venerdì 18 febbraio 2022

Recensione "Namiko e i giardini di Kyoto" di Andreas Sèchè

 Bookspediani oggi vi parlo di  "Namiko e i giardini di Kyoto" di Andreas Sèchè



Titolo: Namiko e i giardini di Kyoto
Autore: Andreas Sèchè
Editore: Mondadori
Genere: Fiction
Data di uscita: 15 Febbraio 2022


Quando un giornalista tedesco di ventinove anni si reca in Giappone per un reportage sull'arte dei giardini, non può certo prevedere che questo viaggio cambierà la sua vita per sempre. Nel corso delle sue passeggiate nei giardini di Kyoto incontra infatti la misteriosa e sensibile studentessa Namiko, custode di un rapporto intimo con la natura, e ne rimane immediatamente affascinato. Ascoltandola ripercorrere l'arte millenaria che rende questi giardini spazi di meditazione e armonia, si rende conto che la donna sussurra e che il tono sommesso della sua voce regala alle parole un'intensità e un significato del tutto nuovi, in grado di toccare le corde più profonde dell'anima. Namiko sussurra non solo con le parole, ma anche con i gesti, lo sguardo e il tatto. Per il giornalista è solo il primo passo di un lungo viaggio, dentro una cultura celata nei caratteri della scrittura e nei tradizionali kúan che il protagonista inizierà a comprendere con l'aiuto del padre di Namiko. Finché una notte, seduto al fianco della giovane donna nel "giardino dei sospiri alla luna" ad ascoltare la melodia di un flauto tradizionale, si troverà a dover prendere una decisione difficile e da cui non potrà tornare indietro. Attraverso una storia d'amore unica e commovente che mette a confronto la mentalità occidentale con quella orientale, questo romanzo esplora l'eterno dilemma tra ragione e cuore, tra avere ed essere, trovando una risposta nella poesia.

IL MIO VOTO

Uno dei protagonisti, nonchè narratore, di questa storia è un giornalista tedesco di ventinove anni arrivato in Giappone per fare un articolo sull'arte dei giardini. La sua lontananza da casa sarebbe dovuta durare solo una settimana, il tempo di scrivere l'articolo e tornare alla vecchia vita di sempre, caratterizzata da articoli da mettere per iscritto e dalla lontananza da una persona cara con cui purtroppo non ha funzionato, insomma nulla di speciale. Il protagonista non può certo immaginare di conoscere Namiko, la quale non esista a spiegargli e a mostrargli tutte le meraviglie dei giardini di Kyoto ma quello che cattura di lei è il fatto che sussurra quando parla e non per timore di dire la sua, semplicemente in questo modo tutto assume un altro effetto, un altro significato. Ascoltarla raccontare la storia dei giardini, così come tante curiosità sul Giappone e sull'Oriente conquista il nostro protagonista, tanto che da una settimana decide di restare per altre tre settimane come vacanza. Insieme a Namiko esplora posti che mai avrebbe pensato, assaggia nuovi cibi, apprende tantissimo sulle usanze orientali e ovviamente non può che affezionarsi alla ragazza, che ha un modo tutto suo di vedere il mondo e di farne parte, partendo proprio dal principio, da quando sua madre è morta per metterla al mondo e per fortuna Namiko ha sempre avuto accanto il padre, pronto a sostenerla e a farle veder il bello del mondo, esattamente come sta facendo lei con il nostro protagonista, che si trova a dover decidere se lasciare tutto quello che conosce così come la Germania, la sua città di origine, per un mondo completamente nuovo e ancora da esplorare però in compagnia di qualcuno di speciale.
E' facile immedesimarsi nel protagonista, un ragazzo che per un semplice viaggio di lavoro si ritrova la vita completamente cambiata, ma quello che non sa è che innamorarsi di Namiko sarà solo l'inizio e che la vita gli riserverà tanto altro da quel momento.


Devo ammettere che sono sempre più attirata da romanzi che parlando del mondo orientale e in particolare del Giappone, adoro conoscere la cultura di questo paese tramite i romanzi e visto che al momento viaggiare fisicamente è molto complicato, almeno lo si può fare leggendo. Andreas Sèchè ci fa davvero viaggiare tra le pagine di questo romanzo non solo facendoci immergere nella cultura giapponese, ma anche mostrandoci alcuni simboli che si usano ovviamente per scriver e come questi possano cambiare a seconda del contesto, le stesse parole che vengono associate al mondo del giardino possono voler dire tanto altro e questo ce lo spiega ovviamente Namiko, che a sua volta lo racconta al nostro protagonista. E' facile immedesimarsi in lui e nella sua paura del cambiamento, visto che decide di trasferirsi dalla Germania in Giappone per amore e lo shock culturale non è certamente minimo ma accanto a sè ha una ragazza speciale, pronta ad insegnargli a vedere la vita in tutt'altro modo ed è forse questo, oltre all'amore, che lo spinge in questa avventura che altro non è che la vita.
Importantissima in questo romanzo è la presenza dei giardini di Kyoto, quel pezzo di natura incantato e magico che non può far innamorare e che fa da sfondo a questa storia che non vuole essere solo un'immersione nel mondo orientale ma anche una storia di cambiamenti, di viaggi, di rischi e ovviamente una storia di vita.
Devo ammettere che la prima cosa che mi ha colpito è stata la copertina e poi la trama, la prosa di Sèchè è fluida ma comunque lo stile è molto poetico, sembra che stia sussurrando questa storia al lettore proprio come la sua protagonista Namiko e sebbene si legga in poco tempo, perchè composto da centocinquanta pagine, non è una lettura che si dimentica facilmente, specie per quanto riguarda le ultime pagine che lasciano un senso di vuoto e di malinconia assurda, ma per quanto faccia male, è un finale perfetto perchè conferma l'intenzione dell'autore ossia di parlare della vita stessa.

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