Buona sera bookspediani!
Oggi vi parlo di una bellissima scoperta
Oggi vi parlo di una bellissima scoperta
Titolo:Insegnami a vedere l'alba
Autore: Josh Sundquist
Editore: Giunti
Genere: New Adult
Data di uscita: 19 aprile 2017
IL MIO VOTO
Will, pur essendo cieco dalla nascita, decide di frequentare un liceo pubblico, vincendo i timori della madre iperprotettiva. Inizia così un’esilarante tragicommedia: in mensa si siede sulle gambe di un compagno, una ragazza ha una crisi di nervi convinta che lui la stia fissando… Per riparare, Will si offrirà di aiutarla a scrivere un articolo su una mostra di Van Gogh: impresa difficilissima, perché a Will mancano totalmente il concetto di prospettiva, di colore, e Cecil deve spiegargli ciò che vede evitando qualsiasi metafora visiva.
Quando a Will viene offerta la possibilità di affrontare un’operazione sperimentale che potrebbe ridargli la vista il padre, medico, cerca di dissuaderlo perché i casi di successo sono rarissimi e le ricadute psicologiche spesso pesantissime. Ma Will decide di rischiare e le conseguenze, seppur inaspettate e difficili da superare, gli rivoluzioneranno meravigliosamente la vita.
Will è un ragazzo cieco dalla nascita che ha da sempre accettato la sua condizione, senza però privarsi di nulla nella sua vita.
Fino al liceo i genitori, soprattutto la iper protettiva madre, lo hanno mandato in una scuola per non vedenti e il ragazzo non si è mai potuto mettere alla prova.
Ora Will è giunto ad una decisione: frequentare la scuola "normale" e vince questa battaglia.
Il libro si apre proprio con il suo primo giorno a scuola, dove un preside un pò a disagio cerca di fargli capire dove si trovano le aule semplicemente descrivendogliele.
Ciò che ignora è che Will ha bisogno di più.
Essere cieco tuttavia gli ha reso più sviluppati altri sensi e il suo orientamento si basa in passi o con l'aiuto del tatto.
Ecco che Will si trova in un modo totalmente diverso, circondato da ragazzi che non sono abituati a persone come lui e non sanno come comportarsi.
Complice una bizzarra situazione in mensa, presto il nostro protagonista si ritrova invischiato in un gruppo di ragazzi e ragazze che gli offrono subito la loro amicizia e lo integrano nella loro piccola banda.
Tra essi c'è Cecil, una ragazza con cui aveva appena avuto un piccolo equivoco in classe e per farsi perdonare decide di aiutarla a scrivere un articolo per la scuola che comporta andare insieme alla mostra di Van Gogh.
Ma come fa un ragazzo cieco ad aiutare una ragazza a descrivere quadri, quando non li può vedere?
"Frequentare la scuola per ciechi giorno dopo giorno, un anno dopo l'altro, mi ha fatto sentire come se fossi intrappolato sulla linea di partenza anche nella vita vera"
Cecile è una ragazza che ama la fotografia, vorrebbe tanto dipingere ma non ne è portata per cui si accontenta di ammirare le opere degli altri.
Non ama particolarmente stare al centro dell'attenzione, per questo si nasconde dietro la macchina fotografica e fa foto a tutto per non dimenticarsi mai dei momenti appena trascorsi.
Quando si ritrova alla mostra con Will, per lei descrivergli quadri è molto semplice: associa in maniera naturale le forme e i colori ad altro.
Ma come si fa a spiegare il colore rosso ad una persona che non l'ha mai visto?
C'è una percezione universale di esso? Assolutamente no.
Eppure in qualche modo la ragazza riesce a spiegarsi a Will, a trovare una connessione con lui e a dimostrargli che ci tiene davvero a trasmettergli quello che lei vede.
I due entrano così in sintonia, diventando grandi amici e passando molto tempo insieme.
"Ho cambiato scuola perché voglio dimostrare che sono in grado di vivere in maniera autonoma nel mondo dei vedenti."
Tutto cambia quando Will ha la possibilità di acquistare la vista tramite un complicato intervento e iniziare così a conoscere il mondo come non lo ha mai visto.
