed è per questo che si è allontanata da casa per andare all'università e studiare pittura. Agneta ha anche rinnegato gli usi e i costumi della sua famiglia, frequentando Michael prima del matrimonio, perchè del resto vuole essere semplicemente una donna libera di fare quello che vuole, lotta per avere l'uguaglianza della donna, qualcosa che nella Svezia del 1913 era ancora un'utopia. Sebbene sia lontana dalla sua famiglia e spesso in contrasto con la madre, non può certo non provare affetto per loro, in particolare per suo fratello maggiore. Quando però la sua famiglia viene colpita da una disgrazia, Agneta è la prima a farsi avanti, sebbene dopo qualche incertezza iniziale, per prendersi cura della madre e ovviamente della casa. La ragazza sacrifica così la sua vita e la sua libertà per curare gli interessi della sua famiglia, e anche se sua madre continua a giudicarla per ogni azione che compie, Agneta non si fa certo metter i piedi in testa e continua a far valere le sue idee, a tratti rivoluzionarie, per essere una padrona diversa dai soliti, una padrona degna di questo nome. E avrà modo di provare il suo valore, affrontando problema dopo problema sempre a testa alta.

Quello che rappresenta Agneta è la tematica centrale del romanzo: la ragazza infatti lontano da casa ha lottato, insieme ad una sua amica, per cambiare la condizione delle donne in Svezia, le quali vengono viste solo come un mezzo per formare una famiglia e niente altro. Non hanno certamente gli stessi diritti degli uomini e molto spesso non possono decidere della loro vita, in particolare se sono donne provenienti da famiglie umili. Per Agneta certamente è più facile far sentire la propria voce a causa della sua condizione nobile, tuttavia fa riflettere pensare che la propria famiglia decida di allontanarla solo perchè cerca di cambiare le cose, una famiglia che di fatto non tollera il cambiamento perchè è qualcosa che fa paura.
La forza di pensiero di Agneta è in netto scontro con quella di Stella, sua madre, la quale vuole che la figlia torni a casa e si sposi in fretta, visto che si sta avvicinando ai trent'anni.
La donna non capisce che per la figlia esiste qualcosa di più importante di unirsi in matrimonio e non è solo conservare la propria libertà e sposarsi per amore, non per obbligo, ma esiste la possibilità, almeno per lei, di inseguire i propri sogni studiando e avendo quindi modo di trovare se stessa.
La lotta di Agneta e della sua amica Merit è certamente una parte fondamentale della storia, che dà modo di riflettere sul passato e constatare che i tempi sulla carta sono cambiati, ma di fatto non ci allontaniamo troppo dalla visione che il mondo aveva della donna cento anni fa.


Ma in opposizione a tanti punti di forza, ci sono anche un paio di mancanze nella storia. In primis mi è sembrata priva di sentimento, come se l'autrice fosse troppo concentrata a risaltare la tematica e si sia quindi dimenticata di rendere questa storia più profonda, come di solito fa. La storia in alcuni punti sembra perdersi, ci sono state parecchie scelte narrative che non ho apprezzato e che mi hanno fatto domandare dove l'autrice volesse andare a parare perchè sembra seriamente che la Bomann volesse portare la narrazione ad un certo livello, ma poi nella sua mente cambiava idea e prendeva una direzione totalmente diversa, lasciando il lettore con più domande che risposte.
Ammetto che la trama in alcuni momenti mi è sembrata non troppo credibile, come se l'autrice volesse calcare troppo la mano aggiungendo sempre più carne al fuoco e ritrovandosi quindi con troppe cose da gestire, finendo per lasciare molti intrecci nel dimenticatoio, dando per scontato che il lettore si dimenticasse di quello che aveva letto perchè troppo preso da Agneta, quando è sicuramente vero che la protagonista principale è lei, ma si sviluppano tante altre vicende di cui sarebbe stato interessante saperne di più.
Altre scelte narrative poi mi sono sembrate un pelo scontate, tanto è che erano facilmente intuibili alcuni risvolti della trama, mentre altri mi hanno lasciato davvero senza parole, ma in senso negativo perchè non mi è proprio piaciuto come sono state gestite le cose. Le 640 pagine da cui è composto il romanzo scorrono molto bene, su questo non c'è nulla da dire, tuttavia a mio avviso ne sarebbero bastate molto meno per raccontare questa storia.


L'eredità di Agneta è un romanzo che si discosta dal classico stile della Bomann, è carente di quel sentimento che tanto la caratterizza e sembra scritto solo per parlare della condizione della donna in Svezia nel 1913 come sorta di critica sia alla società di allora che alla società di oggi, ma l'autrice non riesce davvero ad entrare lei stessa nel cuore della storia e quindi nemmeno il lettore si ritrova coinvolto al cento per cento in questa vicenda. La penna dell'autrice resta scorrevole, semplice e diretta, anche se in alcuni momenti la penna si fa leggermente più pesante, probalbilmente legato anche all'argomento che va a trattare, ma che in qualche modo rallenta la lettura, anche se in linea di massima è una storia che si riesce a leggere nel giorno di qualche giorno. Il fatto che la storia copra un arco narrativo di almeno due anni, rende possibile vedere il cambiamento dei personaggi, in particolare di Agneta e soprattutto vediamo in modo molto approfondito il rapporto della ragazza con la madre, l'unica famiglia che le resta, una donna che si dimostra spesso scostante nei confronti della figlia, come se l'accettasse solo perchè l'unica erede e non perchè tiene sinceramente a lei. L'evolversi del loro rapporto è sicuramente un elemento a favore della storia, che porta a riflettere il lettore, così come la lotta per l'indipendenza di Agneta e dei pari diritti delle donne.
Ci sono quindi un paio di pro e un paio di contro in questa lettura, che ha una fine ma lascia un paio di porte aperte e quindi bisogna capire se nella serie è prevista un'altra avventura per Agneta, per il momento questa è una lettura interessante, da cui però mi aspettavo molto molto di più.



si ringrazia la casa editrice
per la copia omaggio


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