lunedì 14 ottobre 2019

Recensione "L'estate dell'incanto" di Francesco Carofiglio

Buona sera bookspediani.
Oggi vi parlo del nuovo romanzo di Francesco Carofiglio, ossia "L'estate dell'incanto" edito da Piemme.



TitoloL'estate dell'incanto
AutoreFrancesco Carofiglio
Editore: Piemme
Genere: Fiction
Data di uscita: 24 Settembre 2019


È l’estate del 1939, Miranda ha dieci anni e il mondo è sull’orlo dell’abisso. Ma lei non lo sa. Quell’estate sarà la più bella della sua vita. Miranda parte con sua madre da Firenze per raggiungere Villa Ada, la casa del nonno paterno, il marchese Ugo Soderini, sulle colline pistoiesi. Suo padre è altrove. La cascina del nonno e il bosco misterioso che la circonda sono il teatro perfetto per le avventure spericolate insieme con Lapo, il nipote del fattore, le scorribande in bicicletta, le scoperte pericolose, il primo, innocente bacio. Ma il bosco è anche il luogo abitato dalle creature parlanti che l’anima di bambina vede o crede di vedere. E la foresta compare sempre, e misteriosamente, nei quadri del nonno, chiusi nel laboratorio che nessuno ha il permesso di visitare. C’è come una luce magica che rischiara quella porzione di mondo. Miranda, ormai novantenne, ce la racconta, fendendo le nebbie della memoria. Tornare a quei giorni, a quella bambina ignara, che ancora non ha visto, vissuto, sofferto, perduto è più che una consolazione, è un antidoto. È l'incantesimo di una giovinezza improvvisa.

IL MIO VOTO




Ho avuto il piacere di scoprire Francesco Carofiglio l'anno scorso, in occasione della sua uscita in letteratura per ragazzi e l'ho trovato un autore decisamente interessante, tanto che, quando ho visto tra le prossime pubblicazioni una sua nuova storia, non vedevo l'ora di gettarmi in questa avventura, per cui sono stata ancora più felice quando mi è stata proprosta L'estate dell'incanto, una storia che intreccia il presente e il passato e lo fa con una maestria unica, una storia che parla di fantasia e di nuove scoperte, ma anche di crescita e di accettazione, una storia passata che sembra quasi accadere nel presente per come la sua protagonista, Miranda, se la ricorda, una storia che l'ha segnata per sempre perchè lei era ancora nel suo mondo di bambina di dieci anni che scopriva per la prima volta suo nonno e nuove amicizie, quando invece per il mondo significava entrare nella seconda guerra mondiale e quindi distruggere tutti gli incanti dei bambini, per trasportali in un periodo buio, dove nessun innocente poteva avere scampo se era ebreo, tutto per colpa di una singola persona. L'estate dell'incanto è quindi quel momento tra il sonno e la veglia, quel periodo di pochi mesi impresso per sempre nella mente di Miranda e bollato come qualcosa di indimenticabile, unico, ma anche quell'attimo di felicità prima che tutto il suo mondo cambiasse totalmente.
E' lei stessa a raccontarcelo, protagonista e narratrice unica, e noi non possiamo che andare con lei a Pisa, a Villa Ada e ascoltare la storia che ha intenzione di raccontarci.


Miranda infatti è una donna arrivata a novant'anni, una donna che nella sua vita ha avuto attimi di felicità, ma anche momenti di scoforto, una donna che ora si ritrova sola perchè non si è mai sposata, anche se può godere della compagnia di due signore arzille quanto lei, che si divertono a tenerla impegnata. Ma più il tempo passa, più Miranda si sente scivolare via e quindi approfitta del momento per raccontare la sua storia, più precisamente quell'estate in cui aveva dieci anni che le ha cambiato per sempre la vita. Quell'estate in cui è fuggita da Firenze insieme alla madre, pensando di andare in vacanza a Pisa, quando in verità stava solo scappando dal terrore che si stava avvicinando in Italia. Per Miranda andare a Villa Ada dal nonno, una persona che non aveva mai conosciuto, è un'esperienza più unica che rara perchè le permette di conoscere un luogo incantato, anche se sente tremendamente la mancanza del padre, che a causa dei continui viaggi non può essere insieme a lei, e sarà proprio l'assenza del padre a spingerla a provare ad avere un rapporto con nonno, un bravissimo pittore che ha tentato la fortuna a Parigi ma che è tornato perchè non ha avuto successo, anche se compie opere magnifiche. Un uomo di poche parole, ma che sembra riuscire a comunicare bene con Miranda attraverso la pittura, così come sua madre fa attraverso le storie che le racconta. E, un po' come se il lettore fosse suo figlio, Miranda decide di raccontare a noi la storia di quell'estate che ha scoperto cosa significa sentire la mancanza di qualcuno, dipingere, innamorarsi e soprattutto crescere.