La decisione che gli si prospetta davanti è davvero difficile.
Will è un ragazzo nato cieco quindi non ha mai saputo cosa si stava perdendo, ha sempre frequentato scuole per non vedenti e quindi non si è mai fatto troppoe domande.
La scelta di andare in un liceo normale è la prova che Will sa stare al mondo: sa muoversi da solo, sa orientarsi e sa cavarsela.
Non ha bisogno di nessuno che lo aiuti e soprattutto non vuole contare sull'aiuto di nessuno.
Conoscere Ion, Cecil, Nic e Whitford gli da la possibilità di esplorare un nuovo mondo e di avere la voglia di saper di più.
L'intervento lo renderebbe indipendete finalmente, non ci sarebbe più bisogno di trattarlo come un bambino e sarebbe finalmente libero.
E Will agogna terribilmente quella libertà.
Tuttavia l'intervento è rischioso: se funzionasse sarebbe legato a vita a prendere medicinali e la vista non arriverebbe subito.
Dovrebbe resettare come ha appreso tutto fino ad ora.
Sarebbe come imparare a parlare o a camminare.
Eppure la madre non potrebbe essere più entusiasta di questa opportunità.
Il padre invece sembra esser scettico e ha paura che Will non sarà più lo stesso dopo la sua operazione.
Ma cosa farà Will?
Sarà pronto a rischiare e provare a vedere finalmente il mondo o sceglierà di restare la persona che ha imparato ad essere fino ad ora?
"Will, la nostra new entry, è un ragazzo non vedente"
"Non preoccupatevi, gente, non è contagioso" dico.
Nella sua semplicità Josh Sundquist ci porta all'interno dei pensieri di Will e di tutte le solite frasi di circostanza che i vedenti usano con lui, di tutti i comportamenti strani che hanno e dei luoghi comuni che penso tutti noi abbiamo.
Come assistere alla meraviglia dell'alba.
Per noi è un incanto, un tripudio di colori!
Ma come si può descrivere a Will il rosso, un colore che non ha mai visto?
Come si può descrivere lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi quando una persona non sa cosa significa vedere?
E in questo ho amato tantissimo l'autore perchè mi ha fatto capire tante, tantissime cose che noi vedenti diamo per scontato.
Come possiamo arrivare a parlare di colori a qualcuno che non ha conosciuto altro che il buio nella sua vita? La sfida lanciata da Sundquist mette in seria difficoltà!
"Avrei voluto liberarmi e avanzare sulla tortuosa strada arcobaleno della vita."
Insegnami a vedere l'alba è il classico young adult che affronta demi delicati con una semplicità sconcertante ma che arriva dritto al lettore.
E' un libro di 260 pagine che racchiude in sè una piccola meraviglia che non potete assolutamente non leggere.
Will è un ragazzo cieco dalla nascita che ha da sempre accettato la sua condizione, senza però privarsi di nulla nella sua vita.
Fino al liceo i genitori, soprattutto la iper protettiva madre, lo hanno mandato in una scuola per non vedenti e il ragazzo non si è mai potuto mettere alla prova.
Ora Will è giunto ad una decisione: frequentare la scuola "normale" e vince questa battaglia.
Il libro si apre proprio con il suo primo giorno a scuola, dove un preside un pò a disagio cerca di fargli capire dove si trovano le aule semplicemente descrivendogliele.
Ciò che ignora è che Will ha bisogno di più.
Essere cieco tuttavia gli ha reso più sviluppati altri sensi e il suo orientamento si basa in passi o con l'aiuto del tatto.
Ecco che Will si trova in un modo totalmente diverso, circondato da ragazzi che non sono abituati a persone come lui e non sanno come comportarsi.
Complice una bizzarra situazione in mensa, presto il nostro protagonista si ritrova invischiato in un gruppo di ragazzi e ragazze che gli offrono subito la loro amicizia e lo integrano nella loro piccola banda.
Tra essi c'è Cecil, una ragazza con cui aveva appena avuto un piccolo equivoco in classe e per farsi perdonare decide di aiutarla a scrivere un articolo per la scuola che comporta andare insieme alla mostra di Van Gogh.
Ma come fa un ragazzo cieco ad aiutare una ragazza a descrivere quadri, quando non li può vedere?
