martedì 28 maggio 2019

#Review Party:"The Perfect Date" di Steve Bloom

Buon salve bookspediani.
Oggi vi parlo di "The Perfect Date" di Steve Bloom.


Titolo: The Perfect Date
Autore: Steve Bloom
Editore: Mondadori
Genere: Young Adult
Data di uscita: 28 Maggio 2019


Per fare un favore a un conoscente, Brooks si offre di accompagnarne al ballo scolastico la cugina, mollata in asso dal suo cavaliere alla vigilia della serata. Come ricompensa riceve una mancia di trecento dollari dalla famiglia di lei. La voce si diffonde velocemente tra le ricchissime famiglie della zona e presto Brooks diventa il "finto-fidanzato" che tutte si contendono, il ragazzo ideale con cui partecipare - senza rischiare brutte sorprese - ad eventi sociali di ogni genere. Per Brooks è un'occasione imperdibile di uscire con ragazze bellissime e ricchissime - tra le quali, perché no?, anche quella dei suoi sogni -, e soprattutto di mettere da parte i soldi necessari per potersi iscrivere a un'università prestigiosa. Tutto bene, se non fosse che a furia di vestire i panni del ragazzo perfetto di turno, inizia a perdere di vista chi è davvero e cosa è davvero importante...


IL MIO VOTO



The perfect date è la classica lettura per staccare un attimo la spina e per immergersi in una storia divertente e ironica che tuttavia sottolinea anche l'importanza di essere fieri di se stessi e delle proprie origini. Il protagonista di questa avventura è Brooks, un ragazzo di diciassette anni che è determinato ad entrare nell'università dei suoi sogni, la Columbia, sebbene non abbia tutte le carte in tavola per riuscirci. Per quanto riguarda impegno e determinazione è a posto, ma nei test deve fare ancora meglio per assicurarsi l'entrata anticipata, e anche se ci riuscisse ci sarebbe un altro problema di cui occuparsi: i pagamenti. A differenza di tanti altri ragazzi che hanno la fortuna di avere una vita agiata, Brooks può contare solo su un genitore che non può essere definito padre, lo stesso Brooks lo chiama per nome, poichè non fa che essere ubriaco e fregarsene di tutto, anche del suo stesso figlio. Charlie è un uomo distrutto, che è andato ad Harvard e ha pubblicato un romanzo di successo, ma poi la sua fortuna si è esaurita e di conseguenza è finito a fare un lavoro umile come tanti altri, che gli permette di portare a casa soldi per pasti e per le bollette, ossia il postino. Non è certamente il padre dell'anno, visto che Brooks ha imparato a cavarsela da solo, ma almeno è presente e non ha abbandonato il figlio come ha fatto la madre e prova a fare del suo meglio.


Fortunatamente Brooks può contare su Murf, il suo migliore amico, il quale lo aiuta a studiare per i test e allo stesso tempo lo sprona a godersi il loro ultimo anno, poichè questi momenti non torneranno mai più nella vita e potrebbe pentirsi di non averli apprezzati appieno. E' per caso che Brooks accetta di fare da accompagnatore alla cugina di un ragazzo della sua scuola, perchè disposto a fare una buona azione e quindi, senza volerlo, impegna le sue giornate ancora di più perchè da quel falso appuntamento non solo ricava un'ottimo pagamento, ma anche una buonissima pubblicità per tanti altri genitori, che vogliono che i propri figli facciano il loro debutto in società e che siano accompagnati da persone di cui si possono fidare. In un attimo Brooks si ritrova ad essere un vero e proprio lavoratore e inizia a mettere via tutti i soldi che ricava dalle serate, sperando che possano essere abbastanza per pagare almeno il primo anno della Columbia e realizzare così il suo sogno. Eppure più si immerge in questi eventi, più entra in contatto con ragazzi che nella vita hanno tutto ossia due perfetti genitori e un sostanzioso conto in banca e non può che sentirsi a disagio per la sua situazione e così mente, spacciandosi per qualcuno che non è. E così facendo non solo riesce a perdere i suoi amici, ma anche se stesso.


