mercoledì 20 marzo 2019

Recensione "Il paese degli addii" di Atia Abawi

Buon salve bookspediani.
Esce oggi per Giunti una piccola perla ossia  "Il paese degli addii" di Atia Abawi, una lettura che mi ha semplicemente rubato il cuore.



Titolo: Il paese degli addii
Autore: Atia Abawi
Editore: Giunti
Genere: Young Adult
Data di uscita: 20 Marzo 2019


È il Destino in persona a narrare la storia di Tareq, un normale quindicenne siriano con una famiglia numerosa. Un giorno il suo palazzo viene colpito da una bomba e il ragazzo si ritrova solo con gli unici due superstiti, suo padre e sua sorella, a dover cercare di scappare dal paese. Passando per Raqqa e la Turchia, e incontrando vari compagni di viaggio tra cui Jalima, una ragazza afghana di cui Tareq si innamora, i fratelli lasciano indietro il padre e si imbarcano sul gommone per Lesbo. Da lì, e aiutati da Alexia, una volontaria americana che li prenderà a cuore, cercheranno di arrivare in Germania.


IL MIO VOTO





A Syrian Teen, Forced To Flee 'A Land Of Permanent Goodbyes'Tareq è un ragazzino siriano come tanti: ha un padre e una madre che lo adorano e che non perdono occasione di sottolineare quanto sono stati fortunati ad averlo, è stato lui a spingerli ad allargare la famiglia dando vita a Salim, a Susan, a Farrath e ai due gemellini. Non è sempre facile la vita in Siria e Tareq questo lo sa bene: proprio perchè è il fratello più grande spetta a lui proteggere i suoi fratelli e badare a loro. Purtroppo però non può proteggerli dalla guerra, che continua a mietere vittime e che distrugge per sempre non solo la sua casa, ma anche la sua famiglia.
E' un giorno come un altro quando una bomba cade sopra la loro abitazione, lasciando in vita solo Tareq e Susan, insieme al padre, che non riesce nemmeno a piangere la sua famiglia poichè deve pensare a come tenere al sicuro quella che gli è rimasta. La Siria non è più un paese sicuro e deve fare il possibile per allontanare da un paese devastato i suoi due piccoli ed è per questo che prima si dirige dal fratello, per chiedergli quanto più aiuto possibile e poi, dopo tante difficoltà, riescono ad arrivare in Turchia. Anche in questo paese però è difficile avere una vita dignitosa e l'unico modo per ricominciare è andare in Europa, ma a caro prezzo poichè la famiglia di Tareq è costretta a dividersi di nuovo, non sapendo se si rincontreranno un giorno.


 Esce oggi in libreria un libro che onestamente mi ha strappato il cuore, mi ha fatto innamorare di questa storia e mi ha fatto riflettere su come noi italiani ci comportiamo ogni giorno con chi arriva nel nostro paese per ricominciare ad avere una vita, persone come noi, semplicemente nate in parti diverse del mondo, che vogliono solo vivere.
Il primo elemento fuori dai soliti schemi di questo romanzo è che è un narratore esterno a raccontarci la storia di Tareq, ma non un soggetto qualsiasi: il destino stesso, colui che in qualche modo sa già come andrà a finire la storia, ma che non può fare a meno di raccontarci come è andata.
Tareq è un ragazzino siriano di quindici anni che non ha molto, ma quello che non gli manca è essere circondato dall'amore della sua famiglia. Un amore che gli viene strappato via a causa di una guerra nata per motivazioni futili, che si permettere di uccidere persone innocenti, non guardando in faccia nessuno. E' proprio a causa di una bomba che Tareq è costretto a guardare la sua casa crollare e la sua famiglia distruggersi, sotto il peso del dolore.
Ha ancora sua sorella Susan e suo padre, ma infondo sente di aver tradito la sua famiglia, poichè toccava a lui proteggere i suoi fratelli e invece ha fallito.


HomePurtroppo però il tempo per piangere non c'è, perchè bisogna scappare via dalla Siria. Bisogna dire addio alla propria casa, alla propria famiglia e alla propria città per provare ad andare in un paese che può offrire un'occasione. Vano è il tentativo di Tareq di rifugiarsi dal cugino Musa e dalla sua famiglia: la zona in cui si trovano loro è quella più colpita da chi vuole prevalere sugli altri, facendo il lavaggio del cervello a quante più persone possibili per averle dalla sua parte e costringerle a lottare per una religione che in verità non dice di fare la guerra. In poche parole Musa e la sua famiglia vivono dove è maggiormente concentrato l'Isis.
Ancora una volta restare è impossibile, per questo bisogna di nuovo dirsi addio e provare ad andare altrove: questa volta in Turchia, dove accettano siriani ma non li trattano allo stesso modo dei turchi, li sfruttano il più possibile e non li pagano nemmeno per il lavoro che fanno. Solo Musa e Tareq sono riusciti ad andare in Turchia, per cui il ragazzo è lontano da Susan e da suo padre, ancora una volta.
Quando però appare chiaro che così le cose non possono continuare, Tareq e la sua famiglia decidono di provare ad andare in Europa, ma sono costretti a separarsi di nuovo dal padre a causa del poco denaro. Ogni volta la lontananza spezza il cuore di Tareq, ogni volta deve dire addio perchè non sa se ci sarà una prossima occasione di vedersi, ma sa che deve lottare per avere una vita degna di essere vissuta.


