lunedì 30 marzo 2020

Recensione "So che ci rivedremo presto" di Kristin Harmel

Bookspediani, è giunto finalmente il momento di parlarvi di "So che ci rivedremo presto", il nuovo romanzo di Kristin Harmel, edito da Garzanti.



Titolo: So che ci rivedremo presto
Autore: Kristin Harmel
Editore: Garzanti
Genere: Historical Fiction
Data di uscita: 3 Ottobre 2019




Emily è ferma davanti alla tela e non può fare a meno di fissarla. Quando le è stato recapitato il pacco, proveniente da una galleria d’arte tedesca, dapprima ha pensato a un errore. Poi lo ha aperto e, negli occhi della donna ritratta, ha riconosciuto la persona che l’ha cresciuta e che ora le manca più che mai, sua nonna. Ora che intorno a lei il lavoro, l’amore e la vita vanno a rotoli. Non ha idea di chi possa averle mandato il quadro, né tantomeno chi sia l’autore della dedica scritta a mano. Poche semplici parole che esprimono un sentimento profondo. Sicuramente non suo nonno, che ha abbandonato la famiglia senza più dare notizie. Mille domande affollano la mente di Emily, che decide di indagare. Deve andare in Germania per capire cosa leghi quel paese a sua nonna. Passo dopo passo, quei luoghi le raccontano di un passato segreto e sconosciuto. Le raccontano delle sue radici in modo inaspettato, quasi inaccettabile. Per Emily la seconda guerra mondiale era stata sino ad allora solo un capitolo di storia da studiare a scuola. Ora invece scopre che è parte della sua famiglia. Scopre che quel periodo buio ha fatto da sfondo a un grande e impossibile amore. È arrivato il tempo per Emily di ricostruire le proprie origini e venire a patti con le scelte che ha fatto, con la rinuncia che le brucia nel cuore. Perché oggi, come ieri, bisogna avere il coraggio di credere nei propri desideri, di dire la verità anche se fa male, di dare spazio al possibile.

IL MIO VOTO

Emily è la protagonista del romanzo, una giornalista che tuttavia fatica a trovare un lavoro fisso, anzi a mantenerlo visto che è appena stata licenziata per mancanza di fondi.
Emily è una ragazza che non ha mai avuto una vita facile: suo padre ha abbandonato lei e sua madre quando era molto piccola e da quel momento qualcosa in lei si è spezzato, non si è sentita più completa, quasi rifiutata e quando a diciotto anni ha perso la madre, il suo mondo è completamente crollato, spingendola a chiudersi dentro se stessa, senza far più entrare nessuno e costringendola anche a prender decisioni non semplici, che la cambieranno per sempre. Fortunatamente in quel momento si è fatta avanti sua nonna, la madre di suo padre, che ha cercato di compensare l'assenza dei genitori, facendola sentire amata e accettata, anche se mai si è più sentita completa. La morte della donna non può che sconvolgerla, ma è qualcos'altro a farlo ancora di più: un quadro che le viene recapitato a casa senza alcun mittente, che ritrae proprio sua nonna e che fa un'affermazione molto potente sul passato della donna, un passato di cui Emily è all'oscuro perchè la nonna non ha mai voluto parlarne, un passato che ora vuole scoprire a tutti i costi. Emily quindi si rivela un personaggio estremamente imperfetto, una donna non disposta a perdonare gli errori degli altri non per cattiveria, ma perchè significherebbe perdonare anche se stessa per alcune scelte che ha fatto, una donna che è pronta a scoprire il passato della sua famiglia per poter vivere serenamente il presente e pensare al futuro e questo presente è pronto a regalarle un viaggio unico, sia in senso letterare che figurato, che la farà crescere molto, le offrirà tante seconde occasioni e la cambierà per sempre.


Margaret è la nonna di Emily, i nostri occhi nel passato, colei che sappiamo essere venuta a mancare nel presente ma che abbiamo modo di conoscere da piccola. Margaret è sempre stata una ragazza straordinaria, che non ha mai giudicato gli altri dalla nazionalità o dal colore della pelle e lo dimostra il fatto che, ai tempi della seconda guerra mondiale, fosse amica di un ragazzino di colore che spesso si cacciava nei guai e che la ragazza aiutava ad uscirne. Allo stesso tempo si è innamorata di un soldato tedesco, un vero e proprio affronto per il mondo, ma lei vedeva la persona dietro quel ragazzo, un soldato che non credeva alle idee del suo comandante ma che è stato costretto a partire e a vedere tanti suoi amici morire. Sappiamo che lei e quel soldato hanno avuto un figlio, il padre di Emily, ma sappiamo anche che quel soldato l'ha abbandonata e lei non ha mai più voluto parlare di quella parte della sua vita, ha guardato solo avanti, costruendo con la nipote un rapporto unico ed incredbile. La storia della Margaret del passato non può che appassionare e non ci si può che innamorare di questa ragazza che sfida il sistema ma non per ribellione, semplicemente perchè vede le persone e non le etichetta.
Man mano che la sua storia prosegue non possiamo che vederla rapportata ad Emily e trovare queste due grandi protagonisti molto più simili del previsto, l'unica differenza è che la vita di Margaret è stata mille volte più dura e difficile e rimasta un segreto per troppo tempo e infatti ora tocca alla nipote riportarla alla luce e quindi finalmente conoscere la sua adorata nonna in tutte le sue sfumature.


