giovedì 12 settembre 2019

Recensione "The Chain" di Adrian McKinty

Buona sera bookspediani.
E' giunto il momento di parlarvi di "The Chain" di Adrian McKinty, uno dei thriller più chiaccherato degli ultimi tempi, uscito in Italia grazie a Longanesi.

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Titolo: The Chain
Autore: Adrian McKinty
Editore: Longanesi
Genere: Thriller
Data di uscita: 29 Agosto 2019


Mi chiamo Rachel Klein e fino a pochi minuti fa ero una madre qualunque, una donna qualunque. Ma adesso sono una vittima. Una criminale. Una rapitrice.

È bastato un attimo: una telefonata, un numero occultato, poche parole. Abbiamo rapito tua figlia Kylie. Segui le istruzioni. E non spezzare la Catena, oppure tua figlia morirà.


La voce di questa donna che non conosco mi dice che Kylie è sulla sua macchina, legata e imbavagliata, e per riaverla non sarà sufficiente pagare un riscatto. Non è così che funziona la Catena. Devo anche trovare un altro bambino da rapire. Come ha fatto lei, la donna con cui sto parlando: una madre disperata, come me. Ha rapito Kylie per salvare suo figlio. E se io non obbedisco agli ordini, suo figlio morirà. Ho solo ventiquattro ore di tempo per fare l’impensabile. Per fare a qualcun altro ciò che è stato fatto a me: togliermi il bene più prezioso, farmi precipitare in un abisso di angoscia, un labirinto di terrore da cui uscirò soltanto compiendo qualcosa di efferato. Io non sono così, non ho mai fatto niente di male nella mia vita. Ma non ho scelta. Se voglio salvare Kylie, devo perdere me stessa.




IL MIO VOTO



Rachel è una donna come tante altre, anche se la sua vita non è stata facile: ha dovuto affrontare un tumore e ovviamente deve convivere con la possibilità che si possa ripresentare, non ha ancora un lavoro fisso ma ha una figlia da mantenere, da sola, visto che con il padre non ha funzionato e l'uomo oltre a prendersi carico della figlia per qualche weekend non collabora nelle spese, ma tutto sommato non può lamentarsi, non sarà una vita ordinaria la sua, ma ce la sta mettendo tutta per risalire in pista e sembra riuscirci, piano piano. Questo fino a che una telefonata la lascia completamente sconvolta, una chiamata in cui le viene comunicato che sua figlia è stata rapita e che l'unico modo per riaverla a casa, al sicuro, è che anche lei rapisca a sua volta un'altro bambino, per portare avanti la Catena. Inizialmente shoccata, il suo primo pensiero è quello di rivolgersi alla polizia, ma subito comprende che si ritrova a giocare ad un gioco in cui lei è una tra le tante pedine e l'unica cosa che può fare è accettare il suo destino: per salvare sua figlia deve sacrificare tutto ciò in cui crede e diventare una carnefice lei stessa, ma è pronta a tutto pur di riavere Kylie, costi quel che costi. Ha inizio così la sua storia, fatta di incubi e di paure, dove in ogni momento tutto potrebbe andare a rotoli e lei potrebbe non vedere più la sua bambina. Fortunatamente le regole della Catena le consentono di avere qualcuno al suo fianco come spalla, e lei si rivolge al cognato Pete, con cui, insieme cercherà di porre fine a questo incubo, almeno per quanto riguarda lei stessa.


Adrian McKinty con questo romanzo d'esordio crea qualcosa di tremendamente originale: è infatti la prima volta che il sistema delle "catene", un gioco famoso di tanti anni fa in cui veniva mandato un messaggio ai propri contatti pregando di non spezzarla altrimenti si sarebbe attirata la sfortuna, nel mondo reale, però ingigantito all'ennesima potenza. Sappiamo infatti fin da subito come funziona la Catena: un figlio viene rapito e se i genitori hanno intenzione di rivederlo, oltre a pagare un riscatto, devono rapire a loro volta un altro bambino, solo quando la coppia con il figlio rapito avrà eseguito a sua volta la stessa operazione, allora il primo bambino rapito verrù liberato e così via. Molto semplicemente ci troviamo davanti ad una situazione in cui la vittima viene chiamata a compiere il ruolo di carnefice, qualcosa che tutti i genitori sono disposti a fare pur di salvare il proprio figlio. E' infatti quello che capita a Rachel, una donna che si è appena rimessa in piedi dopo un anno passato a combattere il cancro, e che sta per iniziare finalmente a lavorare. La sua vita è tutta incentrata sulla figlia, Kylie, e quando viene rapita, Rachel non si tira certo indietro, fa assolutamente di tutto per salvarla, anche se il desiderio di andare alla polizia e smontare questa Catena è molto forte. Fortunatamente le regole le consentono di poter chiedere aiuto ad una persona e Rachel non può che pensare a Pete, lo zio di Kylie e fratello del suo ex, che in questo caso non potrebbe aiutarla perchè non ha la stoffa per fare quello che è necessario, ossia superare ogni limite possibile e immaginario, pur di salvare Kylie.


