Mary Smith non si è mai annoiata così tanto in vita sua. I genitori l'hanno spedita a passare le vacanze in campagna, a casa dalla prozia Charlotte, dove non accade mai niente di divertente. Un giorno più noioso degli altri, Mary si mette a seguire un gattino nero, si inoltra nel bosco e trova un fiore viola mai visto prima, così bello da sembrare magico. La bambina non ci mette molto a scoprire che le basta sfregare i petali del fiore su un manico di scopa per prendere il volo. Da quel momento per Mary la vacanza in campagna si trasforma in un'avventura da brividi, che la porterà in una misteriosa scuola di stregoneria, tra lezioni di incantesimi, laboratori di magia e segreti molto pericolosi.
Mary e il fiore della strega è una piccola fiaba che si legge in un attimo, certamente adatta per i più piccoli ma che è perfetta anche per i più grandi, per farli tornare per qualche ora di nuovo bambini e fantasticare sul mondo magico di cui l'autrice parla.
Se inizialmente il libro appare lento è perchè gli serve tempo per ingranare: deve contestualizzare la storia di Mary e farci capire appieno il suo stato di noia, il quale sembra essere ormai una costante nella sua vita.
E' solo grazie all'arivo di Tib che la bambina trova finalmente qualcuno con cui giocare e con cui passare le giornate.
Ben presto però la sua normalità verrà scombussolata, quando si ritroverà in un mondo magico che non conosce.
Un mondo fatto di incantesimi, di professori che insegnano le arti magiche e di famigli speciali, proprio come lo è Tips.
Mary e il fiore della strega vi incanterà durante tutta la sua lettura e arrivati alla fine vi sentireti tristi per dover già salutare la sua protagonista, che in poche pagine riesce a farci sentire tutta la sua solitudine e la sua voglia di trovare una persona con cui giocare e perchè non può essere proprio il lettore stesso a farle compagnia?
Se inizialmente il libro appare lento è perchè gli serve tempo per ingranare: deve contestualizzare la storia di Mary e farci capire appieno il suo stato di noia, il quale sembra essere ormai una costante nella sua vita.
E' solo grazie all'arivo di Tib che la bambina trova finalmente qualcuno con cui giocare e con cui passare le giornate.
Ben presto però la sua normalità verrà scombussolata, quando si ritroverà in un mondo magico che non conosce.
Un mondo fatto di incantesimi, di professori che insegnano le arti magiche e di famigli speciali, proprio come lo è Tips.
Mary e il fiore della strega vi incanterà durante tutta la sua lettura e arrivati alla fine vi sentireti tristi per dover già salutare la sua protagonista, che in poche pagine riesce a farci sentire tutta la sua solitudine e la sua voglia di trovare una persona con cui giocare e perchè non può essere proprio il lettore stesso a farle compagnia?
TRAMA:
L’ex campionessa di tennis Easton Bradbury sta facendo del suo meglio per essere una brava insegnante. Cerca di risvegliare l’interesse dei suoi studenti annoiati e così facendo prova a lasciarsi alle spalle il passato. Quello che l’ha spinta a voltare pagina non ha più importanza, ha deciso che deve andare avanti. Ma ora che l’incontro genitori-insegnanti è alle porte, comincia a sentirsi in ansia. E la situazione peggiora quando Tyler Marek entra in classe. È un uomo affascinante, con dei bellissimi occhi azzurri. E per Easton non è difficile capire come mai suo figlio abbia problemi a scuola. Tyler, infatti, sa gestire bene gli affari, ma avere a che fare con un adolescente è tutta un’altra storia… Specie se l’attrazione per la sua insegnante comincia a farsi disperatamente intensa. Qualcosa in lui colpisce Easton, che nell’uomo che le sta davanti nota un misto di vulnerabilità, passione ardente e orgoglio. Quel desiderio è un tabù, ma il bisogno di lui è una certezza. Anche se significasse riportare alla luce i segreti più nascosti.
Torna Penelope Douglas con una nuova storia romantica che si legge tutta d'un fiato e che intrattiene, facendo divertire il lettore per le continue liti dei due personaggi, ma che pone anche in attenzione alcune tematiche importanti.
In primo luogo Tyler è un padre che non si merita questo appellativo: non ha mai voluto conoscere suo figlio e quando ha realizzato il suo errore ormai era troppo tardi, si era perso troppo della sua vita e già i rapporti nella famiglie sono difficili, figurarsi quando viene imposta la presenza di una persona che in fin dei conti non si conosce nemmeno.
Un'altra tematica ben affrontata a mio avviso è l'utilizzo dei social media e la giusta idea di Easton di integrarli a scuola, perchè ormai in un modo o nell'altro fanno parte della nostra vita e quindi è giusto sottolineare i loro difetti ma è altrettanto giusto sfruttarli per le migliorie che possono apportare nella vita di tutti i giorni.
E' un punto molto importante che non deve andare a togliere l'importanza dei libri di testo e non deve essere indispensabile nella vita di tutti.
Ma in un modo o nell'altro ci saranno sempre cellulari usati di nascosto in classe e quindi è un ottimo punto di vista quello di usarlo a proprio favore e lottare per far vedere questa visione anche a chi non lo capisce.
Easton del resto è un'insegnante giovanissima ed è forse questo a darle una marcia in più, poichè lei stessa è cresciuta nell'era dei social.
TRAMA:
Maja Norberg, diciotto anni, è sotto processo per la strage avvenuta in un liceo del quartiere più ricco di Stoccolma. Nella sparatoria sono state massacrate molte persone, tra cui il fidanzato e la migliore amica di Maja.
