Buona sera bookspediani.
Voglio parlarvi di un romanzo che mi ha completamente spiazzato che mi ha toccato il cuore come pochi, in particolare per l'argomento estremamente attuale di cui parla, ossia "Il paradiso alla fine del mondo" di Nicola Brunialti edito da Sperling.
Titolo: Il paradiso alla fine del mondo
Voglio parlarvi di un romanzo che mi ha completamente spiazzato che mi ha toccato il cuore come pochi, in particolare per l'argomento estremamente attuale di cui parla, ossia "Il paradiso alla fine del mondo" di Nicola Brunialti edito da Sperling.
Titolo: Il paradiso alla fine del mondo
Autore: Nicola Brunialti
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: Narrativa
Data di uscita: 16 Aprile 2019Teresa sta per diventare nonna, ma non è una futura nonna come tutte le altre. Ha solo 42 anni e da quando ne aveva sedici vive a Freetown, in Sierra Leone, dove è arrivata come profuga. Ventisei anni prima, infatti, nel 2023, Teresa ha dovuto lasciare una poverissima Germania per intraprendere insieme alla sua famiglia un interminabile viaggio della speranza verso le coste siciliane: l’unico punto di partenza per tutti i barconi dei migranti diretti in Africa.
Questo perché dall’inizio del nuovo millennio il mondo è capovolto. I paesi africani sono i più ricchi della Terra, mentre quelli europei, vessati da anni di recessione economica, di crisi climatica e da numerose guerre, sono diventati invivibili. Così, da allora, ogni giorno una massa infinita di profughi tenta di lasciare la miseria degli Stati del Nord del mondo in cerca di un futuro migliore. Teresa è tra quei pochi fortunati che ce l’hanno fatta, ma a carissimo prezzo.
Ora, mentre attende in ospedale che si compia nuovamente il miracolo della vita, ripensa a tutto quello che ha rischiato, alle violenze subite, a ciò che ha perduto attraversando il Mediterraneo ventisei anni prima, per arrivare alla sua terra promessa. Il luogo che finalmente ha potuto chiamare casa.
IL MIO VOTO
Teresa è una donna di quarantadue anni che sta per diventare nonna di una bellissima nipotina. Ora è una donna serena e tranquilla, completamente rinata da quando è arrivata in Sierra Leone. Ma non è sempre stata così. Teresa infatti è originaria della Germania e nel 2023 la sua nazione era sempre più impoverita e sempre più distrutta da continue guerre. Sebbene si rendesse conto del pericolo, questo non l'ha mai toccata, fino a quando si ritrovata quasi faccia a faccia con la morte. Eppure aveva accanto a sè la sua famiglia e il suo ragazzo, Hans, per cui stava bene.
Almeno fino a quando i genitori hanno deciso di lasciare la Germania e di partire per l'unica destinazione che pareva offrire una vita migliore : l'Africa. Arrivarci tuttavia non era affatto semplice e l'unico punto ancora accessibile era attraverso le coste sicialine. Ma nemmeno arrivare in Italia era tanto semplice e la famiglia di Teresa e la ragazza stessa sono stati messi a dura prova durante la loro migrazione, una migrazione che non è stata facile e che li ha segnati per sempre. Proprio in queste ore di attesa che separano Teresa dal conoscere la nipotina, la donna decide di ricordare il passato e farci conoscere la sua storia, e noi non possiamo fare altro che ascoltarla.
Il paradiso alla fine del mondo è stata una lettura che è arrivata in un momento inaspettato, ma che mi ha tanto tantissimo. Sebbene sia ambientata in un futuro non troppo lontano dal nostro, la tematica trattata da Nicola Brunialti è estremamente attuale: quella dei migranti, persone che vivono in un paese di guerra e disperati intraprendono viaggi duri, quasi impossibili, che li segnano per sempre e che gli donano quel poco di speranza di trovare alla fine del loro lungo viaggio un posto migliore, un paese da chiamare casa. E' questa la storia appunto di Teresa, una donna che nel presente, ossia nel 2050 ha quaranta due anni e che è pronta a diventare nonna, ad accogliere la sua nipotina in un mondo di pace e di serenità, e proprio nei momenti di attesa, in cui aspetta trepidante di conoscere questa nuova vita, non può fare a meno di ricordare la sua storia, il percorso che l'ha portata a questo momento, un viaggio che non è stato facile, che le ha tolto tanto, l'ha costretta a vivere tremende atrocità e le ha fatto compiere scelte difficile, eppure allo stesso tempo l'ha resa quella di oggi.
La narrazione quindi si alterna tra passato e presente: la Teresa del 2050 ha una parte marginale, ma è la ragazza sedicenne che ci interessa conoscere, una ragazza che credeva di vivere in un posto sicuro, con due genitori amorevoli che l'hanno cresciuta dandole tutto il possibile e soprattutto tanto amore. Quello stesso amore l'hanno trasmesso a lei e ora lei stessa è innamorata di Hans, un ragazzo che sà già sarà l'unico che amerà per sempre.