L'idea dietro al romanzo di Steve Bloom è molto carina e divertente e decisamente importante in America, dove spesso ci sono eventi e serate scolastiche e non in cui è oltraggioso presentarsi senza un accompagnatore e il fatto stesso che Brooks per il primo evento si sia offerto non sapendo che a fine serata sarebbe stato pagato dimostra la sua generosità, anche se più le prenotazioni aumentano e più il ragazzo si fa prendere la mano, perchè pensa al suo futuro, e questo gli fa onore, soprattutto perchè non offre favori sessuali o altro del genere, semplicemente fa da spalla alle ragazze che non sono abbastanza considerate dagli altri da essere invitate a balli scolastici o a serate di compleanni e offre loro la possibilità di riscatto. Eppure, nonostante le sue nobili intenzioni, più tempo frequenta in mezzo a gente ricca e superficiale, che giudica una persona da come si veste, dalla scuola che frequenta o dal conto in banca, più si allontana dalla sua vita reale e quindi dal suo migliore amico e dal suo stesso lavoro, che gli ha permesso di restare a galla tutto questo tempo. Ma il dettaglio più importante è che si allontana da se stesso: si illude di essere una persona totalmente diversa per non far capire quanto il suo mondo sia distante dai loro e ritornare alla solità realtà, dove non è mai abbastanza per nessuno, è sempre più dura.


Non deve essere facile saper di avere tutte le potenzialità per entrare in una facoltà prestigiosa ma non potersela permettere e, visto quanti soldi guadagna facendo da accompagnatore, Brooks si illude di fare la cosa giusta anche per se stesso, perchè tanto sa che non può contare sull'aiuto del padre. L'uomo del resto è una figura quasi completamente assente nella vita del ragazzo, un uomo che è rimasto anche se la moglie se ne è andata, ma che oltre a lavorare non fa niente altro per prendersi cura del figlio e, sebbene sappia quanto sia importante per Brooks la Columbia, non fa che ripetergli che non è la scuola a definire una persona, ma è la stessa persona a definire se stessa. Un messaggio certamente giusto, lo dimostra lo stesso Charlie che nonostante sia andato ad Harvard è finito per fare il postino, tuttavia il consiglio arriva in modo sbagliato perchè l'uomo insiste nel dirlo perchè in verità non crede che Brooks abbia la stoffa per entrare nella Ivy Leage e se anche l'avesse, non potrebbe andarci per via del denaro. La loro bizzarra relazione è un'altra tematica del romanzo, che fa arrabbiare il lettore come Brooks, ma che non si nasconde dietro alla classica perfezione delle famiglie americane.


Steve Bloom ha uno stile molto semplice e diretto, anche se io l'ho trovato un po' ostico e non esattamente scorrevole, e riesce ad essere estremamente ironico ma anche serio quando la storia lo richiede. The perfect date è un romanzo che non svolge nell'arco di una giornata, ma si sviluppa in un arco temporale di qualche mese e questo consente anche ai personaggi stessi di evolvere, così come permette la nascita di nuova relazioni e di nuove consapevolezze.
Propria la consapevolezza di se stessi è un tema centrale per la storia, poichè Brooks durante la sua fase di accompagnatore finisce per perdere se stesso mentre finge di essere qualcun altro e quando è costretto a tornare con i piedi per terra, capisce anche che non è lui ad essere sbagliato o diverso, sono gli altri che non devono avere pregiudizi su di lui e questo è certamente importante, perchè se una persona è sicura di se stessa e soprattutto se crede in se stessa, non può che camminare a testa alta.
Il romanzo è davvero molto breve e sul grande schermo ha un impatto decisamente diverso, sembra essere fatto appositamente per la televisione, tuttavia è una lettura che si è dimostrata interessante, divertente e anchee seria.


Non fatevi sfuggire le altre recensioni!




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