Buon pomeriggio bookspediani.
Oggi vi porto sul blog l'ntervista a M.T. Anderson, che è stata possibile realizzare grazie a Rizzoli, in occasione dell'arrivo dell'autore in Italia per Mare di Libri.
IL ROMANZO
Titolo: Paesaggio con mano invisibile
Autore: M.T. Anderson
Editore: Rizzoli
Genere: Sci-Fi/Young Adult
Data di uscita: 6 Marzo 2018
TRAMA:
Data di uscita: 6 Marzo 2018
TRAMA:
Ci sono sistemi ben più sottili ed efficaci della forza per piegare un popolo alla schiavitù. Lo sanno bene i vuvv, che al loro atterraggio non hanno spianato sui terrestri fucili e cannoni, anzi, hanno distribuito gratuitamente meraviglie: farmaci che tutto curano, fonti di energia inesauribili, cibi perfetti che in un batter di ciglia debellano la fame nel mondo. Prodotti rivoluzionari e irresistibili, insomma… di cui loro possiedono il monopolio, e di cui, ovviamente, si precipitano a fissare il prezzo. I vuvv non sono soldati, insomma, ma affaristi, e il loro arrivo stravolge l’economia, brucia milioni di posti di lavoro, mette la Terra in ginocchio. Ad Adam, 17 anni, non resta che inventarsi un lavoro, qualsiasi cosa pur di portare a casa quello stipendio che i genitori non riescono più a racimolare. La soluzione più felice mette insieme piacere e dovere, perché i vuvv mostrano una sciocca ossessione per il mondo patinato del passato, e così Adam e la sua ragazza Chloe iniziano a registrare i loro appuntamenti in posticcio stile anni Cinquanta per poi rivenderli agli invasori su un canale pay-per-view. Tutto funziona a meraviglia, fino a quando nell’idillio d’amore si spalancano crepe sempre più profonde, e Adam si ritrova costretto a chiedersi a quanto è disposto a rinunciare di se stesso pur di accontentare i vuuv.
L'INTERVISTA
Come è nata l’idea per il libro?
Viaggio molto e faccio molte ricerche, l'idea è nata soprattutto mentre studiavo l’Unione Sovietica e quindi nello specifico il rapporto tra la Russia e le sue repubbliche, sul colonialismo quindi e su cosa significa per qualcuno che non capisce tutto di te ma allo stesso tempo ha qualcosa di importante per la tua vita.
E tutto è nato da quello e quando ho iniziato a scriverlo tutto è uscito dal mio controllo perché ho iniziato a pensare che in tutto il mondo sono i ricchi ad avere il controllo delle altre persone che non capiscono davvero, non capiscono cosa significa la povertà o semplicemente essere noi.
Insomma è sfuggito al mio controllo e penso sia una bella cosa, come dicevo prima, quando viaggio devi mettere in conto che non puoi prevedere tutto.
Visto che hai scritto una storia sugli alieni, ci credi?
Credo che esistano, non credo abbiano visitato la Terra.
Ci sono tanti algoritmi che provano che ci sia vita altrove e ci sono tantissime civilizzazioni all’interno della galassia, Non credo che le incontreremo mai ovviamente, però credo che esistano.
Non prestiamo attenzione alle bizzarre civilizzazioni animali che si trovano nella Terra, le diamo per scontate e non prestiamo attenzione a tutto quello che succede attorno a noi perchè siamo così desiderosi di esplorare altri posti, di vedere cose strane.
Quali autori hanno influenzato il tuo lavoro?
Uno in assoluto è Fellini, per cui è fantastico essere qui.
Ho sempre visto la mia vita adulta con me seduto in un bar e dire cose strane alle persone, ovviamente non è andata così ma è quello che pensavo da ragazzo.
Altri autori sono stati Richard Brautigan, un autore americano, Ray Bradbury che è un autore di genere sci-fi.
Anche l’inglese Ronald Firbank mi ha influenzato moltissimo, lo leggevo molto da ragazzo ma penso sia molto difficile tradurlo in italiano.
Ho amato il mix tra l’ironia di alcune parti del testo e il bagno di realtà nelle altre parti. E’ stato difficile bilanciarle?
No perché penso che alcune parti della vita siano assurde in ogni caso. Penso abbia perfettamente senso che sia così e qui si rimanda alla visione di Fellini.
