martedì 14 settembre 2021

Recensione "Tutte le storie tristi sono false" di Daniel Nayeri

 





TitoloTutte le storie tristi sono false 
Autore: Daniel Nayeri
EditoreHarperCollins Italia
Genere: Libri per ragazzi
Data di uscita: 2 Settembre 2021


In una scuola media dell'Oklahoma, un ragazzino di nome Khosrou, in piedi di fronte alla classe, sta cercando di raccontare una storia. La sua storia. Ma nessuno crede a una parola di quello che dice. Per i compagni lui è soltanto un tipo bizzarro che racconta un sacco di assurdità. Lo prendono in giro per il colore dei suoi capelli, i vestiti di seconda mano e il cestino del pranzo dall'odore strano... Eppure le storie di Khosrou (che ora tutti chiamano Daniel), attraversano gli anni, a volte addirittura i secoli, e sono bellissime ma anche terribili. Raccontano di Isfahan, la città dai ponti coperti, della sua vecchia casa con una voliera di vetro tra le stanze, della notte in cui è dovuto fuggire dall'Iran con sua madre mentre la polizia li inseguiva, fino ad arrivare in Italia. Ma raccontano anche lo splendore di un tappeto di rubini e perle nell'antica Persia, la bellezza del fiume Aras e dei campi di zafferano che sembrano sanguinare nella luce del tramonto. Come Shahrazād in un'aula scolastica ostile, Khosrou tesse una storia per salvare la propria memoria, per rivendicare la verità. Ed è una storia vera. La storia di Daniel. "Tutte le storie tristi sono false" è un libro che parla del potere delle storie, delle parole che costruiscono mondi, dei racconti capaci di legare le anime e di portarle a condividere la vita.


IL MIO VOTO


Daniel è il protagonista di questa storia, o meglio il narratore, un ragazzino che viene da lontano e che si è allontanato da casa con la madre e la sorella per avere una seconda occasione. A casa sua era un re quasi, aveva un papà e una famiglia, ora in Oklahoma è solo un bambino bizzarro che viene preso in giro per come parla, per i suoi capelli strani, per i suoi vestiti, insomma è spesso la vittima prediletta dei bulli e questo a Daniel fa male. Del resto ora non ha nemmeno più un padre, rimasto nel suo paese d'origine e costretto quindi a vivere con un uomo che non è suo padre, ma è almeno una figura di riferimento per lui. Daniel quindi va avanti giorno per giorno, cerca sempre di restare ottimista e di convincersi che tutto andrà bene e per farlo racconta delle storie, perchè queste sono magiche e in grado di incantare tutto e tutti. Le storie che racconta Daniel spaziano dal suo passato, da qualcosa che lo riguarda direttamente o che hanno a che fare con lui, come la storia della sorella che ha quasi perso un dito per la malvagità delle persone, ma tante altre volte racconta di storie lontante, che sanno del suo paese di origine che lo fanno sentire più vicino a casa.
Insomma Daniel ci parla come se fossimo suoi amici, in questa storia non ha filtri, parla come un fiume in piena, senza prendere un attimo di pausa ed è facile sentirsi vicino a lui, a quel ragazzo che viene preso in giro e bullizzato, a quel ragazzo che lotta con tutte le sue forze per essere come gli altri, considerato ed integrato nella società, perchè se anche è di origine diversa, questo non significa che non merita nemmeno una possibilità.


Daniel Nayeri ci racconta una storia nella storia, questa infatti è un tema ricorrente nel romanzo perchè lo stesso protagonista ci travolge come un fiume in piena con tutti i suoi racconti, che possono riferirsi ad un passato che lo riguardano così come ad un passato molto più antico, sono storie che lui conosce e che vuole raccontare a noi così come alle persone disposte ad ascoltarlo ma di fatto vogliono comunicarci qualcosa, vogliono farci capire che queste sono di un'importanza unica perchè in grado di unire le persone, di entrare nei loro cuori. Le storie che riguardano un passato lontano servono a Daniel per ricordarsi le sue origini, il paese da cui proviene e tutte le tradizioni che in Oklahoma non ha più. Mentre le storie che lo riguardano direttamente, o indirettamente, servono per mantere vivo il ricordo di casa, di quella famiglia che non è più viva o che si è lasciato alle spalle, sono tutti piccoli frammenti di lui che servono a renderlo quello  che è oggi. E l'autore ci racconta queste storie con tanta voglia, anche nel testo si intuisce questa cosa perchè di fatto non si ferma mai, non ci sono capitoli ma piccoli spazi per permettere al lettore di prendere fiato, quando di fatto questa è una di quelle storie che va letta tutta d'un fiato.
Tutte le storie tristi sono false non è solo una storia, non è solo un romanzo, è qualcosa di molto più bello e profondo, è il racconto di un ragazzo che cerca di inserirsi in un mondo nuovo cercando comunque di restare se stesso e di non perdere la sua identità ed è per questo che è un libro semplice per via dello stile e del lessico, ma che resta nel cuore del lettore.

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