So che ci rivedremo presto è un romanzo che ancora una volta si divide tra passato e presente e che quindi affronta tematiche diverse in entrambi i momenti temporali. Nel passato abbiamo modo di vedere gli effetti della seconda guerra mondiale e questa volta assistiamo a cosa significa essere stati sconfitti per i soldati tedeschi, molti dei quali dei ragazzi che nemmeno condividevano le idee naziste, che vengono costretti a lasciare la loro casa per andare in America, dove vengono trattati come prigionieri e quindi obbligati a lavorare. Ma oltre a questo elemento, che raramente viene accennato nei libri di storia o che comunque passa in secondo piano visto appunto il ruolo dei tedeschi nella seconda guerra mondiale, vediamo anche quanto è difficile ambientarsi per un tedesco in America e allo stesso tempo per una persona di colore: chi mai lo avrebbe detto che queste persone avrebbero avuto qualcosa in comune? Nel presente invece le tematiche che affronta l'autrice sono molto più riconoscibili e attuali: tra le tante, l'abbandono. Emily infatti, la nostra protagonista, ha vissuto fino ai diciotto anni con la madre perchè il padre ha deciso di abbandonarla da piccola, stessa cosa del resto che il padre dell'uomo fece con lui e che la stessa Emily ha fatto, per cui è come se questa famiglia fosse in qualche modo maledetta, come se non riuscisse ad uscire da un circolo vizioso impossibile da spezzare perchè involve accettazione e perdono, due dettagli che non si danno con facilità. 
Quello che apre il romanzo è di fatto un mistero, una consegna di un quadro misterioso che sembra ricondurre al passato di Emily, un passato di cui è allo scuro e questo la spinge a cercare risposte, non solo per la sua pace mentale, ma anche per conoscer davvero le sue origini, un dettaglio fondamentale per avere basi solidi per crearsi un futuro.
Ma quello che si respira per tutto il romanzo è l'amore: sia esso romantico, sia esso d'amicizia o semplicemente familiare, è questo che lo rende così difficile e così dolce allo stesso tempo, quello che guida anche noi ogni giorno.


Dopo quattro libri letti, in pratica tutto quello che è stato pubblicato in Italia, sono certa nel dirvi che Kristin Harmel, quando si parla di Historical Fiction, non sbaglia mai.
Questa autrice è stata una vera e propria scoperta che, nel tempo, non ha fatto che consolidarsi e diventare una delle mie autrici preferite in questo genere letterario non solo per le storie che scrivea ambientate nel presente, ma soprattutto per quelle del passato, che hanno sempre un fondo di verità e il loro scopo è proprio mettere in evidenza un pezzo di storia che spesso viene poco nominata o dimenticata completamente. Come ben sapete l'autrice ha una vera e propria passione per la seconda guerra mondiale e anche in questo libro non è da meno, tuttavia questa volta la Harmel ha voluto rischiare, raccontando una storia in cui i soldati tedeschi e quindi i nazisti, vengono visti come delle vittime, dei prigionieri di guerra. Non è facile affrontare questo argomento, ma è giusto anche sottolineare che molti soldati erano semplicemente ragazzi, costretti ad affrontare una guerra in cui non credevano, che sono stati giudicati per le colpe del loro comandante e non per le loro idee e che, oltre al trauma della guerra e della perdita di tanti amici, hanno affrontato anche mesi di prigionia in paesi che li vedevano come dei nemici e io devo dirvi che sono riuscita ad affezionarmi a questi soldati, dei semplici ragazzi ma soprattutto delle persone, per cui ancora una volta bisogna fare i complimenti all'autrice.
Come spesso accade, anche questa storia si svolge in modo alternato e quindi abbiamo modo di vedere il presente tramite gli occhi di Emily e il passato tramite gli occhi di Margaret, due personaggi che ho amato a pari misura, tanto non capire più quale delle due storie desiderassi leggere subito, perchè ancora una volta abbiamo una storia avvolta nel mistero, dove prevedere cosa accadrà è impossibile, una storia dolce ma dal sapore amaro, una storia che lascia un segno indelebile nel mio cuore, come tutte le altre.








si ringrazia la casa editrice
per la copia omaggio.



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