Ci sono momenti in cui pensi che la vita non abbia un vero e proprio senso e invece un momento prima stavi parlando normalmente.
Quale consiglio daresti a chi vuole diventare un autore?
La prima cosa è semplicemente scrivere.
Solo perché molte persone che vogliono scrivere vanno alle feste e propongono le loro idee ma alla fine non hanno nulla in mano.
Dovrebbero semplicemente mettersi a scrivere e se va male, lo puoi sempre riscrivere.
E’ questa la cosa bella, scrivere non è una performarce, se non va bene la si può sempre riscrivere e la si può sempre migliorare.
Un autore dovrebbe riuscire a disorientarti.
Quindi in primo luogo scrivere e vedere come va, bisogna essere coraggiosi e ricordarsi che le cose che interesseranno le persone sono le parti di te che non sono uguali a tutto quello che hai già letto.
La parte che rende unico il libro è quella in cui ti devi focalizzare, perché è quello quello che sorprenderà i lettori.
L'INTERVISTA
Come è nata l’idea per il libro?
Viaggio molto e faccio molte ricerche, l'idea è nata soprattutto mentre studiavo l’Unione Sovietica e quindi nello specifico il rapporto tra la Russia e le sue repubbliche, sul colonialismo quindi e su cosa significa per qualcuno che non capisce tutto di te ma allo stesso tempo ha qualcosa di importante per la tua vita.
E tutto è nato da quello e quando ho iniziato a scriverlo tutto è uscito dal mio controllo perché ho iniziato a pensare che in tutto il mondo sono i ricchi ad avere il controllo delle altre persone che non capiscono davvero, non capiscono cosa significa la povertà o semplicemente essere noi.
Insomma è sfuggito al mio controllo e penso sia una bella cosa, come dicevo prima, quando viaggio devi mettere in conto che non puoi prevedere tutto.
Visto che hai scritto una storia sugli alieni, ci credi?
Credo che esistano, non credo abbiano visitato la Terra.
Ci sono tanti algoritmi che provano che ci sia vita altrove e ci sono tantissime civilizzazioni all’interno della galassia, Non credo che le incontreremo mai ovviamente, però credo che esistano.
Non prestiamo attenzione alle bizzarre civilizzazioni animali che si trovano nella Terra, le diamo per scontate e non prestiamo attenzione a tutto quello che succede attorno a noi perchè siamo così desiderosi di esplorare altri posti, di vedere cose strane.
Quali autori hanno influenzato il tuo lavoro?
Uno in assoluto è Fellini, per cui è fantastico essere qui.
Ho sempre visto la mia vita adulta con me seduto in un bar e dire cose strane alle persone, ovviamente non è andata così ma è quello che pensavo da ragazzo.
Altri autori sono stati Richard Brautigan, un autore americano, Ray Bradbury che è un autore di genere sci-fi.
Anche l’inglese Ronald Firbank mi ha influenzato moltissimo, lo leggevo molto da ragazzo ma penso sia molto difficile tradurlo in italiano.
Ho amato il mix tra l’ironia di alcune parti del testo e il bagno di realtà nelle altre parti. E’ stato difficile bilanciarle?
No perché penso che alcune parti della vita siano assurde in ogni caso. Penso abbia perfettamente senso che sia così e qui si rimanda alla visione di Fellini.
Ci sono momenti in cui pensi che la vita non abbia un vero e proprio senso e invece un momento prima stavi parlando normalmente.
Quale consiglio daresti a chi vuole diventare un autore?
La prima cosa è semplicemente scrivere.
Solo perché molte persone che vogliono scrivere vanno alle feste e propongono le loro idee ma alla fine non hanno nulla in mano.
Dovrebbero semplicemente mettersi a scrivere e se va male, lo puoi sempre riscrivere.
E’ questa la cosa bella, scrivere non è una performarce, se non va bene la si può sempre riscrivere e la si può sempre migliorare.
Un autore dovrebbe riuscire a disorientarti.
Quindi in primo luogo scrivere e vedere come va, bisogna essere coraggiosi e ricordarsi che le cose che interesseranno le persone sono le parti di te che non sono uguali a tutto quello che hai già letto.
La parte che rende unico il libro è quella in cui ti devi focalizzare, perché è quello quello che sorprenderà i lettori.
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