 Noi italiani in questi ultimi anni siamo in un momento di crisi, anche noi rischiamo di perdere le nostre case e trovare un lavoro è sempre più difficile, per cui vedere arrivare sempre più stranieri nel nostro paese ci infastidisce, ma ancora di più ci mette paura perchè sono persone che non conosciamo e non sappiamo davvero cosa hanno intenzione di fare nel nostro paese. Pensiamo solo a come ci sentiamo noi, ormai convinti che il loro arrivo significhi solo guai a causa di tutto quello che sentiamo al telegiornale, eppure non ci siamo mai soffermati a pensare cosa significa per queste persone arrivare in un paese straniero, essere quello che tutti guardano e giudicano: ci pensa Tareq in questo libro a farci capire come si sente. Tareq è un ragazzo che è scappato dal suo paese perchè ha perso tutto e perchè poteva rimetterci la vita a restare in Siria, ha cercato rifugio in altri paesi in cui non lo hanno mai visto come una persona ma come una nullità. Ha dovuto salutare più e più volte quello che era rimasto della sua famiglia, ha passato l'inferno per arrivare in Europa, temendo ancora una volta di morire, e al suo arrivo non si è sentito a casa, ha solo provato paura. Di non essere accettato, di non potersi ricostruire una vita, di essere ancora una volta una nullità. E la semplicità con cui l'autrice ci racconta le sensazioni del ragazzo è semplicemente disarmante, colpisce dritto al cuore.


 Sebbene sia Tareq quello osservato più da vicino dal Destino, ci sono tantissimi altri personaggi che compiono insieme a lui un viaggio verso la speranza, verso una possibilità per una vita migliore e allo stesso tempo persone disposte ad aiutarlo ad avere questa occasione. Tra le tante c'è i Jalima, una ragazza afghana che viaggia insieme alla sorella alla volta dell'Europa per avere la possibilità di ricominciare. Le piace parlare a Tareq del suo paese di origine e di quanto sia in grado di offrire meraviglie, anche se per una donna offre solo una perenne prigionia. E anche Tareq ama raccontarle di quanto era bella la Siria prima che venisse distrutta dalle bombe e da ideali sbagliati che fanno passare per pericolose tutte le persone di religione musulmana. Ma non si può non nominare Alexia, una volontaria americana che si trova in Grecia per aiutare tutte quelle persone che arrivano dal mare per ricominciare a vivere. Alexia è una delle poche volontarie a tenere veramente a tutti i rifugiati, non guarda il colore della loro pelle o la loro religione, vede solo una persona in difficoltà e la aiuta come può, esattamente come fa con Tareq e sua sorella Susan: sarà infatti grazie a lei che il loro destino prenderà una nuova piega.


They Might Be Giants by Amaia Arenzana  Entry - Monochrome Category, Irish Times Amateur Photographer of the Year 2012Il paese degli addii è una lettura composta da poco meno di duecentocinquanta pagine, eppure sembrano molte di più a causa della sofferenza che ci investe prepotente ad ogni pagina, a causa della costante paura di dire addio, perchè ogni saluto potrebbe essere l'ultimo. Atia Abawi scrive una storia con una penna semplice ma che si insinua sempre di più dentro il nostro cuore, perchè fa decisamente male leggere quanto Tareq, che è un bambino di soli quindici anni, ha dovuto sopportare. A causa di tutto quello che è successo gli è stata privata la sua adolescenza, è ormai un uomo che deve lottare per sopravvivere e deve tenere duro per portare alla salvezza la sua famiglia. Purtroppo però questa storia, per quanto sia stata creata dall'autrice, può essere tranquillamente la realtà per tanti ragazzi ed è questo che distrugge completamente il lettore, il solo pensiero che per paesi come la Siria questo potrebbe essere una storia di nonfiction. Anche se è scritto in modo semplice, Il paese degli addii non è una lettura facile perchè ci fa riflettere su quanta crudeltà esiste nel mondo e su quanto, a volte, scappare al destino sia impossibile.
La storia di Atia Abawi mi ha lasciata senza parole per la sua crudeltà e allo stesso tempo per la sua bellezza e si piazza senza ombra di dubbio tra le mie letture preferite.







si ringrazia la casa editrice 
per la copia omaggio







1 commento:

  1. Ho scoperto questo libro proprio qualche ora fa tramite un'altra recensione entusiasta, e sono contentissima di vedere che anche a te sia piaciuto! 😍

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