lunedì 19 aprile 2021

Recensione "Volevo solo dipingere i girasoli" di Fabrizio Altieri

 Bookspediani oggi vi parlo anche di "Volevo solo dipingere i girasoli" di Fabrizio Altieri



Titolo: Volevo solo dipingere i girasoli
Autore: Fabrizio Altieri
Editore: Il battello a vapore
Genere: Libri per ragazzi
Data di uscita: 16 Marzo 2021
 

Italia centrale, 1943. Agostino e Stefano sono amici ma sono figli di un partigiano e di un fascista, anche loro amici in gioventù eppure oggi impegnati su due fronti opposti: Aldo è sui monti a combattere, Sergio ha sostituito la divisa da ferroviere con la camicia nera. Un giorno i due ragazzi vedono transitare per la stazione un treno merci stipato di persone. Sono uomini, donne e bambini e hanno i volti sconvolti e impauriti, paiono tutti vecchi. Seguendo la pista di un biglietto lanciato di nascosto da una finestrella del treno, Agostino e Stefano trovano una ragazzina, che li segue con una valigia dipinta con un cielo stellato che sembra un mare. È ebrea e l'unica sua speranza di salvezza è che qualcuno la prenda con sé. Erica non parla, ma ha un talento quasi magico: è bravissima a immaginare e dipingere come doveva essere un luogo prima che la guerra ci passasse. Ne nascerà un'amicizia che andrà oltre le barriere imposte dalla guerra. Insieme, Erica, Agostino e Stefano si scontreranno con il mondo crudele degli adulti e con una domanda che rimarrà senza risposta: perché sta succedendo tutto questo? 

IL MIO VOTO


Fabrizio Altieri ci presenta un romanzo con molti personaggi, le cui vite scorrono in modo parallelo e l'influenzano l'uno quella dell'altro e per spiegarlo bisogna partire dall'inizio, da due ragazzi ossia Aldo e Sergio che fin da bambini sono sempre stati uniti, due amici che hanno sognato la libertà e che hanno desiderato anche che un giorno i loro figli diventassero proprio come loro, inseparabili. Il loro desiderio si è avverato, Agostino e Stefano sono due amici uniti più che mai, sempre insieme pronti a condividere una nuova avventura, quando si può visto che troviamo al principio della Seconda Guerra Mondiale e quindi spesso anche solo stare fuori casa è un pericolo. Ad essere cambiati sono Aldo e Sergio, ormai schierati in due fazioni opposte, che lottano per quello che ritengono giusto e che cercano solo di sopravvivere, ormai quindi due nemici con due figli inseparabili che insieme stanno per scoprire un'amara verità. Dopo il passaggio di un treno carico di persone, che non comprendono dove andrà, trovano dei biglietti che tutti sono una sorta di addio ai propri cari e Agostino in primis decide di far avere a tutte le persone questi bigliettini, spedendoli tutti tranne uno, che insieme a Sergio consegna a mano e infatti sarà proprio così che incontreranno Erica, una ragazzina che non parla e che comunica solo per iscritto e tramite i suoi dipinti, una ragazzina ebrea che li aiuterà ad aprire gli occhi e insieme vivranno un'avventura incredibile, anche se l'ombra della guerra e del cambiamento sarà sempre in agguato, pronto a colpirli.
Ovviamente seguiamo quindi le storie parallele di questi personaggi: personalmente mi sono innamorata di Agostino, della sua purezza e della sua voglia di aiutare, la sua amicizia con Stefano è bellissima e diciamo che quest'ultimo è più quello che cerco di fare finta che tutto vada bene per non avere guai, spesso sceglie la via più facile mentre invece Agostino cerca di fare il giusto. Con Erica si instaura subito un bel rapporto, ma sarà in particolare Agostino a legare di più con lei e a trovarle tutti i materiali di cui ha bisogno per dipingere, per lasciare una traccia perpetua del suo passaggio. Ben diversa è invece la situazione di Aldo e Sergio, due amici ormai diventati nemici che sono costretti a scegliere se credere fino in fondo alla loro missione o all'amicizia.



Volevo solo dipingere i girasoli è un romanzo che tocca davvero tanti, tanti argomenti. In primis parliamo di quello che fa sfondo alla storia e infatti ci troviamo in Italia a ridosso della seconda guerra mondiale, abbiamo quindi due fazioni ben divise perchè ci sono i partigiani, che lottano per non soccombere alle nuove leggi e dall'altra i fascisti, per cui il clima in Italia non è dei migliori. Ovviamente come dicevo ci stiamo avvicinando alla seconda guerra mondiale, per cui è normale parlare di nazismo e quindi anche in Italia gli ebrei vengono presto visti come inferiori, anche loro saranno messi in un treno pronti ad andare nei campi di concentramento e pronti a non tornare a casa, praticamente.
Sullo sfondo di questo, abbiamo due ragazzini che sanno cosa sta accadendo, ma vedono la cosa ancora come lontana e quindi non se ne curano troppo, per loro è più importante l'amicizia della guerra e questo è un sentimento nobile, visto che i loro stessi genitori da amici sono diventati nemici. Così come però loro pensano alla loro vita, non possono fare finta di nulla quando trovano dei bigliettini da consegnare a persona che non sanno se rivedranno mai i loro cari, ed è così che trovano Erica, una ragazzina che comunica più tramite iscritto e tramite i propri disegni, qualcosa che insegnerà anche ai ragazzi, che questi sono infiniti e un chiaro segno del proprio passaggio, qualcosa che resterà per sempre come ricordo.


Come spesso accade, quando si parla di queste tematiche rimanere indifferenti è impossibile, ci si commuove in un libro destinato agli adulti ma in un libro per ragazzi si ha decisamente il cuore a pezzi e non perchè cambi l'argomento, è semplicemente il modo di raccontare così semplice e diretto che è qualcosa di disarmante, che lascia il lettore senza parole e singhiozzante, perchè è impossibile rimanere impassibili davanti a questa lettura.
Fabrizio Altieri ha creato dei personaggi indimenticabili, realistici e unici che non possono che entrare nel cuore del lettore, che si sente davvero parte della storia e quando, insieme ad Agostino e Stefano viene messo a conoscenza della crudeltà del mondo, che ha sicuramente più impatto vista dagli occhi di un bambino, è inevitabile che quei ragazzi smettano di esser piccoli, la somma delle loro esperienze li trasforma in uomini, sebbene siano ancora giovani di età. Ammetto che in alcune parti mi sono dovuta fermare, tanto erano le lacrime che scendevano e, anche se mi avevano avvertita, non c'è stato niente da fare perchè mi ha segnata comunque questa lettura.
Fabrizio Altieri, con uno stile diretto e semplice arriva dritto al cuore e lo fa a pezzi, per poi ricucirlo in qualche modo con una semplice frase finale che di fatto significa tutto, è l'intera essenza di questo romanzo che, come un dipinto, non se ne va nel tempo e infatti questa lettura non se ne andrà presto dal mio cuore.
Volevo solo dipingere i girasoli dipinge una delle pagine più oscure della storia e lo fa con una facilità disarmante, che arriva diretta sia ai giovani lettori ma in modo ancora più forte a quelli più grandi e quindi io non posso che raccomandare la sua lettura.









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