Buona sera bookspediani.
Da domani troverete in libreria il nuovo libro di Allan Stratton grazie a Mondadori e io me lo sono già divorato e l'ho terribilmente amato.
Da domani troverete in libreria il nuovo libro di Allan Stratton grazie a Mondadori e io me lo sono già divorato e l'ho terribilmente amato.
Titolo: Un viaggio chiamato casa
Autore: Allan Stratton
Editore: Mondadori
Genere: Libri per ragazzi
Data di uscita: 5 Giugno 2018
La vita di Zoe è in panne alla fermata di Shepton, Ontario. I suoi genitori continuano a punirla per i guai che, in verità, sono causati dalla sua tirannica cugina Madi. L'unica persona in grado di capirla è la sua adorata nonna, che però è appena stata rinchiusa in un ospizio. Un mattino Zoe scopre che suo zio Teddy, che lei credeva morto, è ancora vivo da qualche parte a Toronto: scomparso dai racconti di famiglia, è ancora presente nei ricordi e nel cuore della nonna. Insieme, Zoe e sua nonna, decidono di fuggire per andarlo a cercare. Tra le insidie di un viaggio in una città sconosciuta e incontri strampalati, Zoe si scopre più forte e determinata che mai, mentre il passato della sua famiglia si rivela molto diverso da come lo immaginava.
IL MIO VOTO
Zoe Bird è una ragazzina incompresa: i suoi genitori sono in costante lotta coon lei poichè credono sia una figlia problematica e non le mancano di certo le punizioni.
La realtà dei fatti invece non è così chiara come appare.
La cugina perfetta di Zoe, Madi, figlia dell'altrettanto perfetta zia, è una piccola peste che non fa che mettere nei guai Zoe, addossandole la colpa delle sue malefatte ma riuscendo allo stesso tempo a passare per la brava ragazza.
Zoe sa la verità, eppure quando prova a rivelarla non viene creduta dai genitori, perchè la facciata di Madi è troppo credibile perfino per loro.
Zoe tuttavia non ha tempo per queste cose: la salute di Nonna Bird sta peggiorando sempre di più e ormai non bastano le cure di Zoe a sostenerla e per quanto la ragazzina provi ad aiutarla, la memoria della donna diventa sempre più compromessa, tanto che il figlio Tim è costretto a prendere una decisione: decidere di metterla in una casa di riposo.
Per la donna, come per Zoe, questa realtà è troppo difficile da accettare e la bambina non può che pensarle tutte per riportarla a Casa Bird, dove ha sempre vissuto e dove intende morire.
Nemmeno la lontananza della nonna ferma Madi dalle sue commedie e questa volta tocca veramente il limite, non solo spaventando a morte Zoe, ma facendo addirittura pensare ai suoi genitori che sia una poco di buono che esce a tarda sera per incontrare ragazzi e lasciandogli una sola soluzione: spedirla in collegio.
Al suono di queste parole Zoe fugge di casa, rifugiandosi in quella della nonna, dove per caso trova lettere dello zio Teddy, un uomo che in verità dovrebbe essere morto eppure sembra vivo e vegeto e l'ultimo suo indirizzo sembra condurre a Toronto, in Canada.
Quale occasione migliore per lei per allontanarsi da una famiglia che non la comprendere e ricongiungere invece la nonna con la famiglia che pensava di aver perduto?
E' così che Zoe va alla casa di riposo e riesce a portare la nonna in stazione, alla ricerca del figlio che non vede da tempo.
Eppure Toronto è una città molto grande e trovare un Teddy Bird non è così semplice, specie se Teddy non è in verità chi si aspetta Zoe, soprattutto con la memoria della nonna che diventa sempre più confusa.
Riuscirà Zoe nella sua missione?
Quando ho iniziato la lettura di questo libro, sapevo già in anticipo che mi sarebbe piaciuto, solo che non potevo prevedere quanto.
Un viaggio chiamato casa è stato un vero e proprio viaggio nella storia di Zoe, una ragazzina che viene quotidianamente bullizzata dalla cugina che si crede migliore di lei perchè sono gli stessi genitori della ragazza a credersi superiori rispetto ad altri.
Quello che è peggio è che l'immagine di Zoe è talmente compromessa che ogni volta che prova a spiegare ai genitori la verità, questi non le credono e finiscono per punirla.