La storia quindi ruota attorno a Miranda e a quell'estate che per lei ha significato il cambiamento: in primis un'estate lontano da Firenze, ma trascorsa in una Pisa che non conosce, nella villa del nonno circondata da una foresta che può contenere meraviglie della natura come anche pericoli, poi un'estate in cui sente tremendamente la mancanza del padre, un uomo che viaggia per lavoro e che Miranda spera di rivedere presto, intanto gli scrive quotidianamente lettere, per sentirlo ancora più vicino a sè. Un 'estate in cui la ragazza conosce il nonno, un pittore che le insegnerà a dipingere anche se si aprirà solo con il tempo, poichè inizialmente sarà restio a condividere la sua vita con lei e sua madre. Ma sarà anche un'estate di cambiamenti: per la prima volta non vede la sua migliore amica, conosce persone nuove e si innamora di una di esse, ma soprattutto al principio si culla nella sua vita da bambina e come tale si affida all'immaginazione, aiutata dalle storie della madre e dalle leggende che sente in giro rigurdante i dintorni di Villa Ada, successivamente si trasformerà in una ragazza, perderà quell'innocenza fanciullesca per essere trasportata in un mondo che purtroppo non risparmia sofferenze e Miranda ne sarà testimone in prima persona. Quell'estate è certamente il momento più importante per lei, quell'attimo che ancora oggi, dopo più di ottant'anni, ricorda vividamente e che ha contribuito a renderla quella che è: una donna che è sola si, ma che vive ogni giorno come se fosse un regalo, senza sprecare nemmeno un attimo.
Quello di Miranda è quindi un personaggio molto forte perchè in grado di far riflettere il lettore su quello che rappresenta: il passare inesorabile del tempo.


Sono tantissime le tematiche affrontate in questa storia, ma due primeggiano rispetto a tutte le altre e sono perfettamente rappresentata dalla stesa persona, tuttavia in momenti storici diversi. La Miranda del 1939, una bambina di dieci anni che è ancora convinta di vivere una vita spensierata, piena di gioie e divertimento, simboleggia l'età dell'innocenza, quel periodo in cui si è convinti che nulla possa andare storto, quel periodo in cui ci si lascia cullare dalle storie dei propri genitori o dalle leggende, perchè si vuole credere che nel mondo ci sia un pizzico di magia a renderlo speciale e incantevole, quel periodo quindi in cui si è convinti di avere tutto il tempo del mondo, che si rimanda a domani quello che si può fare oggi, perchè tanto si è invincibili e si può piegare il tempo al proprio volere. La Miranda di oggi invece è una donna che vive nei suoi ricordi, ha più momenti passati di quelli futuri, sta vivendo giorno per giorno e sa che ogni nuova alba è un regalo, perchè alla sua età potrebbe tranquillamente essere l'ultima. La Miranda di oggi è una donna che ha abbandonato già da tempo l'illusione di avere un mondo pieno di gioia, è una donna che conosce il dolore e che lo ha affrontato, è insomma la somma di tutte le esperienze che contribuiscono a formare una persona e a renderla unica e particolare. Queste due Miranda sono una faccia della stessa medaglia, la stessa persona eppure diversa, che si aprono al lettore e condividono le loro storie. E poi non può che sentirsi l'eco della seconda guerra mondiale, che non primeggia sul resto ma resta una grande presenza.


Francesco Carofiglio, con il suo stile poetico ed evocativo, ci porta in un mondo che sembra quasi idilliaco, un mondo lontano eppure molto vicino a noi, e lo fa entrando subito in grande sintonia col lettore, scegliendo certamente il personaggio giusto per raccontare questa storia.
A Miranda stessa viene infatti affidato il compito di narrare la sua storia e la donna lo fa senza filtri, come se morisse dalla voglia di farlo e quindi le sue parole sono un fiume in piena, quasi un flusso di coscienza, che passa spesso da passato a presente senza mai confondere il lettore, grazie alla bravura dell'autore. E' facile rispecchiarsi anche in Miranda, una donna che è ormai arrivata alla fine della sua vita e che quindi ha più giorni passati da ricordare che giorni futuri da vivere, una donna che ci fa capire come è facile che la vita cambi in un attimo, basta solo un'estate per rendere tutto diverso, una donna che ha affrontato tanto nella vita e che per quanto ha sofferto, è sempre riuscita ad andare avanti a testa alta ed è quindi da prendere come esempio e stimola la riflessione su quanto sia fragile la vita e su quanto sia imprevedibile.
L'estate dell'incanto è una lettura che arriva dritto al cuore, che entra in punta di piedi e che sconvolge per la sua storia e per la semplicità con cui viene narrata, sebbene parli di tematiche che non lasciano certo indifferenti. E' una storia che ci fa crescere insieme alla sua protagonista e, come per lei, è qualcosa che nessuno potrà mai dimenticare.




si ringrazia la casa editrice
per la copia omaggio



Nessun commento:

Posta un commento