Lei ha trascorso nove mesi strazianti in prigione in attesa del processo e ora è arrivato il momento di entrare in aula. Ma com’è possibile che Maja, la ragazza della porta accanto, brava studentessa e popolare tra i compagni di scuola, sia diventata la teenager più odiata del Paese? Che cosa ha fatto? O, forse, è quello che non ha fatto ad averla condotta a questo punto?
Mentre il processo va avanti, torniamo indietro ad analizzare i mesi precedenti alla sparatoria e scopriamo qual è stato il punto di svolta nella vita di Maja: innamorarsi di Sebastian Fagerman, il figlio dell’imprenditore più ricco di Svezia. Sebastian è affascinante e pericoloso e lei è attratta da lui come una falena dalla fiamma. Più la relazione si fa intricata e più Maja si allontana dai genitori e dagli amici, ma nessuno è capace di captare il suo silenzioso grido di aiuto.
Dietro la facciata rassicurante di una comunità agiata si insinuano tensioni razziali e problemi di droga e intanto gli adulti sono assenti e i punti di riferimento svaniscono.
E mentre Maja affonda nelle sabbie mobili, tutti sono pronti a scagliare la prima pietra. Sarà davvero un’assassina a sangue freddo o è solo una ragazza che ha perso la sua strada e adesso è rimasta sola?
Attraverso la voce capricciosa, irriverente e unica di Maja ricostruiamo la sua storia e, anche se fa male, non riusciamo a smettere di ascoltare.
Il romanzo di Malin Persson Giolito si distinge fin da subito per la sua struttura innovativa: l'autrice infatti mette in campo le sue doti di avvocato e decide di frammentare la storia in base alle tre settimane che servono al sistema giudiziario per capire se Maja sia effettivamente colpevole della strage compiuta a scuola o sia anche lei una vittima.
Il processo tuttavia non scorre lineare, a completare l'opera ci sono pezzi di vita della protagonista di prima della strage e del dopo, quando è sola in carcere con i suoi pensieri.
L'autrice ha voluto osare con questo romanzo, andando a toccare temi molto seri e attuali di cui sempre più spesso si sente al telegiornale.
E' l'America ad essere spesso sotto i riflettori per continue sparatorie che si verificano negli edifici scolastici, un ambiente sereno in cui dovremmo tutti sentirci protetti e che spesso invece diventa solo un luogo di terrore dove non si ha davvero la certezza di uscirne incolumi.
Il confine tra vittima e carnefice non è sempre ben delineato come si voglia credere e per quanto da fuori possa sembrare un mostro, anche il carnefice a sua volta si sente una vittima del sistema, un sistema che non ha spazio per lui e che non riesce più a sopportare se non compiendo un atto estremo.
Durante tutto il romanzo siamo portati a chiederci la stessa cosa: Maja è una vittima oppure è colpevole di quanto affermano?
E' lei la sopravvissuta, ma quel momento caratterizzerà per sempre la sua vita e quindi si può parlare davvero di colpe?
Lei ha trascorso nove mesi strazianti in prigione in attesa del processo e ora è arrivato il momento di entrare in aula. Ma com’è possibile che Maja, la ragazza della porta accanto, brava studentessa e popolare tra i compagni di scuola, sia diventata la teenager più odiata del Paese? Che cosa ha fatto? O, forse, è quello che non ha fatto ad averla condotta a questo punto?
Mentre il processo va avanti, torniamo indietro ad analizzare i mesi precedenti alla sparatoria e scopriamo qual è stato il punto di svolta nella vita di Maja: innamorarsi di Sebastian Fagerman, il figlio dell’imprenditore più ricco di Svezia. Sebastian è affascinante e pericoloso e lei è attratta da lui come una falena dalla fiamma. Più la relazione si fa intricata e più Maja si allontana dai genitori e dagli amici, ma nessuno è capace di captare il suo silenzioso grido di aiuto.
Dietro la facciata rassicurante di una comunità agiata si insinuano tensioni razziali e problemi di droga e intanto gli adulti sono assenti e i punti di riferimento svaniscono.
E mentre Maja affonda nelle sabbie mobili, tutti sono pronti a scagliare la prima pietra. Sarà davvero un’assassina a sangue freddo o è solo una ragazza che ha perso la sua strada e adesso è rimasta sola?
Attraverso la voce capricciosa, irriverente e unica di Maja ricostruiamo la sua storia e, anche se fa male, non riusciamo a smettere di ascoltare.
Il processo tuttavia non scorre lineare, a completare l'opera ci sono pezzi di vita della protagonista di prima della strage e del dopo, quando è sola in carcere con i suoi pensieri.
L'autrice ha voluto osare con questo romanzo, andando a toccare temi molto seri e attuali di cui sempre più spesso si sente al telegiornale.
E' l'America ad essere spesso sotto i riflettori per continue sparatorie che si verificano negli edifici scolastici, un ambiente sereno in cui dovremmo tutti sentirci protetti e che spesso invece diventa solo un luogo di terrore dove non si ha davvero la certezza di uscirne incolumi.
Il confine tra vittima e carnefice non è sempre ben delineato come si voglia credere e per quanto da fuori possa sembrare un mostro, anche il carnefice a sua volta si sente una vittima del sistema, un sistema che non ha spazio per lui e che non riesce più a sopportare se non compiendo un atto estremo.
Durante tutto il romanzo siamo portati a chiederci la stessa cosa: Maja è una vittima oppure è colpevole di quanto affermano?
E' lei la sopravvissuta, ma quel momento caratterizzerà per sempre la sua vita e quindi si può parlare davvero di colpe?
Cosa ne pensate? Ne vorreste leggere qualcuno?
Siete passati dalla Stamberga d'Inchiostro per i consigli di Sandy? Ci sono tante belle cosine da leggere, come sempre!
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