Zoe di conseguenza non riesce a fidarsi di loro e non riesce ad accettarli appieno, perchè sono loro i primi a non accettare lei.
L'unica persona della famiglia a capire quanto sia speciale la ragazzina è Nonna Bird, una persona straordinaria che ha sempre un consiglio per Zoe e che ama più di ogni cosa.
Ma quando la sua memoria comincia a vacillare e appare chiara l'intenzione di portarla in un ospizio, a Zoe crolla il mondo sotto i piedi.
L'unica persona in grado di capirla e di amarla viene allontanata da lei e portata in uno dei posti che più odia, senza che Zoe possa aiutarla nonostante le avesse promesso di farlo.
E' naturale in quel momento provare una rabbia assurda per i propri genitori, che non comprendono nulla di lei e che non sembrano neppure sforzarsi.
Sembrano già rassegnati, e questo è totalmente sbagliato perchè per quanto un figlio sia lontano dalla perfezione, non si deve mai amarlo meno e si deve sempre cercare di ascoltarlo, di comprenderlo.
Altrimenti si finisce solo per allontanarlo.
E infatti l'unica soluzione che Zoe trova è quella di avventurarsi con la nonna per Toronto alla ricerca di uno zio che pensava fosse morto, perchè così le era stato detto.
In quel momento Zoe apre gli occhi e smette di vedere i genitori come persone speciali, ora sono persone ordinarie e come tali sbagliano, e nasconderle la verità è stato un grosso errore.
Per questo parte all'avventura, prendendosi costante cura della nonna, come nessuno prima era riuscito a fare e soprattutto cercando di ricostruire quello che resta della sua famiglia, prima che sia troppo tardi.
In quasi 300 pagine Allan Stratton riesce a toccare tantissimi temi, forse alcuni in modo forzato, mentre altri tremendamente attuali ed estremamenti importanti su cui vale la pena soffermarsi.
In primis si parla di bullismo: Zoe viene costantemente minacciata dalla perfetta cugina Madi, una ragazza talmente a modo di cui nessuno dubiterebbe mai, e ovviamente per quanto provi a difendersi, non viene creduta da nessuno tranne che da un compagno di scuola per cui ha una cotta e sarà proprio lui a rivelarsi un amico prezioso nel momento del bisogno.
Un'altra tematica importante è il concetto di famiglia: Zoe non riesce ad entrare in sintonia con i suoi genitori e viene continuamente punita per non essere perfetta come vorrebbero loro e questo non fa che rafforzare il suo rapporto con la nonna, la quale è l'unica che la comprende appieno.
Sfortunatamente per Zoe la donna sta piano piano svanedo e se non sarà l'ospizio ad annullarla totalmente, ci penserà la sua mente, che diventerà una nebbia perpetua.
Ma quello che più l'autore vuole dirci è che quello che conta davvero è essere pienamente consapevole della propria storia, perchè solo questa ci definisce.
Il viaggio di Zoe non si basa solo da Ontario a Toronto, è un viaggio molto più intenso e articolato.
Durante questo periodo ha occasione di scoprire di più sulla sua famiglia, ma soprattutto su se stessa e impara ad accettare che la vita non è altro che una contina montagna russa di emozioni e di avvenimenti, quello che importa è godersi appieno il presente e ricordarsi del passato, affinchè ci aspetti un futuro tutto da scoprire.
Allan Stratton con la sua semplicità è riuscito a farmi divorare il suo romanzo in poco meno di tre ore e arrivata alla sua conclusione non ho potuto trattenere le lacrime, perchè Un viaggio chiamato casa è una storia che sa di realtà e come la vita, lascia un sapore dolce amaro.
Che aspettate ad avventurarvi nella storia di Zoe?
Allacciate le cinture, è un viaggio davvero intenso.
Ho letto il libro che mi ha dato mia nipote, mi ha detto, leggilo!
RispondiEliminaho iniziato questo pomeriggio, non pensavo di poterlo finire così presto, mi ha appassionato, incuriosito, mi ha commosso. l'ho divorato fino alla fine senza stancarmi, è un bellissimo racconto di rapporti familiari e commovente e struggente l'amore della nipote verso la nonna!