giovedì 18 giugno 2020

Recensione "Giugno" di Paolo Bontempo e Gianluca Dario Rota + Quattro chiacchiere con gli autori

Buon salve bookspediani.
Oggi vi parlo di Giugno di Paolo Bontempo e Gianluca Dario Rota e dopo la recensione vi aspetta anche una chiacchierata che ho scambiato con gli autori!


Titolo: Giugno
AutorePaolo Bontempo e Gianluca Dario Rota
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: Fiction
Data di uscita: 16 Giugno 2020


Se hai dodici anni, giugno è il mese più bello dell’anno. Dome, di questo, è profondamente convinto. Una volta levatosi l’impiccio della scuola, può girare libero per Longuelo – un insolito quartiere alla periferia di Bergamo, dove i palazzoni popolari si specchiano nelle piscine delle mega ville dei dintorni – e divertirsi insieme agli amici, un gruppo di teppisti che si ritrova allo skate park a fare casino. Stavolta, Dome e la sua gang hanno in programma di fare casino per davvero e decidono di lanciarsi nel business dei petardi. Il piano è semplice: comprare i botti, rivenderli e fare il cash.
Purtroppo, però, qualcosa va storto e Dome si ritrova costretto per punizione a frequentare il CRE, ovvero il centro estivo della parrocchia, popolato solo da noiosi bravi ragazzi. Pian piano, in realtà, si rende conto che quei bravi ragazzi non sono poi tanto male e finisce per farsi incantare dagli occhi verdi di Laura, una ragazzina perbene che non potrebbe essere più diversa da lui.
A quel punto, diviso tra lo skate park e l’oratorio, Dome farà di tutto per tenere separati i due mondi, che alla fine entreranno brutalmente in collisione. E giugno esploderà come il più potente dei petardi lasciando un segno indelebile


IL MIO VOTO



Domenico è il protagonista principale di questo romanzo, un ragazzino di dodici anni che di fatto vuole semplicemente trovare il suo posto nel mondo. Dome vive con la madre, una donna che spesso non si accorge di tutto quello che combina perchè presa dal lavoro e dal doversi occupare tutto lei della famiglia, visto che è separata dall'ex marito che Domenico vede solo ogni tanto. Sta arrivando giugno finalmente e con questo significa avere il tempo di divertirsi, di stare con gli amici, di dormire fino a tardi e di non pensare a nulla. Per Domenico però questo non è un giugno come un altro, è un po' il suo battesimo di fuoco: da tempo infatti sogna di poter entrare nella gang insieme a quelli che chiama i suoi amici, dei ragazzi che si mettono continuamente nei guai e che ovviamente ci trascinano anche il nano, all'insaputa dei suoi genitori. E proprio quando il suo sogno si realizza, quando finalmente si sente parte di qualcosa, ecco le sue azioni lo mettono in pericolo, spingendo la madre a tenerlo occupato e quindi iscrivendolo al centro estivo della parrocchia, un disonore per il ragazzo che ovviamente deve tenere nascosto questo fatto agli amici, altrimenti rischierebbe di non essere più parte di quello che ha sempre voluto. Ma più frequenta il campo estivo, più vuole evitare tutti, più gli si avvicinano persone che ben presto diventano degli amici, che lo fanno sentire accettato. E ben presto la vita di Dome è come se fosse divisa in due, come se mantenesse il piede in due scarpe, cosa impossibile da fare per troppo tempo...
Domenico non lo nascondo è il mio personaggio preferito, un ragazzo che vuole semplicemente inserirsi ed essere considerato, ecco perchè a volte compie azioni sconsiderate e pericolose, in particolare per la sua età. Eppure l'ho trovato molto realistico e molto in linea con i ragazzi di oggi, che stanno crescendo troppo in fretta e vogliono solo essere parte di qualcosa, non importa cosa bisogna fare o cosa bisogna dimostrare, basta avere un gruppo di cui essere parte.


Ovviamente la storia non riguarda solo Domenico, ma tanti altri personaggi della sua doppia vita. Quello che più mi preme sottolineare è in primis la presenza dei genitori del ragazzo: non tanto il padre, che cerca più di essergli amico piuttosto che un esempio perchè si vedono poco e quindi vuole conservare l'affetto del figlio, senza punirlo, quanto per la madre Anna, la quale al principio non si accorge di quello che combina il figlio e lascia perdere, bollando i suoi comportamenti come tipici adolescenziali, ma quando si accorge di quello che combina davvero, non esita ad intervenire, a cercare come può di riportarlo sulla retta via. Questo non è un elemento da poco perchè non è scontata nei romanzi la presenza dei genitori, per cui mi ha fatto piacere vedere che invece in questo si sente la loro figura.
Insieme a Dome troviamo i suoi amici della gang, dei ragazzi che mirano a divertirsi, a fare festa e soprattutto a fare casino. Ma in modo particolare gli preme fare cash, sentirsi più importanti di quelli che invece con i cash ci sono nati. Questo gruppo si vede essere affiatato, ma allo stesso tempo il loro rapporto non si può definire di amicizia perchè lanciano a Domenico costanti prove, come se non fosse all'altezza di entrare nella gang così come è.
All'oratorio invece tutti sono intenzionati a fare amicizia con Dome, è lui che li vuole tenere lontani, eppure Laura e Giacomo, due gemelli molto diversi tra loro, iniziano a spuntarla e a conquistare la sua fiducia, facendolo entrare nel loro mondo perfetto e pieno di cash, un mondo che Domenico conosce molto bene e di cui non può fare parte.
Il cast quindi che compone questo romanzo è davvero vasto e ognuno di loro ha una parte fondamentale nella storia.


