sabato 14 settembre 2019

Recensione "Mio fratello si chiama Jessica" di John Boyne

Buona sera bookspediani.
Eccomi di nuovo con voi per parlarvi di "Mio fratello si chiama Jessica" di John Boyne!



Titolo: Mio fratello si chiama Jessica
Autore: John Boyne
Editore: Rizzoli
Genere: Libri per ragazzi
Data di uscita: 10 Settembre 2019


Cosa faresti se un giorno tuo fratello maggiore, il tuo idolo, la tua roccia, annunciasse di non chiamarsi più Jason ma Jessica? di essere una ragazza e di essersi sempre sentita tale? È quello che succede a Sam, tredici anni, proprio quando l'adolescenza comincia a bussare alla porta, tra nuove amicizie e possibili amori. Il mondo per Sam si capovolge di colpo: non solo il fratello non è più lo stesso, quel fratello così popolare con le ragazze e così bravo a calcio, ma neanche i suoi genitori sono le persone aperte e tolleranti che lui ha sempre creduto di conoscere. Un romanzo di grande forza, che con empatia ma anche leggerezza e ironia racconta la difficoltà e l'importanza di accettare l'altro, sempre.



IL MIO VOTO


Sam è un ragazzo di tredici anni come tanti, anche se si differenzia dalla massa a causa dei continui atti di bullismo che subisce a scuola e di cui non può parlare con nessuno a casa poichè i suoi genitori sono troppo occupati a pensare al lavoro che pensare a lui. L'unico che potrebbe aiutarlo è Jason, suo fratello maggiore e anche la persona che gli è sempre stata accanto e che quasi l'ha cresciuto, anche se non comprenderebbe davvero come si sente perchè lui è quello famoso, quello che gioca a calcio e che viene festeggiato ovunque vada. Eppure Sam non può immaginare certamente che Jason nasconda un segreto: in realtà non si riesce a riconoscere come maschio, per tutta la vita si è sempre sentito parte del genere femminile e gli sembra arrivato il momento di rivelare la verità anche alla sua famiglia, perchè vuole essere se stesso alla luce del sole, senza nascondersi. Questo ovviamente sconvolge i genitori dei due ragazzi, che vogliono tenere la notizia segreta e si prodigano subito per trovare una possibile cura, mentre invece a Sam vengono in mente mille domande, come se anche lui potrebbe voler diventare una femmina, ma quello che ha la meglio è il fatto che teme di perdere suo fratello e quindi non riesce ad accettare questa sua scelta.
Con queste premesse, l'autore ci regala una storia che ci insegna a non temere i cambiamenti e a dare una possibilità all'ignoto, del resto solo perchè non si conosce l'argomento non significa che sia qualcosa di sbagliato, ma soprattutto ad accettare sempre l'altra persona per quello che è.



John Boyne, autore che si è fatto conoscere in tutto il mondo per il suo romanzo "Il bambino con il pigiama a righe", torna in libreria con una sfida, ossia parlando di un argomento molto sensibile e delicato quale è l'identità sessuale e cosa significa non solo capire chi si è davvero e accettarsi, ma soprattutto avere il supporto delle persone che amiamo. Per Jason questo è terribilmente difficile: egli è un ragazzo che ama giocare a calcio, una delle persone più popolari della scuola, al contrario del suo fratellino Sam, il quale viene costantemente bullizzato, eppure non è la persona più felice del mondo perchè da tempo lotta per accettare di sentirsi una femmine e questo lo vuole affermare anche nel suo aspetto, andando orgoglioso del suo riflesso. Ma quando finalmente trova il coraggio di rivelare il suo segreto alla famiglia, quello che sperava fosse appoggio o comunque accettazione solo per il semplice fatto di far parte della famiglia, non arriva. I genitori di Jason, i quali sono attivamente impegnati in politica e quindi non solo hanno più a cuore il paese dei loro stessi figli, ma tengono di più anche alle apparenze, pensano subito ad una possibile cura per il figlio, come se di fatto fosse malato, avesse una malattia che qualche pillola miracolosa può curare. Anche Sam rimane sconvolto dalla notizia, colui che ha sempre visto il fratello maggiore come un eroe ora lo vede per quello che è umano, imperfetto, e non è pronto a questa visuale, soprattutto perchè ancora una volta a scuola i suoi compagni non perdono tempo a bullizzarlo per via di questa notizia.