"Frequentare la scuola per ciechi giorno dopo giorno, un anno dopo l'altro, mi ha fatto sentire come se fossi intrappolato sulla linea di partenza anche nella vita vera"
Cecile è una ragazza che ama la fotografia, vorrebbe tanto dipingere ma non ne è portata per cui si accontenta di ammirare le opere degli altri.
Non ama particolarmente stare al centro dell'attenzione, per questo si nasconde dietro la macchina fotografica e fa foto a tutto per non dimenticarsi mai dei momenti appena trascorsi.
Quando si ritrova alla mostra con Will, per lei descrivergli quadri è molto semplice: associa in maniera naturale le forme e i colori ad altro.
Ma come si fa a spiegare il colore rosso ad una persona che non l'ha mai visto?
C'è una percezione universale di esso? Assolutamente no.
Eppure in qualche modo la ragazza riesce a spiegarsi a Will, a trovare una connessione con lui e a dimostrargli che ci tiene davvero a trasmettergli quello che lei vede.
I due entrano così in sintonia, diventando grandi amici e passando molto tempo insieme.
"Ho cambiato scuola perché voglio dimostrare che sono in grado di vivere in maniera autonoma nel mondo dei vedenti."
La decisione che gli si prospetta davanti è davvero difficile.
Will è un ragazzo nato cieco quindi non ha mai saputo cosa si stava perdendo, ha sempre frequentato scuole per non vedenti e quindi non si è mai fatto troppoe domande.
La scelta di andare in un liceo normale è la prova che Will sa stare al mondo: sa muoversi da solo, sa orientarsi e sa cavarsela.
Non ha bisogno di nessuno che lo aiuti e soprattutto non vuole contare sull'aiuto di nessuno.
Conoscere Ion, Cecil, Nic e Whitford gli da la possibilità di esplorare un nuovo mondo e di avere la voglia di saper di più.
L'intervento lo renderebbe indipendete finalmente, non ci sarebbe più bisogno di trattarlo come un bambino e sarebbe finalmente libero.
E Will agogna terribilmente quella libertà.
Tuttavia l'intervento è rischioso: se funzionasse sarebbe legato a vita a prendere medicinali e la vista non arriverebbe subito.
Dovrebbe resettare come ha appreso tutto fino ad ora.
Sarebbe come imparare a parlare o a camminare.
Eppure la madre non potrebbe essere più entusiasta di questa opportunità.
Il padre invece sembra esser scettico e ha paura che Will non sarà più lo stesso dopo la sua operazione.
Ma cosa farà Will?
Sarà pronto a rischiare e provare a vedere finalmente il mondo o sceglierà di restare la persona che ha imparato ad essere fino ad ora?
"Will, la nostra new entry, è un ragazzo non vedente"
"Non preoccupatevi, gente, non è contagioso" dico.
Nella sua semplicità Josh Sundquist ci porta all'interno dei pensieri di Will e di tutte le solite frasi di circostanza che i vedenti usano con lui, di tutti i comportamenti strani che hanno e dei luoghi comuni che penso tutti noi abbiamo.
Come assistere alla meraviglia dell'alba.
Per noi è un incanto, un tripudio di colori!
Ma come si può descrivere a Will il rosso, un colore che non ha mai visto?
Come si può descrivere lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi quando una persona non sa cosa significa vedere?
E in questo ho amato tantissimo l'autore perchè mi ha fatto capire tante, tantissime cose che noi vedenti diamo per scontato.
Come possiamo arrivare a parlare di colori a qualcuno che non ha conosciuto altro che il buio nella sua vita? La sfida lanciata da Sundquist mette in seria difficoltà!
"Avrei voluto liberarmi e avanzare sulla tortuosa strada arcobaleno della vita."
Insegnami a vedere l'alba è il classico young adult che affronta demi delicati con una semplicità sconcertante ma che arriva dritto al lettore.
E' un libro di 260 pagine che racchiude in sè una piccola meraviglia che non potete assolutamente non leggere.
Sara
Una letturina gliela dare volentieri. Mi è piaciuta tantissimo la recensione, le frasi scelte sono assolutamente fantastiche!
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