Essere adolescenti non è mai stato facile e oggi secondo me è ancora più difficile. Avere degli amici, un gruppo con cui uscire e con cui parlare è quello che conta di più, non averne ti bolla come uno sfigato e quindi si è disposti a tutto per essere parte di un gruppo, per venire accettati. E' di questo infatti che parla Giugno, in primis di venire accettatti, di essere disposti anche ad andare contro le proprie idee pur di piacere al gruppo e di diventare loro amico, anche a costo di farsi del male e di mettersi nei guai. Conquistare lo status di membro ufficale di una gang non è facile, ma è ancora più difficile mantenerlo, specie se ci si ritrova a passare le giornate al centro estivo della parrocchia, un vero disonore per tutti, ma per la sua gang è un vero e proprio affronto che non si può permettere. Ecco perchè Dome fa di tutto per non farsi scoprire ed ecco che si ritrova a vivere due mondi diversi, desideroso di viverne uno solo ma che inizia a piacergli anche l'altro, anche se sa di non poterci stare bene al suo interno. Il contrasto quindi tra chi si è e chi si vorrebbe essere è evidente: Dome ha sempre voluto essere parte della gang, ma anche essere una persona normale, passare del tempo con la prima cotta e quindi Laura, sembra incredibile, peccato che non può essere se stesso con lei, così come non può essere completamente se stesso con la gang. Domenico di fatto ha solo dodici anni ma si ritrova in un mondo molto pià grande di lui a dover scegliere cosa è meglio per lui, tutto in una sola estate. Giugno per lui significa questo: capire chi vuole essere, quale può essere il suo posto nel mondo.


Devo ammettere che tra le tante uscite di giugno questo romanzo mi era sfuggito e ho accettato molto volentieri di leggerlo perchè, una volta scoperto, mi aveva incuriosita. E' stata una lettura che mi ha preso contropiede, che non mi aspettavo così diretta e questo mi ha spiazzato, ma mi ha anche fatto capire quanto i tempi sono cambiati e quanto ora si debbe crescere in fretta. Non ho ancora trent'anni eppure ricordo che per me le cose erano diverse, a dodici anni eri ancora ingenuo e miravi solo a divertirti e giocare, senza un pensiero al mondo, a giugno poi. Per Dome, ma per tanti altri, avere dodici anni ora significa iniziare già a prendere posizione, a capire in quale gruppo entrare e scegliere se si vuole essere un bravo ragazzo o meno, qualcosa che mi lascia sconvolta ma di fatto è la verità.
Se vogliamo quindi Giugno è un romanzo che riflette la realtà, ma è anche una lettura di formazione, che permette di entrare nella testa dei ragazzi di oggi e capirli meglio, capire che non è facile essere soli e che si è disposti a tutto per entrare in un gruppo e avere quindi degli amici.
L'accettazione oggi è tutto e non averla non fa che complicare la vita, ci fa perdere la bussola e ci spiazza.
Con uno stile molto diretto e una storia che colpisce per la sua schiettezza ma anche con grande irriverenza, Paolo Bontempo e Gianluca Dario Rota ci regalano un Giugno decisamente diverso dal solito, ma che bisogna scoprire!



QUATTRO CHIACCHIERE CON GLI AUTORI



Come è nata l'idea per questo romanzo?
P: Eravamo in Civica, la scuola di cinema dove ci siamo conosciuti, era estate, le lezioni erano finite ma noi continuavamo a vederci lo stesso nell’aula break della scuola. Un giorno mi è venuta questa idea di un ragazzino che finiva all’oratorio controvoglia e l’ho raccontata a Gian. Erano proprio due righe.
G: L’idea però era bella, ci siamo presi bene e nel giro di pochi giorni abbiamo scritto un soggetto di sei pagine per un film, perché l’idea all’inizio era quella di farci un film. Era una storia molto semplice, fatta soprattutto di gelati e ghiaccioli, e poi di oratorio, che era un tema che ci sembrava poco trattato ma che nella vita di moltissimi ragazzi è un passaggio più o meno obbligatorio e un’esperienza importante.