Quello che ho trovato interessante è stata la scelta di affidare la narrazione di questa storia a Sam, al fratello minore di Jason, e quindi vedere tutto attraverso i suoi occhi, restando quindi un poco esterni a quello che sta passando Jason, ma avendo un filo diretto con i pensieri di Sam. Sam è un protagonista assolutamente imperfetto: è un ragazzino che viene costantemente bullizzato per qualsiasi cosa, che sia il fatto che non riesce a leggere con grande facilità oppure che in fronte gli sia spuntato un nuovo brufolo, poco importa il motivo, di fatto è sempre al centro dell'attenzione, cosa che non vorrebbe assolutamente.
A casa invece è totalmente invisibile, i suoi genitori sono molto più occupati a preoccuparsi delle rispettive carriere piuttosto che di lui, per cui Sam non può che passare del tempo con il fratello maggiore Jason e rivolgersi a lui per ogni problema. Del resto si può dire che Jason sia sempre stato quasi un genitore per lui, perchè fin da piccolissimo si è sempre preso cura di lui e Sam lo vede come un vero supereroe. Quando però Jason gli rivela di voler diventare una sorella per lui, Sam non fa che allontanarlo, quasi temendo di diventare come lui, ma è solo una scusa perchè è troppo piccolo per sapere queste cose e soprattutto il timore più grande di Sam è che tutto cambierà tra loro.
Questo non scusa alcuni comportamenti orribili che ha Sam verso suo fratello, tuttavia fa capire che davanti a ciò che non si conosce la gente ha le reazioni più impensabili.


In un mondo come quello di oggi, dove il bullismo e la ricerca continua della propria identità sono le tematiche che più saltano all'occhio, trovo davvero azzeccato proporre un testo del genere e indirizzarlo ai ragazzi, un testo che viene narrato con toni leggeri e mai pesanti, ma che non si prende gioco di quello di cui sta parlando e anzi in alcune parti fa davvero male al cuore per come i genitori si comportino nei confronti di Jason. John Boyne sicuramente in alcuni punti attinge alla sua esperienza personale e si vede, infatti come per lui non è stato facile ammettere a voce di essere gay, per Jason non è facile confessare ai genitori il suo desiderio di riconoscersi come femmina.
Quello che è peggio però è vedere come i genitori, e anche il fratellino Sam, reagiscono alla notizia, ossia pensando subito che sia uno scherzo o che il figlio sia pazzo, malato quasi e quindi con urgente bisogno di cure. Quello che spezza il cuore è che purtroppo ci sono tantissime famiglie che reagiscono allo stesso modo, che solo perchè il proprio figlio è diverso, esso sia in qualche modo malato. Alla base quindi manca certamente non solo un'apertura mentale, ma un'istruzione che faccia capire a tutti che non c'è nulla di male ad essere se stessi e che anche se diversi, si continua ad essere normali, non si ha alcun tipo di malattia. Fa male vedere che ancora nel 2019 esistono questi trattamenti da parte dei genitori, e soprattutto questo si ricollega al tema del bullismo, sia per quanto riguarda Sam che per quanto riguarda Jason, il quale ha perso tanti amici per questa sua scelta, ma almeno sa di potersi specchiare e riconoscere.


Mio fratello si chiama Jessica so essere un romanzo molto chiaccherato e posso dirvi che o lo si odia oppure lo si ama, certamente non è perfetto, infatti a mio avviso l'aggiunta del punto di vista di Jason e quindi l'accesso diretto ai suoi pensieri avrebbe dato un grande valore aggiunto a questo libro, ma John Boyne non vuole mirare alla perfezione con questo romanzo, vuole semplicemente farci capire che a volte la lotta per trovare se stessi e soprattutto per farsi accettare dagli altri è molto dura, non sempre chi pensavamo fosse dalla nostra parte è disposto a seguirci nell'ignoto, perchè di fatto questo si parla, di qualcosa che non si conosce e che quindi spaventa, vendendo bollata solo come malattia o anormalità. Attraverso gli occhi di un bambino di tredici anni, che non conosce bene ancora il mondo e che ha dei genitori che non gli stanno accanto a conoscerlo, vediamo quindi la sua paura di perdere il fratello e quindi il suo tentativo di allontanarlo o di provare a farlo restare quello che è, solo perchè ha paura dei cambiamenti. Questo ci fa capire che il cambiamento fa sempre paura, ma per la persona che amiamo bisogna essere disposti a fare un salto nel buio, perchè così facendo la si fa sentire amata, qualcosa che non dovrebbe mai essere messo in dubbio, sia che questa decida di cambiare genere o che decida di amare persone dello stesso sesso.
Mio fratello si chiama Jessica è quindi un romanzo davvero interessante, che poteva dare ancora di più e che durante la narrazione l'autore si è un po' perso in alcuni punti, ma che consegna un bellissimo messaggio di accettazione.









si ringrazia la casa editrice

per la copia omaggio

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