Buon pomeriggio bookspediani.
Oggi tocca a me tenervi compagnia per la nuova tappa del blogtour dedicata a "Le quattro donne di Istanbul" di Ayşe Kulin con la recensione.
Volete sapere come è andata la lettura?
Eccovi accontentati!
Titolo: Le quattro donne di Istanbul
Autore: Ayşe Kulin
Editore: Newton Compton
Genere: Historical Fiction
Genere: Historical Fiction
Data di uscita: 12 Luglio 2018
Dopo l’ascesa al potere di Hitler, Gerhard Schlimann, la moglie Elsa e i loro due figli Peter e Susanne abbandonano la Germania per sfuggire alle persecuzioni naziste. Si rifugiano dapprima a Zurigo e poi, quando Gerhard riceve un’offerta dal Dipartimento di Medicina dell’Università di Istanbul, in Turchia. Mentre Susanne e Gerhard sono affascinati dalla cultura turca e provano a integrarsi, Elsa e Peter sono invece fortemente ancorati alle origini tedesche. Nella città musulmana le nuove usanze avranno impatti fortissimi sulle loro vite, fino a ridisegnare i loro concetti di patria e appartenenza. In questa potente saga familiare, la Kulin racconta le sfide e le difficoltà di una vita in esilio, le difficili scelte di chi è costretto ad abbracciare un futuro incerto con una valigia piena di speranze.
Gerhard e Elsa Schlimann sono una coppia tedesca che vive a Francoforte durante l'ascesa al potere di Hitler.
La coppia ha due bambini: il più grande Peter e la piccola Susanne, costantemente tenuta sotto controllo dalla madre che ha smesso di lavorare per accudire i figli.
E' Gerhard a mandare avanti la famiglia e proprio a lui giunge la voce di non essere più al sicuro in Germania a causa delle manie di potere di Hitler, il quale sta cambiando tutte le leggi a favore della razza ariana.
L'unico posto in cui la coppia si può rifugiare è a Zurigo, dove abitano i genitori di Elsa e dove abitano per qualche tempo, convinti di poter ricominciare la loro vita.
Ma a Zurigo è difficile trovare lavoro e Gerhard non sa come guardarsi allo specchio e sentirsi un degno padre di famiglia senza poterla mantenere.
Ad andargli in soccorso ci pensa il padre di Elsa, il quale decide di aprire una piccola agenzia che si occupi di trovare lavoro alle persone che ne hanno bisogno e ovviamente il primo della lista è lo stesso Gerhard.
Fortuna vuole che un contatto turco dell'uomo lo contatti per andare in Turchia e per cercare di offrire quanti più posti di lavoro possibile.
Per Gerhard il primo incontro è un vero e proprio successo e poco dopo decide lui stesso di trasferirsi in turchia insieme alla famiglia.
Adattarsi ad un posto nuovo non è falice: bisogna imparare la lingua, adattarsi alla cultura e allo stesso tempo cercare di non essere soli, senza mai dimenticarsi da dove si proviene.
A tutti sembra ben chiara la loro posizione: sono cittadini tedeschi che sono stati costretti ad abbandonare la propria terra per salvarsi la vita.
Eppure per Susanne è molto più difficile da capire: lei non vede il mondo solo bianco e nero, ma vede le sue sfumature colorate e non accetta di essere tedesca perchè è nata in Germania, si sente molto più a casa in Turchia.
Del resto lei è arrivata in città molto piccola, non ha ricordi del passato e per questo si identifica con la cultura turca.
Attraverso continue insidie, assistiamo alla storia di quattro generazioni di donne, tutte diverse tra loro ma legate da qualcosa di profondo: la famiglia.
L'idea che mi ero fatta del romanzo dalla trama è stata smentita pagina dopo pagina dall'autrice, la quale regala ai lettori una storia che copre un arco temporale di ben ottant'anni e che ha inizio con Elsa, una donna tedesca che fugge in Turchia per essere al sicuro ma che fatica ad entrare nel mondo musulmano e che termina con Esra, una ragazza che è alla costante ricerca delle sue radici e di un posto da chiamare casa.
Il tema portante della storia infatti è questo: avere un posto che si può riconoscere come casa propria e sentirsi al sicuro per mettere radici e iniziare la propria vita.
Essere un tedesco ebreo nel 1933 era tremendamente pericoloso e lo sanno bene Elsa e Gerhard, i quali sono dovuti fuggire per salvarsi la vita e sono poi approdati ad Istanbul per il lavoro dell'uomo.
I continui spostamenti non hanno consentito loro di integrarsi totalmente in Turchia, i quali erano in costante paura di essere in pericolo di vita a causa del continuo avanzare delle idee folli di Hitler, che sono arrivate fin dove pensavano di essere al sicuro.
In netta contrapposizione c'è invece Susanne, la figlia più piccola della coppia, la quale ha riconosciuto la Turchia come casa sua e per questo non ha mai pensato di sentirsi fuori posto o in pericolo, perchè ha abbracciato in pieno il mondo musulmano e a sua volta è stata accettata da questo. Tanti sono stati i tentativi della madre di spingerla lontano dalla Turchia, verso l'America, come il fratello, per esplorare il mondo e andare in un posto lontano da colpi di stato, lontano da guerre e lontano da pericoli.
Ma Susanne ha fatto in fretta a mettere radici, sposandosi con un ragazzo magnifico e avendo da lui a sua volta una bambina di nome Sude.
Come lei con sua madre, Sude si è dimostrata totalmente diversa da lei e lontana dai suoi ideali, tanto che spesse volte si è chiesta dove avesse sbagliato con lei.
Sude non è mai stata una persona altruista e ha finto per compiere un atto di egoismo puro restando incinta solo per realizzare un suo desiderio e senza far sentire sua figlia ben accetta.
Ayşe Kulin è ben informata sulla storia in generale, ma soprattutto sulla storia turca e sulle loro usanze, per cui non lascia nulla al caso e ci trasmette un pizzico delle loro abitudini e del loro mondo, facendoci subito venire voglia di viaggiare e visitare quei luoghi meravigliosi e immergerci nella loro cultura.
La storia che ha scelto di raccontare è una vicenda famigliare che esplora la storia di quattro donne profondamente diverse ma tutte unite dalla continua ricerca di un posto da chiamare casa.
Le quattro donne di Istanbul è una lettura intensa che scorre veloce e che è un eco lontano di quello che tante persone hanno dovuto affrontare per sfuggire alla morte,o a peggio, e ricostruirsi da zero una vita, correndo il rischio costante di essere rimpatriati o ancora peggio di non essere accettatti e di non sentirsi a casa.
E' stata una lettura che ha preso una direzione completamente diversa da quello che mi aspettavo ma che è riuscita a farmi entrare nella vita di quattro donne forti e indipendenti come Elsa, Susanne, Sude e Esra che vogliono solo sentirsi accettate e a casa e proprio per questo è facile approcciarsi ad ognuna di loro, sebbene non sempre i loro comportamenti siano giustificabili o comprensibili.
Le quattro donne di Istanbul è una storia assolutamente da leggere per chi ama viaggiare attraverso la lettura e conoscere nuove culture, l'autrice in questo è sublime: riesce ad integrare completamente il lettore nella storia, rendendo la lettura una vera e propria esperienza a trecentosesanta gradi.
Mi raccomando, seguite tutte le tappe!
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