Devo ammettere che la prima parte del romanzo me la sono letteralmente divorata: la scrittura molto diretta e scorrevole di di McKinty, aggiunta a capitoli brevi e ad un ritmo sempre molto sostenuto, che catturava senza troppa fatica l'attenzione del lettore, si prestava benissimo in questo tipo di storia, fatta appositamente per mettere ansia al lettore, come del resto è sempre sulle spine Rachel. Allo stesso tempo l'autore in qualche modo non riesce ad analizzare appieno la psicologia del personaggio di Rachel, di cui sentiamo certamente la disperazione e la voglia prima di distruggere chiunque possa fare del male alla sua bambina, e successivamente l'accettazione nel diventare da vittima a carnefice, tuttavia non ci investe in pieno come un'onda, ma è come se tra noi e la protagonista ci fosse in qualche modo una barriera e questo non permette di immedesimarsi appieno nella storia, facendola diventare molto meno intensa di quello che avrebbe potuto essere. Nella seconda parte invece l'attenzione del lettore cala un poco, perchè l'autore perde quel ritmo incalzante che tanto aveva caratterizzato le duecento pagine precedenti e il lettore di fatto si trova spiazzato, perchè è come se fossero due storie diverse, unite nello stesso libro. Solo andando avanti con la lettura si comprende l'intenzione di McKinty, tuttavia a mio avviso questa seconda parte aveva le potenzialità per essere molto più accattivante, insomma non si è dimostrata all'altezza della prima.


The Chain è una lettura che è stata tanto chiaccherata e di cui si sentono solo pareri positivi, elemento che infatti mi ha convinto ad iniziare subito il libro e certamente porta in ambito thriller una ventata di aria fresca per l'argomento trattato, il quale non solo inserisce un gioco che in passato era quasi divertente, e lo trasforma in un incubo per tutti i suoi partecipanti, ma di fatto analizza da vicino come è semplice farcare la sottile linea che separa una vittima dal carnefice. Lo vediamo benissimo con Rachel, la quale si considera una brava persona, che ha certamente dovuto affrontare tante difficoltà nella vita, ma che non merita di perdere la figlia, l'unica ragione per cui continua a vivere e a lottare giorno dopo giorno. Quando comprende che è stata rapita e che il costo della sua liberazione è diventare una criminale, rapendo quindi un altro bambino, non esita a varcare la soglia e a farlo, perchè per quanto pensi che sia ingiusto, purtroppo sa che è l'unica cosa che può salvare la sua bambina. L'autore gioca molto su questo, che di fatto è l'incubo di ogni genitore, perchè l'amore per un figlio è il sentimento più grande che possa esistere e di conseguenza sa di avere vinto in partenza. Questo ci costringe a riflettere su quello che faremmo noi in questa determinata situazione e questi pensieri non possono che portarci in un luogo oscuro, perchè sappiamo tutti che ci comporteremmo allo stesso modo di Rachel, andando contro a tutti i nostri principi, pur di salvare la persona a cui teniamo di più.


The Chain di Adrian McKinty è senza dubbio una lettura che sa come intrattenere il suo lettore, il quale non può che continuare la lettura per scoprire come potrebbe concludersi una storia del genere. L'unico difetto è appunto una seconda parte un pelo più insicura della prima e la mancanta psicologia dei personaggi, o meglio ci si immedesima molto bene nel personaggio di Rachel e anche in Kylie, visto che il narratore è in terza persona e quindi segue sia la storia della madre disperata che della figlia, che non comprende perchè è successo proprio a lei tutto questo, ma questa scelta fa perdere al lettore la possibilità di provare tutto ciò che prova Rachel, e quindi la grande potenza che poteva dare a livello di sensazioni si va un poco a perdere. Restano però interessanti i personaggi di Rachel e di Kylie, così come la scelta di affiancare Pete alla protagonista, lo zio di Kylie che si prodiga subito per aiutare la nipote, anche se allo stesso tempo ha i suoi demoni da combattere, ossia la dipendenza dalla droga, e che si rivelerà un ottimo personaggio su cui contare. Adrian McKinty si è dimostrato un abile narratore al suo romanzo d'esordio, in grado di raccontare un vero e proprio incubo e di includerci tematiche attuali come la dipendenza da sostanze stupefacenti o la possibilità di avere il cancro, il tutto contornato dai social, poichè è a causa di questi che spesso tutto il mondo è informato dei nostri spostamenti e così anche chi ha ideato la catena sceglie le sue vittime tramite informazioni che scova online, dimostrando ancora una volta quanto possono essere dannosi se si esagera nell'usarli. The Chain quindi è un romanzo che si presta molto bene ad intrattenere ma anche a stupire e a farci vivere un incubo e per questo non posso che consigliarvelo.









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