Eppure intorno a lei il mondo sta cambiando, la Germania sta diventando sempre più pericolosa come luogo in cui vivere e i suoi genitori, desiderosi di avere una vita serena e tranquilla, decidono di partire per l'unico luogo sicuro: l'Africa. E' paradossale come l'autore abbia scelto proprio questa nazione come terra promessa, un rovesciamento sostanziale della nostra realtà, in cui gli abitanti dell'Africa vedono l'Europa e l'Italia stessa come un luogo ricco di risorse che loro non hanno. Teresa tuttavia è contraria alla partenza, non vuole lasciare Hans e soprattutto il luogo che ha sempre chiamato casa, ma sa anche che non può restare e non può abbandonare i suoi genitori, per cui è costretta a partire, anche se le piange il cuore. Inizia un viaggio in cui a condurre la partita sono i soldi: ogni passaggio da un paese all'altro costa caro e senza denaro è impossibile proseguire, per cui ancora una volta Teresa si sente impotente, perchè non ha il controllo di decidere nulla, e più andrà avanti più questo controllo verrà meno, togliendole molto più di quello che era disposta a dare.
Onestamente "Il paradiso alla fine del mondo" non è una lettura da prendere alla leggera e non è nemmeno una storia semplice: l'autore rende questa avventura più reale possibile e quindi non risparmia nulla al lettore, nè la sofferenza della protagonista, nè la miseria in cui è costretta a vivere, nè tantomeno tutto quello che deve subire per raggiungere quella terra promessa tanto voluta dai suoi genitori, quel luogo tranquillo dove può finalmente riposarsi e prendersi un attimo per capire di essere finalmente arrivata a casa. Teresa parte dalla Germania che è una giovane ragazza di sedici anni capricciosa, determinata a ribellarsi al volere dei genitori e a rendergli la vita impossibile, ma durante il suo viaggio, sia fisico che mentale, diventa una donna, una persona forte che non si fa abbattere da nessuno e che a volte deve prendere lei stessa il comando per impedire alla sua famiglia di affondare. Le scelte che è costretta a compiere, tutto quello che è costretta a subire e patire, ovviamente non potranno che cambiarla per sempre e farla diventare la donna che è nel presente: una donna che ha sofferto e che non può dimenticare tutto quello che ha passato, ma che è felice del traguardo raggiunto e soprattutto in pace con se stessa, pronta ad accogliere una nuova vita da amare.
Il tema centrale si basa quindi sulla migrazione: tantissimi abitanti tedeschi, come Teresa e la sua famiglia, desiderano allontanarsi da una città che non ha più nulla da dare per trasferirsi in un paese che possa offrire loro un riparto. La traversata dalla Germania all'Africa tuttavia è molto lunga e pericolosa e questo per una volta ci fa capire, o meglio immaginare, quello che ogni giorno migliaia e migliaia di migranti sopportano per arrivare in un mondo migliore. Sappiamo tutti in cuor nostro che un viaggio simile non deve essere semplice, a partire dalla partenza stessa poichè si è costretti a dire addio non solo al proprio paese ma anche ad una parte di famiglia che sceglie invece di restare, e poichè si mette in mano ad altre persone la propria vita, persone crudeli ed egoiste che pensano solo ai loro interessi e a farsi ricche a discapito degli altri. Nemmeno Teresa e la sua famiglia saranno immuni dall'incontrare persone disoneste, pronte a tutto per illuderle di aiutarli ad arrivare più vicino al loro sogno, eppure allo stesso tempo pronte a tradirli in un secondo e allontanarli dalla loro desiderata terra promessa. Quella di Nicola Brunialti è quindi una storia terribilmente attuale, che in alcuni punti mette i brividi e che non può fare a meno di toccare il cuore del lettore, facendoci capire che prima di arrabbiarci per avere così tanti migranti nel nostro paese dovremmo chiederci cosa avremmo fatto noi al loro posto e soprattutto dovremmo riflettere su quanto gli è costato arrivare in una terra che sperano essere un posto da chiamare casa.
Con uno stile estemamente semplice, eppure evocativo, Nicola Brunialti ci narra il viaggio di una ragazza sedicenne che in pochi mesi è diventata un'adulta per tutto quello che ha dovuto sopportare durante il desiderio dei genitori di cercare un paese con una prospettiva di vita migliore. L'autore ci ha fatto capire che la famiglia di Teresa era molto più facoltosa di tante altre ed è per questo che a loro si sono aperte molte più porte e molte più possibilità, mentre invece tanti altri non hanno avuto la stessa fortuna e si sono dovuti fermare prima di raggiungere la loro meta prestabilita, ma ci fa capire che non sempre i soldi sono in grado di comprare tutto e tra queste non è inclusa la sicurezza e la felicità. I soldi infatti non permettono a Teresa e alla sua famiglia di essere immuni alle sofferenze e alle malvagità di cui sono testimoni, perchè alla fine dei conti sono persone come tante altre che vogliono semplicemente trovare una vita migliore.
Teresa alla fine arriverà alla famosa terra promessa, ma sarà una persona totalmente diversa da quella ragazzina capricciosa e testarda che incontriamo all'inizio del romanzo. Tuttavia non voglio dirvi altro, perchè come per tante storie, a contare non il traguardo ma il viaggio e voi non dovete fare alto che leggerlo fino in fondo.
Nessun commento:
Posta un commento