P: Poi col tempo l’idea si è arricchita anche con l’aiuto di Ste e Andre, due nostri compagni del collettivo CRIU. Poi siamo finiti a un evento a presentare il progetto del film, e per puro caso è nata l’idea e la possibilità del romanzo. Quindi eccoci qui.


E come è andata la collaborazione a quattro mani?

P: Sciallo. Molto bello e non così difficile come ci si poteva aspettare. Sicuramente una roba del genere l’avrei potuta scrivere soltanto con Gian.
G: Sono d’accordo. Io prima pensavo mi sarebbe stato impossibile scrivere narrativa insieme a qualcun altro, ero molto geloso. E invece è stato veramente bello. E la cosa più assurda e soddisfacente è rileggere il libro e non ricordarsi chi ha scritto cosa.

Dome è ovviamente il mio personaggio preferito, un ragazzino che ho trovato molto realistico per la sua voglia di provare di essere degno di far parte di una gang, perché di fatto l'accettazione nel nostro mondo è tutto, ma anche ben determinato a non far sapere della sua punizione. Come avete capito che era lui il personaggio su cui focalizzarsi principalmente?

P: La storia è partita da lui ed è cresciuta attorno al suo personaggio. La cosa che mi affascina di lui, è che ha dodici anni ma in realtà si comporta come se fosse già un adolescente. Poi i miei protagonisti si chiamano sempre Domenico.

G: Forse la cosa più interessante di Dome è che affronta le cose sempre in modo estremo. Ha dodici anni ma si sente più grande, e per la paura di sembrare ancora un bambino estremizza sempre tutto. Ad esempio la questione dell’appartenenza, per lui è fondamentale, non esiste una via di mezzo. O la strada o l’oratorio, non riesce neanche a immaginarsi una scelta che non sia radicale. E quando sei ragazzino è un po’ così davvero.

P: E poi pensa troppo, come me.

G: Confermo.

Quanto c'è di voi in questa storia? Cosa è per voi Giugno?

P: Innanzitutto c’è Bergamo, che è la mia città. E poi c’è il CRE, che io ho fatto da bambino e da animatore per tantissimi anni. La cosa bella di “Giugno” è stato provare a ribaltare il punto di vista e vedere l’oratorio dagli occhi di un ragazzino che lo odia.
G: Anche io ho sempre avuto a che fare con l’oratorio, anche se da noi non si chiamava CRE. Da bambino non mi piaceva molto, anche se non ero per niente un “teppistello” come Domenico. Però era una realtà talmente presente nel mio paese che in qualche modo ha segnato anche me. Poi una cosa che mi piace molto di giugno, e che spero di essere riuscito a portare nelle pagine del libro, è la luce. Il sole bianco e il caldo assurdo che già da soli ti raccontano delle tue estati da ragazzino, passate a fare niente in giro, a caso.


Visto che il romanzo ha vinto anche un premio come migliore sceneggiatura, è in arrivo un film?
P&G: Purtroppo per ora no, però vediamo.


Come ci si sente a vedere il proprio romanzo in libreria? E soprattutto, avete consigli per chi vuole intraprendere questa strada?
P: L’emozione c’è. Entrare nelle librerie di Duomo, a Milano, e vedere il proprio nome fa effetto. Però io devo ancora metabolizzarlo. Saprò rispondere meglio più avanti.

G: Sì è strano. La cosa più importante è che c’è scritto anche Dario, il mio secondo nome, che è tutta la vita che mi batto per farlo scrivere sulle cose che faccio e non capita quasi mai. Sono soddisfazioni.

P&G: Sui consigli… pratici non ne abbiamo, perché a noi è successo tutto un po’ per caso. Ma in verità forse non è solo il caso, perché “Giugno” è una storia in cui abbiamo creduto da sempre e sempre. Questo è il nostro consiglio.


A fine libro mi sono imbattuta in un dettaglio che non conoscevo ossia CRIU. Ovviamente mi sono andata subito a informare e ho capito la sua importanza, ma perché non raccontate voi ai vostri lettori di questo fantastico gruppo

P&G:Il Collettivo CRIU nasce durante l'esperienza alla Civica Scuola di Cinema, a Milano. Eravamo la classe di sceneggiatura ed eravamo tutti molto uniti tanto che abbiamo continuato a frequentarci anche dopo. Il collettivo è nato in modo naturale e continua anche oggi. Condividiamo idee, le sviluppiamo, portiamo avanti diversi progetti per cercare di farli crescere e realizzarli. Giugno è per eccellenza un progetto di questo tipo, nato in modo organico mentre ponevamo le basi del "metodo Criu", se così si può definire.






si ringrazia la casa editrice
per la copia omaggio.




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