Buon pomeriggio bookspediani!
Qualche settimana fa ho avuto occasione di partecipare alla fiera di Bologna e come ospite c'era Cressida Cowell, l'autrice famosa per la sua serie " Come addestrare un drago" e per il suo più recente "Il tempo dei maghi".
Proprio per pubblicizzarne l'uscita io ho avuto il piacere di intervistarla e passare un po' di tempo con lei, una persona veramente adorabile.
Se siete curiosi di conoscerla meglio, qui sotto trovate l'intervista.
IL ROMANZO
Titolo: Il tempo dei maghi
Autore: Cressida Cowell
Editore: Rizzoli
Genere: Fantasy
Data di uscita: 20 Marzo 2018
TRAMA:
In un'epoca molto lontana, I Guerrieri decisero di estirpare dal mondo la magia, sterminando prima le Streghe, depositarie della Magia Nera, e poi giurando guerra al Maghi e a tutte le altre creature di Magia Buona. I due fronti vivono ora separati nelle loro roccaforti, ma lo scontro prosegue senza esclusione dl colpi.Xar, 12 anni, è figlio dl Ecanzo, re dei Maghi, ma a differenza del fratello maggiore Looter, non mostra ancora di possedere poteri, però ha molto coraggio. Seguito da un gruppo di creature fatate, entra nella foresta proibita a caccia di una Strega che, convinto, si nasconde lì dentro. Ma il piano dl cattura non funziona e la trappola che prepara imprigiona Invece Wish, sua coetanea, figlia della Regina dei Guerrieri, goffa e pasticciona, proprio come lui.
L'INTERVISTA
Hai sempre voluto diventare una scrittrice? E se si, questo ha influito nei tuoi studi?
Si fin da piccola volevo farlo ma non sapevo che poteva essere una scelta, che si potesse diventare una scrittrice e sarei stata felicissima se qualcuno me lo avesse detto.
Mio padre è sempre stato un uomo d'affari e allo stesso tempo un ambientalista, si è spesso attivato per progetti per salvaguardare l'ambiente e per questo per due settimane all'anno andavamo in un'isola in Scozia dove non c'era assolutamente nulla: no internet, no corrente e quanto altro e così l'unica cosa che potevo fare era scrivere.
Proprio da questo è nata la mia prima serie " Come addestrare un drago", ho ripreso gli ambienti che conoscevo.
Quindi si, ha influenzato il mio percorso scolastico.
Ho infatti frequentato Oxford sia per disegno, poichè sono sempre io ad illustrare i miei libri, che letteratura per poter raccontare le storie al meglio.
Quando vado nelle scuole e parlo con i bambini ci tengo sempre a precisare che possono diventare scrittori, anche se hanno una brutta scrittura, perchè non è quello che conta e perchè vorrei che qualcuno lo avesse detto anche alla me da piccola.
Cosa ti ha ispirato a scrivere questa nuova serie, Il tempo dei maghi?
Mi sono ispirata a dove è sempre vissuta mia nonna,nel West Sussex che si trova a Sud dell'Inghilterra, un luogo completamente circondato dalla natura dove potevo giocare senza supervisione e ricordandomi di questo momento di libertà mi è venuta l'ispirazione per il libro.
Avendo un padre ambientalista il rapporto con la natura era molto importante e l'ho riportato anche nella storia, gli stessi personaggi sono circondati dalla natura e questa richiama la campagna inglese della mia infanzia.
Spesso i bambini non hanno alcun potere e quegli attimi di libertà li fanno sentire potenti e questo volevo rendere nella mia storia, avere questa possibilità li attrae.
Per quale motivo hai scelto di affidare la narrazione ad un personaggio diverso dai due protagonisti principali?
Per stimolare la curiosità.
I bambini sono creativi, intelligenti e hanno bisogno di stimoli, si fanno costantemente domande sul libro e mantengono alta l'attenzione e questo è uno dei motivi principali.
L'altro motivo è che uno dei temi principali del libro è sapersi mettere nei panni dell'altro e vedere le cose diversamente dal proprio punto di vista.
I due ragazzi infatti fanno parte di due fazioni diverse e nemiche e per questo per collaborare devono sapersi mettere l'uno nei panni dell'altra.
C'è una citazione di "Il buio oltre la siepe" di Harper Lee che descrive perfettamente questa mia intenzione, dice "Non riuscirai mai a capire una persona se non cerchi di metterti nei suoi panni, se non cerchi di vedere le cose dal suo punto di vista".
Ed è esattamente quello che voglio trasmettere io.
Quali sono gli elementi che non possono mancare in un romanzo destinato ai ragazzi?
In prima cosa deve emozionare, deve smuovere qualcosa dentro.
Io cerco sempre di scrivere storie che hanno eco del passato raccontando una sorta di fiaba che contenga folletti oppure che richiami l'epoca shakespearina o quella di Re Artù ma che allo stesso tempo sia qualcosa di fresco e originale e soprattutto che riesca a far riflettere.
Faccio fatica a nominarti qualcosa di obbligatorio, penso principalmente che debba emozionare il lettore, sia che sia un bambino o un adulto.
Anche con le illustrazioni cerco di combinare l'eco del passato con qualcosa di nuovo e diverso.
Per esempio l'immagine di Ariel ha la morfologia di un insetto ma con dei riferimenti al punk.
Oltre ad aver scritto il libro lo hai anche illustrato, qual è stata la parte più difficile?
Sicuramente la scrittura perchè è più difficile scrivere qualcosa che sia divertente ma che allo stesso tempo non sia un paradosso e che non si perda la gravità della situazione.
In verità cerco di far sembrare tutto semplice e gioioso ma il libro deve sempre avere un ritmo perchè quello che è importante è che non si rovini il pathos, il ritmo deve sempre esser giusto.
Invece disegnare, una volta che si ha in mente cosa si vuole raffigurare, viene molto più semplice.
Ps: grazie a Roberta e Claudia per questa esperienza.
Amo questa donna! Bravissima, Sara! **
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